Civico10 sul decreto ‘salvabanche’

Civico10 sul decreto ‘salvabanche’

Venerdì’ scorso il Consiglio Grande e Generale ha ratificato il decreto legge cosiddetto “salvarisparmi”.

Decreto che, nelle intenzioni del Governo, servirà per garantire l’interesse pubblico alla tutela del risparmio e, di conseguenza, la stabilità del sistema creditizio sammarinese in presenza di situazioni di difficoltà patrimoniali non recuperabili nelle banche sammarinesi. questo interesse sarà però integralmente garantito dallo Stato, che si farà carico di sgravi fiscali o contributivi esattamente pari al “buco” della banca in difficoltà ed emetterà fideiussioni per garantire i prestiti che la banca centrale farà in presenza di eventuali tensioni di liquidità.

La banca che interverrà a “salvare” la banca in difficoltà sarà quindi “garantita” perché’ scaricherà sullo stato le perdite di cui si farà carico e godrà di prestiti in caso di problemi di liquidità. Lo Stato rinuncerà ad imposte e contributi per un notevole numero di anni, per un ammontare ad oggi non quantificabile (si parla di svariate decine di milioni di euro).

Il nostro movimento ritiene giusto trovare degli strumenti per tutelare il correntista ed evitare l’effetto “panico” nel nostro sistema finanziario e bancario quando una banca va in difficoltà.
Ma non condivide il fatto che tutto sia messo a carico dello stato e soprattutto che troppo spesso rimangano impuniti i responsabili dei crack e risultino intangibili i loro patrimoni: così il rischio d’impresa, che dovrebbe esistere anche per chi fa il banchiere, viene annullato. Non può e non deve essere sempre lo Stato e, di conseguenza, i cittadini a dover pagare per errori effettuati da altri. Nel settore bancario si è oramai intervenuti in questi anni per centinaia di milioni di euro, tutti dello Stato.

Prima di votare un decreto presentato dal Governo che ancora una volta permetterà di aiutare in maniera sostanziosa un sistema che troppo spesso è stato tutelato a spese dei cittadini, quello finanziario e bancario, abbiamo chiesto di fare chiarezza e trasparenza sulla reale situazione della banca in crisi e sull’ammontare preciso delle entrate fiscali e contributive a cui lo stato rinuncerà. Abbiamo chiesto anche di conoscere le motivazioni ed i passaggi che hanno portato l’istituto di credito Euro Commercial Bank a trovarsi in difficoltà, le modalità di recupero delle risorse e le azioni di responsabilità che si intendono attivare. I cittadini non possono sempre essere tenuti a pagare e compiere sacrifici senza che si vada mai a chiedere nulla ai responsabili.

Proprio per questo abbiamo presentato un ordine del giorno affinché il Comitato per il Credito e il Risparmio, composto da cinque Segretari di Stato che si relazionano con la vigilanza di Banca Centrale, riferisca in Consiglio Grande e Generale in merito quanto sopra descritto. Il Segretario Felici si è impegnato a svolgere quanto prima questo riferimento, che quindi attendiamo.

Nel frattempo il Consiglio è stato messo nelle condizioni di votare senza sapere nulla. Di votare un’operazione che mette sullo Stato l’integrale “buco” della ECB; che espone lo Stato in caso di problemi di liquidità. Ed inoltre il Governo ha respinto alcune nostre proposte di emendamento che miravano ad accrescere le possibilità di recupero delle risorse, chiedendo un sacrificio anche alla banca “salvatrice” alla scadenza del periodo di defiscalizzazione. Ma questo respingere le proposte dell’opposizione oramai è prassi…

Una scelta quindi decisamente non condivisibile. E di cui i cittadini dovrebbero chiedere conto.

 

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