Nel proporre una profonda e vera riforma della Pubblica Amministrazione, Civico10 si è posto 2 obiettivi contemporanei: ridurre i costi e premiare i meritevoli.
La riduzione dei costi è essenziale. Le entrate dello Stato si sono ridotte in modo strutturale e anche le uscite devono adeguarsi di conseguenza, pena l’accumulo di debito che può pregiudicare l’esistenza stessa della Repubblica (la scellerata scelta che invece sta facendo il Governo). Per ridurre le uscite ci possono essere misure drastiche, come i licenziamenti di massa che propone qualche associazione, ma che poi andrebbero a pesare sugli ammortizzatori sociali generando altra spesa e che quindi non sono utili. Ma possono esserci anche misure più morbide, ma comunque efficaci, e senza particolari effetti sociali, come quelle che proponiamo noi: un contributo di solidarietà, ad esempio, progressivo in base al reddito e da destinare a finanziare forme di tutela per chi nel privato sia senza lavoro; l’utilizzo anche nella PA degli Accordi di Solidarietà o della Cassa Integrazione negli Uffici con esubero di personale, a rotazione e quindi senza troppo impatto sul singolo dipendente; l’eliminazione delle indennità ad personam e la drastica riduzione di quelle di funzione; incentivi per la migrazione dei dipendenti in esubero dal settore pubblico al settore privato; esternalizzazioni vere, ove possibile per servizi non strategici. E tante altre proposte che abbiamo raccolto sia nel nostro documento “Pubblica Amministrazione”, paragrafo “Strumenti di immediata fattibilità”, che nel “Programma di Reperimento delle risorse”, entrambi disponibili sul sito www.civico10.org. Proposte che, assieme ad un miglior controllo sulle “spese pazze” del Governo e a qualche misura di riduzione della spesa per gli Enti a Partecipazione Pubblica (proposte che stiamo studiando e che presto pubblicheremo), potrebbero farci risparmiare senza troppi sforzi dai 27 ai 35 milioni di euro all’anno, senza licenziare nessuno e senza creare alcun problema sociale, solo ridimensionando un po’ la PA e i suoi sprechi.
Ma il cuore della nostra proposta sta nei meccanismi di funzionamento della Pa, ed in particolare nel suo punto nevralgico: la valutazione dei risultati e la possibilità di far funzionare la Pa con criteri manageriali. Due temi assolutamente ignorati dall’ultima riforma della Pa, che, infatti, al di là degli slogan, non ha portato e non porterà alcun cambiamento sostanziale. Il meccanismo che immaginiamo è semplice.
La base è che ci sia qualcuno che, raccogliendo le esigenze tempo per tempo necessarie (comprese ovviamente quelle del Governo), fissi gli obiettivi ai dirigenti dei singoli uffici, e i criteri per misurarli, e che questo qualcuno non sia di nomina governativa ma sia di espressione condivisa dal Paese: questo “qualcuno” nella nostra proposta è l’Authority per la Valutazione dell’Amministrazione, il cui responsabile è nominato dal Consiglio a maggioranza dei 3/4, dura in carica 3 anni ed è sottoposto a meccanismi di rotazione. Il secondo fattore è che i dirigenti siano retribuiti in base alla congruenza fra risultati raggiunti, misurati anche tramite agenzie esterne specializzate, e obiettivi assegnati. Per far si che questo avvenga, il terzo fattore necessario è che i dirigenti abbiano autonomia nella gestione del budget assegnato e nella gestione del personale e dell’organizzazione del proprio ufficio: altrimenti diventerebbe impossibile raggiungere gli obiettivi assegnati. Il quarto fattore connesso è che i dipendenti siano quindi anch’essi retribuiti in base ai risultati che ottengono (valutati in questo caso dal dirigente), che sia abolita ogni rigidità di inquadramento professionale o di attività (via mansionari e profili di ruolo, sostituiti con inquadramento per livelli) e che il dirigente possa, in caso di necessità o ristrettezze di budget, gestire il personale come in un’azienda (utilizzando Cig o Accordi di Solidarietà o persino licenziando, se necessario). Per un approfondimento di questa proposta rimandiamo al sito www.civico10.org, documento “Pubblica Amministrazione”. Con questo mix di interventi i dirigenti, selezionati tramite concorso, valutati, retribuiti ed eventualmente riconfermati in ruolo solo in base ai risultati che otterranno, si circonderanno di personale preparato e valido, e lo premieranno adeguatamente. Con questa proposta il personale più capace, voglioso e motivato oggi in forza alla Pa avrà solo da guadagnarci, verrà valorizzato e la Pa guadagnerà in efficienza. Ci rimetteranno i fannulloni, ma questo non è certo un male!
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