Comitato promotore referundum propositivo per l’adesione all’Unione Europea: commento al documento europeo sui piccoli stati

Comitato promotore referundum propositivo per l’adesione all’Unione Europea: commento al documento europeo sui piccoli stati

Il Comitato Promotore del referendum propositivo per la richiesta di adesione all’Unione Europea rileva come nel documento della Commissione Europea riguardante le relazioni tra l’U.E. e i micro-Stati (Andorra, Monaco e Repubblica di San Marino) sia scritto chiaramente che, in base all’art. 49 del Trattato dell’Unione, San Marino ha titolo per richiedere l’adesione, ma tale opzione non viene dettagliata in quanto nessuno dei piccoli Stati ha fatto domanda di adesione.

Il medesimo documento chiarisce senza alcun dubbio che l’U.E. è ben disposta verso i piccoli Stati e che li considera un’opportunità “As shown by the above considerations, it is both possible and desirable to aim for a higher degree of integration of the small-sized countries into the internal market. Closer integration would ensure the greatest possible freedom of movement of citizens and businesses between the small-sized countries and the EU, in particular through a clearer and safer legal environment…. This would help reinforce the appropriate foundations for economic growth and employment creation in parts of the EU as well as for the small-sized countries…. This approach would support the economic diversification of these countries and foster abandonment of banking secrecy an tax haven status …. and strengthen the legal framework against illicit financial activities.” [“Come dimostrato dalle precedenti considerazioni, è non solo possibile ma anche desiderabile ambire ad un maggior grado di integrazione dei piccoli stati nel mercato interno. Una maggiore integrazione assicurerebbe la libertà maggiore possibile nel movimento di cittadini ed attività economiche tra i piccoli stati e l’Unione Europea, in particolare in un più chiaro e sicuro contesto normativo…. Questo consentirebbe di rafforzare le fondamenta della crescita economica e della creazione di occupazione in alcune aree dell’UE così come nei piccoli stati…. Questo approccio supporterebbe la diversificazione economica di questi piccoli stati e favorirebbe l’abbandono del segreto bancario e dello status di paradiso fiscale…e rafforzare il contesto normativo contro le attività finanziarie illecite.”]

Ne risulta, al di là di ogni possibile interpretazione politica, che la strada dell’adesione è legittimamente percorribile, è aperta e che l’Unione è consapevole dell’importanza e del significato dell’integrazione dei piccoli Stati nel mercato europeo.

Ciò che, evidentemente, si cerca in questi giorni di far passare è che, siccome chi ha governato fin qui ha già predisposto tutto, il referendum è inutile e di adesione non si deve neppure parlare.

Il Comitato Promotore ritiene invece che i cittadini abbiano il diritto di dire come la pensano sulla possibilità di aprire la strada dell’adesione all’U.E. e che, se il 27 marzo 2011 ai sammarinesi fosse stato consentito di dire la loro, non avremmo perso tutto questo tempo per sapere che la scelta sulla strada da intraprendere spetta, comunque, ai sammarinesi “nel pieno rispetto della loro sovranità ed indipendenza”

C’è chi è convinto che scelte fondamentali come quella che San Marino stia nell’U.E. spettino ai cittadini e chi, invece, si è sentito investito del diritto di decidere per tutti che San Marino dovesse affiancarsi in tutto e per tutto a Monaco ed Andorra, Paesi che hanno esigenze e caratteristiche molto diverse dalle nostre, e che si dovesse rimettere all’U.E. la decisione su quel che conviene al nostro Paese, come se fossimo incapaci di intendere e di volere. La differenza sta nella concezione democratica e nella considerazione che si ha della nostra sovranità, che non devono mai essere un “optional”.

E, dunque, a chi ipotizza che il referendum non serve più noi rispondiamo che anche chi ha responsabilità di governo, soprattutto chi ha responsabilità di governo, deve imparare a rispettare la legge e ad ascoltare il parere dei cittadini quando democraticamente espresso.

In ragione di ciò il Comitato Promotore chiederà alla Reggenza, non appena il nuovo Governo si sarà insediato, di fissare la data in cui si terranno i referendum, già sospesi per consentire lo svolgimento delle elezioni politiche.

 

IL COMITATO PROMOTORE

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