Consiglio G.e G. 19 marzo 2012 – notte. Agenzia Dire

Consiglio G.e G. 19 marzo 2012 – notte. Agenzia Dire

COMUNICATO STAMPA
CONSIGLIO GRANDE E EGENERALE 19-23 MARZO
LUNEDI’ 19 MARZO
La seduta notturna è proseguita con gli interventi di alcuni consiglieri. Il capogruppo del Partito democratico cristiano sammarinese, Luigi Mazza, ha presentato un ordine del giorno della maggioranza che impegna il governo a predisporre gli interventi conseguenti le raccomandazioni del Fondo monetario internazionale. È stata poi la volta dell’esame delle interpellanze.
Di seguito un riassunto degli interventi.

Luigi Mazza, Pdcs: “Il confronto sul piano strategico previsto dall’articolo 24 del bilancio è stato avviato e in Aula ad aprile dovremmo portare alcuni argomenti come la finanziaria pubblica, la Smac, la vendita di immobili a non residenti, il sistema dei pagamenti e la politica delle mostre e culturale. Ora dalle dichiarazioni finali del Fmi arrivano ulteriori elementi. Dobbiamo dunque cogliere la lettura attuale del momento, perché l’organismo internazionale indica un percorso, una ‘long terme challenge’ che interessa vari settori e vari interventi. Indicando in primo luogo come il nostro livello di tassazione non sia più sostenibile. Dobbiamo quindi essere in grado di cogliere le sfide che ci sono, al di là dell’impopolarità delle scelte. Dobbiamo essere capaci di andare oltre la sterile polemica per accogliere le indicazioni del Fmi. Presento un ordine del giorno che ‘sentito il riferimento del segretario di Stato alle Finanze che individua nella messa in sicurezza del bilancio, nel completamento dell’iter legislativo della riforma tributaria e nell’individuazione di forme di ricapitalizzazione di Cassa di risparmio gli obiettivi prioritari, dà mandato al governo di predisporre gli interventi conseguenti, mantenendo aperto il confronto tra le forze politiche nell’ambito del tavolo di lavoro scaturito dall’attuazione del piano strategico di sviluppo”.

Silvia Cecchetti, Psrs: “Mi auguro che questo dibattito sia l’inizio di un percorso fondamentale per il Paese e che possa aprirsi effettivamente una stagione di riforme. Questo va detto al di là delle polemiche. In questo momento storico, questo documento del Fmi non può essere considerato ordinario. Ci stanno dicendo cosa dobbiamo fare e anche qualcosa di più. Ci chiedono di dire la verità, di fare una fotografia reale al nostro sistema perché tenga, a partire dalle condizioni del bilancio dello Stato e del recupero del deficit. Il Fmi si è spinto oltre dicendoci che se facciamo queste cose in un tempo ragionevolmente breve possiamo evitare di cadere nella disastrosa situazione dei Paesi affogati dal debito. Non è che si salta domani, ma dobbiamo chiederci come vogliamo essere domani.

Se ci accontentiamo di essere in futuro come il Comune di Verucchio, è sufficente mettere
qualche tassarella in più, se vogliamo un futuro diverso allora dobbiamo parlare di riforme strutturali, anche se non piaceranno. Queste scelte, le più coraggiose, non sono state fatte, come la riforma tributaria. Non potremo non agire sul lavoro dipendente. Il Fmi ci dice che dobbiamo trovare nuove risorse per far ripartire l’economia su basi diverse.E’ evidente che il sistema bancario fondato su regole obsolete va ridotto, ma dobbiamo fare un’analisi seria su come impostare un nuovo sistema bancario, ridurlo non basta. Senza banche, senza credito, le aziende non lavorano. Cassa di risparmio è un ente fondamentale, ma il Fmi chiama in causa anche gli azionisti, perché i conti devono tornare e in questo momento non tornano, quindi serve una discussione seria su come patrimonializzarla”.

Fiorenzo Stolfi, Psd: “In questo comma ci sono stati interventi intelligenti. E credo vada

apprezzato, perché spesso tra maggioranza e minoranza non si va d’accordo. Con il riferimento dei segretari di Stato Valentini e Podeschi sul report del Fmi, per la prima volta, si è impostato un ragionamento che tende a dire che abbiamo una scadenza ravvicinata, manca un mese al 20 aprile, però in questo mese abbiamo l’opportunità e la necessità di arrivare a Washington con una serie di questioni o risolte o in via di risoluzione. Questa scadenza ce l’ha il governo, la maggioranza, ma soprattutto il Paese.
A distanza di un mese, se torniamo a guardare la lettera del premier Monti c’è scritto che fondamentali sono i passaggi che San Marino dovrà realizzare nelle sedi internazionali. Ci dà una lettura ad ampio raggio della situazione che abbiamo con il Fondo monetario internazioanale che riguarda la chiusura delle intese con l’Italia. Se il 20 aprile non ci troviamo al Fmi con le carte in regola, può rappresentare un grosso problema. Gli obiettivi da raggiungere sono stati elencati in maniera precisa e in un dibattito allargato si devono trovare le soluzioni. Questo è, per la prima volta, un metodo da condividere e un’occasione da sfruttare perché dobbiamo guardare al futuro. Dopo diversi anni che si è lavorato per uscire da una situazione di crisi ora dobbiamo condividere le tappe per l’uscita.
Ben venga l’ordine del giorno della maggioranza, è una buona base di discussione. Mi auguro ci sia la volontà di ragionare sul testo se le premesse sono quelle indicate da governo. L’odg dovrebbe avere una maggiore incisività. Può essere un momento importante per far valere il senso di responsabilità di tutte le forze politiche.
Rispetto al problema della ricapitalizzazione della Cassa di risparmio, sono d’accordo con chi dice che non si può intervenire solo con i soldi dello Stato. Ci sono sforzi notevoli da compiere. Mi
auguro che con questa impostazione che hanno dato il governo e la maggioranza con un odg, ci sia la possibilità di lavorare in squadra nell’interesse della Repubblica”.  

Giusepppe Maria Morganti, Psd: “Questo dibattito ha preso una piega interessante. Sono tre le tematiche strutturali su cui intervenire. La messa in sicurezza del bilancio dello Stato e la conseguente necessità di elevare in maniera significativa l’imposizione fiscale. Se in un mese riusciamo a individuare le condizioni politiche potremmo anche salvarci. Certo per i lavoratori dipendenti ci sarà un egualitarismo verso il basso con i frontalieri. Ma l’intervento più grosso riguarda la Pa.

Il terzo punto è la possibilità di avere credito, che dipende dalla risoluzione delle due prime problematiche. L’emergenza è arrivata e le forze politiche non possono sottrarsi dall’affrontarla. Il Psd è votato da sempre al martirio, dunque non ha problemi, ma la stessa cosa deve farla la maggioranza: dire al Paese che da domani ci saranno meno soldi in tasca. Accogliamo con interesse l’odg, peccato sia stato presentato solo dalla maggioranza. Un mese è pochissimo per cui sono necessari incontri continui per porare gli inteventi in Aula.
Un altro settore drammatico è la finanza privata: la ricapitalizzazione della Cassa di risparmio è un obiettivo prioritario, ma poi dobbiamo capire le prospettive per dare sviluppo al comparto bancario”.        

Paride Andreoli, Psrs: “Condivido la necessità di individuare spazi comuni per quei progetti individuati dal Fmi, punti ineludibili per mettere al riparo la Repubblica da guai maggiori. Il Paese attraversa un periodo non facile, si salvano pochi settori, come il commercio e il turismo. Per cui il fine ultimo deve essere quello di salvare la Repubblica che tutti amiamo, al di là del colore politico. Da anni diciamo che il sistema bancario-finanziario è in continuo recesso e naviga in acque gelide. Ma è il vero motore dell’economia e oggi è quasi paralizzato. E così si bloccano i finanziamenti per le imprese e gli operatori. La politica deve mettersi intorno a un tavolo e il nostro partito ha proposto una serie di interventi.

Dopo la lettera di Monti attendiamo con impazienza la firma, la conseguente ratifica e l’uscita dalla black list. Significa rivedere il sole. Il report del Fmi preoccupa, ma ci dà anche la possibilità di intervenire e incidere maggiormente. Sull’odg vorremmo confrontarci, a noi non manca lo spirito di collaborazione. E attraverso il dialogo dobbiamo trovare un nuovo percorso per la Repubblica”.

Pier Marino Menicucci, Upr: “E’ un momento talmente delicato che ogni forza politica deve mettere al centro l’interesse del Paese. Gli effetti del report del Fmi ci preoccupano molto e desideriamo anche noi ragionarci. Alcuni colleghi l’hanno interpretato con una dose di realismo. La settimana scorsa ho partecipato all’audizione di Bcsm e dalla relazione emergono con chiarezza le difficoltà del sistema finanziario.

L’Italia in 20 anni ha affrontato momenti difficilissimi, ricordo la manovra Amato degli anni ’90, è stata imponente ma è servita per entrare nell’euro. Anche il governo Monti ha richiesto sacrifici. I momenti difficili vanno affrontati con realismo e capacità, ma bisogna dare anche una prospettiva. Questo finora è mancato. Va bene tutto purché si possa rimettere in piedi un Paese. E negli ultimi due mesi e mezzo altre 58 imprese sono uscite da San Marino. Dovremo fare uno sforzo per invertire questo trend.
Sulla ricapitalizzazione della Cassa di risparmio, il fatto che il Fmi l’abbia richiamata nel report
è importate per quello che la banca rappresenta per il Paese. E’ un problema di natura economica e finanziaria, ma soprattutto un problema politico. Le soluzione siano valutate coinvolgendo il Consiglio perché è un patrimonio comune che non può essere valutato solo dal governo”.

 

Interpellanze

Interpellanza presentata dal consigliere Iro Belluzzi (Psd) in merito alle affermazioni pubbliche di Gianni Pecci in occasione dell’evento “San Marino Futura, un modello di sviluppo per il Paese, un progetto di sviluppo per le persone”, nonché per conoscere i costi
di tale iniziativa.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per il Lavoro: “I difficili rapporti con la vicina Repubblica italiana, che da tempo stiamo vivendo e che hanno un impatto durissimo su ogni settore economico del nostro Paese, impongono a ogni politico che abbia responsabilità di governo di attivarsi per il bene della Repubblica, anche adottando iniziative personali. L’incontro fra il sottoscritto e l’allora ministro italiano dell’Economia, Giulio Tremonti, si è tenuto a Milano, il 19 settembre 2011, alla caserma della Guardia di finanza in via Tarchetti, sede in cui abitualmente il ministro teneva incontri nel suo ufficio. Erano presenti anche Gianni Pecci e il consigliere diplomatico del ministro, l’ambasciatore Carlo Baldocci.

L’incontro, di carattere privato, si è svolto su mia iniziativa politica, in un momento in cui il rapporto con il ministro dell’Economia italiano era obiettivamente difficile, in un momento in cui tutti, ad onor del vero, politici di governo, maggioranza e minoranza, cercavano di stabilire un contatto politico-istituzionale con il titolare del ministero dell’Economia che, a nessun politico della Repubblica di San Marino voleva concedere un incontro.
La mia iniziativa politica personale nasceva dalla necessità di avviare e favorire un percorso di riapertura del dialogo politico e istituzionale con il governo italiano, di cui il ministro Tremonti
aveva obiettivamente assunto delega piena per quanto riguardava i rapporti con San Marino. La mia iniziativa avrebbe generato un incontro politico tra il ministero dell’Economia e una delegazione di governo sammarinese. Decisi di mantenere il riserbo per non condizionare le relazioni politico-diplomatiche tra i due Paesi, alla luce del nuovo governo italiano e per la permanenza nell’attuale squadra del ministro dell’Economia di gran parte dello staff dell’allora ministro Tremonti.
L’incontro è stato lungo e approfondito e si è incentrato sulla illustrazione da parte mia di una esatta rappresentazione della situazione economico- industriale-finanziaria del mio Paese, oggi fortemente allineato agli standard internazionali e che ha agito con decisione per attuarli. E’ stata data esatta rappresentazione di come il sistema bancario e finanziario sia in una situazione di allineamento agli standard internazionali; di come la black list ponga enormi difficoltà al sistema industriale e all’economia reale; di come la disoccupazione ne sia fortemente condizionata; di come fossero assolutamente fondamentali i tempi di firma e ratifica dell’accordo contro le doppie imposizioni e di uscita dalla black list.
Il convegno “San Marino Futura”, tenuto lo scorso 27 febbraio, è stato promosso e organizzato dalla segreteria di Stato per il Lavoro con l’obiettivo di chiedere a ogni cittadino di coinvolgersi e di far convergere il proprio apporto a quelli provenienti dalla società civile e dalle rappresentanze economiche e sociali del Paese per la definizione di scelte strategiche per il futuro. Come uomo politico con responsabilità di governo e prima ancora come sammarinese, ritengo non più rinviabile approfondire il dibattito e definire un percorso basato su un progetto articolato e omogeneo, condiviso dalla società sammarinese. Le proposte da me rese chiare per iscritto, le idee emerse da un’ampia rappresentanza della società e delle parti sociali sono stati un contributo serio, profondo e appassionato. I costi del convegno sono stati pari a 1.620 euro, con imputazione sul capitolo delle iniziative varie della segreteria di Stato”.

 

Interpellanza presentata dal consigliere Silvia Cecchetti (Psrs) sulla realizzazione del Parco scientifico tecnologico.

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Si tratta di un progetto fondamentale per la Repubblica perché l’innovazione è strategica. L’università ne è parte integrante e non è masi stata tenuta in disparte. Infatti il rettore è membro, assieme ai coordinatori delle segreterie di Stato coinvolte, del gruppo di lavoro attivo dal novembre 2009.
La cronologia parte dal 31 marzo 2009 con la firma dell’accordo di cooperazione economica tra il segretario di Stato per gli Affari esteri, Antonella Mularoni, e l’omologo italiano, Franco Frattini. Da lì è cominciato l’iter basato sul progetto del 2007, che però, non includendo uno studio di fattibilità, è stato ritenuto non concreto. Non si può infatti creare prima il contenitore e poi il contenuto. I ritardi sono dovuti anche alla vacatio del ministro italiano dello Sviluppo economico, ma ora speriamo in un’accelerata.
Il 26 gennaio del 2010 c’è stata la visita dell’allora ministro Claudio Scajola e l’impegno per una riunione tecnica che si è svolta il 5 marzo a Roma con l’impegno per coordinatori e rettore a entrare nel concreto. Poi però il ministero italiano è rimasto senza titolare e i lavori sono stati rallentati. Il 23 gennaio c’è stato l’incontro con il nuovo ministro Paolo Romani, dove è stata confermata la necessità dello studio di fattibilità e si è sottolineato l’importanza di lavorare sulle collaborazioni e non sulle duplicazioni di progetti simili già esistenti in Italia. Erano presenti anche le Regioni Marche ed Emilia-Romagna e l’associazione italiana Parchi scientifici e tecnologici, che ha dimostrato forte interesse. Il 14 luglio ho incontrato Romani e abbiamo concordato alcune modifiche al progetto: l’ubicazione, non più sul confine ma all’interno della nostra Repubblica. Il 30 settembre del 2011 sono stati calendarizzati i passi, mentre il 22 agosto Romani è salito in Repubblica. Poi c’è stato un nuovo rallentamento con la crisi di governo in Italia. Comunque il 18 novembre c’è stato un incontro per stendere il protocollo d’intesa tra i due Stati. I faccia a faccia sono stati continui, anche con l’associazione Parchi scientifici e tecnologici, un soggetto idoneo di cui avvalersi.
Il congresso di Stato ha deliberato di fare il protocollo d’intesa per le consulenze e di arrivare alla prima fase dello studio di fattibilità. Il consulente dovrebbe essere il polo di Navacchio e la nostra università avrà un ruolo fondamentale. Inoltre: c’è un accordo tra la segreteria di Stato per la Cultura e il Miur; si lavora al contenuto mentre l’area verrà individuata con lo studio di fattibilità, così come   l’ente gestore. Finora sono stati investiti tre milioni di euro, ma sarà sempre lo studio di fattibilità a fissare le priorità. Depositato c’è anche un progetto di legge del Psrs, con idee interessanti da valutare. Altre proposte arrivano dall’università. Nessuno vuole una cattedrale nel deserto, spero che il parco sia un progetto del Paese e non di un governo”.

Silvia Cecchetti, Psrs: “Ringrazio per l’articolata risposta. Il coinvolgimento dell’università c’è stato ed è fondamentale. Il progetto è strategico per tutte le forze politiche ed è doveroso continuare il dibattito. Anche perché il progetto è diverso da quello iniziale”.

 

Interpellanza presentata dal consigliere Paride Andreoli (Psrs) per conoscere i dettagli

relativi alle convenzioni stipulate dal governo con enti o privati cittadini forensi, in particolare per la manifestazione “Giornate Medioevali”.Romeo Morri, segretario di Stato per la Cultura (in luogo del collega al Turismo Fabio Berardi): “Nel Medioevo noi eravamo uomini liberi, da altre parti c’erano i servi della gleba, è importante ricordarlo.
Durante le Giornate medioevali a San Marino si riuniscono gruppi di musicisti, balestrieri, sbandieratori, giullari per celebrare la festa nazionale del Medioevo. Rispetto alla scelta del signor Del Barna, quale direttore dell’evento, è stato usato il metodo del far sistema tra associazioni
di categoria e segreterie di Stato. Dal 2004 al 2009 le Giornate medioevali sono state firmate dal regista Philippe Macina. Ma era necessario rivalorizzare la qualità dei gruppi storici invitati e distinguersi dalle feste analoghe del circondario. Si è reso necessario un cambio di regia e la scelta è ricaduta su Del Barna, che aveva già rapporti professionali con San Marino ed era attivo da decenni con il gruppo degli sbandieratori di San Sepolcro e altri gruppi storici internazionali”.

Paride Andreoli, Psrs, replica: “Manca l’ultima risposta. Al punto ‘e’ chiedevo gli oneri economici di convenzioni stipulate dalla segreteria di Stato. Solo questo basta per trasformare l’interpellanza in mozione. Ad ogni modo questa non è un’interpellanza ‘Del Barna sì o Del Barna no’. E’ importante fare chiarezza. I disoccupati a San Marino sono 1.100 e ci risulta che, al di là di Del Barna, anche in altri settori del Paese ci si avvale di manodopera fuori territorio”.

Interpellanza presentata dal consigliere Francesca Michelotti (Su) per avere chiarimenti in merito all’accordo tra la Repubblica di San Marino e l’Organizzazione mondiale della sanità per lo stabilimento in territorio di un laboratorio strategico dell’Ufficio europeo Oms per gli Investimenti per la Salute e lo Sviluppo nei Piccoli Paesi.

Romeo Morri, segretario di Stato per la Cultura (in luogo del collega alla Sanità Claudio Podeschi): “Siamo da anni nell’Oms e l’Ufficio europeo per gli Investimenti per la Salute e lo Sviluppo nei Piccoli Paesi ci ha proposto una partnership. Da qui l’idea del laboratorio che è strategica per avere un ruolo primario nella ricerca sui fattori sociali che determinano la salute. E anche per avere maggiori rapporti con l’Oms. Il laboratorio offrirà formazione di alto livello e assistenza tecnica ai Paesi coinvolti per la promozione della salute. Lo sforzo economico messo in campo è nell’interesse del nostro Paese”.
San Marino, 20 Marzo 2012/01

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