“Come back”, indagine su imprenditore di Pesaro, Gdf Urbino

“Come back”, indagine su imprenditore di Pesaro, Gdf Urbino

Un imprenditore della provincia di
Pesaro e’ stato denunciato per una frode fiscale che coinvolge
due aziende della Repubblica di San Marino per un caso di
“esterovestizione”. L’operazione, denominata “Come back”, e’
stata condotta dalla compagnia della Guardia di finanza di
Urbino, che ha eseguito tre verifiche fiscali nei confronti di
altrettante aziende, di cui una marchigiana, specializzata nella
produzione e nel commercio di prodotti nutrizionali, e due
societa’ di diritto sammarinese, dedite alla commercializzazione
dei prodotti.

L’attivita’ ispettiva effettuata dai finanzieri di Urbino,
spiega la Gdf in una nota, ha consentito, anche mediante lo
scambio informativo con l’organo collaterale sammarinese, di
“smascherare” il meccanismo evasivo ideato dal soggetto
marchigiano, ricostruendo le connessioni esistenti tra la
societa’ italiana e le due societa’ di diritto sammarinese. In
particolare, e’ stato possibile ricondurre in capo
all’imprenditore marchigiano l’amministrazione “di fatto” delle
tre societa’ e quindi la ricollocazione, in ambito nazionale,
dell’oggetto principale dei soggetti economici dichiarati
sammarinesi, recuperando a tassazione un imponibile per circa 14
milioni ed Iva per circa un milione e mezzo di euro.

Il meccanismo, sottolineano le Fiamme Gialle, e’ sempre lo
stesso: infatti, con il termine “esterovestizione” si intende la
fittizia localizzazione all’estero della residenza fiscale di una
societa’ che, al contrario, ha di fatto la sua attivita’ e
persegue il suo oggetto sociale in Italia. Lo scopo principale
della localizzazione, tipicamente in un paese con un regime
fiscale piu’ vantaggioso di quello nazionale, e’ quella di fare
in modo che gli utili siano sottoposti ad una minore tassazione.
Dall’inizio dell’anno la Guardia di
Finanza ha avviato un vasto piano d’azione contro l’evasione
fiscale internazionale e le frodi Iva poste in essere nei
rapporti tra operatori nazionali e della Repubblica di San
Marino. Nel dettaglio, dal mese di gennaio sono state concluse
330 verifiche, con la scoperta di redditi sottratti a tassazione
per oltre 850 milioni di euro e un’Iva evasa per circa 240
milioni. Sono attualmente in corso di svolgimento altre 800
verifiche.

Il piano d’azione interessa, in particolare, due tipologie di
fenomeni: casi di proventi derivanti da evasione fiscale
realizzata da imprese nazionali, individuate a seguito di
investigazioni di polizia giudiziaria, che avrebbero veicolato
“capitali sporchi” verso societa’ finanziarie di San Marino per
poi farli rientrare “puliti” nel territorio nazionale sotto forma
di finanziamenti e aperture di credito in favore di imprese
affiliate; frodi IVA “carosello” attuate tramite societa’
“cartiere” fittiziamente interposte negli scambi commerciali fra
imprese italiane e sammarinesi operanti principalmente nei
settori dell’elettronica, telefonia mobile, elettrodomestici,
abbigliamento, calzature, cartoleria e prodotti detersivi.

Con l’operazione di oggi sono state inoltre segnalati
all’autorita’ giudiziaria tre responsabili (due marchigiani e un
napoletano) per i reati di omessa dichiarazione (avendo superato
le soglie di imposta evasa statuite dall’ordinamento tributario)
e di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici.

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