Commissione finanze, riforma fiscale, Approvazione della legge. Agenzia Dire Torre 1

Commissione finanze, riforma fiscale, Approvazione della legge. Agenzia Dire Torre 1

MERCOLEDI’
18 APRILE – notturno

 

Si
sono chiusi dopo le 2 e mezza di mattina i lavori della commissione Finanze
dedicati all’esame della Riforma dell’Igr, approvata con 10 voti a favore, 6
contrari e due astenuti. Relatori designati del provvedimento per la seconda
lettura sono Angela
Venturini, per il Patto, e Pier Marino Mularoni
dell’Upr per l’opposizione.

Di
seguito un riassunto della seduta notturna.

 

                I lavori sono ripresi
concludendo il Titolo XI su “Violazioni e sanzioni”, per passare al Titolo XII,
“Modifiche al codice penale”. In particolare all’art. 146 “evasione fiscale”
che prevede la sostituzione dell’articolo 389 del codice penale, si è aperto un
dibattito sulla differenza di gravità e sanzioni tra omessa dichiarazione e
dichiarazione fraudolenta, rispetto quanto previsto dall’articolo 140,
approvato poco prima.

Ivan Foschi, Su: “C’è una contraddizione sull’evasione e su
quanto previsto in precedenza all’articolo 140. L’omissione è punita
penalmente, la dichiarazione infedele non ha invece conseguenze di tipo penale,
perché la soglia di punibilità è molto bassa”. 

Marco
Gatti
,
Pdcs
: “Chi omette assume un
comportamento grave, perché si nasconde completamente al Fisco. E’ molto più
grave di chi ha comunque presentato una dichiarazione. Il senso della soglia è
quello di dare la possibilità, su un comportamento non particolamente grave, di
non rientrare nel penale ma nell’amministrativo. 

Riguardo invece alla dichiarazione infedele, i
due comminati disposti dicono che l’ufficio Tributario compie una verifica
sulla cui base può non trovare elementi di reato.

Mi sembra che la norma comprenda un bel reato
di evasione fiscale, ci sono tutte le fattispecie previste dalle norme
internazionali”.

Luca Beccari, coordinatore Dipartimento segreteria Finanze: “Sostanzialmente dobbiamo leggere questi
articoli insieme al comparto delle violazioni dove diciamo che, a prescindere
da quelle definite nel titolo precedente, noi puniamo penalmente l’omessa
dichiarazione, la presentazione di documenti falsi e la dichiarazione
fraudolenta. L’obbligo del 140 scatta in assenza di rilievo di fenomeni che
possono fare prefigurare il reato. Per un ammontare di importo di 75 mila euro
scatta una presunzione di reato”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Siamo nella fattispecie di un concorso di
pene, ma nei gradi indicati, quando si parla di prigionia di secondo grado si
va a escludere la sospensione condizionale: si dice quindi che si va in
prigione. Avete valutato la cosa? Propongo di sostituire con prigionia fino al
secondo grado, e la possibilità così di prevedere il primo”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per le
Finanze
: “Condividiamo
l’ipotesi che sia introdotta la possibilità del giudice di valutarne la
gravità”.

Ivan Foschi, Su: “Non so se è più grave chi si nasconde o chi
dice bugie, trovo strana che in quella fascia tra 25 e 75 mila euro l’ufficio
non possa segnalare un’evasione da 50 mila euro. Il rischio è che l’art. 140
sia limitativo e che la segnalazione sia fatta da 75 mila in su e basta. La mia
preoccupazione è che non diventi limitativo quanto previsto dall’articolo 140”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per le
Finanze
: “La filosofia del 140
è quella che nella dichiarazione infedele, che non si prefigura necessariamente
come reato, il tetto dei 75 mila diventi per l’ufficio Tributario la soglia da
cui parte l’obbligo di segnalazione al tribunale per la verifica della
possibilità della procedura penale”.

 

                Al
Titolo XIII, “Disposizioni finali e transitorie”, all’art. 149 sull’ Imposta
speciale sul reddito, l’Upr ha presentato un emendamento abrogativo, respinto
poi con 10 voti contrari e 8 favorevoli.

Nicola Selva, Upr: “Riteniamo che questa imposta metta in
difficoltà piccole imprese che già subiscono sul proprio bilancio la crisi. Gli effetti
negli ultimi mesi hanno portato alla sospensione delle licenze di numerose
aziende”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per le
Finanze:
“Intanto non è
un’ulteriore tassa, ma un acconto della tassazione, perché viene poi scontata;
si tratta di un acconto su una tassa da pagare che può diventare credito
d’imposta. Un intervento temporaneo. La riforma a regime dovrebbe eliminare la
situazione di non pagamento. Abbiamo verificato che su 4.400 licenze più di 3
mila non avevano contribuzione, c’erano fenomeni distorsivi che andavano
scovati”.

 

Quindi, su proposta di Federico Pedini Amati,
Psrs, sostenuta da Massimo Cenci, Nps, vengono abbassate, rispetto al testo
originario, le imposte speciali sul reddito. Per i lavoratori autonomi la quota
passa a mille euro, per le imprese individuali e società di persone a 500 euro,
per le imprese costituite in forma giuridica ed enti assimilati a due mila euro
. 

Federico
Pedini

Amati, Psrs:
“La proposta fatta
dal segretario di Stato, rispetto alla mia richiesta di tornare alla situazione
precedente, dato che a me preoccupa soprattutto la tassazione per i soggetti in
forma giuridica, la reputo già un primo passo in questa direzione”. 

 

All’articolo 150, “Coordinamento con il
previgente regime tributario”, Marco
Gatti, Pdcs, presenta un emendamento aggiuntivo,
approvato a maggioranza, per la revisione in un provvedimento normativo della
materia relativa al leasing.

Marco
Gatti
,
Pdcs:
“Il leasing tocca il reddito
sotto molti aspetti. Ritengo opportuno rivedere e coordinare tutta la normativa
che tratta questa materia in un unico strumento legislativo che sia chiaro e
contempli tutti gli aspetti che lo riguardano”.

 

                Si
è quindi passati all’esame degli allegati: 
A-B, relativi all’elenco delle passività deducibili, C sulle aliquote
progressive allocate agli scaglioni di reddito, infine l’allegato D sulla
disciplina degli ammortamenti e accantonamenti.

 

Gian Carlo Capicchioni,
Psd, e Ivan Foschi, Su, presentano due emendamenti per modificare gli
scaglioni, entrambi respinti.

 

Dichiarazioni
di voto:

Pier Marino Mularoni, Upr: “Temo che dopo il clima e la disponibilità dimostrata dall’opposizione
sull’odg condiviso, questa sia stata un’occasione persa, perché la legge così
formulata non raggiunge gli obiettivi sbandierati di equità e di maggiore
introito per le casse dello Stato. E’ una legge un po’ confusionaria, dopo
l’elaborazione, le interruzioni e tutti gli emendamenti ho le idee un po’
confuse. Questo va a minare la portata di una legge che deve essere chiara,
facilmente applicabile, con risultati evidenti. Non ci possiamo permettere che
risulti difficilmente applicabile. All’ufficio Tributario vengono dati poteri
senza gli opportuni strumenti per esercitarli. Il nostro voto non può che
essere contrario”.

Marco
Gatti
,
Pdcs
: “Ho sensazioni opposte a
Mularoni. Il clima che si è creato ha fatto sì che i lavori della commissione
siano stati spediti su quello che è un provvedimento complesso. Si è cercato di
arrivare a un testo condiviso, che tenesse conto di tutti gli elementi che nel
confronto con più soggetti possono far rivedere alcune posizioni prese nel
testo di partenza. Do una valutazione molto positiva: gli obiettivi siano stati
raggiunti, in primis quello di equità. Poi l’abolizione della così detta tassa
etnica. Ritengo che gli elementi positivi siano tanti, sono stati fatti passi
in avanti enormi sul reato di evasione rispetto alle normative internazionali.
Anche sulla base del gettito credo che questa norma avrà possibilità di
recuperarlo. E’ vero che cambia tanto il lavoro dell’ufficio Tributario, ma è
quello che abbiamo chiesto. Ci sarà del lavoro da fare nella sua
ristrutturazione, ma vogliamo far sì che i controlli siano seri e facciano
emergere elusione ed evasione fiscale. La legge prevede poi numerose
possibilità di intervento in fase attuativa”.  

Ivan Foschi, Su: “Condivido l’osservazione del collega Mularoni,
anche da parte  nostra ci sarà voto
contrario per una serie di considerazioni che ritengo opportuno sviluppare in
Consiglio grande e generale”.

Federico
Pedini

Amati, Psrs:
“Abbiamo
riconosciuto che la riforma fiscale è importante, il problema principale, al di
là di visioni diverse. Il clima della commissione é stato molto propositivo,
l’unica cosa che faccio fatica a capire è la mancanza delle proiezioni per
comprendere esattamente gli effetti di questa riforma. Sono state condivise
molte delle proposte fatte dall’opposizione, c’è stato sicuramente un maggior
coinvolgimento rispetto al passato. Però l’articolato è stato stravolto più
volte e non ci sono stati dati gli elementi per fare un adeguato lavoro, un
aspetto che deve essere migliorato in futuro. Purtroppo non abbiamo la reale
percezione di come la riforma potrà andare a incidere sul sistema fiscale
sammarinese. Non scordiamoci poi di dire dove questo Paese dovrà andare per
avere una prospettiva economica nel futuro”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per le
Finanze
: “Un ringraziamento
soprattutto al mio coordinatore, senza il suo lavoro non sarei riuscito a
portare a termine la
riforma. Ringrazio la commissione perché ci consente di
andare a Washington con altri elementi aggiuntivi, l’odg condiviso e la riforma
approvata. Continuiamo a dimostrare che stiamo cambiando il Paese secondo un
criterio di maggiore integrazione nel contesto internazionale in cui vogliamo
operare”. 

Federico Bartoletti, presidente: “Abbiamo quasi riformulato 45 articoli legati a emendamenti e
richieste dell’opposizione, il 90% sono circa del Psd, due dell’Upr e due di
Su. E’ un lavoro che ritengo buono, questa modalità ci consente di portare
responsabilmente a compimento un percorso. Un ringraziamento sincero per
l’impegno che ci ha occupati per 5 sedute”.

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