COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE FINANZE 16,17,18 APRILE
MERCOLEDI’ 18 APRILE
Ultima giornata di esame della riforma tributaria per la commissione
Finanze, che in mattinata riparte dall’articolo 102. All’articolo 104 Ap
deposita un emendamento per aumentare di un punto la percentuale di
ritenuta sui redditi da risparmio e da prodotti finanziari. La modifica
viene ritirata dopo l’impegno del segretario di Stato per le Finanze,
Pasquale Valentini, “ad assumere nella forma del decreto delegato tali
indicazioni, quando ci sarà totale reciprocità con l’Italia”.
Sugli articoli relativi all’accertamento dei redditi vengono bocciati
gli emendamenti presentati dal Psrs, a partire da quello che chiedeva
l’istituzione di una commissione per gli accertamenti; mentre quelli del
Psd vengono ritirati in seguito a delle modifiche concordate. In
particolare, per quanto riguarda la scelta dei soggetti deputati
all’attività di controllo e accertamento, si torna alla formulazione per
cui vengono individuati dal congresso di Stato su proposta del
direttore dell’ufficio Tributario e non sentito quest’ultimo. Verrà
inoltre previsto nelle norme finali un riferimento alla formazione e
all’obbligo di rotazione. Modificato anche l’articolo riguardante le
ispezioni: a detta del Psd si limita l’attività da parte dell’ufficio
Tributario, ma la variazione apportata dal governo non incontra il
favore del partito di opposizione.
All’articolo 115 sull’opposizione al verbale di controllo un emendamento
del Psd, poi ritirato, stimola una modifica ai tempi di valutazione da
parte dell’ufficio Tributario; al successivo, sull’avviso di
accertamento, sono tre le modifiche proposte dal partito di opposizione,
la prima viene respinta. E qui si chiude la seduta della mattina.
Nel pomeriggio viene respinto anche il secondo emendamento, mentre sul
terzo la commissione non delibera in quanto la votazione finisce pari:
otto voti favorevoli e altrettanto contrari. Si ripeterà in seduta
notturna. Sempre il Psd presenta un emendamento per un articolo 120 bis
che istituisca una struttura conciliativa per evitare, in caso di
ricorsi, un’eccessiva mole di lavoro per l’autorità giudiziaria. Il
governo condivide la preoccupazione e, dopo una breve sospensione della
seduta, propone un articolo che fissa un valore massimo alla
contestazione, non rende obbligatoria la strada della conciliazione,
che, se scelta, inibisce il ricorso all’autorità giudiziaria.
Altra modifica in base a un emendamento del Psd, poi ritirato, interessa
l’articolo 126 sulla compensazione. All’articolo 134 la seduta viene
sospesa per un quarto d’ora.