Commissione Finanze Bilancio Programmazione. 1 giugno 2015. Agenzia Dire

Commissione Finanze Bilancio Programmazione. 1 giugno 2015. Agenzia Dire

COMUNICATO
STAMPA

COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE FINANZE, BILANCIO
E
PROGRAMMAZIONE; ARTIGIANATO, INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO, SERVIZI,
TRASPORTI E TELECOMUNICAZIONI, LAVORO E COOPERAZIONE

LUNEDI’
1 GIUGNO – MATTINA

Il lavori della Commissione si
aprono con la mozione sul “Compro Oro” di Rete cui risponde il
segretario di Stato per l’Industria e il Commercio, Marco Arzilli,
offrendo un quadro aggiornato sull’attività finita sotto la lente
dei civici.
Si è passati quindi al dibattito e all’esame dei 34
articoli del progetto di legge “Modifiche alla legge 10 agosto 2012
n.122 in materia di armi ed esplosivi”. L’esame si è interrotto
all’articolo 17 e riprenderà nella sessione serale alle ore 20.

Di seguito un estratto degli
interventi odierni:

Comma 2,
Mozione, conseguente alla trasformazione
dell’interpellanza presentata dal Movimento Civico R.E.T.E. per
conoscere i dettagli connessi all’attività di “Compro
Oro”
Roberto Ciavatta,
Rete:
“Sono passati due
anni e mezzo dall’interpellanza e sono cambiati molti elementi.
Chiedo al segretario di Stato se l’attività è ancora in piedi e se
ci sono novità. In particolare, sul Banconomat, chiedo se il
macchinario è ancora attivo. Chiedo poi se a distanza di due anni
all’ufficio tributario sono mai state dichiarate transazione
superiore ai 15 mila euro e se si è proceduto, se la clientela non
sammarinese, al pagamento dell’imposta del 5%. Si parlava allora di
carenza normativa in questo settore, il segretario aveva anticipato
di una proposta di legge in piedi dal 2011 che lui stesso aveva
ripreso in mano, dato che si parlava allora di 8 attività di
comproOro in assenza di una legge specifica. Chiedo se questa legge è
andata avanti. Allora si parlava di 8 dipendenti e chiedo se oggi
siano assunti o non lo siano più. Ancora si vedono poi insegne
inaccettabili all’ingresso di San Marino e non sono un bel biglietto
da visita. Che tipo di iniziative si vogliono prendere a distanza di
oltre due anni per questo disagio?”.
Marco
Arzilli, segretario di Stato per l’Industria
:
“Fino al 2013 molte cose sono cambiate e altre sono invariate. Le
attività del comproOro restano quelle della risposta
all’interpellanza, 4 attive e 3 sospese. Oggetto dell’interpellanza è
stata la Titan Gwww. Del Banconomat non c’è traccia, c’è solo il
brevetto depositato dal defunto titolare, l’attività fa mera
attività di compro oro. Ha tre dipendenti a tempo indeterminato e
l’attività è tuttora in funzione. E’ stata sanzionata perché
faceva attività di vigilanza senza autorizzazione. L’insegna,
malgrado le sollecitazioni della segreteria, è rimasta invariata.
Nel frattempo sono stati fatti molti controlli dall’Aif. Non ho a
disposizione dati su operazioni superiori di 15 mila euro, non sono
stati comunicati, ma abbiamo dati sul controllo dell’Oro in generale,
su ingrossi, gioielleria etc. Non si è mossa solo Aif, ma anche il
nucleo antifrode che ci ha permesso di avere una fotografia del
settore. La bozza di legge del 2011 è stata rivisitata nel 2014
perché sono cambiati gli scenari, c’è richiesta eccessiva di
ingrossi che il congresso di Stato non sta autorizzando, in attesa di
norme specifiche. Dobbiamo decidere se il settore ci interessa o no e
comunque è un settore da regolamentare. Sono d’accordo che va tenuto
sotto controllo per il rischio di riciclaggio, le nostre norme sono
stringenti ma vanno implementate. Ci siamo concentrati per ora sui
controlli su ingrossi, meno evidenti dei ComproOro, e dobbiamo
addivenire a breve a norme. Le ditte di ComproOro sono limitate nei
numeri, come in Italia hanno prima avuto boom e poi si sono
ridimensionate. Se non ci sono inciampi, con l’iter normativa
proseguiremo con un confronto a luglio”.

Comma 3. Esame del
progetto di legge “Modifiche alla legge 10 agosto 2012 n.122 in
materia di armi ed esplosivi”.
Marco Arzilli, segretario
di Stato per l’Industria e il Commercio:
“Questa modifica sulla
norma sulle armi arriva dopo tre anni dal testo approvato da un
governo che non aveva più la maggioranza, ma vista l’urgenza del
settore, si era deciso di proseguire con l’iter normativo. E’ una
materia complessa e la legge deriva da una crisi di relazioni su di
essa con l’Italia. Allora le nostre armerie hanno avuto problemi
nella vendita con la clientela italiana. L’Italia poneva problemi per
il fatto che eravamo Paesi non Ue e, dopo tanti anni di attività
seria, da allora si è cominciato un percorso di difficoltà. E’ nato
così un progetto di legge di respiro europeo e in linea con le
normative Ue. E’ un testo che ha cambiato il settore armi, c’è chi
ha storto il naso perché abbiamo imposto dichiarazioni di possesso,
introdotto il registro telematico per avere un monitoraggio reale su
magazzino, vendita e presa in carico dell’acquirente per dimostrare
che noi avevamo sotto controllo il settore. Sono poi seguiti
confronti con operatori e Gendarmeria sulle esigenze e su in
particolare le armerie leggere, che vendono softair. Di qui
l’esigenza di introdurre una serie di modifiche alla norma anche
sulla vendita on line e di introdurre migliorie e precisazioni al
testo. Nel frattempo, la situazione con l’Italia si era normalizzata,
si stava pensando ad un accordo ma a fine 2013 l’Italia ha fatto un
passo indietro dicendo che le norme europee hanno valenza superiore
rispetto agli accordi bilaterali e quindi la questione è rimasta
sospesa. Stiamo lavorando con i ministeri italiani per cercare di
arrivare comunque a un’intesa tecnica nuova sul rapporto tra
clientela italiana e le nostre armerie. E’ un settore di nicchia, con
pochi operatori, ma è una questione che riguarda la nostra
sovranità. E ribadisco, siamo molto più controllati noi come
comunicazioni e procedure che oltre confine. Ad oggi siamo in fase di
assoluto confronto, è una norma necessaria per avere un primo
raccordo del testo, ma è in continua evoluzione e avremo bisogno di
modifiche in itinere anche nei prossimi mesi se proseguono confronti
e modifiche con Italia. Non possiamo lasciare queste aziende in
difficoltà e scoperte su l’e-commerce. In ultimo, abbiamo visto che
le armerie hanno fatto dimostrazioni forti, come manifesti funebri
sulle vetrine, etc. Al di là delle normative, la problematica è
reale ma lo Stato ha fatto di tutto e di più, ma quando ci si trova
di fronte a un’interlocutore che cambia idea è difficile dare
certezze. E’ una settore che portava 6 mln di euro di monofase prima
della crisi, oggi ne porta scarsamente 2 mln di euro, ha avuto un
ridimensionamento enorme e sono tutte imprese a livello familiare
passate di generazione in generazione, non ci sono mai stati problemi
di ordine pubblico. Ma oggi sono esasperati perché non riescono più
a lavorare, cerchiamo di fare un passo in avanti”.
Roberto
Ciavatta, Rete
: “Si tratta di una norma molto tecnica, per la
maggior parte le modifiche introdotte inseriscono dei chiarimenti
migliorandone la stesura e chiarendo punti critici Abbiamo avuto modo
di confrontarci con chi opera nel settore che è in difficoltà. E’
anche vero che dal momento in cui un settore tira nascono100 attività
e c’è saturazione del mercato. Quindi l’unico limite alle modifiche
presentate è che si corre il rischio di trasformare le armerie
leggere in armerie e incrementare la saturazione di un mercato già
saturo. Ci sono poi alcune modifiche che non condividiamo e abbiamo
fatto alcune proposte di modifica. Per chi ha più di 20 armi ci si
limita ad un’autocertificazione, è una norma blanda, poi la
possibilità di vendere archi e balestri on line forse darà
ulteriori problemi con l’Italia perché è difficile verificare che
chi compra ha più di 18 anni, ricordiamoci il caso di Striscia la
notizia. Ci pare un punto poco chiaro. Così come non è chiaro su
manganelli fissi ed estensibili: qui si prevede che i fissi possano
essere venduti anche da non armerie. Sono state date norme più
stringenti per il rilascio del porto d’armi e questi sono interventi
che condividiamo, per il resto discuteremo i nostri
emendamenti”.
Tony Margiotta, Su: “Anche noi
presenteremo degli emendamenti sul progetto di legge che consideriamo
molto importante e che va a regolamentare e limitare il rilascio del
permesso di poter avere armi. E’ una concessione che deve essere
fatta con criteri chiari e per chi ha le caratteristiche per poter
detenere un’arma. Pensiamo che chi richiede di poter detenere armi
debba avere dei limiti. Ci sono collezionisti ee anche questa
“passione” deve essere comunque regolamentata. Un’altra questione
è l’articolo 30 dove si parla di perquisizioni in presenza di armi,
il cittadino ha dei diritti e dare la possibilità all’autorità
giudiziaria, solo per un sentito dire, di entrare in casa e
perquisire l’abitazione non è corretto. Crediamo in passaggi più
regolamentati e meno discrezionali. Non possiamo creare uno stato di
polizia. Faremo emendamenti tecnici per limitare il numero di armi,
cartucce, polvere da sparo”.
Remo Giancecchi, Upr: “Non
entro nel tecnico della legge che sicuramente serve per completare
l’esistente. Voglio solo fare un distinguo quando si prevedono
perquisizioni solamente sulla base di semplici segnalazioni. Dobbiamo
essere molto attenti per non superare il limite dei diritti delle
persone, serve una normativa su perquisizioni in caso di pericolo, ma
non deve passare solo come una denuncia fatta alla polizia civile o
alla Gendarmeria ma va presentata in tribunale e l’autorizzazione
deve essere rilasciata da un Commissario della legge”.
Paolo
Crescentini, Ps:
“Ribadisco l’aspetto sulle perquisizioni,
capisco il bisogno di controllo, ma non la caccia alle streghe. Ok un
controllo con l’ausilio dei cittadini, ma purché non si arrivi a
denunce su denunce con controlli costanti. O si prevede di elevare il
numero dei denuncianti o si introduca l’intervento del tribunale per
evitare la caccia alle streghe. Invito la commissione a valutare
attentamente questo articolo e a ricercare soluzioni”.
Guerrino
Zanotti, Psd:
“Ho un’avversione personale a parlare di vendita
d’armi, ma mi rendo conto l’importanza, se il nostro mercato ha visto
una diminuzione introito di monofase da 6 a 2 mln di euro. Mi rendo
conto ci sia la necessità di tutelare un settore commerciale che
porta beneficio alle entrate per lo Stato. Ben venga una normativa
stringente”.
Andrea Zaffrerani, C10: “Anche io a
livello personale ho diversi dubbi su questa materia, ma mi rendo
conto che queste norme sono essenziali per dare gambe a un settore
che deve poter lavorare. Con il collega di Su abbiamo presentato
emendamenti che mirano a dare qualche limitazione in più, i numeri
nella legge ci sembrano elevati. Anche io sono preoccupato
dall’articolo 30 della legge, bisogna lavorarci bene, per il resto è
una materia tecnica su cui non entro”.
Marco Arzilli,
segretario di Stato replica:
“Ci siamo trovati anche noi a
lavorare su una materia che non ci entusiasma, ma è dovere
istituzionale farlo. E’ stato importante procedere al censimento,
siamo un Paese di collezionisti e ce ne sono di armi a San Marino, ma
servono norme a riguardo per la custodia. Sull’articolo 30 ne abbiamo
parlato all’incontro con le forze dell’ordine, viste le motivazioni
portate dalla Gendarmeria, in mia coscienza, mi sento di riportare
l’articolo. Ricordo che qualunque cosa si faccia da parte delle
autorità va comunque comunicato al tribunale. Non mi posso
permettere di non portare all’attenzione della commissione questo
articolo, non voglio avere sulla coscienza situazioni che possono
sfociare in tragedie e non dare alla Gendarmeria la possibilità di
intervenire in modo preventivo. Non è una questione politica ma di
coscienza”.

San
Marino, 1 maggio 2015/01

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