Consiglio Grande e Generale. 17 dicembre 2014. Seduta del Pomeriggio. Agenzia Dire.

Consiglio Grande e Generale. 17 dicembre 2014. Seduta del Pomeriggio. Agenzia Dire.

COMUNICATO STAMPA

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 12-22 DICEMBRE

MERCOLEDI’ 17 DICEMBRE
– prima parte

Il Consiglio Grande e Generale prosegue l’esame del bilancio
di Previsione dello Stato per l’esercizio finanziario 2015 e il
tema dei contributi pubblici a partiti, movimenti politici e
consiglieri, trattato dall’articolo 15, è al centro del confronto
odierno. Tutti gli emendamenti della minoranza sono respinti, ma
viene recepita una proposta di
Rete sul
vitalizio (articolo 15 ter) con un emendamento che viene condiviso
con la maggioranza e con cui si prevede la perdita di diritto al
vitalizio parlamentare qualora l’ex consigliere venga interdetto da
pubblici uffici e diritti politici.

La seduta odierna riparte quindi dal dibattito sull’Art.15
“Finanziamento dei Partiti e Movimenti Politici”e relativi
emendamenti. Cittadinanza attiva propone un emendamento per abrogare
l’intero articolo e in subordine, di non raddoppiare il contributo in
caso di elezioni anticipate. Rete propone di alzare da 10 a 25% la
percentuale di riduzione dei finanziamenti proposta dal governo.
Quindi sia Ca, sia Rete propongono rispettivamente un ulteriore
emendamento “
articolo 15 bis”: Su e C10
chiedono di prevedere una nuova modalità di finanziamento che
includa la copertura delle spese per una sede, i funzionari e la
comunicazione. Il “15 bis” di Rete propone invece di eliminare il
raddoppio dei contributi ai partiti in caso di elezioni anticipate.
Al termine del dibattito, tutti e quattro gli emendamenti di Ca a
Rete sono respinti.
I successivi emendamenti sono sempre in tema
di contributi ai partiti e consiglieri presentati dalla coalizione Ca
e da Rete. Con “
articolo 15 ter” di
Cittadinanza attiva si propone la modifica della l
egge
170/2005, quella che regola il finanziamento pubblico a partiti e
movimenti, per limitare il contributo pubblico previsto, in caso di
elezioni, a 200 mila euro da suddividersi in parti uguali fra le
liste. In subordine, Ca propone, in caso di elezioni, un contributo
di 100 mila euro più un rimborso delle spese sostenute in campagna
elettorale che va da 7 a 30 mila euro, a seconda del numero di
consiglieri eletti. L’emendamento viene respinto.
Il vitalizio
parlamentare è invece oggetto degli e
mendamenti
articolo
15 ter di Rete e 15 quater di Ca.
Respinto l’emendamento “
Art. 15 quater
Vitalizio Consiglieri” di Ca per sopprimere i vitalizi degli ex
consiglieri, ad eccezione per quelli cui la propria pensione
risulti inferiore al trattamento minimo pensionistico”. Sorte
diversa per il
15 ter di Rete su cui si apre un
confronto con la maggioranza. Nella sua proposta Rete chiede di
cambiare la Legge 20 marzo 1997 n.38, affinché tale compenso non
venga maturato per le legislature con durata inferiori a tre anni e
affinché gli ex consiglieri che subiscano restrizioni della libertà
e/o condanne, anche non definitive, per determinati reati (di natura
finanziaria e a danno dello Stato) non abbiano diritto a compensi e
restituiscano quanto ricevuto. Idem per gli ex consiglieri che hanno
ricevuto censure politiche da parte di commissioni consiliari
d’inchiesta. Il capogruppo del Pdcs,
Luigi
Mazza,
propone
una “mediazione”
per cui si possa prevedere la
perdita del diritto al vitalizio “quando si entra in condizione di
non essere più eleggibile per la legge che regola la campagna
elettorale”. Ciavatta, Rete, interviene infine per ritirare
l’emendamento originale e sostituirlo con uno concordato con la
maggioranza che elimina il vitalizio all’ex membro del Consiglio
grande e generale che subisce con condanna via definitiva per reato
che comporti interdizione da pubblici uffici e diritti politici. Il
nuovo emendamento viene accolto a maggioranza.
All’Art.16
“Disposizioni relative ai fondi
destinati al funzionamento delle Giunte di Castello” viene accolto
l’emendamento di Ca per specificare il coinvolgimento della consulta
della Giunte di castello nella ripartizione dei fondi previsti.

I lavori proseguono con l’esame dell’articolato.

Di seguito un estratto della prima parte del dibattito odierno.

Comma 5. Legge di bilancio di
Previsione dello Stato per l’esercizio finanziario 201.

Dibattito sull’articolo 15
“Finanziamento dei partiti e movimenti politici” ed emendamento
“Articolo 15 bis” di Ca.

Toni Margiotta, Su:
“Intervengo per sostenere gli emendamenti. Se la legislatura
dovesse finire prima della fine naturale, il raddoppio del
finanziamento ai partiti non verrà erogato, è una scelta di
responsabilità per la cittadinanza, poi è importante aprire una
riflessione sul tema. E’ importante individuare una modalità diversa
per poter fare politica, sostengo che debbano esserci finanziamenti
pubblici e non privati, è importante rivederne le modalità. Noi ne
abbiamo proposta una che interviene sulle spese fisse e
sull’impostazione che va a definire l’organizzazione dei movimenti e
dei partiti. Rete ha individuato un modo che decurta la percentuale,
pensiamo sia una modalità di discussione e mi dispiace che nessuno
della maggioranza abbia espresso un parere”.
Luigi
Mazza, Pdcs:
“Devo ricordare
ai consiglieri che siamo qui e conosciamo l’impegno richiesto alla
politica e quanto costa alla collettività. Non credo che le proposte
di ridurre i gettoni siano la risposta. La riduzione è avvenuta,
avviene ed è fisiologica con le entrate dello Stato, è pari al 10%.
Non ci sono per esempio soldi per i giornali di partito, perché i
partiti hanno avuto tagli drastici. Spesso il contributo dei
consiglieri ai partiti è più alto di quello recepito. Pensiamo che
la politica debba andare avanti con volontariato? Non basta più.
Forse per Rete si fa campagna elettorale con Facebook. Volete
annullare i congressi dei partiti, i momenti di incontro e tutto ciò
che costa? Pensate sia un passo in avanti? Sono d’accordo con i
tagli proposti dal Bilancio del 10%, non mi vergogno poi a dire che
chiediamo il contributo a consiglieri e volontari, perché
diversamente dovremmo ridurre l’attività politica. Non si risolvono
i problemi del Paese riducendo il Consiglio a 30 consiglieri. Non è
il futuro politico del Paese”.
Andrea Belluzzi, Psd:
“Sottoscrivo ogni singola
parola del consigliere Mazza. I partiti devono attenersi a un
ulteriore passaggio, la formazione. I partiti non la fanno più
perché è un costo ospitare qualsiasi persona che faccia formazione,
ma serve alla collettività. Esprimo però apprezzamento per
l’impegno degli emendamenti, ma ritengo la Finanziaria non sia il
luogo giusto per discuterli. Non mi piace che i cittadini vedano la
politica come costo, è una funzione e se il finanziamento è dello
Stato è un modo perché non siano occulti. Affrontare il tema
ponendo come soluzione un taglio o il dimezzamento del Consiglio, che
vedo come provocazione, non è il modo giusto. Non esiste solo
internet per fare informazione, esistono altri mezzi per arrivare a
tutti. Bisogna garantire che partiti e movimenti possano svolgere il
loro ruolo”.
Mimma Zavoli, C10:
“Capisco che la proposta sia difficile da capire. Possiamo mettere
in campo, se lo vogliamo, un altro approccio verso la politica, e sta
anche nel sapere che l’intento politico è fatto di volontariato e
anche di costi. Però pensate davvero che non si possa fare meglio?
Noi pensiamo di sì. La formazione si fa anche andando con i
cittadini a parlare in piazza. Non è fare chiacchiere”.
Nicola
Renzi, Ap:
“Un tempo eravamo
abituati a fare comunicazione diversamente, oggi con i nuovi mezzi ci
troviamo a una commistione di modalità. Se però pensiamo al ruolo
della politica dobbiamo fare una riflessione più ampia di un
emendamento. Altrimenti ci si arena, come è successo per il
regolamento consiliare. La mia posizione e del mio gruppo: la
democrazia rappresentativa va difesa in tutti i modi. Malgrado ci
siano i tentativi di minarne le basi, ad esempio delegittimando il
fatto che le forze politiche siano un agente fondamentale della
democrazia rappresentativa. La crisi è dovuta al fatto che i partiti
non sono stati più in grado di assolvere questo compito. Nel momento
in cui i partiti abdicano a uno stretto contatto con la cittadinanza
iniziano i problemi. Ma la risposta non è togliere strumenti e forza
ai partiti, ma razionalizzarne le risorse e riaffermare queste
organizzazioni, anche se in futuro saranno gestite da altri. Poi
ciascuno può decidere di fare la propria azione come gli è più
consono, i social piuttosto che il faccia a faccia, ma guai
delegittimare tutte le forze di rappresentanza del Paese, altrimenti
è la deriva e ne abbiamo viste le conseguenze”.
Denise
Bronzetti, Indipendente di maggioranza:

“Il tema viene riproposto spesso in Finanziaria. Forse il taglio
del 10% non dimostra uno sforzo di fantasia, diversamente da quello
fatto da chi ha presentato emendamenti. Ma nel momento in cui i
movimenti diventano forze politiche in Consiglio che si devono
strutturare, anche i movimenti hanno avuto bisogno di sostenere delle
spese. I costi dei partiti sono costi della democrazia su cui tutti
dovremmo concordare. Nel tempo sicuramente sono state disperse
risorse economiche dei partiti. Del momento in cui la funzione di un
consigliere è quello di dedicare il proprio tempo per la politica e
le attività consiliari, in caso di eliminazione del finanziamento,
incorreremo in due problemi. Il primo è che la politica a tempo
perso la può fare solo chi ha soldi e proprie risorse, senza la
necessità di lavorare. Che la politica sia finanziata da
finanziamenti illeciti”.
Gerardo Giovagnoli, Psd:
“E’ da qualche anno che si discute del valore economico della
politica. La nostra legge del finanziamento ai partiti dispone che
sia in funzione degli ingressi dello Stato, per questo negli ultimi
anni è stato diminuito del 40%. Compromettere ulteriormente questi
importi significa mettere a rischio l’attività degli stessi partiti
e movimenti. Sul piano della formazione, malgrado le difficoltà
economiche di tutti, il Psd va avanti, aprendo alla comunità e anche
alle altre forze. Non ci mettiamo a sindacare su come si faccia
politica altrove, ma ci sono diverse forme e hanno portata economica.
Negli ultimi anni il rapporto politica-cittadini è cambiato.
L’intento non deve essere colpire indiscriminatamente per gli errori
commessi nel Paese e di cui i partiti sono stati responsabili. C’è
bisogno oggi di maggior politica, di maggior qualità. Non è
ragionando sui dati economici e sulle spese com’è stato fatto con
gli emendamenti che si risolve il problemi”.
Ivan
Foschi, Su
: “Il finanziamento
pubblico ai partiti è necessario, ma altrettanto la trasparenza. Una
serie di episodi registrati in campagna elettorale si sono verificati
in assenza di trasparenza. Tutte le forze politiche devono farsi un
esame di coscienza e pensare se non è il caso di dare un segnale di
responsabilità. Non si vuole fare di tutta l’erba un fascio, ma
proprio per evitare che lo si faccia fuori da qui serve un segno.
Nelle proposte di emendamento c’è l’eliminazione del raddoppio in
caso di elezioni anticipate. Con una gestione oculata non è affatto
vero che senza raddoppio non si riesca a fare campagna elettorale e
lo diciamo noi, un movimento politico che ha alle spalle tre campagne
elettorale e che non è mai andato in rosso. L’unico passivo
registrato è perché abbiamo ridato indietro 32 mila euro dei
contributi ricevuti. Quindi il ragionamento sull’articolo 15 bis,
riteniamo si possa ragionare su modalità diverse di erogazione, non
in contanti, ma prevedendo una serie di agevolazioni e criteri che
consentano maggior trasparenza”.
Alessandro Cardelli,
Pdcs:
“Il finanziamento
pubblico è una garanzia per il cittadino e per la politica. La
vostra proposta, e mi riferisco a Civico 10, danneggia principalmente
i grandi partiti violando il principio della proporzionalità. La
politica a San Marino non è un lavoro ma un servizio. Tanto che in
quest’Aula nessuno vive di politica: i consiglieri prendono 6/7 mila
euro all’anno. E comunque in un momento di crisi come quello attuale
ci impegniamo ad attuare ulteriori tagli. Gli emendamenti di
Cittadinanza Attiva e Rete non sono accoglibili.
Maria
Luisa Berti, Pdcs:
“Il
contributo negli anni è stato ulteriormente ridotto. Penso che il
contributo pubblico sia una conquista per la nostra democrazia,
perché credo che dare la possibilità a chi fa politica di avere
risorse è forma di libertà”.
Paride Andreoli, Ps:
“I partiti fino ad oggi si sono privati di un 30% circa dei
contributi pubblici. Ma la politica ha bisogno dei finanziamenti. O
facciamo come il sindacato (che prende lo 0.40% direttamente dai
cittadini), oppure non capisco perché la politica, che ha
responsabilità istituzionali importanti, debba rinunciare al
finanziamento? I Movimenti non possono venire in questa sede e
chiedere di cambiare le regole da soli: occorre farlo insieme. Mi
vergogno di venire tutti gli anni in Aula per parlare di
finanziamenti”.
Marco Podeschi, Upr: “Il
problema è di fondo. Non è una battaglia tra Movimenti e forze
politiche. Chi fa opposizione non ha alcun funzionario a fare
politica a tempo pieno: quando facciamo gli emendamenti ce li
facciamo da soli. Io sono aperto a tutti i ragionamenti ma si
considerino le differenze tra maggioranza e opposizione”.
Nicola
Selva, Upr:
“Cosa vogliamo
che sia la politica a San Marino? C’è una parte della politica
sammarinese che ha sia funzionari che consulenti. Le forze di
opposizione invece non dispongono di tali servizi”.
Mario
Venturini, Ap: “
Il
finanziamento è legato alle entrate dello Stato e siccome queste
sono diminuite, altrettanto ha fatto il finanziamento pubblico. Senza
contare i tagli operati dal Consiglio grande e generale. C’è una
rincorsa a tagliare il finanziamento pubblico che è più attenta al
consenso esterno piuttosto che alle reali necessità. Ma non è vero
nessun politico non è favorevole a ridurre i contributi,
personalmente sono favorevole a una discussione sul rivedere il
raddoppio in caso di elezione”.
Franco Santi, C10:
Riteniamo di avere
individuato alcuni criteri oggettivi di discussione per poter
ripensare la logica del finanziamento”.
Gian Franco
Capicchioni, s
egretario di Stato per le Finanze: “Invito
la politica a riflettere su questo tema e ad affrontare questo
argomento con un ampio confronto. Ma gli attuali emendamenti non sono
accettabili”.

Emendamento
aggiuntivo dell’articolo 15 bis presentato da Rete e discusso con
emendamenti Cittadinanza Attiva 15 ter e 15 ter in subordine
Roberto
Ciavatta, Rete:
“Nessuno vuole abrogare i finanziamenti ai
partiti. Abbiamo chiesto solo un piccolo sforzo ulteriore per via
della contrazione del bilancio. E’ la maggioranza a fare demagogia.
Le considerazioni sul dimezzamento dei consiglieri non è una
provocazione ma la strada da percorrere. Un consigliere ogni 500
abitanti è spropositato. In Svizzera sono 24 parlamentari ed in
Lichtenstein 25. E noi perché 60? Venendo all’emendamento, chiediamo
che i partiti facciano a meno del raddoppiamento del finanziamento in
caso di elezioni”.
Andrea Zafferani, C10: “In questo
emendamento parliamo di campagna elettorale. In campagna elettorale
le differenze tra i partiti dovrebbero essere nulle o limitate.
Nell’anno delle elezioni il finanziamento delle liste, ridotto a 200
mila euro ovvero di ad un quinto rispetto all’attuale, sarà
distribuito ugualmente tra tutte le liste. Il testo dell’emendamento
prevede che ‘nell’anno in cui si svolgono le elezioni per il rinnovo
del Consiglio Grande e Generale, il finanziamento complessivamente
previsto, pari ad euro 200 mila, rivalutabili annualmente sulla base
dell’andamento delle entrate del Bilancio dello Stato, sarà
suddiviso in parti uguali fra ciascuna lista a tal fine concorrente”.

Ivan Foschi, Su: “Con questo emendamento mettiamo ordine
su come vengono effettuate e rendicontate le spese. A noi sta a cuore
la trasparenza”.
Federico Pedini Amati, Ps: “Il
sottoscritto non è d’accordo a togliere totalmente il finanziamento
alla politica. Va bene che esista quello ordinario, perché non
possono esserci i poteri forti a condurre, in maniera ancora più
impropria rispetto a quello che abbiamo visto, la vita politica del
paese. L’emendamento è chiaro e chiede, in fase di spending review,
di non dare il doppio finanziamento ai partiti. Io sono a favore di
quello di Rete”.
Gian Matteo Zeppa, Rete: “Il Pdcs ha
ricevuto 475 mila euro di finanziamento e rimango basito di come
riescano ad andare in deficit di 78 mila euro. E anche molti altri
partiti sono in deficit. Non azzeriamo il finanziamento, ma solo il
raddoppio in campagna elettorale per un risparmio netto di un milione
di euro almeno”.
Mario Venturini, Ap: “Ap ha chiuso in
rosso per la prima volta il bilancio perché abbiamo proceduto
all’acquisto della sede. I 37 mila euro di deficit sono
abbondantemente coperti dalle riserve accumulate in questi anni. Se
volessi fare demagogia mi basterebbe dire che mai, noi di Ap, abbiamo
pagato il personale politico. Mi risulta che nell’opposizione c’è
chi lo fa. Allora potrei piantare un casino su questa questione. I
partiti non hanno tutti la stessa storia. Non accetto queste
generalizzazioni”.
Maria Luisa Berti, Ns: “Il debito
di Noi sammarinesi ammonta a 39 mila euro ma deriva dai costi di una
campagna elettorale. Non ci vergogniamo di questo debito. Non abbiamo
chiesto soldi a nessuno e non abbiamo finanziatori occulti. Siamo
l’unica forza politica che non ha dei consiglieri che lavorano come
funzionari di partito”.
Filippo Tamagnini, Pdcs: “A
mio avviso il Bilancio non è il luogo giusto per discutere di questo
tema perché prima delle cifre dobbiamo parlare di principi”.

San Marino, 17 Dicembre
2014/01

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