Commissione Consiliare Permanente Affari Costituzionali e Istituzionali …

Commissione Consiliare Permanente Affari Costituzionali e Istituzionali …

COMUNICATO STAMPA
COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE AFFARI COSTITUZIONALI E ISTITUZIONALI; PUBBLICA AMMINISTRAZIONE; AFFARI INTERNI, PROTEZIONE CIVILE, RAPPORTI CON LE GIUNTE DI CASTELLO; GIUSTIZIA; ISTRUZIONE, CULTURA, BENI CULTURALI, UNIVERSITA’ E RICERCA
La seduta odierna della Commissione si è aperta con il riferimento del segretario di Stato per la Pubblica istruzione, Romeo Morri, in merito alle mozioni sull’aumento delle rette scolastiche, presentata dall’Unione per la Repubblica, e sulla presenza in Repubblica del panificio Vallefuoco, presentata da Sinistra unita.  Morri ha poi riferito in merito ai provvedimenti adottati in seguito all’approvazione delle istanze d’Arengo per il ripristino della sala polivalente del Castello di Serravalle e per la tutela del diritto di libertà religiosa.
Si è poi passati all’esame di due progetti di legge: il primo, per la Tutela e conservazione del patrimonio documentario e archivistico della Repubblica, presentato dal segretario di Stato per gli Affari interni, Valeria Ciavatta; il secondo, illustrato dal segretario di Stato per il Lavoro, Francesco Mussoni, per l’istituzione dell’Ente Poste.
Il primo progetto di legge è stato approvato in conclusione della seduta mattutina  con 9 voti a favore e 6 contrari. Relatore unico è stata indicata Annamaria Muccioli, commissario del Pdcs.  Il secondo progetto di legge, licenziato nel pomeriggio, è stato approvato dalla Commissione con 9 voti a favore, 4 contrari e 3 astenuti. Sono stati indicati come relatori Massimo Cenci, Nps, per la maggioranza, e Iro Belluzzi, Psd, per la minoranza.  

Di seguito un riassunto della seduta Mozione derivante dall’interpellanza presentata dagli allora Democratici di centro, oggi Unione per la Repubblica, per conoscere nel dettaglio aspetti attuali e prospettive in merito al servizio-refezione nelle scuole d’infanzia ed elementare, nonché presupposti e modalità in base a cui il governo ha disposto l’aumento delle relative rette.

Romeo Morri, segretario di Stato per la Pubblica istruzione: “L’aggiornamento delle quote della refezione scolastica ha sollevato molto rumore, non sempre giustificato. Il governo negli ultimi mesi ha messo in campo diversi interventi contro la crisi, lungo due direzioni: il contenimento della spesa e il rilancio dell’impresa. Dunque, l’aggiornamento delle tariffe scolastiche fa parte di un più ampio programma per il riequilibrio della spesa pubblica. Era inoltre necessario colmare alcune lacune dato che le quote erano ferme dal 2004 a 2,65 euro per le scuole d’infanzia, per un pranzo e due merende, e a 2,30 euro per le elementari, con un pranzo e una merenda. Ora sono a quattro euro entrambe.

Ogni bambino per i pasti costa annualmente 9 mila euro allo Stato e i bambini sono 1.057 alla scuola d’infanzia e 1.565 alle elementari. Dunque per la famiglia la quota da pagare è decisamente lontana dalla spesa complessiva. Occorre poi tenere in conto i costi per la manutenzione, per il personale, per la sicurezza e via dicendo.
Viene rispettato il menù proposto dall’Iss, diversificandolo ogni settimana e in base alla stagione. Si tiene conto dei costi ma soprattutto della qualità, acquistando anche prodotti biologici e del territorio. I pasti sono confezionati nelle cucine di ogni plesso e ci sono, per esigenze dimostrate, anche diete personalizzate. Infine occorre ricordare che il costo medio a Rimini è di 6 euro, con i pasti che vengono dal catering.
L’aumento improvviso ha creato qualche difficoltà alle famiglie, soprattutto a quelle più numerose. Ma ci sono degli assegni integrativi e dei servizi gratuiti in aiuto a chi ne ha necessità. Comunque i costi scolastici sono continuamente monitorati per diluire eventuali altri aumenti. Il confronto con le altre mense è improprio.
Non è intenzione del governo privatizzare le mense scolastiche o il lavoro di manutenzione. Con l’aumento delle quote abbiamo risparmiato oltre un milione di euro da destinare agli investimenti nelle strutture scolastiche. Con gli stessi criteri si interverrà anche in altri ambiti, è finito il tempo della politica del tutto gratis per tutti: quel sistema è finito”.

Pier Marino Menicucci, Upr: “La risposta del segretario di Stato è molto esauriente. L’obiettivo dell’interpellanza era provocare un dibattito. Conveniamo sui contenuti della risposta”.           

Riferimento sui provvedimenti adottati a seguito dell’approvazione dell’istanza d’Arengo per il ripristino della sala polivalente del centro storico del Castello di Serravalle affinché diventi luogo di cultura ed elemento di attrattiva e visibilità.                                                              Romeo Morri, segretario di Stato per la Pubblica istruzione: “La struttura ha subito situazioni all’interno che hanno creato problemi. C’è stato un calo nelle richieste di utilizzo e alcuni problemi per quanto riguarda la sicurezza. Non venendo usata, nella sala si sono verificate delle infiltrazioni e dei cedimenti all’interno. Poi è stata depositata l’istanza d’Arengo che chiedeva il ripristino della struttura. E il percorso è iniziato e i lavori continuano. La sala va infatti utilizzata con tutti i crismi della sicurezza.

Nei prossimi mesi la ridaremo ai sammarinesi. C’è la volontà del governo e della mia segreteria di Stato per valorizzarla, anche in sinergia con i privati”.

Clelio Galassi, Pdcs, presidente di commissione: “Il discorso sulla sala parte da lontano. E non va dimenticato il contrasto con l’Uasc per la sua gestione che ha portato dagli anni 2000 all’inutilizzazione della struttura. Nel passato è stata fatta un’intensa attività legata al Castello di Serravalle, con conferenze e serate ludiche. Ora è abbandonata da oltre 10 anni e fa piacere che ci sia la volontà di ripristinarla. L’istanza prevede che una volta messa a norma, la sala venga gestita dal Castello e dai suoi organismi culturali. Sono state anche scritte delle lettere alle segreterie di Stato per la Cultura e per gli Affari interni per sapere a che punto si è. Auspico che in breve tempo la struttura sia ripristinata del tutto”.

Riferimento sui provvedimenti adottati a seguito dell’approvazione dell’istanza d’Arengo perché sia tutelato il diritto di libertà religiosa.

Romeo Morri, segretario di Stato per la Pubblica istruzione: “E’ un’occasione importante per riflettere su un tema vastissimo e complesso come la libertà religiosa. Storicamente si tratta della prima libertà, ma è sempre stata oggetto di un ampio dibattito teorico. E’ prevista nelle costituzioni e nelle carte dei diritti, ed è individuale e collettiva, due diritti che sono connessi. L’adesione a una fede religiosa parte da un principio di coscienza, nell’indipendenza da condizionamenti esterni.
Alla libertà religiosa sono connessi vari argomenti, dal problema delle sette come Scientology, che tenta di inculcare il suo credo, all’obiezione di coscienza; dalla religione di Stato alla teocrazia. Ci sono ancora governi retti da ministri di culto, anche se negli ultimi anni il cambiamento è stato radicale.
La nostra Repubblica è fondata sulla libertà e sulla tradizione ed è l’unico esempio di Stato fondato da un santo. Ma la libertà religiosa è totalmente contemplata e, infatti, c’è per esempio un tempio per i testimoni di Geova. Non so se, data l’esiguità di queste comunità, costruiremo mai una moschea, una sinagoga o qualche altro tempio, comunque la possibilità non è assolutamente esclusa. L’istanza è stata accolta, un segno questo di grande civiltà”.

Mozione derivante dall’interpellanza presentata dal consigliere Alessandro Rossi (Su) per conoscere le modalità in base a cui si è addivenuti alla costituzione e all’operatività in Repubblica della società “Panificio Vallefuoco”, a quali verifiche sia stata soggetta, l’ammontare di dipendenti e i motivi dell’ottenuta assegnazione dell’appalto per la fornitura dei plessi scolastici e della successiva cessazione dell’incarico.

Alessandro Rossi, Su: “Non ho preparato un ordine del giorno conclusivo perché credo ci debba essere la responsabilità per un testo condiviso da tutti, affinché si prendano gli strumenti per evitare ciò che è successo o comunque si impediscano situazioni che imbarazzano tutta la Repubblica. Un’attività industriale, che successivamente si è valutata in capo a una famiglia vicina a gruppi malavitosi di origine campana, ha avuto la possibilità di insediarsi nel nostro territorio, di operare e di poter fornire per 9 mesi le nostre mense scolastiche. Qui non si fanno accuse su chi è stato responsabile, su quale governo ha la colpa, non mi interessa la polemica politica. Mi interessa arrivare a una soluzione perché il Paese possa mettere in campo elementi per impedire che quanto è successo accada di nuovo. In Consiglio il segretario di Stato ha preso questa interpellanza come un attacco personale, ma qui si parla del Paese e si devono porre delle soluzioni. Propongo quindi che un ordine del giorno comune contenga alcune proposte, che indichi una forma di certificazione antimafia per le aziende; un principio di immediata sospensione di eventuali appalti pubblici nel momento in cui si presentano indagini legate ad attività di stampo malavitoso; che si prevedano, nella concessione delle licenze, dei processi di adeguata verifica per chi viene a fare impresa in territorio, attraverso i più evoluti sistemi informatici. Infine, propongo che l’ordine del giorno in qualche modo riconosca un ruolo attivo alla cittadinanza che attraverso le segnalazioni possa contribuire ad arginare il fenomeno. Infatti, non bastano le leggi, servono anche meccanismi più efficaci che si basano sulla cultura del controllo e della responsabilità  E’ obbligo della politica ricostruire questo tessuto sociale, prima barriera a questi fenomeni”.

Romeo Morri, segretario di Stato per la Pubblica istruzione: “Non ho cercato la polemica, neanche il Patto su questa delicata materia l’ha fatto. Però bisogna raccontare i fatti con correttezza e serenità per arrivare a prendere decisioni. Sono d’accordo sul contrasto a questi fenomeni e sulla necessità di creare un tessuto sociale sammarinese in grado di espellerli. Ma qui non siamo la pro loco, né una realtà in cui si possono fare valutazioni gratuite, queste questioni sono evidenziate in modo negative dalla stampa. Vedere i giornali in cui si dice che “Morri ha pagato il pane di Vallefuoco” mi ha dato molto fastidio. Eppure, la società Vallefuoco è arrivata a San Marino il 26 gennaio 2006, quando dall’opposizione io mi adoperavo per fare la lotta a queste cose. Ho qui tutti i documenti relativi ai passaggi successivi, sull’autorizzazione sanitaria per l’attività e sulla scelta della  direzione delle scuole nel 2008. Io ho avuto una colpa, quella di avere portato in Congresso di Stato una delibera che mi hanno passato i dirigenti scolastici degli asili nido, della scuola elementare e dell’infanzia.

Ma veniamo ad oggi: sono disponibile ad accettare la proposta del consigliere Rossi, su un ordine del giorno da presentare in Consiglio, realizzato in collaborazione con la segreteria di Stato per la Giustizia che sta andando avanti su questo impegno. Non accetto invece imboscate politiche che mettono in mezzo persone che non c’entrano niente”.

Francesca Michelotti, Su: “La premessa del consigliere Rossi è stata quella non di dare un taglio politico, ma di risolvere un problema. La vicenda è nota a tutti perché poi dei Vallefuoco si è saputo qualcosa. Ma quante altre situazioni potrebbero esserci di penetrazioni della malavita su questioni non ancora venute alla luce? Quando accade, lo Stato ci fa una brutta figura, perché risulta impreparato, un po’ tonto. Il problema è di carattere etico, se lo Stato non si prepara, si rende vulnerabile e così quasi favorevole a certe attività. Poi c’è il discorso del pane dato ai bambini, legato alla sicurezza e alla qualità”.

Massimo Cenci, Nps: “Mi piacerebbe che ci si mettesse d’accordo, se c’è la volontà o meno di dare colpe. Se vogliamo affrontare il tema dello scontro politico è un calcio di rigore a porte vuote. E’ solo adesso, con questo governo, che si è iniziato a parlare di criminalità organizzata. Invece di fare polemiche, vorrei sottolineare quello che si sta facendo. Abbiamo costituito una commissione Antimafia che ha pari dignità per maggioranza e opposizione. Esiste un tavolo tecnico che sta lavorando sul pacchetto antimafia e già a marzo riusciremo a portare in Consiglio il primo provvedimento. E di tutte le cose dette da Rossi, in quelle sedi non è saltato fuori niente. Concordo sulle problematiche, ma non credo sia questo l’ambito per un ordine del giorno affrettato. Il tavolo e la commissione sono l’ambito giusto, dove c’è la volontà di accogliere ogni intervento utile”.

Angela Venturini, Usdm: “Ho avuto l’impressione che l’intervento del consigliere Michelotti fosse retorica politica buona per i comizi. Le cose le abbiamo portate avanti con questo governo, e anche con l’apporto delle altre forze politiche. I primi interventi sono stati fatti solo negli ultimi due anni. Abbiamo piena coscienza che San Marino è permeato da questo fenomeno e la volontà politica di contrastarlo è stata dimostrata pienamente”.

Iro Belluzzi, Psd: “Se all’interno della Repubblica si è iniziato a parlare di come la malavita abbia compromesso l’economia, lo dobbiamo non a questo governo, ma alle inchieste delle Procure italiane. Queste ultime hanno messo in evidenza l’incapacità di analizzare i problemi che avevamo e la loro gravità. Rispetto ai percorsi che dovremo ancora affrontare, ritengo che ci dovrà essere un forte collegamento di tutte le forze politiche e sociali con tutta la cittadinanza, affinché sia considerato come valore essenziale la legalità. Come ci ricorda anche l’ultimo rapporto del Greco”.

Pier Marino Meniccui, Upr: “Questa mozione è molto importante, serve sensibilità sul tema delle infiltrazioni mafiose che esistono e la società va difesa. Come forza di opposizione cerchiamo di dare il nostro contributo sia nella commissione Antimafia che al tavolo dei capigruppo. Istituire la commissione è stato un atto di grande rilievo ed è un bene che sia paritaria, speriamo possa fare ciò che la legge le ha demandato. È molto importante anche il pacchetto giustizia, se ne parla da luglio e va portato in Consiglio al più presto. Il ritardo è grande e non giova, anche perché non ci sono grosse differenze di opinione. Dal consigliere Rossi arrivano questioni valide che potrebbero trovare una prima valutazione proprio nel pacchetto di leggi, a partire dalla procura antimafia e dal controllo degli appalti pubblici. E dobbiamo anche usufruire di tutte le tecnologie per i controlli. Anche il proposto certificato antimafia va a tutela degli interessi sammarinesi.

L’Upr c’è su questa battaglia, senza farne una questione di maggioranza od opposizione. Ma occorre passare in fretta alla fase operativa, prendendo spunto anche dall’intervista del procuratore di Rimini Paolo Giovagnoli, che pone serie vicende su cui ragionare”.

Francesca Michelotti, Su: “Sono stata redarguita, ma non ho fatto recriminazioni. Invito a riflettere: va bene che ci sia una volontà politica, ma deve essere forte. Noi non siamo attrezzati per un fenomeno sovranazionale come quello mafioso, per cui dobbiamo appoggiarci a Paesi più grandi e ammettere la nostra debolezza strutturale. E ciò può essere percepito come una rinuncia alla sovranità. Ma servono nobili compromessi alla nostra sovranità per avere appoggio e collaborazione”.

Romeo Morri: “Al di là delle singole posizioni occorre trovare soluzioni al problema. Il punto fermo è il grande lavoro della segreteria di Stato per la Giustizia di questi anni, spesso condiviso da tutte le forze politiche in Consiglio. La politica spesso sul tema ha giocato, in maniera non chiara e corretta. Comunque io sono per trovare un odg condiviso e mi impegno a parlarne con il proponente e con il segretario di Stato per la Giustizia in modo da portare in una delle prossime sedute della commissione un documento condiviso”.

Alessandro Rossi: “Il Paese ha subito questa contaminazione, ma è necessario come politica dare un segnale forte per ricostruire quell’ argine che ha ceduto. Mi dispiace per le derive che hanno colpito il segretario di Stato Morri, non litighiamo su questo argomento. La politica ha le sue responsabilità. Dall’ordinanza Vallefuoco 2 emergono fenomeni gravissimi e risalgono al 2010”.

Esame del progetto di legge “Tutela e conservazione del patrimonio documentario e archivistico della Repubblica”, approvato con 9 favorevoli e 6 astenuti. Valeria Ciavatta, segretario di Stato per gli Affari interni: “E’ un progetto di legge atteso da molti anni, infatti il lavoro è iniziato da oltre 10 anni, quando era stato predisposto un
gruppo per redigere una legge archivistica che colmasse le lacune della legge del 1978 e guardasse alla tutela del patrimonio archivistico come bene assolutamente prezioso. Accanto alla
tradizionale missione istituzionale di conservazione e tutela del patrimonio documentario della Repubblica, con questo progetto viene demandato all’archivio di Stato un ulteriore compito: presidiare e coordinare, in modo organico, la gestione della produzione documentale, in tutte le sue forme ed estrinsecazioni, di tutti gli uffici e servizi del settore pubblico allargato, per l’efficiente governo degli archivi correnti. Infine, con questa proposta di legge diventano significativi non solo gli archivi in capo alle autorità pubbliche, ma anche i documenti in possesso di soggetti privati.  E’ un progetto di legge quadro che consente di innovare anche nella pratica il modus operandi della gestione del patrimonio. Gli emendamenti proposti sono di natura tecnica”.

Francesca Michelotti, Su: “Siamo lieti che arrivi questa legge, dato che la strumentazione in dotazione all’archivio di Stato è alquanto antiquata. Ho alcune osservazioni da fare riguardo al restauro e al trasferimento temporanei dei documenti. Punterei a costruire una modalità di tutela di questo patrimonio analoga ad altro patrimonio, per non avere procedure diverse. E poi vorrei comprendere se certe differenze sono legate al materiale o se possiamo avere procedure più uniformi. Di emendamenti ne avrei due”.

Assunta Meloni, Ap: “Confermo l’importanza di questa legge attesa da anni. Qualsiasi archivio di Stato è la testimonianza della vita di un Paese. Data la trascuratezza con cui si faceva attenzione all’archivio storico e a quello contemporaneo, e la confusione del loro uso, credo sia giunto il momento per portare la legge in Commissione e poi in Consiglio. Un altro aspetto rilevante è l’attenzione per il patrimonio privato. Molte famiglie conservano dei fondi importantissimi per la conoscenza del nostro Paese. E’ bene che l’archivio abbia la supervisione anche di questi, perché siano tutelati e non si vadano a perdere con la successione delle generazioni. Uno dei problemi più grossi è quello di uniformare la raccolta archivistica degli uffici pubblici. Per questo la promulgazione della legge e di regole sull’archivio storico e contemporaneo sono un buon successo per la segreteria di Stato che le porta a compimento”.

Clelio Galassi, Pdcs, presidente della commissione: “Vorrei sottolineare l’importanza di questo progetto di legge. Il Paese aveva la necessità di adottarlo, perché la conservazione del patrimonio archivistico del Paese è fondamentale per la sua storia. Regolamentare e mettere in condizioni l’archivio di avere tutta la documentazione e renderla sempre più accessibile per approfondimenti sulla storia del Paese è un fatto di massima importanza. In passato mi sono adoperato per ricercare parte della nostra storia fuori dai confini, parlo dell’archivio Balducci. Credo sia possibile recuperare un altro pezzettino rimasto fuori. Anche quello è parte della nostra storia, poi ci sono altri archivi come quello della famiglia Valsinelli, che ci ha contattati. Stiamo lavorando per riorganizzare altri archivi di natura privata, ben venga il progetto che protegge fondi a nostra disposizione per evitare quanto è successo in passato. Ho trovato i nostri documenti persino

nelle bancarelle dei mercatini. Facendo una legge di questo tipo e riordinando l’archivio dello Stato, facciamo cose indispensabili per la storia del nostro Paese”.

Esame del progetto di “Legge istitutiva  dell’Ente Poste della Repubblica di San Marino”. Approvato con 9 voti a favore, 4 contrari e tre astenuti.

Francesco Mussoni, segretario di Stato con delega per le Poste: “Gli aspetti significativi di questo intervento legislativo sono quello di conferire alla nostre poste autonomia giuridica rispetto a Poste italiane  e di esaltare la capacità internazionale di questo settore. Fino ad oggi le nostre poste sono state concepite come un distretto di postale italiane. Mi auguro che la revisione delle convenzioni avviata nel 2008 e l’istituzione di un Ente poste come ente con personalità giuridica autonoma portino a conclusione un percorso di autonomia da Poste italiane, quest’ultima condivide questi passaggi. Vi sono servizi che erano stati interrotti nel 2008, in particolare quelli finanziari del vaglia postale, proprio per assenza di un’autonomia giuridica e noi vorremmo reintrodurli. La struttura dell’Ente mira a dare un controllo di gestione contabile e amministrativo per il controllo dei flussi e la corretta gestione dell’ente, di natura privatistica, quindi che miri a efficienza e costi contenuti nel medio periodo e anche alla competitività di tariffe e servizi. Questo è l’impianto generale in cui si muovono i circa 20 articoli del progetto di legge. Ci sono stati emendamenti frutto di un’analisi tecnica con la Direzione generale delle Poste e anche con Banca centrale. E’ anche un progetto che rientra in quello che è il piano legato all’allegato Z della legge di Bilancio, dove si parla di esternalizzazioni. E’ un’inizio che può prosegire negli anni con criteri di diritto privato. Aggiungiamo un altro ente autonomo rispetto a quelli esistenti che può dare al settore postale un nuovo sviluppo”.

Clelio Galassi, presidente: “Questo progetto di legge riveste un’importanza notevole anche se presentato purtroppo con molto, molto ritardo. Era stato impostato un discorso per la trasformazione dell’Ente poste in una Spa, derivava da un’esigenza dovuta anche a livello internazionale. Da alcuni anni siamo rimasti al palo. Un atto di coraggio doveva essere fatto per passare direttamente alla struttura Poste- società per azioni, ma l’invadenza del sindacato, che condiziona spesso l’operatività del governo, non ha permesso il salto di qualità. Allora si è pensato di fare un passaggio abbastanza graduale e oggi abbiamo un progetto di legge che trasforma l’ufficio postale di San Marino nell’Ente poste, dandogli dignità per dialogare con le Poste di altri Paesi.

Oggi le Poste mettono a disposizione della collettività un ventaglio di servizi indispensabili che servono a creare reddito grazie cui l’Ente può camminare con le proprie gambe. In questo progetto di legge si prevedono servizi che vanno ad abbracciare il campo finanziario. Se l’ente un domani, oltre servizi postali, potrà distribuire servizi finanziari, sarà propedeutico a realizzare maggiori economie. Ma in una fase come questa, con la criticità del sistema bancario, perchè andare a creare una struttura con queste caratteristiche che la fanno diventare anche banca? E’ un interrogativo che ci siamo posti, infatti è previsto che alcuni servizi come il vaglia postale siano indispensabili nell’offerta dell’Ente. Altrettanto vero, riguardo a tutta la struttura bancaria e finanziaria, bisogna che l’ente si attrezzi di conseguenza. Per questo è stata prevista l’emissione di un decreto delegato perchè poi anche l’ente Poste possa diventare esecutore di servizi bancari. Il progetto in esame fa un grosso passo in avanti e va a qualificare un settore importante”.

Iro Belluzzi, Psd: “Che sia un progetto ambizioso e necessario lo deduciamo anche dal costo. Per la stesura lo Stato ha impegnato una cifra intorno ai 400 mila euro. Se si tratta di un’implementazione del servizio vaglia e di dare autonomia alle nostre Poste è un grosso vantaggio e occorre darne merito. Ma nel compendio alla legge fatta dal presidente, si comprende come quella parte legata più ai servizi finanziari, rispetto quello che si intende attuare, rimane comunque nelle intenzioni. C’è quindi la volontà di implementare il servio postale con un’attività pseudo-bancaria. Il fatto che ci sia un decreto non rappresenta una garanzia su scelte importanti per il futuro che inseriscono un nuovo soggetto nel settore dell’attività bancaria. E’ una scelta che deve condividere tutta la politica e tutti i partiti. Soprattutto in un momento in cui il sistema bancario sta attraversando grandissime difficoltà”.

Gian Marco Marcucci Upr: “Questa è una legge importante in un settore che è stato anche in difficoltà per eventi che, a volte, abbiamo dovuto subire. E’ una normativa che nella sostanza doveva essere portata avanti per due aspetti, in primis, quello postale e della corrispondenza, perchè sappiamo che siamo di fronte alla liberalizzazione del settore e quindi un organismo più snello, anche se di proprietà statale, può in qualche modo sopperire alle esigenze del mercato. Poi c’è l’aspetto finanziario che non va sottovalutato perchè può portare introiti e va a colmare condizioni di non operatività a volte imposti dall’esterno. Una Banca centrale dotata dei dovuti supporti può sopperire alle esigenze della massima trasparenza in questo settore. La soluzione di creazione dell’Ente, così come è stata data, credo sia una soluzione positiva”.

Denise Bronzetti, Psd: “L’articolato è giunto a inizio seduta, c’è difficoltà a capire nel merito i singoli emendamenti proposti. Da una rapidissima occhiata mi viene da pensare come in realtà quello che oggi viene presentato sia un ibrido. Da una parte si esplica la volontà di privatizzare il servizio, ma le scelte in questa direzione non avvengono. Anche la scelta di rinviare ai decreti delegati non fa che rimanere a mezza via questo tipo di intervento che invece potrebbe rappresentare una buona occasione in prospettiva anche rispetto ad alcune esternalizzazioni sulla Pa. Sull’attività simil-bancaria dell’ente siamo molto perplessi, in una fase delicata come questa per il settore, avremo preferito ci fosse un po’ più tempo per prendere una decisione più radicale”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato: “Questo non è un progetto che fa un’analisi politica, ha parametri tecnici delle Poste e del funzionamento del servizio postale. E’ falso poi dire che tocchiamo il settore bancario. Le banche fanno credito, le poste no. Qui parliamo di servizi strettamente connessi all’attività postale e oltretutto le demandiamo al decreto che può essere elaborato con Banca centrale. Noi qui stiamo introducendo la gestione privatistica di un servizio pubblico e statale, non stiamo privatizzando. E’ un cambiamento importante, tutti i governi dovranno avere la possibilità di portare avanti questa politica. Rispetto alle spese: i fondi non sono stati impiegati per la stesura della legge ma per la riogranizzazione delle procedure e del software per fare in modo che il 1 gennaio 2013 l’Ente poste possa dare un servizio in autonomia rispetto a Poste italiane. E’ un progetto non di natura politica, ma ha dei binari tecnici, la scelta politica è stata quella di non voler creare un’altra banca in competizione con gli altri soggetti presenti in territorio. Ma non si può rinunciare ai servizi postali presenti in tutti i Paesi.

Sull’articolo 2:

Massimo Cenci, Nps: “Chiedo un chiarimento sull’attività di ricerca e valorizzazione dei servizi postali. E’ punto che non ho compreso”.

Tina Meloni, Ap: “Mi ritrovo nel ragionamento di base fatto dal presidente. San Marino si trova in una situazione di particolare difficoltà e anche il sistema bancario subisce questi problemi. Mi è sembrato di capire che la funzione finanziaria dell’Ente poste sia stata rinviata a tempi più tranquilli. Mi preoccupa il fatto di rinviarla a un decreto delegato al 31 dicembre 2012. Mi domando non sia il caso di evitare una data e lasciare più indefinito questo momento in cui istituiamo in sostanza un’altra banca. Possiamo lasciare in sospeso a un tempo meno definito rispetto a come è presentata oggi la legge”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato: “Vorrei rassicurare tutti. Nessuno dice che bisogna introdurre servizi bancari e finanziari. Il decreto delegato ci dà la possibilità di attivare o no dei servizi, quali sarà da valutare. Si è ritenuto cogliere i suggerimenti di Banca centrale che ha proposto questa integrazione. Poi questo è un Ente dello Stato, se guadagniamo un euro, lo guadagniamo tutti. Se fra 10 anni il sistema bancario sarà in equilibrio e le poste potranno erogare questo tipo di servizi, andrà a vantaggio della collettitivà. Ora ci sono tutte le cautele e l’equilibrio per non precludersi l’opportunità di erogare servizi che non devono comunque essere mai bancari. Capisco i timori, ma non possiamo ragionare per paure”.

Clelio Galassi, presidente: “Si dice che ci troviamo di fronte a un progetto di legge che con un decreto dà una serie di operatività all’Ente poste. Il segretario sostiene che con il progetto di legge si deve avere una struttura che garantisca una serie di servizi che qualifichi l’Ente poste, tra cui quelli finanziari non strettamente postali. Ma dato il momento, è impensabile poter dare un’operatività di questo tipo. C’è la necessità entro il 31 dicembre di dare operatività di servizi finanziari postali che gli permettono di interloquire con l’esterno e quindi serve questa data. Sono convinto che l’articolo così strutturato vada bene, ma se vogliamo chiarirlo, possiamo modificarlo, specificando che il decreto dovrà essere emesso entro il 31 dicembre”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato: “Credo che questo equilibrio ci sia. Ritengo l’articolo sia formulato correttamente. C’è l’impegno a far si che questi servizi non vadano a toccare il settore bancario, ma comunque non ce ne sarebbe la possibilità”.

Dichiarazioni di voto:

Tina Meloni, Ap: “Oggi licenziamo l’ente Poste. Il segretario di Stato ha assicurato che i costi per l’ente saranno identici a quelli esistenti, tranne per qualche eccezione. Ho delle perplessità legate a ciò, ma è anche questa una sfida, per la sua crescita e per le opportunità di lavoro. Ripeto e ribadisco che manca secondo me la capacità di capire che cosa costerà una trasformazione di questo genere e se questo inciderà maggiormente sulle finanze dello Stato”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato: “Mi sono già fatto fare un prospetto dei costi dal dirigente, non è solo una sensazione. A fronte del costo iniziale maggiore, una gestione più efficiente e servizi ulteriori nel medio periodo si tradurranno in entrate che oggi non ci sono. Gli aggravi riguarderanno solo i costi della gestione della persona giuridica e delle due figure con responsabilità precise laddove si attiveranno i servizi finanziari”.

Iro Belluzzi, Psd: “Al di là delle perplessità che permangono, fino a quando non sarà attuato un comparto che potrebbe arrecare danno ad altri comparti della Repubblica, i timori per ora riguardano i costi della gestione del nuovo ente, visto le difficoltà del bilancio dello Stato”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato: “Oggi le poste hanno 150 dipendenti. Noi aggiungiamo un consiglio di amministrazione, un collegio sindacale, una società di revisione e due dipendenti. Ma credo che la gestione di un Cda, fatta con criteri privatistici, l’attivazione di nuovi servizi e l’organizzazione che prenderà corpo possano davvero dare un impulso al risparmio e all’efficienza. Fornirò ulteriori delucidazioni su questo tema in Consiglio grande e generale”.

San Marino, 9 Marzo 2012/01

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