COMUNICATO STAMPA
CONSIGLIO
GRANDE E GENERALE 22-25 MAGGIO
MARTEDI’ 22 MAGGIO
I lavori del Consiglio grande e generale si sono aperti con il
riferimento del segretario di stato per le Finanze, Pasquale Valentini, in
sostituzione del collega per il Territorio, Gian Carlo Venturini, sul bilancio
consuntivo 2011 del Fondo mortalità bestiame.
Sono
seguiti gli interventi di diversi consiglieri per il comma Comunicazioni e la
risposta ad alcune interpellanze, che continuerà nella seduta pomeridiana.
Di seguito un riassunto dei lavori della mattina.
Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze: “L’esercizio
2011 si chiude con un utile di oltre 27mila euro. Le entrate registrano per le
quote allevatori un introito complessivo di quasi 17mila euro. Lo stanziamento
statale sfiora invece i 55mila euro e nel 2010 c’è stato un contributo
straordinario di quasi 20mila euro. Per i bovini morti nel 2011 i recuperi
ammontano a 500euro. Ci sono poi gli interessi attivi su Cassa di risparmio che
ammontano a 547 euro e la riscossione da premi assicurativi incendio – quota
allevatori, pari al 20% dell’ammontare del premio, per un valore di 63 euro.
Le uscite. Per
quanto riguarda gli indennizzi da mortalità, i casi sono stati 90 per un valore
lordo di circa 76.500 euro. Per legge si liquida l’80%, dunque circa 62 mila
euro. Ma secondo le nuove disposizioni la liquidazione è calcolata sulla presenza
giornaliera media. L’indennizzo è stato così di 56 mila euro, con un risparmio di
oltre 5 mila euro. Infine, le spese generali ammontano a quasi 6mila euro”.
Alessandro Rossi, Su: “Certe dinamiche non si capiscono
e dall’Aula non arrivano risposte esaurienti. In particolare mi riferisco a tre
eventi. In risposta a un’interpellanza dell’Upr il governo ha detto che il presidente
di Bcsm è stato consulente di Fingestus solo durante la liquidazione
volontaria. Ma non è vero e ci sono i documenti. Eppure non c’è possibilità di
interloquire e dire bugie in Aula non aiuta un clima di fiducia. Spero che il
confronto ci sia, altri si sono dimessi.
C’è un secondo
fatto molto grave. Il segretario di Stato per la Giustizia doveva relazionare
su un fatto che ha fatto perdere reputazione alle forze di polizia e al
tribunale: la pubblicazione su un sito Internet di una lettera riservata del
magistrato dirigente Valeria Pierfelici, che ha messo in difficoltà anche dei
cittadini.
Un terzo fatto
molto strano riguarda gli arresti di Livio Bacciocchi e Roberto Zavoli, e i
domiciliari per Oriano Zonzini. Qualcosa non ha funzionato. Se c’era una
collaborazione con la magistratura italiana sarebbe bastata una richiesta di
estradizione. Invece prima è stato liberato e si è pure confessato. È molto
anomalo.
Dall’Aula serve
un atteggiamento diverso, trasparente, ma il governo ci propina delle non verità
e alleanze di potere non trasparenti non prevedono il confronto su questioni
importanti come l’apertura del mercato immobiliare. Il Paese va coinvolto, la
politica è lontana dalla cittadinanza. In questa legislatura c’è stato un
passaggio di consiglieri tra minoranza e maggioranza, non siamo riusciti a
creare uno scontro positivo e trasparente tra diverse politiche”.
Giuseppe Maria Morganti, Psd: “Discutiamo
quasi del nulla. Contraddizioni enormi nella maggioranza bloccano il Paese e
intanto ci sono famiglie e imprese in difficoltà. Dal governo non emerge una
proposta, per cui cosa stiamo a fare in Aula? Se l’opposizione non si
contraddistingue diventa corresponsabile dell’inedia. Ma non c’è confronto. Per
esempio dov’è finita la riforma tributaria? Perché è stata rimandata? Anche
questa volta a fine seduta ci ritroveremo con un pugno di mosche”.
Vanessa Muratori, Su: “L’allegato Zeta è molto lacunoso
e rappresenta l’ennesimo assalto speculativo al territorio. È stato trovato il
modo per riempire i 6 mila appartamenti sfitti mantenendo i prezzi del mercato
immobiliare artificiosamente alti. Nella riforma del mercato del lavoro ci sono
alcune perle come il superamento delle graduatorie, la chiamata diretta per i
frontalieri, la diminuzione degli ammortizzatori sociali e una maggiore
possibilità per i privati di gestire i servizi pubblici all’impiego. Insomma
tutte le ricette fallimentari del Fmi.
La riforma
tributaria aumenta l’imposizione fiscale sui lavoratori dipendenti e la
alleggerisce per quelli autonomi, non è accettabile. C’è una superficialità
generale, che la pubblicazione su un sito della lettera del magistrato
Pierfelici dimostra. Si pensa a fare scoop mettendo in pericolo dei cittadini,
senza alcuna deontologia professionale. E inoltre sul sito di questo
personaggio, che va alle conferenze stampa del governo, c’è anche la pubblicità
della segreteria di Stato per il Turismo. Occorre evitare di foraggiare chi
getta discredito sul Paese e mette in difficoltà persone oneste”.
Federico Pedini Amati, Psrs: “E’ avvilente
intervenire per quanto succede e non succede in Repubblica. C’è una serie di
problemi, non è una questione di demagogia. Eppure l’ordine dei lavori del
Consiglio non ci porta da nessuna parte. Dalla maggioranza serve un progetto
economico su cui confrontarsi, ma non c’è. Ci sono solo interventi spot,
tramite odg che tamponano solamente. Si
prendono due o tre punti secondo l’interesse del momento di caste e amici. Il
mio è dunque un appello accorato a non sottovalutare la malattia, il Paese
potrebbe finire a morire. In Aula si fa finta di niente. Come risolviamo la
questione della Cassa di risparmio, quanto accade in tribunale, le indennità
dirigenziali? Si fa fatica a portare in Aula di questione esterne”.
Fiorenzo Stolfi, Psd: “Il tempo passa e non si vedono
progressi sull’uscita dalla Black list, il problema principale del Paese. Non
sappiamo cosa fa il governo, l’encefalogramma è piatto, non c’è nessuna
iniziativa. A Roma occorre una task force, ma si va dappertutto tranne che lì.
Ci si occupa di tutt’altro e il Paese va alla deriva. I cittadini sono fin
troppo buoni.
Sull’annuncio
della firma stendo un velo pietoso, ma per l’uscita dalla Black list occorre
andare al ministero italiano dell’Economia per un decreto, altrimenti il Paese
muore. Aziende importanti prendono e chiudono, e se una mosca bianca viene in
Repubblica si trova in balia di burocrati e azzeccagarbugli. Destiniamo invece
5 dipendenti pubblici all’assistenza alle imprese che vogliono aprire a San
Marino. Il governo è assente dall’Aula e non esiste, mi rivolgo allora ai
Capitani reggenti: qui non si fa nulla”.
Giovanni Lonfernini, Upr: “Sono stato
colpito da un episodio che emette in evidenza lo sbando in cui ci troviamo: la
lettera dell’associazione studentesca che difende il diritto allo studio
chiedendo di risolvere la questione sugli scrutini.
C’è scarsa
attenzione alle emergenze del Paese. L’Upr, da oltre un anno, invoca un governo
di unità nazionale. A Washington, senza il contributo di alcune forze di
opposizione, saremmo andati senza Iva e trasparenza nel settore
bancario-finanziario, un compromesso al ribasso. Ma noi parliamo e il governo
se ne frega, tanto in Aula non vota. Sulla Cassa di risparmio non ci sono
risposte su quanto abbiamo chiesto: la contezza dei conti pubblici, di quelli
della banca e della tutela dello Stato per l’investimento. La riforma
tributaria era urgentissima, ma non è all’ordine dei lavori. Sulla
stabilizzazione del bilancio non conosciamo gli interventi. Intanto nel Patto,
dopo mesi di tutti contro tutti, non si litiga più. Ma i sammarinesi non sono
convinti”.
Iro Belluzzi, Psd: “Il dibattito sembra essere cristallizzato ai mesi successivi
all’entrata nel governo delle forze del Patto. Siamo ancora fermi al momento in
cui la firma dell’accordo con l’Italia continuava a non arrivare. La Repubblica
ha raggiunto un livello di sostenibilità dei conti pubblici che è pari allo
zero. Il comitato delle donne disoccupate nella scorsa seduta si è presentato
qui a Palazzo per fare presenti le loro difficoltà. Purtroppo il nostro sistema
non garantisce più quella possibilità di un Paese che vuole considerarsi
moderno e che vuole fare dell’economia reale il motore di sviluppo. Sono molti
i disoccupati, molte le persone in mobilità. Come pensiamo di intervenire per
dare sostegno a questa fascia della popolazione? Quando quelle garanzie pur
minime che lo Stato riesce a dare verranno a mancare ci saranno tensioni
sociali.
La ricapitalizzazione della Cassa di
risparmio è un palliativo se non garantiamo al nostro sistema finanziario
l’internazionalizzazione necessaria. Come pensiamo di intervenire se non si riesce
a garantire uno sviluppo?
Sulla mobilità occorre dare la priorità
ai sammarinesi piuttosto che ai forensi che lavorano qui. Serve poi una riforma
della Pa: sono trascorsi sei mesi da quando l’Aula ha approvato la dirigenza e
ancora non è stata nominata. Da qui discendono ritardi e difficoltà del
procedimento amministrativo, un centro nevralgico. Cambiare la testa della
macchina amministrativa serve per dare economicità alla struttura.
Parlando di firme molto spesso si
considera essenziale quella degli accordi con l’Italia. Vorrei parlare di un
processo interno, la firma elettronica. Ce ne dovremmo avvalere. A che punto è?
Un altro punto è il piano di sviluppo economico, perché il governo non ha
indicato una linea che possa dare una speranza. Così si assiste a un sostegno scoordinato
ad aziende e imprenditori. Cosa accade poi nelle aziende dello Stato? Sono in
corso azioni striscianti, e siamo di fronte a un sempre maggior numero di
appalti che vengono assegnati non in linea con la legge, magari ad aziende
esterne, e si tengono quelle interne a non far nulla”.
Enzo Colmbini, Su: “A fronte dell’attivismo dei singoli segretari di Stato,
manca un’azione che sia di insieme. La disoccupazione aumenta, gli ammortizzatori
sociali terminano, le aziende chiudono, i precari aspettano una risposta, la Pa
stenta a mostrare equilibrio. Il governo non è stato in grado di evidenziare un
progetto. Senza una politica globale gli interventi rischiamo di andare in una
direzione imprevista.
Il segretario di Stato per il Lavoro
Mussoni ha presentato un progetto di legge che porterà a ulteriori restrizioni
e riduzioni del sociale. Per alcuni versi questo è in linea con ciò che il Fmi
ci ha chiesto, ma d’altra parte se queste non sono calate all’interno di una politica
economica generale non reggono. Dobbiamo dare risposte entro breve termine.
Qualche giorno fa abbiamo letto le proposte di sviluppo dell’università. Chi
più della sinistra può condividerle? Ma non si può improvvisare senza
confrontarsi in quest’Aula. Quest’improvvisazione si contraddice poi con il
dibattito che portiamo avanti da anni, quella sul parco scientifico e
tecnologico. Senza mai dire niente di nuovo.
La sensazione è quella di un Paese abbandonato”.
Simone Celli, Psrs: “L’odg dei lavori di questa sessione è la rappresentazione
perfetta della distanza tra il Palazzo e il Paese reale. Non è assolutamente sintonizzato
con lo stato di emergenza, perché di emergenza si può parlare. E non va nella
direzione di aprire un dibattito serio ed approfondito sulle condizioni
dell’intero sistema Paese.
Oggi siamo in una fase delicatissima. Ci
giochiamo il presente e il futuro. Dobbiamo prenderne consapevolezza, e questo non
lo vedo da nessuna parte. La Repubblica si trova nel pieno di una crisi
strutturale. Non si può più parlare soltanto di crisi economica e sociale, ma
di crisi di sistema. Ma a fronte di un abbandono di un sistema che non poteva
più esistere, ne manca uno nuovo, questa è la grande responsabilità che ha il
governo. Le condizioni per adottare interventi per mettere in sicurezza il Paese
c’erano, come per dare prospettive di sviluppo. Il segretario di Stato per l’Industria
ha detto su un giornale che non c’è un piano. Allora delle riflessioni devono
essere fatte. Siamo al fallimento dell’azione politica del Patto.
La prima emergenza è quella del sistema
produttivo. Il governo dovrebbe esplicitare uno sforzo maggiore, non si può
accettare questo atteggiamento passivo. L’altra emergenza è quella del settore
bancario, profondamente indebolito anche da una situazione piuttosto complicata
del principale istituto di credito del nostro Paese. L’indebolimento è dovuto
all’isolamento internazionale. Manca la sottoscrizione del memorandum di intesa
con la Banca d’italia. Ormai c’è un silenzio di tomba su questo, è diventato un
tabù. Io condivido l’azione sulla vigilanza, i controlli, la repressione di
fenomeni dannosi, ma non basta. Serve l’apertura dei confini. Mancano i rapporti
con il sistema italiano. Il nostro settore finanziario ha bisogno di risposte
da questo punto di vista, invece vive una fase terribile.
Il terzo aspetto riguarda i conti
pubblici. Il debito pubblico corrisponde al 18% del Pil. Significa che supera i
200 milioni di euro. E il governo ci diceva che siamo a debito pubblico zero.
Non si fa niente né in materia di spending review, né di riforma tributaria. C’è
una profonda incongruenza tra quello che viene detto e quello che viene fatto.
L’ultimo aspetto è quello della
disoccupazione. San Marino è sempre stato un Paese a disoccupazione zero, ma
oggi non è più così. Il tasso sta raggiungendo livelli inquietanti, oltre il
7%, se il trend recessivo non si arresta a fine anno potremmo arrivare al
10%. Serve uno sforzo collettivo dell’intera classe politica. Questo tema non
può uscire dall’agenda delle priorità. Sarebbe opportuno riflettere su un piano
strategico per l’occupazione che garantisca ai sammarinesi un posto di lavoro dignitoso
e qualificato. C’è un problema sociale, di persone che veramente hanno
difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Se la politica non dà risposte, ha
perso la sua ragion d’esistere. Credo che una risposta possa essere l’approvazione
dell’odg che abbiamo presentato nella scorsa sessione. La strada da percorrere
non è quella della carrellata di ordini del giorno attuativi e del piano Zeta. Questo
è ridicolo. Serve uno sforzo collettivo per il presente, e dare una visione del
futuro almeno decennale”.
Denise Bronzetti, Psd: “I problemi
straordinari necessitano un approccio straordinario. Ma non è così. L’ordine
dei lavori di questa seduta è zeppo di decreti e alcuni celano interessi di
parte. Viene fatto un uso smodato della decretazione, ma non ci sono soluzioni
ai problemi. L’allegato Zeta non ha niente a vedere con la volontà di risolvere
le emergenze. Il problema principale è l’uscita dalla Black list. Perché è vero
che la disoccupazione è a livelli record, ma senza imprese non c’è lavoro.
Dunque dobbiamo concentrare gli sforzi per uscire dalla Black list e la firma
da sola non lo garantisce.
Ci siamo assunti
degli impegni con l’Italia e gli organismi internazionali, ma dal punto di
vista legislativo e dell’operatività quotidiana non abbiamo dimostrato nulla.
Per questo temo che la firma e l’uscita tarderanno ancora e non ci saranno
promozioni da parte degli enti internazionali. Intanto non sappiamo come vanno
i conti pubblici e gli odg condivisi risultano inutili. Il sistema bancario non
è fuori dalle turbolenze. Eppure non svisceriamo fino in fondo le questioni.
Governo e maggioranza sono approssimativi. Ai ritardi ci siamo abituati, come
per la riforma fiscale, che spero arrivi in Aula quando tutte le questioni
all’interno dell’esecutivo e del Patto saranno risolte. Dico no ai blitz come
quello che in commissione Finanze ha cambiato alle due di notte le aliquote. Di
questo sono preoccupata”.
Paride Andreoli, Psrs: “Le sedute del
Consiglio non sono proficue e sono improntate su non scelte. L’allegato Zeta è
in alto mare e sembra più orientato a fare la fine della legge obiettivo che a
essere portato all’attenzione dell’Aula. La firma con l’Italia non arriva: dopo
la lettera del premier Monti e le parole di alcuni ministri si registra una
lontananza nei rapporti. Bene l’odg condiviso in commissione Finanze, ma su
quanto successo a Washington non ci è stato detto nulla.
Sulla Cassa di
risparmio siamo in attesa di sviluppi e sembra anche che si cambino i
programmi. Sulla vendita di immobili a stranieri serve un progetto organico, più
ampio, con garanzie di legalità. Non si può ricorrere a un odg. Per le imprese
ci sono molte difficoltà, molte hanno chiuso e la disoccupazione cresce, dunque
non è più procrastinabile un progetto economico che coinvolga anche il sistema
bancario e il bilancio dello Stato. Il governo mi sembra insufficiente nella
sua azione e se il debito pubblico supera i 300 milioni di euro il default si
avvicina paurosamente. Eppure la maggioranza non si accorge del degrado del
Paese.
Nello scorso
Consiglio abbiamo presentato un odg per costituire un fondo di solidarietà,
chiedo sia portato in votazione in questa seduta come da regolamento”.
Ivan Foschi, Su: “Nei giorni scorsi ho ricevuto la risposta all’interpellanza di
aprile sull’affitto di un’abitazione nel castello di Fiorentino data a un
gendarme. Da parte delle istituzioni non c’è interresse a cercare soluzioni che
interessano tutti i cittadini, questa è scarsa attenzione verso le giunte di Castello:
la risposta all’interpellanza non è soddisfacente. Quanti sono gli alloggi a
disposizione? C’è un problema serio legato all’emergenza casa, alle situazioni
di disagio economico. Il fenomeno si aggrava. Eppure ci sono assegnazioni
temporanee che poi, di fatto, diventano permanenti. Si fa la legge e poi si
trova l’inganno, perpetuando queste situazioni sempre con nuove delibere. L’interpellanza
poneva domande sul caso specifico, ma allargandosi alle esigenze generali di
una larga fetta di sammarinesi. Per queste ragioni la trasformo in mozione”.
Nicola Selva, Upr: “La crisi è internazionale, ma ce n’è anche una del nostro Paese,
specialmente dovuta ai rapporti con l’Italia. Molte aziende o chiudono i
battenti o se ne vanno. Chi segue e chi
analizza questo fenomeno, chi verifica le dinamiche del mercato del lavoro e i
disoccupati? Sono dati che a dire del governo sono sostenibili, ma sono di
forte emergenza. Vediamo nascere per la prima volta associazioni di persone disoccupate.
Oggi a un giovane che suggerimento di impegno scolastico dareste per il futuro?
Un tempo si suggeriva ragioneria, elettronica, informatica, perché a San Marino
c’erano aziende in crescita. Oggi non c’è nulla di tutto questo. Non c’è nuova
imprenditorialità, e quella esistente soffre.
Si doveva prevedere di incentivare alcuni
settori, come il commercio e il turismo. La politica ha fallito, non è riuscita
a dare risposte, non dà prospettiva. Non c’è consapevolezza piena della situazione
del Paese, che sta diventando sempre più pesante. Serve un’apertura più forte
alla società civile, le loro istanze diventano fondamentali. I problemi sono
principalmente nostri, interni. Il Paese si sta impoverendo e non sta diventando
più virtuoso. Dobbiamo pensare al futuro e non alle posizioni di potere.
Mancano dalla politica proposte di sviluppo certe. Lasciamo i privilegi ingiustificati.
Io credo che questa direttrice la si deve cambiare con un po’ di umiltà, anche
facendo dell’autocritica, tutti. Noi di Unione per la Repubblica sosteniamo da
tempo la necessità di un governo di emergenza nazionale. Le forze politiche devono
dimostrare di avere una sintonia anche con lo stato d’animo di tutto il Paese”.
Interpellanze
Interpellanza
presentata dal consigliere Paride Andreoli (Psrs)
per conoscere i dati relativi ai rapporti di consulenza, collaborazione, stage,
borse di studio e convenzioni in essere nel settore pubblico allargato.
Valeria
Ciavatta, segretario di Stato per gli Affari interni: “Si chiede di dare conto di tutte le consulenze,
convenzioni, rapporti legati alle attività delle segreterie di Stato, degli
uffici e dei
dipartimenti. Tutti hanno mandato il loro riferimento, che costituisce l’allegato
alla mia risposta. La segreteria di Stato per le Finanze ha fatto delle
elaborazioni. Ci sono dei capitoli per cui le Finanze
hanno fatto accorpamenti per dare conto delle voci ancorché distribuite sui
diversi capitoli. Rispetto al 2008, in cui si spendeva più di 1 milione e
200mila euro, siamo arrivati a 500mila euro. Lo sforzo
dell’amministrazione pubblica è stato fatto, ci si spinge oltre il 17% chiesto,
i tagli sono stati quasi dei due terzi della spesa. Il controllo è attento e
volto ad arginare le spese. Per il resto posso
rinviare alla documentazione scritta”.
Interpellanza
presentata dal Consigliere Iro Belluzzi (Psd)
sull’operato del Governo in termini di riduzione dei costi del servizio di
trasporto scolastico nonchè sui costi sostenuti nel triennio 2009-2011
dall’A.A.S.S. per le riparazioni e la manutenzione dei propri mezzi.
Marco
Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Rispondo in luogo del collega agli Affari esteri. L’attuale
appalto scade nel giugno di quest’anno e un eventuale rinnovo porterebbe agli
stessi problemi, con il rischio anche di una non totale copertura. Servono
degli interventi strutturali nel settore e mettere da parte le scelte del
passato. Per una maggiore efficienza occorre creare un ufficio del Trasporto e
trasformare l’Azienda dei Servizi in una società per azioni. Comunque sono in
atto modifiche sostanziali, per le quali servono tempo e coraggio.
Alcuni passi per riqualificare il
servizio sono stati fatti, ma occorre tenere presenti le esigenze degli
studenti, pure di quelli che vanno fuori territorio. Siamo insomma in una fase
di transizione. Prolungheremo di un anno l’appalto rivedendo le tariffe e
intanto puntiamo alla creazione dell’ufficio del Trasporto. Infine occorre
tenere presente l’aumento del 69% in tre anni del costo dei carburanti”.
Iro
Belluzzi: “Da un’interpellanza
simile sono trascorsi due anni, c’era il tempo per intervenire. Per cui la
risposta di oggi è improvvida e superficiale. Serve una vera ricognizione del
sistema. Invece si rinnova sic et simpliciter l’appalto. Bastava un po’ di
programmazione. Si tratta del solito approccio per risolvere i problemi quando
servono scelte più coraggiose e tempestive. Trasformo l’interpellanza in
mozione”.