Collettivo SottoMarino: per l’aeroporto di Torraccia, dialoghiamoci

Collettivo SottoMarino: per l’aeroporto di Torraccia, dialoghiamoci

MA CHI VUOLE REALMENTE L’ALLARGAMENTO DELL’AVIOSUPERFICIE DI TORRACCIA?

Ritenendo che il raffronto diretto con le persone sia sempre la cosa migliore, il Collettivo Sottomarino ha deciso di incontrare in maniera assolutamente informale le parti “apparentemente” contrapposte per “l’affaire aeroporto”: poniamo l’accento su “apparentemente” in quanto in tutti noi è emersa la consapevolezza non vi siano tra loro preclusioni al dialogo. I cittadini, un poco rasserenati dalla presa di posizione del Capitano di Castello, vorrebbero vedere i progetti e i disegni della nuova struttura allargata, onde poter valutarne i pro ed i contro, medesimo desiderio per coloro che appartengono all’Aero Club che puntualizzano di non voler a tutti i costi l’allargamento seppur lo ritengono uno sviluppo auspicabile. Ciò che andrebbe vagliato attentamente è la reale motivazione di questa forte accelerata verso l’ampliamento: a nostro avviso l’evento organizzato da OSLA, con la partecipazione di un ingegnere rumeno (a proposito, perché non coinvolgere ingegneri sammarinesi??), non ha esplicato sufficientemente la proposta di allargamento: non pensiamo che l’equazione ”3500 metri di pista pari ad indotto di 300 milioni di euro” sia accettabile da parte di gente senziente. Si insinua così in noi che questa sia l’ennesima volontà dei pochi che si scontra con ciò che è socialmente utile. E chi sono questi pochi? Forse sono coloro che in gergo vengono chiamati “palazzinari” e che hanno contribuito alla distruzione economico-naturalistica della nostra Terra e che desiderano solo il raggiungimento di fini individualistici. Per tutto questo speriamo che le parti in causa, Comitato Cittadino, Giunta di Castello e membri dell’Aero Club, riescano a dare vita ad un incontro pubblico ove sviscerare le problematiche e le loro possibili soluzioni: il dialogo è di fatto una reale possibilità di contrastare la volontà dei soliti noti ed un reale segnale di una “rivolta sociale” costruttiva.

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