Commissione Affari Esteri mercoledi’ 28 Marzo 2012

Commissione Affari Esteri mercoledi’ 28 Marzo 2012

La seduta della commissione Affari esteri si è aperta con un riferimento del segretario di Stato competente, Antonella Mularoni, in merito alla firma di 10 convenzioni in materia di lotta al terrorismo e alla trasferta a Bruxelles dei giorni scorsi per la firma della convenzione monetaria. Passo successivo la discussione del progetto di legge di iniziativa popolare per la richiesta formale di adesione all’Unione europea, presentato in Aula dal portavoce del comitato promotore, Patrizia Busignani. Dopo un lungo dibattito, è stato avviato l’esame del provvedimento, sospeso all’articolo 2, in quanto respinto con 10 voti contrari e 8 a favore. La bocciatura dell’articolo 2 è valsa per tutto il progetto di legge.
I lavori sono proseguiti  con il comma dedicato alle nomine e revoche di rappresentanti diplomatici e consolari e con la presa d’atto dello stabilimento delle relazioni diplomatiche con le isole Salomone. E’ seguito l’esame dell’Accordo con il congresso di Stato e il governo italiano sulla cooperazione per la prevenzione e la repressione della criminalità, firmato a Roma il 29 febbraio scorso. Infine, la commissione ha affrontato  l’ultimo comma all’ordine del giorno, sulla concessione di residenze. In merito il consigliere di Noi sammarinesi Maria Luisa Berti ha chiesto “una ricognizione sui permessi di soggiorno concessi per esigenze lavorative, per avere la certezza sui requisiti”.
Di seguito un riassunto della seduta

COMUNICAZIONI

Antonella Mularoni, segretario di Stato per gli Affari esteri:  “Il 21 febbraio 2012, il congresso di Stato ha approvato la delibera n.10 con cui aderisce a un pacchetto di strumenti internazionali per la lotta al terrorismo, sollecitata da organismi internazionali. Sono una decina di convenzioni, vedremo se approvarle in un unico o più mandati. L’Osce e altre organizzazioni con sede a Vienna hanno dato la loro disponibilità all’invio di loro esperti per valutare la nostra normativa e fare eventuali proposte di modifica.
Ieri e l’altro ieri sono stata a Bruxelles con il segretario di Stato Valentini. Nel primo giorno della trasferta ho incontrato i miei omologhi di Monaco e Andorra, a seguito del primo incontro tecnico che si è tenuto a San Marino sull’esame della libertà della circolazione delle persone nell’Ue. C’è stato apprezzamento da parte delle delegazioni e degli stessi ministri, il lavoro andrà avanti sulle altre libertà. Al termine dell’esame, ci sarà un lavoro congiunto dell’Unione europea su cui daremo il nostro contributo per presentare le problematiche dei piccoli Paesi al Consiglio europeo che farà poi una nuova valutazione.
Il giorno successivo ho sottoscritto l’Accordo monetario con l’Ue. I primi di maggio lo porterò in commissione Affari esteri, con la traduzione ufficiale in italiano. Il segretario di Stato Valentini e la sua delegazione, con rappresentanti di Bcsm e Abs, hanno avuto un incontro tecnico sulle modalità di adesione al Sepa degli istituti bancari sammarinesi.

L’accordo firmato ieri è significativo, è lo strumento indispensabile per consentire al nostro sistema bancario di interporsi con l’Europa e all’esterno. C’è un lavoro da iniziare per la trasposizione dei contenuti in delibere. Sull’antiriciclaggio la nostra normativa è avanti, su altri temi l’adeguamento sarà più complesso. Sarà necessario un gruppo di lavoro per fare tutto il lavoro nei tempi più brevi possibili. Se i capigruppo vogliono ulteriori dettagli, potremmo vederci dopo il primo aprile per discutere sulla maggiore integrazione con l’Ue”.

 

PROGETTO DI LEGGE. Esame sospeso all’articolo 2, respinto con 10 voti contrari e 8 a favore. Essendo un articolo determinate rispetto al contenuto della legge, la sua bocciatura è considerata equivalente a quella dell’intero articolato.

Patrizia Busignani: “Ho una nota di dispiacere sul piano democratico: il progetto di legge è stato depositato lo scorso ottobre e siamo stati costretti a richiamare l’attenzione sulla scadenza dei termini. I 180 giorni previsti per legge finiscono il 6 aprile per cui sarà difficile che possa esserci la seconda lettura.

Da parte nostra comunque c’è spirito costruttivo. Il progetto di legge è il terzo step di un percorso iniziato con il referendum poi interrotto, anche se il quesito non è stato recepito; e proseguito con l’istanza d’Arengo respinta. Ora speriamo in un esito migliore. Comunque il contesto della discussione è cambiato in positivo, con diverse iniziative che hanno aperto il dibattito nel Paese. Sono maturate posizioni precise nel sindacato e nelle associazioni di categoria. Per tutti a San Marino l’obiettivo di una partecipazione piena all’integrazione europea è condiviso. Ma ci sono differenze sulla strada da intraprendere. Per noi è quella della richiesta di formale adesione, la politica ne ha scelta una più riduttiva e peggiorativa. Avere una posizione attendista è un errore. L’adesione è la strada che più garantisce la Repubblica, per quattro ragioni: dà maggiore dignità allo Stato, che fa una scelta precisa; si utilizza un percorso ampiamente collaudato; c’è un controllo diretto sul negoziato, con la possibilità di porre condizioni; è inopportuna l’omologazione ad altri piccoli Stati.
Dalla richiesta di adesione formale ci saranno benefici immediati per l’immagine della Repubblica, per garantire una posizione del nostro Stato e per gestire le difficoltà diplomatiche ed economiche. Speriamo in un confronto responsabile, dato che la richiesta di adesione è stata scartata frettolosamente, senza ragioni valide”.

Marino Riccardi, Psd: “Mi sorprende che di tutte le parti sociali, del mondo economico e imprenditoriale, nessuno è contrario all’adesione a pieno titolo all’Ue. Eppure la politica non è stata capace ancora di dare una risposta completa e adeguata, ma ha dato solo risposte intermedie. Ha impedito il referendum, non ha trovato un punto di incontro per dare prospettive al Paese. L’articolato in esame mette in chiaro aspetti condivisibili, è opportuno dare questa volta una risposta migliore del passato. Le motivazioni sono realistiche e danno ai giovani una prospettiva. Noi siamo europei, è più rispettoso per uno Stato partecipare dove si prendono le decisioni piuttosto che accettarle in maniera passiva. I mezzi passi non ci danno la possibilità di crescere, non si può più transigere”.

Fiorenzo Stolfi, Psd:  “Ci troviamo a un bivio, a una possibilità di scelta che può cambiare in meglio le cose. Dobbiamo valutare che invece di andare avanti su una strada indefinita e incerta, che non dà il giusto rilievo alla volontà di San Marino di emanciparsi in un’organizzazione più grande, è la scelta che ci dà opportunità diverse per progredire verso un obiettivo che nelle parole è condiviso da tutti. Tutti si aspettano da San Marino dei fatti, l’Italia, l’Europa. E il solo fatto di prendere questa decisione cambierebbe la visione degli interlocutori su San Marino. Capirebbero qual è la nostra volontà al di sopra di ogni dubbio.

Qualsiasi sarà la decisione che prenderemo, facciamo in modo tra qualche anno di non trovarci impreparati su alcune cose. L’accordo monetario ci porta comunque a recepire tutte le direttive comunitarie in campo bancario e finanziario. E’ lì che dobbiamo andare e che ci stanno portando comunque. Sarebbe più dignitoso che queste scelte le facessimo noi, dando ai cittadini la parola definitiva”.

Teodoro Lonfernini, Pdcs: “E’ vero che il Paese ormai da qualche anno sta rincorrendo le occasioni mancate, grazie anche a politiche prive di lungimiranza, professionalità e senso dello Stato che si sono succedute nel tempo. Oggi la scelta se San Marino deve integrarsi pienamente in Ue non deve essere banalizzata adducendo la motivazione che in questo modo il Titano avrà rispetto.

E’ necessario che all’interno delle istituzioni e del Paese si scenda negli aspetti particolari. Nel momento in cui era stato annunciato il referendum ho infatti trovato molta confusione tra i cittadini. Invito il Comitato promotore a non fare opinione solo tra le quattro mura dei partiti, dei sindacati, delle categorie. Bisogna scendere in piazza e creare una dialettica con i sammarinesi. Nella mia esperienza all’interno della riunione annuale dei Parlamenti dei piccoli Paesi, ho constatato che invece di compiere una scelta unilaterale, è meglio un’azione comune. Non sono convinto che un micro Paese come il nostro possa pensare di avere un regime in cui dettare le condizioni a un mostro sacro come l’Ue, può essere considerata un’azione ambiziosa”.      

Francesca Michelotti, Su: “Il quesito era chiarissimo, ma il governo non voleva fare il passaggio referendario. Aveva un’idea diversa che secondo me è contraria all’adesione. E’ vero anche che si è creata molta confusione e che qualcuno ha fatto melina. Comunque questa legge ora non può essere respinta per rispetto delle istituzioni. Anche se la politica può permettersi di dire quello che non pensa e viceversa pensare quello che non dice”.

Roberto Giorgetti, Ap: “Sono sconcertato dalle parole del consigliere Michelotti. Questo progetto di legge fa da stimolo al dibattito sul tema dell’integrazione con l’Unione europea. L’obiettivo è però quello del ruolo della nostra Repubblica in ambito continentale, che si va a sovrapporre a quello della richiesta di adesione. Ma ai nostri concittadini interessa ragionare sull’adesione, non su quale strada percorrere.

La maggioranza si sta interrogando sulle scelte migliori per San Marino ed è opportuno dare le giuste informazioni. Il percorso del governo è diverso, ma non è giusto parlare di non percorso. Soprattutto è importante vagliare costi e benefici della scelta. Comunque, prima della prospettiva europea, occorre risolvere le controversie con l’Italia”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Mi esprimo sul progetto di legge con una riserva. Riserva nata con gli interventi dei consiglieri di opposizione che valutano l’adesione all’Ue in termini di slogan e non di costi e benefici. Serve cognizione in materia. Considero, nei limiti della mia consapevolezza, di condividere l’impostazione che fino ad oggi le istituzioni sammarinesi, Consiglio e governo e patto, hanno portato avanti tra nostro Stato e Ue. Penso più opportuna integrazione che adesione di cui non conosco costi e benefici. L’adesione è strumento di collegamento Ue più restrittiva di semplice integrazione. Su necessità di fare chiarezza, penso che se facciamo questo monito, si deve assumere la voce in forma indispensabile”.

Giovanni Lonfernini, Upr: “Mi pare che dentro il Palazzo ci sia ancora una certa prudenza e abilità a giocare sull’equivoco, a cercare di dare un’apertura per poi tornare indietro. Pur non entrando nel merito della sentenza del Collegio garante, un anno fa è venuta meno un’opportunità e per questo siamo ancora qui a discutere su questo tema. La parte propositiva del referendum ha permesso infatti di aprire un dibattito che si poi interrotto.

In apertura della commissione Affari esteri, il segretario di Stato Mularoni ci ha riferito sull’accordo monetario con l’Ue, un passaggio importante per il nostro sistema. Ma si apre anche una fase in cui si dovrà avviare un confronto per recepire quelle disposizioni comunitarie. Un anno fa, a giugno, il Consiglio grande e generale ha approvato un odg con cui San Marino si è inserito in un percorso di integrazione con Monaco e Andorra, Paesi assolutamente distanti dal nostro ordinamento. Quell’odg è stata un’ulteriore occasione persa, come il mancato referendum. Non vedo incompatibile un percorso politico di apertura all’Ue con la normalizzazione dei rapporti con l’Italia. E’ invece un elemento da sfruttare per mostrare all’Italia la volontà di San Marino di integrarsi maggiormente nel contesto internazionale. Chi dice il contrario dice una panzana. La partita con l’Europa non si chiude con l’odg approvato un anno fa. E’ un tema che si riproporrà con forza nei prossimi mesi e nei prossimi anni, perché paghiamo lo scotto che dal ’91 in poi si doveva mettere in piedi una vera politica europea, ma non è stato fatto”.

Germano De Biagi, Psrs: “Credo siano maturi i tempi per l’adesione. Il nostro gruppo aveva presentato un progetto di legge su questo tema, ci avrebbe fatto piacere vederlo all’ordine del giorno. E’ da 20 anni che a San Marino si parla di andare o non andare in Europa, ammetto all’inizio di essere stato molto scettico. C’erano tante ragioni sulle difficoltà che avrebbe portato questo passo, c’era il problema dell’anonimato societario, sul segreto bancario, sulla libera circolazione delle merci e delle persone. Ma oggi non abbiamo più quei capisaldi della nostra economia, non dobbiamo più avere paura. Mi compiaccio con il segretario di Stato Mularoni per la firma di ieri. Se ci stiamo adeguando a tutte le normative comunitarie, perché allora non aderire a pieno titolo? Oggi ci vengono imposti tanti provvedimenti e non ne abbiamo i benefici. E’ dimostrato poi che al’Italia dovrebbe fare piacere questa scelta”.

Enzo Colombini, Su: “Evitiamo lo scontro in Aula su questo tema. Ci sono molti elementi di valutazione, ma il comitato promotore chiede di dare sostanza alla piena adesione all’Ue e alla strada della trasparenza. Il percorso dell’integrazione lascia margini di perplessità e nel Paese c’è una parte che frena perchè vuole difendere degli aspetti.

Restiamo fermi all’odg approvato in Consiglio, un compromesso che non fa decollare la scelta e e non toglie i dubbi. Dobbiamo invece dimostrare, anche all’Italia, che noon ci sono indugi. Occorre percorrere la strada con decisione. La strategia comune con i piccoli Stati è sbagliata, mentre unas celta individuale ci dà magigore credibilità. In ogni caso preoccupa il solco scavato tra classe politica e Paese”.

Assunta Meloni, Ap: “La presentazione da parte di Busignani è stata esaustiva e fa riflettere. Spiace però che se non c’è piena accettazione dell’adesione immediata si tirino fuori retropensieri. Noi ragioniamo in piena coscienza. E’ vero che si è perso del tempo, ma oggi le condizioni nell’Ue ci fanno essere sicuri che l’adesione è una scelta migliore rispetto all’integrazione? Occorre ragionare, le difficoltà del mondo economico europeo devono farci riflettere. L’Ue non può accettare i piccoli Stati tout court. E i piccoli Stati fanno fatica a entrarci, per il numero di leggi per esempio. Rimango dell’idea che l’integrazione nel tempo è più importante dell’adesione, ma no è una questione di difesa dell’odg approvato”.

Giuseppe Maria Morganti, Psd: “L’adesione all’Ue è un problema cruciale sul destino di San Marino e tra la politica c’è sempre più consapevolezza di ciò. Non sono d’accordo con il consigliere Berti sul fatto che non sono state fatte analisi puntuali su questo tema. La documentazione della segreteria di Stato per gli Esteri, inviata a tutte le famiglie, è stata esaustiva su vantaggi e svantaggi della scelta. Più che svantaggi però parlerei di pesi, di un lavoro che comunque abbiamo già intrapreso. Ieri è stato firmato un accordo con cui di fatto abbiamo deciso di condividere parte sostanziale del diritto comunitario in tempi relativamente brevi. E’ l’unico modo perché San Marino possa affiancarsi e possa tornare ad essere uno Stato normale. Anche perché comunque i piccoli Stati dovranno riconoscere le quattro libertà, se entrano nell’Efta e se restano nel loro limbo. E’ una richiesta esplicita del Consiglio europeo. Di fatto il nostro Stato è perfettamento avviato su un percorso di integrazione e questo è un grande vantaggio. Quando finiremo questo percorso, San Marino sarà considerato affidabile. Ma perché la classe politica rifiuta di dimostrarsi affidabile da subito? Nel 2006 questo atteggiamento ci ha portato a rifiutare la firma con l’Italia. Ci rendiamo conto cosa abbiamo fatto? Si è detto che nel 2003 Ap era d’accordo di aderire all’Ue, se l’avessimo fatto allora, oggi San Marino non sarebbe in braghe di tela. Al consigliere Giorgetti dico che il confronto tra San Marino e la Turchia non ci sta, noi non abbiamo sterminato i curdi.

Nell’ordine del giorno citato dal consigliere Lonfernini, cui il Psd ha contribuito, si dice che è possibile sperimentare un percorso comune con i piccoli Stati, ma c’è una scadenza prossima, giugno di quest’anno, entro cui dobbiamo sapere dove andare. Diversamente, il Consiglio si è impegnato di inoltrare domanda di adesione. Se oggi diciamo di sì a questo progetto, lavoreremo nella direzione approvata allora dal Consiglio grande e generale. Se vogliamo posticipare la data di entrata in vigore della legge a giugno, è possibile aggiungere un emendamento al testo”.  

 

Repliche:

Antonella Mularoni, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Nessuno contesta il diritto di San Marino di andare all’adesione, ma la volontà della maggioranza è stata quella di fare la scelta migliore. Del tema abbiamo parlato molto ed è un bene. Comunque il cammino intrapreso è chiaro. Dobbiamo dare autorevolezza alle istituzioni, le sentenze del Collegio dei garanti vanno rispettate. E lette. La maggioranza non lo ha certo ingannato, ha semplicemente mostrato il lavoro fatto, che non ha pari. Sono stati approfonditi tutti gli aspetti e tutto ciò non andrà perso.
Stiamo facendo un percorso in intesa con le istituzioni comunitarie che ci hanno detto che nel breve periodo San Marino non può entrare nell’Ue. Non è il momento adatto. Per cui abbiamo individuato un cammino che lascia aperte tutte le strade, come dice anche l’odg approvato. E intanto lavoriamo per risolvere i problemi di cittadini e studenti e recepiamo le varie normative. Non abbiamo escluso nulla e la scelta è stata per il percorso più pragmatico. C’è la strada con Andorra e Monaco perché per l’Ue i piccoli Stati sono una categoria.
Nulla preclude alla domanda di adesione. Il cammino per l’integrazione prosegue e va portato fino in fondo per non creare noi confusione. Dobbiamo essere chiari. Abbiamo perso credibilità perché ne abbiamo fatte di tutti i colori, e l’adesione all’Ue non basta a recuperarla. Con la presidenza cipriota ci verrà inoltre data una mano per l’integrazione. Infine l’Ue sa che San Marino è diversa da Monaco e Andorra, ma non dobbiamo perdere il senso dei nostri limiti e delle nostre dimensioni”.
Patrizia Busignani: “Non vogliamo entrare nel merito delle diatribe proprie dell’Aula. Ma sottolineiamo alcuni aspetti. La conoscenza della tematica è cresciuta ed è un patrimonio per il Paese e da noi è arrivato un contributo. Dal referendum è venuta una scossa per accelerare il livello di approfondimento.
Non ci scoraggiano i tempi della democrazia, continueremo a lavorare. Non esistono alternative all’integrazione europea. Se è un obiettivo comune, la partecipazione della Repubblica ai vari ambiti europei può essere conseguita solo con l’adesione. Altrimenti i tempi si dilatano e il percorso si frammenta. Non condividiamo l’ipotesi del governo, la strada dell’adesione dà migliori garanzie. L’integrazione è un grande impegno che dovremo fare comunque. Meglio allora entrare dalla porta principale.
L’opzione dell’adesione non è ideologica, nasca da analisi e conoscenza. Il nostro impegno non si ferma qui. E’ un bene che non si contesti il diritto a presentare la domanda di adesione, siamo uno Stato sovrano che difende le sue prerogative. Non possiamo essere un’isola, il futuro è nell’Ue”.

Claudia Mularoni, comitato promotore: “C’è un argomento che è agli antipodi rispetto alla nostra posizione, quella che considera la richiesta di adesione uno scontro con le istituzioni comunitaria, invece dell’esercizio di un diritto. Non c’è poi un piano di lavoro dettato e definito, la tempistica fa riferimento a ipotesi che devono essere calcolate su un piano concreto. L’approccio a un’adesione ufficiale rende possibile pianificare un processo dialettico con l’Ue e ci farà comprendere meglio il fattore temporale quale può essere”.

Fiorenzo Stolfi, Psd: “Il Comitato dice che partire dalla porta principale fa scattare la procedura prevista dai trattati che deve essere rispettata. Se non ci sono argomenti per tenere San Marino fuori dalla porta, l’Ue non può farlo”. 

 

ESAME DELL’ACCORDO TRA IL CONGRESSO DI STATO E IL GOVERNO ITALIANO SULLA COOPERAZIONE PER LA PREVENZIONE E LA REPRESSIONE DELLA CRIMINALITA’, FIRMATO A ROMA IL 29 FEBBRAIO
Antonella Mularoni, segretario di Stato per gli Affari esteri: “E’ un accordo importante che favorisce lo scambio di informazioni per il contrasto alal criminalità organizzata. Ora le procedure saranno strutturate e istituzionali. Garantisce anche un rapporto più coordinato di collaborazione con la possibilità di formazione dei nostri corpi nelle forze di polizia italiane. E’ un’opportunità importante per il Paese e dipende da noi in quale dimensione coglierla. Il clima durante la firma a Roma è stato di massima cordialità e colalborazione. Ora si può riaprire un dialogo sereno tra le forze dell’ordine. Dall’Italia ci assicurano che i tempi della ratifica saranno brevi, speriamo pochi mesi”.
San Marino, 28 Marzo 2012/01

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