Consiglio G e G, seduta pomeriggio sera del 2 maggio

Consiglio G e G, seduta pomeriggio sera del 2 maggio

COMUNICATO
STAMPA

 

CONSIGLIO GRANDE
E
GENERALE 25 APRILE,
2-3-4
MAGGIO

 MERCOLEDI’
2 MAGGIO – POMERIGGIO_SERA

GIOVEDI’
3 MAGGIO

                 Terminato l’esame delle interpellanze l’Aula
ha affrontato diverse nomine, tra cui tre membri del cda di San Marino Tv: per
il Pdcs-A&L Luca Marcucci, che ha ottenuto 34 voti; per la Lista della
libertà Cesare Tabarrini, 32 voti; per il Psd Dennis Guerrra, 26 voti. Confermato inoltre
come presidente del collegio sindacale di Banca centrale Irene Lonfernini.

                Si è così arrivati al progetto
di legge in prima lettura “Disposizioni per contrastare la criminalità
organizzata” che introduce il reato di associazione a delinquere di stampo
mafioso. Il segretario di Stato per la Giustizia, Augusto Casali, ha richiesto
la procedura d’urgenza, approvata dall’Aula con 41 voti favorevoli e 6
contrari. Il dibattito, iniziato nel pomeriggio di ieri, si è prolungato per
tutta la seduta notturna. Il progetto di legge è stato approvato in apertura
della seduta di oggi, giovedì 3 maggio, con 48 voti favorevoli, 5 contrari e un
astenuto. All’articolo 1 è stato accolto un emendamento della Lista della
libertà, respinto invece quello di Sinistra unita.

Di
seguito un riassunto degli interventi di ieri e delle dichiarazioni di voto di
oggi.

 

Augusto
Casali, segretario di Stato per la Giustizia
: “Il progetto di legge è il frutto di un lavoro portato avanti dalla
commissione Giustizia, dalla commissione Antimafia e dai capigruppo. Si tratta
della prima legge di un pacchetto e il percorso è ben definito.

Relazione: La normativa si inserisce nel
percorso di adeguamento degli strumenti per combattere le infiltrazioni della
malavita organizzata. I riflettori si sono accesi: a fine 2010 c’è stata la
relazione del magistrato dirigente; nell’aprile del 2011 sul Titano si è tenuto
un importante vertice; ci sono stati due dibattiti sul tema in Consiglio grande
e generale e nel luglio del 2011 si è costitutita la comissione parlamentare
Antimafia. Ora questo progetto di legge che introduce la specifica dello stampo
mafioso al reato di associazione a delinquere, con opportuni aggravi di pena. E
pene sono previste per chi fornisce assitenza agli associati di tipo mafioso e
per il favoreggiamento. Introdotta inoltre la confisca dei beni.

Viene ampliato il regime di segretezza sulle
indagini e prevista la possibilità per il magistrato inquirente di autorizzare
le forze dell’ordine all’impiego di strumenti tecnici di controllo, captazione
e registrazione di fatti probanti. Si tratta dunque di un ulteriore tassello
nella lotta alle infiltrazioni malavitose, ma l’adeguamento agli standard
internaizonali della nostra realtà deve proseguire”.

Giuseppe Maria Morganti, Psd: “La legge è il frutto di un lavoro corale e
si tratta di una proposta efficace che inasprisce le colpe e fornisce nuovi
strumenti di contrasto. Ma il lavoro non è ancora terminato, vanno prese altre
scelte. Avere dei presidi è fondamentale, si tratta del primo passo, ed è stato
fatto bene. Sosterremo con forza la proposta”.

Marco Gatti,
Pdcs
: “Si tratta di un lavoro
importante per contrastare un fenomeno che rischia di invaderci. Servono degli
argini. Siamo partiti dall’introduzione del reato. Il fenomeno è complesso e va
costantmente monitorato. Le norme adottate sono importanti e abbiamo preso
spunto da altri Paesi. Ma non ci fermiamo qui, è un punto di partenza. I
prossimi passi saranno la riorganizzazione delle forze di polizia, in
particolare quella giudiziaria ha bisogno di più squadre. Serve anche una forza
di intelligence che dialoghi con gli organismi a lei simili.

La strada presa è buona, non avere interessato
il codice penale ha accorciato i tempi. Se interveniamo oggi possiamo essere
efficaci perché il fenomeno non è ancora esploso”.

Paolo
Crescentini, Psrs
: “La strada
intrapresa è quella giusta, anche per quanto riguarda la procedura d’urgenza.
Introduciamo un reato avendo preso coscienza che la Repubblica non è immune a
certe infiltrazioni. C’è grande disponibilità da parte di tutti i partiti e il
dialogo è sereno e costruttuivo. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione”.

Alberto
Selva, Ap
: “Introdurre queste
fattispecie di reato non significa che prima non si puniva. Diamo una risposta
precisa sulla parte criminale. Il lavoro non è finito, va ultimato, in
particolare sulla parte investigativa”.

Maria
Luisa Berti, Ns
: “Il progetto
di legge nasce da un confronto con tutte le forze politiche, una buona
dimostrzione che insieme si possono fare cose efficaci. Ho il rammarico perché
il Paese fino a pochi anni fa era diverso e qualche sammarinese ha sostenuto le
infilitrazioni. Anche la poltica non è riuscita ad arginarle. Con questa legge
si potrà essere più incisivi nel contrasto alle mafie, ma è solo uno degli
interventi da fare. Lo strumento più efficace per incidere è lavorare con
maggiore incisività sulla cultura e sulla formazione dei giovani. Utile da
questo punto di vista la partecipazione degli studenti all’iniziativa della
Fondzione Caponnetto. Servono cittadini con alto senso della giustizia e della
legalità. Bene lavorare a livello normativo, ma occorre anche andare oltre e
promuovere il rispetto delle istituzioni”.

Federico Bartoletti, Pdcs: “Questo percorso ha trovato unanimità. E’ stato un lavoro ben guidato
dal segretario di Stato Casali che ha portato a questo risultato. Oggi la
procedura d’urgenza conferma la volontà condivisa di dare un segnale
soprattutto all’esterno. Se proprio devo trovare un elemento di preoccupazione,
è che non vorrei che l’attenzione maggiore e necessaria porti a pensare a San
Marino come a una realtà assimilabile ad altre dove il fenomeno è consolidato.
Così non é. Ma è comunque necessario proseguire su questa strada. Nel nostro
ordinamento esiste il reato di associazione criminale, con questo provvedimento
si dà un elemento in più per far intervenire i nostri magistrati con strumenti
maggiormente adeguati. C’è necessità di dare pieno appoggio a questo progetto
di legge, ce lo chiede la cittadinanza”.

Federico
Pedini

Amati, Psrs
: “Molte procure
italiane stanno indagando su episodi che riguardano San Marino, anche il nostro
tribunale ha il dovere di farlo. Gli ultimi fatti accaduti in Repubblica ci
hanno messo in imbarazzo, le forze dell’ordine su un episodio in particolare mi
hanno lasciato perplesso. Questo tipo di infiltrazioni non riusciremo a
batterle da soli. Ben vengano i contributi e la collaborazione con la Fondazione Caponnetto,
che è un punto di riferimento anche per l’Italia. Mi auguro che a San Marino si
inizino ad aprire dei fascicoli sulla criminalità organizzata, che non si parli
solo di casi di secondo piano. Mi aspetto che il tribunale sia in grado di
aprire inchieste e non solo rispondere a rogatorie. Serve sinergia con le
procure che stanno combattendo la criminalità organizzata”.

Enzo Colombini, Su: “E’
pleonastico dire che
Sinistra unita sostiene questo provvedimento e ogni
iniziativa che va nella direzione di combattere la criminalità organizzata. Tra
gli altri interventi urgenti che ci aspettiamo c’è quello per rendere efficaci
le intercettazioni telefoniche. Infatti è necessario combattere la criminalità organizzata
con strumenti adeguati. Chiedo al segretario di Stato Casali di mettere a punto
questo strumento già in essere nel nostro ordinamento”.

Massimo Cenci, Nps:
“Ritengo un peccato aver visto sul display prima sei voti contrari (sul voto
per procedura d’urgenza), è segno che non si è capita la gravità della
situazione. Poco tempo fa la Fondazione Caponnetto ha ribadito il pericolo
delle infiltrazioni a San Marino. Non siamo un covo di malavitosi, ma la
criminalità organizzata è arrivata da noi dai territori limitrofi. Questo
provvedimento è un passo fondamentale, il primo dei tanti da intraprendere.
Anche da noi si inizierà a parlare di associazione a delinquere di stampo
mafioso, termine che prima non esisteva, ci sarà la possibilità di indagare con
maggiore segretezza e sarà possibile usare tecnologie avanzate per le indagini.
Solo con la legge non si combattono questi fenomeni, ma partire con una buon
provvedimento legislativo è un buon inizio. Poi sarà necessario guardare avanti
con la riorganizzazione dei corpi di polizia e con la creazione di un nucleo di
intelligence per prevenire questo tipo di attività”.

Alessandro
Rossi
, Su: “Spesso si parla di mafia come se fosse
un’entità astratta, non c’è la capacità di definire quali siano questi fenomeni
che possono contaminare la nostra Repubblica. Si rischia così di ragionare
per schemi precostituiti, senza il dovuto approfondimento, e di attivare tutti
quei percorsi necessari dal punto di vista legislativo. Ma non lo si argina
completamente senza il cambiamento culturale. Per contrastare il fenomeno è
necessario capire cos’è la mafia e attivare i meccanismi principali di
contrasto civile a ogni attività illegale. Oltre a elementi correttivi
legislativi, è necessario apportare elementi correttivi strutturali nella
nostra economia. Questo provvedimento è necessario, ma serve anche
un’educazione della cittadinanza alla legalità”. 

Teodoro Lonfernini, Pdcs:
“ll provvedimento che stiamo trattando assume un’importanza decisiva in
relazione a un sistema da rinnovare a 360 gradi. Rappresenta una serie di
valori, politico, sociale, giuridico e internazionale. Quello che siamo venuti
a conoscenza negli ultimi anni rispetto alle infiltrazioni non ci pone in
condizione di serenità e, per questo, è necessario oggi intervenire. Il
progetto di legge è anche il frutto di una campagna di informazione svolta
attraverso i canali di informazione quotidiana grazie a cui siamo venuti a
conoscenza degli insediamenti nella nostra realtà. Ma è frutto anche di
un’opera di sensibilizzazione portata avanti dalla segreteria di Stato
e dalla maggioranza. E questo è il valore politico. Poi il provvedimento dà gli
strumenti necessari affinché le istituzioni possano contrastare un fenomeno più
grande di noi. Ha valore giuridico perché modifica l’assetto penale e ha valore
di carattere internazionale perché può dimostrare che San Marino di fronte a
determinati fenomeni interviene in maniera decisa. Bisogna poi prendere
coscienza dei fatti, che nel tempo siamo stati un sistema aperto ma debole. La
debolezza è stata rappresentata da una volontà politica che non ha saputo
mettere in campo gli anticorpi necessari. Credo che la responsabilità politica
per mancanza di lungimiranza su questo ci sia stata. Così come per la classe
impreditoriale, commerciale, dei liberi professionisti che dovevano essere il
primo filtro affinché tutti i soggetti poco raccomandabili si permeassero
all’interno della nostra struttura sociale. Tutti in prima persona siamo
chiamati a farci difensori del nostro Paese”.

Gian Nicola Berti,
Ns
: “Non è San Marino un
Paese-Casa dei fenomeni malavitosi, ma è un Paese che è diventato fertile per
mancanza di controllo sul territorio. L’intervento normativo introduce concetti
su cui tutti abbiamo il dovere informare la cittadinanza, nell’attenzione a
prestare assistenza a eventuali associati a organizzazioni malavitose. Sono i
pericoli della prestanomanza, dell’uso di schede telefoniche utilizzate da
altri, del noleggio di auto, di chi presta assistenza e fa favoreggiamento. Le
leggi non bastano se non sono applicate e spiegate ai cittadini. Dobbiamo
puntare alla legalità sostanziale, la politica può farlo, può dare strumenti
efficaci di contrasto a magistrati e forze di polizia. Ma non possiamo cadere
nel terreno del giustizialismo e della strumentalizzazione delle informazioni.
Attenzione ad attribuire patenti di collusione quando non ci sono le prove. Non
generalizziamo, perché il ricorso alla calunnia è tipico della mafia.
Importante è poi riprendere il controllo del territorio con gli strumenti
adeguati. Noi abbiamo polizia, guardie di rocca, gendarmeria, organi di
controllo sulle attività economiche, interpol, magistrati. Sono tutti elementi
efficaci, ma non c’è purtroppo una regia e una strategia comune. Manca lo
scambio di informazioni, su questo si deve lavorare”.

Pier Marino Menicucci, Upr: “Mi sembra che tutti riportiamo le stesse idee e preoccupazioni. Noi
come Upr sosterremo questo provvedimento. Diamo atto al segretario di Stato per
la Giustizia di aver avuto la capacità di far coinvolgere le diverse parti e di
raccogliere il coinvolgimento e l’elaborazione del procuratore Vigna. La
normativa che ci troviamo ad approvare è un provvedimento importate. Condivido
l’idea che nel nostro Paese dobbiamo soprattutto fare un grande lavoro per
prevenire l’insediamento delle attività malavitose, non solo legislativo, ma
culturale e sociale. L’intervento di oggi è molto rilevante, non avevamo questo
tipo di reato. Mi auguro siano presi altri provvedimenti perché la difesa del
nostro Paese richiede un grande sforzo per dotare di mezzi autorità giudiziarie
e corpi di polizia. Anche gli altri provvedimenti presentati dal governo ci
auguriamo siano portati in Aula nel più breve tempo possibile”.

Francesca Michelotti, Su: “Questo è un problema di sicurezza che riguarda tutti, non un problema
politico. E’ su questi temi che si trova condivisione. Di un fenomeno con cui
abbiamo convissuto ignari per diversi anni, oggi abbiamo un’esplosione. E’
evidente che la determinazione politica deve essere molto incisiva. Questo
provvedimento ha il vantaggio di essere condotto in modo consensuale da tutte
le parti politiche e il segretario di Stato Casali ha dimostrato la sua
intelligenza. E’ un po’ un primo atto di questa nuova triste coscienza che si è
creata nella parte politica del Paese. Ma si può fare altro. Per esempio che il
Paese si costituisca parte civile nei processi di mafia che ci riguardano. Al
segretario di Stato pongo una domanda: l’introduzione del sequestro e della
confisca è previsto anche per le persone giuridiche e gli enti? Poi chiedo se
una volta verificata l’efficacia di queste norme è possibile introdurne di più
cogenti, di eliminare la possibilità di arresti domiciliari per gli imputati di
reati di mafia. Poi vorrei lanciare questo segnale al segretario di Stato:
forse servirebbe alle categorie professionali più esposte alla penetrazione
mafiosa, come avvocati, amministrazione, dirigenti della Pa, delle banche,
un’attività di professionalizzazione per approfondire il fenomeno e valutare le
contromisure da prendere”.

Roberto
Giorgetti
,
Ap
: “Non mi sento di
aggiungere ulteriori considerazioni a tutti gli aspetti già focalizzati. Mi
piace rimarcare il fatto che attorno a questo progetto si è realizzato un buon
lavoro di sintesi tra tutte le forze politiche. Vorrei inoltre sottolineare che
questo passo è molto opportuno così come quello di affrontare altri aspetti sul
piano legislativo. Il nostro ordinamento possiede già strumenti utili per
fronteggiare queste situazioni, forse serve più coordinamento, ma la chiave è
la collaborazione con una realtà più ampia come quella italiana. Sarebbe un
errore madornale pensare di affrontare in solitudine questo tipo di fenomeni. A
riguardo è stato siglato di recente un accordo di collaborazione tra le forze
di polizia dei due Paesi. Diventa poi essenziale dotarsi di strumenti di
polizia e di indagine per un contrasto efficace. A nome del mio gruppo esprimo
un pieno appoggio a questo provvedimento, credo siano da fare altri passi dal
punto di vista legislativo, ma non si deve perdere di vista la collaborazione
con l’Italia. Un ultima considerazione: l’aspetto culturale in questo vicenda è
fondamentale”.

Edda Ceccoli, Pdcs: “Il
Paese è cambiato e nessuno avrebbe mai pensato che anche San Marino venisse
inquinato da un fenomeno malavitoso. Le responsabilità sono tante, ma la più
esposta è la politica che non ha saputo per tempo comprendere il rischio. La
legge introduce l’associazione a delinquere, già prevista nel codice penale,
con la specifica di stampo mafioso, prevedendo opportuni aggravi di pena. Ci
sono sanzioni penali per chi fornisce assistenza e favoreggiamento, i beni
frutti di misfatti da organizzazione malavitose saranno soggetti a confisca,
mentre viene esteso il regime di segretezza delle indagini, e i magistrati
potranno autorizzare il ricorso a strumenti tecnologici per l’indagine. Il
tutto per adeguare la nostra legislazione a standard internazionali. Ma la
politica deve fare di più e introdurre deterrenti per scoraggiare le
infilitrazioni”.

Augusto Casali, replica:
“Di questi fenomeni abbiamo iniziato a parlare apertamente un anno fa. E da
allora molto è stato fatto. Questo progetto di legge non è il traguardo finale,
ma è un altro pezzettino di strada cui dare la giusta rilevanza, pur sapendo che
c’é ancora una strada lunga da percorrere per mettere il nostro Paese a riparo
da pericoli non remoti. C’è chi ha detto che non è sufficiente fare leggi, ma è
necessario attivare un processo culturale. Il vertice che si é svolto qualche
settimana fa credo sia stato molto importante, perché abbiamo coinvolto le
scuole e 400 nostri studenti. Ma con la crescita culturale è anche necessario
prevedere, per recuperare questo gap, una maggior professionalizzazione a tutti
i livelli e mettere in piedi un vero discorso di formazione dei diversi strati
della società.

Altri interventi sono complementari, il
riordino delle forze di polizia è indispensabile, non siamo sufficienti e c’è
bisogno di maggior specializzazione, altrimenti facciamo leggi e nessuno le
applica. Così vale per il tribunale. Il congresso di Stato ha preso sulle forze
di polizia decisioni importanti, ha pensato di fare assunzioni di personale di
polizia giudiziaria con requisiti molto diversi rispetto a 20 anni fa. Noi
purtroppo abbiamo un certo deserto da questo punto di vista. Sostanzialmete
siamo impreparati. Mi pare che questa legge sia un bel passo in avanti e un
viatico necessario per continuare su questa strada”.

 

Dichiarazioni
di voto

Giuseppe Maria Morganti, Psd: “Ribadisco il sostegno del Psd a una legge
che affronta un tema spinoso. Si tratta del primo segnale dell’attenzione della
classe politica, ma non è sufficiente. Occorre ora affrontare il tema della
riorganizzazione delle forze di polizia. Abbiamo fornito degli strumenti
importanti per la lotta alla criminalità, ma servono persone capaci che non li
utilizzino danneggiando l’assetto sociale di una piccola comunità come la
nostra”.

Ivan
Foschi, Su
: “Diamo sostegno
pieno e convinto a questo primo progetto di legge con cui iniziamo l’attività
di riscrittura e potenziamento della normativa antimafia. L’attenzione aumenta,
ma è solo il primo passo. Ci sono altri tre appuntamenti: le leggi sulla
confisca, sulla struttura di intelligence e sulla riorganizzazione del
tribunale e della sezione inquirente. Non dobbiamo perdere tempo, siamo in
ritardo di anni e fermi da due mesi”.

Paolo
Crescentini, Psrs
: “Ribadisco
il pieno sostegno del mio gruppo a un progetto di legge importante, grazie al
quale c’è una normativa necessaria per contrastare le mafie. Il clima di
confronto è stato costruttivo”.

Teodoro
Lonfernini, Pdcs
: “Il progetto
di legge rappresenta un’opportunità e un’innovazione, anche per quanto riguarda
i rapporti internazionali. Rientra in un lavoro accurato della segreteria di Stato
e della maggioranza. Confermiamo il pieno sostegno della nostra lista”.

Roberto Giorgetti, Ap: “C’è pieno appoggio a questo progetto di
legge frutto di amplissime convergenze. Si tratta di un passo in avanti, anche
per una maggiore sensibilità culturale nella popolazione. Sono comunque
necessari altri passi, come il potenziamento della polizia giudiziaria, della
collaborazione con l’Italia e altri Paesi, e del tribunale”.

Gian Nicola Berti, Ldl: “Confermo il pieno sostegno della Lista della
libertà. In passato siamo stati deboli, ora diamo il segnale di volerci
difendere in maniera legale e garantista. Si tratta di un progetto di legge
equilibrato ed è incoraggiante per la comunità sammarinese la condivisone
raggiunta. Ora però non dobbiamo fermarci qui”.

Giovanni Lonfernini, Upr: “Upr esprime posizione favorevole. Il testo è
stato condiviso e il progetto di legge non solo riscrive e aggiorna la
normativa, ma è un passo in avanti in generale. Dobbiamo continuare a mantenere
alto il confronto”.

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