CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 19-26 GIUGNO
GIOVEDI’ 21 GIUGNO
Il Consiglio grande e generale non ha approvato la procedura d’urgenza per l’assestamento di bilancio che comprendeva la ricapitalizzazione della Cassa di risparmio. Era necessario raggiungere la maggioranza dei due terzi (39 voti favorevoli), ma i sì sono stati solo 32. Il provvedimento di legge necessita così della seconda lettura. Il segretario di Stato per le Finanze, Pasquale Valentini, ha letto in Aula la relazione di seguito riassunta.
Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze (prima del voto della procedura d’urgenza): “Il provvedimento è necessario per provvedere alla ricapitalizzazione dell’istituto e tra l’altro, consente di stabilire con Bcsm un contratto per consentire alla Fondazione l’intervento di capitalizzazione di cui oggi la Cassa di Risparmio ha bisogno per la stabilità del patrimonio di vigilanza. C’è stato un lavoro di confronto con tutti i gruppi presenti in Consiglio grande e generale,cui devo ringraziare per la disponibilità e la comprensione per l’urgenza della problematica. La disponibilità alla procedura d’urgenza è dovuta sia all’urgenza dell’intervento, sia alla delicatezza del tema, per non trascinarlo all’interno di un dibattito politico che in questo momento potrebbe avere conseguenze negative. E’ assolutamente importante poter discutere del progetto in una sola seduta, per questo serve la procedura d’urgenza e mi rifaccio alla disponibilità data dei gruppi per conseguire questa metodologia”.
Relazione e replica dopo l’esito del voto:
“Il presente provvedimento nasce dall’esigenza ampiamente condivisa con tutte le forze politiche di individuare idonei strumenti per consentire un’efficace ripatrimonializzazione della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino, primaria banca del Paese che, per effetto delle dinamiche legate alle vicende giudiziarie italiane del Gruppo Delta, ha subito negli ultimi anni un importante ridimensionamento patrimoniale. Il governo è arrivato all’individuazione di una soluzione che potrà consentire un’efficace e rapido intervento di rafforzamento patrimoniale della banca. Tale soluzione prevede la concessione da parte dello Stato di un finanziamento alla Fondazione San Marino Cassa di Risparmio Sums pari a 60 milioni di euro, finalizzato a un amento di capitale della Cassa di pari importo. L’intervento consentirà, assieme a un ulteriore aumento di 20 milioni a carico della stessa Fondazione e della Sums, un incremento patrimoniale della banca di 80 milioni. Lo Stato acquisirà mezzi finanziari per un pari ammontare attraverso l’accensione di un contratto di mutuo con la Banca centrale, o in alternativa, con primario istituto sammarinese o estero. Stante la natura dell’intervento si rende quindi necessaria una variazione del bilancio dello Stato che prevede l’adeguamento dei pertinenti capitoli di entrata e in uscita per le somme necessarie a consentire, sia l’erogazione del finanziamento, sia l’acquisizione dei mezzi finanziari. La variazione proposta prevede la riduzione di alcuni stanziamenti che consentirà di mantenere inalterato l’ammontare del deficit previsionale 2012. L’operazione rappresenta un intervento ponte necessario ad accompagnare la nostra banca più antica verso un nuovo corso. Come sottolineato anche dal Fondo monetario internazionale nel corso dell’ultima missione, il rafforzamento patrimoniale della Cassa rappresenta un’operazione di sistema. Da sola la banca rappresenta per dimensioni e numeri il 30% dei volumi del mercato finanziario interno e la sua clientela è pari al 55% della clientela residente. Questi valori denotano l’importanza della solidarietà patrimoniale dell’istituto che, senza gli effetti negativi della vicenda Delta, sarebbe oggi, anche dopo il forte drenaggio di liquidità provocato dallo scudo fiscale italiano del 2009, l’istituto con i più ampi margini di performance. Il Consiglio ha affrontato più volte il tema della ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio e specifici ordini del giorno votati con ampio consenso hanno dimostrato la sensibilità di quest’Aula al tema e la volontà di procedere con interventi concreti come raccomandato dallo stesso Fondo monetario. La relazione si concludeva con l’invito ad approvare la procedura d’urgenza che non c’è stata.
Mi rammarica, se pensate che non c’erano le condizioni per procedere d’urgenza, evitavamo di perdere tempo. Non avremmo dato questa sensazione alla Cassa che il Consiglio grande e generale non ritiene urgente l’intervento. Si dovrà procedere quindi i due passaggi della prima e seconda lettura, mi auguro non sia un elemento che possa compromettere il percorso di rilancio della Cassa di Risparmio. Mi rincresce si sia scelto come argomento di scontro politico un tema che richiedeva un altro tipo di responsabilità”.
La seduta è poi proseguita con una serie di progetti di legge in prima lettura. Il primo che va a modificare la Disciplina delle licenze per l’esercizio delle attività industriali, di servizio, artigianali e commerciali, è stato illustrato dal segretario di Stato competente, Marco Arzilli.
Di seguito un riassunto della relazione al progetto di legge.
Marco Arzilli, segretario di stato per l’Industria: “Il presente progetto di legge nasce grazie a due fattori: le mutate condizioni di fatto e di diritto che avevano portato alla stesura della Legge n. 129/2010 e la volontà di rendere l’accesso al nostro sistema economico in linea con quelli che sono gli standard internazionali di semplificazione ed efficienza amministrativa.
Si era consapevoli che sarebbe stato necessario far sviluppare negli uffici della Pubblica amministrazione sistemi di controllo efficaci e tra loro coordinati. Due anni fa lo scambio di dati tra uffici e l’accesso diretto agli stessi era raro e con forti limitazioni. Nel frattempo è diventato pienamente operativo l’Ufficio di controllo e vigilanza sulle attività economiche ed è stato istituito il Nucleo antifrode della Polizia civile.
Nel frattempo si è innescato un processo virtuoso che sta permettendo al nostro Paese di sapere cosa fanno le imprese, dando un volto intellegibile agli oggetti delle licenze e introducendo il concetto dell’attività prevalente ed effettivamente svolta. Si è inoltre raggiunto l’obiettivo di sanare la farraginosità della normativa inerente la disciplina delle licenze.
L’esperienza maturata in questi due anni di applicazione della Legge 129 ci hanno portato quindi alla predisposizione di questo progetto di legge improntato alla quasi completa eliminazione di burocrazia in capo agli operatori e allo spostamento di tutta la fase dei controlli successivamente al rilascio delle licenze. Serve però una vera informatizzazione della Pa. Per questo il presente progetto di legge prevede l’inizio del percorso che porterà all’utilizzo della posta certificata. Un gruppo di lavoro avrà come obiettivo quello di individuare entro 3 mesi tutto i passi necessari da effettuarsi per soddisfare le esigenze di informatizzazione delle procedure legate alla legge delle licenze.
Questa legge introduce inoltre, tra le altre, la possibilità di avere in capo ad un medesimo operatore economico più licenze riducendo così i costi di gestione. Introduce la distinzione tra sede operativa e sede legale. Prevede il ricorso all’istituito del part-time imprenditoriale per favorire l’iniziativa imprenditoriale di persone che esercitano un’attività lavorativa alle dipendenze di terzi. Amplia le possibilità di utilizzo del Codice operatore economico prima di avere il rilascio della licenza così da poter già acquistare tutto ciò che serve per l’esercizio della propria attività.
Siamo quindi in presenza di un progetto di legge che permetterà di ottenere il rilascio di una licenza il giorno stesso in cui viene presentata la relativa istanza e l’operatore dichiari di avere tutti i requisiti di legge per ottenerla. Ovviamente questo sistema per funzionare necessita di un serio efficace sistema di controlli.
Oggi si apre una nuova era, il lavoro è durato molto e c’è stato un grande confronto con le categorie. Siamo nel programma Doing Business della Banca mondiale, e possiamo interfacciarci con le best practises a livello internazionale”.
Il secondo progetto di legge in prima lettura è il Testo unico in materia di armi ed esplosivi, illustrato in Aula dal segretario di Stato per l’Industria, Marco Arzilli.
Di seguito un riassunto della relazione al provvedimento.
Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Il progetto di legge nasce dall’esigenza di andare a regolamentare un settore particolarmente delicato per la pubblica sicurezza ossia quello delle armi e degli esplosivi.
Purtroppo sia trasmissioni televisive con servizi poco edificanti sia la vicina Italia, che nel marzo del 2011 aveva assoggettato le procedure di vendita e acquisto di armi nel nostro territorio da parte dei suoi cittadini, alle procedure di imporazione-esporazione, hanno messo in luce la vulnerabilità del nostro attuale sistema. Siamo inoltre consapevoli che la conclusione dell’iter di approvazione di questo progetto di legge sarà la base per rivedere le procedure di vendita ed esportazione di armi da e per l’Italia, infatti in questi mesi vi è stato un confronto fattivo e costruttivo in merito con il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno della Repubblica Italiana, ma comunque si è scelto di guardare anche oltre, ossia all’Unione Europea.
L’articolato predisposto va a regolamentare le modalità di detenzione e di vendita delle armi, delle munizioni, degli esplosivi e dei fuochi pirici avendo particolare cura di garantire la tracciabilità di tali prodotti e il fatto che vengano in possesso solo di persone che, in base a requisiti oggettivi e soggettivi, offrano una determinata garanzia di affidabilità nell’uso e detenzione degli stessi.
La normativa si addentra nella disciplina del rilascio del Porto d’armi e del Nulla Osta introducendo precisi criteri psico-fisici e di condotta, per poi affrontare dettagliatamente le modalità di vendita. Relativamente a quest’ultimo aspetto si è poi scelto di procedere con modalità diverse a seconda che l’acquirente sia residente in territorio sammarinese piuttosto che italiano.
Gli operatori economici del settore sono stati distinti in Armerie e Armerie leggere, riservando alle prime in particolare la vendita esclusiva delle armi da fuoco, delle munizioni e delle polveri.
Si è poi proceduto a regolamentare la vendita all’ingrosso, l’importazione e l’esportazione degli articoli destinati alle Armerie leggere. Per qualificare poi gli operati del settore si è prevista la necessità da parte degli stessi di conseguire il Certificato di capacità tecnica armaiolo.
Si è inoltre istituita la Commissine Tecnica Armi ed Esplosivi composta dal Comandante del Corpo della Gendarmeria, dal Dirigente dell’Ufficio Industria, Artigianato e Commercio, da un rappresentante nominato dalle associazioni di categoria, dal Dirigente del Servizio Protezione Civile, dal Direttore del Dipartimento di prevenzione o sicurezza sul lavoro, che come compiti principali ha quello di esprimere parere circa l’idoneità dei locali e luoghi dove si svolge il commercio di armi e quello di svolgere il ruolo di commissione d’esame per il rilascio della qualifica di armaiolo e di persona con conoscenze specialistiche in materia di articoli pirotecnici.
Siamo quindi in presenza di un progetto di legge che ci rende conformi agli standard voluti dall’Unione Europea e che allo stesso tempo, grazie al costante confronto effettuato negli scorsi mesi con gli operatori del settore, tiene conto delle esigenze legate all’effettiva operatività dello stesso”.
La terza prima lettura è relativa al progetto di legge per la trasformazione dell’Azienda autonoma di Stato per i Servizi pubblici in società per azioni, presentato in aula dal segretario di Stato competente, Fabio Berardi.
Ecco un riassunto della relazione e dei relativi interventi dei consiglieri.
Fabio Berardi, segretario di Stato per i rapporti con l’Aass: “Il percorso di trasformazione dell’Aass in società per azioni di diritto privato va incontro a una esigenza già da tempo individuata per dare maggiore autonomia all’Ente. E’ stato aggiornata la struttura organizzativa e di bilancio per permettere una corretta impostazione di amministrazione e controllo delle diverse aree operative, ridurre i costi di gestione ed aumentare l’efficienza dei processi e, infine, rendere compatibile il bilancio dell’Aass con i criteri internazionali riservati agli operatori del settore energetico e dei servizi
Il progetto di Legge è stato strutturato con riferimento alle linee di principio della Legge sulle Società, dando precisa esecuzione a tutti i temi citati nel programma di governo, affrontando nell’articolato tempi e modalità di revisione dell’organigramma aziendale
Per quanto attiene agli assetti proprietari, il progetto di legge nel dotare l’Ente di personalità giuridica di diritto privato mantiene allo Stato la proprietà delle reti e degli impianti e il 100% del pacchetto azionario della Società. Le funzioni in capo all’Aass sono state aggiornate e riviste nell’ottica di rendere più rispondente la natura strutturale dell’azienda al ruolo di una moderna multiutility.
Sotto il profilo dell’autonomia economica dell’Ente, condizione indispensabile per l’efficacia del processo di trasformazione, è d’obbligo ricordare come dal 2009 al 2011 il trend
dell’andamento di bilancio sia passato da forti passività (-4.574.471,06 euro nell’anno 2009) a una
costante chiusura dei conti con segno positivo (+2.385.237,34 euro nel 2010, +2.674.664,17 euro
stimato per il 2011), con previsioni che consolidano questo risultato anche per il 2012.
A influire sull’andamento economico dell’Aass sono state le opportunità aperte dalla liberalizzazione del mercato energetico, che ha fino a questo momento ha sempre generato utili, ma è importante rilevare che nel 2012 anche il risultato della gestione operativa tornerà, dopo anni, a riportare un segno positivo indipendentemente dall’acquisto dell’energia, attestandosi attorno al pareggio di bilancio. Questo risultato, dovuto agli effetti della razionalizzazione delle operatività, è un fattore determinante nel pianificare il futuro dell’Azienda dei Servizi
L’Azienda è pronta a trasformarsi senza traumi economici o dotazioni straordinarie che non trovino corrispondenza nella sua reale dimensione patrimoniale, ferma restando la necessità di poter mantenere aggiornato e flessibile il sistema tariffario delle utenze. Da ultimo, è rilevante specificare che il progetto di legge stabilisce tempi e modalità, determinati a seguito di confronto sindacale, con i quali il personale dipendente potrà effettuare una scelta relativa all’impianto normativo del contratto di lavoro, di diritto pubblico o privato, cui vorrà aderire. Significativa l’introduzione di una clausola di ripartizione degli utili che ribadisce la volontà dell’Ente di stimolare responsabilità e senso di appartenenza fra il personale dipendente, fatti salvi tutti i diritti maturati da ciascuno”.
Enzo Colombini, Su: “La trasformazione in spa ci lascia molto perplessi, a livello europeo si mettono in discussione le aziende autonome e le spa degli enti locali. Non ci sono garanzie sugli sprechi. Non ne vediamo l’utilità”.
Andrea Zafferani, Ap: “Si parla di esternalizzazione, di funzione o altro? Non vorrei che questo articolo 34 andasse eliminato dall’articolo 3. Vorrei capire meglio”.
Fabio Berardi, replica: “Dalla prossima settimana darò ai gruppi politici disponibilità al confronto per valutare il testo. La preoccupazione del consigliere Colombini ha caratterizzato il confronto sulla legge, ovvero il rischio della privatizzazione dell’azienda, ma questo rischio, da parte del congresso, non c’é. Poi il tema dell’acquisto di energia sui mercati esteri. Già ho fornito chiarimenti al consigliere Rossi in Commissione e anche la disponibilità a valutare una forma di seconda opzione di verifica sull’operato dell’azienda. I valori in gioco sono quelli cumulativi finali, al consigliere Zafferani rispondo dicendo che quando parliamo di esternalizzazione non parliamo di erogazione dei servizi primari. Oggi l’azienda deve portare gas alle singole case, in alcuni casi lo
fa in proprio, in altri fa appalti con aziende sammarinese per farlo in maniera più economica. Così come per la lettura ai contatori, per esempio, già da tempo l’azienda fa appalti, l’ha vinta un’azienda di Gualdicciolo. Anche su questo mi sento di rassicurare”.
L’ultima prima lettura è il progetto di legge presentato da maggioranza e opposizione per la riforma della Consulta dei cittadini sammarinesi all’estero. La relazione è stata letta dal consigliere del Pdcs Giovanni Francesco Ugolini.
Giovanni Francesco ugolini, Pdcs: “Il presente progetto di legge completa l’iter avviato con l’ordine del giorno approvato il 24 novembre del 2009, con il quale si evidenziava la ‘necessità di adeguare l’operatività della Consulta alle mutate condizioni generali e politiche del Paese e per il quale si dovevano ‘predisporre le modifiche ritenute più opportune per consentire alla consulta stessa di continuare ad esercitare le funzioni per le quali è stata istituita.
La Consulta dei sammarinesi all’estero ha più volte insistito sull’importanza di riconoscere nuovamente il proprio ruolo di organo piuttosto che di organismo, sulla richiesta di essere preventivamente consultata riguardo le decisioni concernenti i cittadini residenti all’estero e sulla disponibilità a rendere più snella la composizione dell’assemblea dei delegati con positive ricadute economiche. D’altra parte il ruolo storico e la numerosità della comunità sammarinese non residente che raggiunge circa la metà della popolazione residente rende il tema del rapporto con la Consulta, che ne è la legittima rappresentante, di primaria importanza democratica, culturale e sociale.
Su queste basi si è innestato un confronto tra il governo e la consulta che negli ultimi mesi, dato anche il forte invito della Consulta a raggiungere la conclusione del percorso, ha visto i partiti disponibili ed impegnati per giungere alla riforma oggi presentata. Si tratta quindi di un testo su cui già si sono espresse positivamente tutte le forze politiche presenti in Consiglio grande e generale e su cui il governo ha dato la propria approvazione al fine di rendere operativa la riforma in tempo utile per l’organizzazione della prossima Consulta generale di ottobre.
Un confronto che ha dato modo a tutti i partiti sammarinesi di apprezzare lo spirito di disponibilità e di attaccamento alla Repubblica evidenziato ad ogni riunione con i delegati della Consulta, i quali partecipano al consolidamento dei legami tra i cittadini residenti in territorio e quelli residenti all’estero evidenziando anche l’opportunità della collaborazione economica che può essere messa a disposizione da chi vive in altri Paesi, ma ha a cuore le sorti di San Marino, in particolare in un momento storico così delicato”.
Antonella Mularoni, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Il governo ha seguito l’iter del progetto di legge, che è frutto di un risultato significativo che ha trovato convergenze tra la Consulta e tutti i gruppi politici che ne sono i promotori. Sono rimasta perciò sorpresa che i gruppi non abbiano deciso di licenziare il provvedimento in un’unica seduta, avremmo evitato di prolungarne i tempi, anche perché, eventuali modifiche, se ci fossero, dovrebbe poi essere riproposte alla Consulta. Non è il governo promotore del progetto di legge e registro quindi la decisione assunta”.
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