La seduta del
Consiglio grande e generale è ripartita dalla ratifica degli accordi,
illustrati in Aula dal segretario di Stato per gli Affari interni, Valeria
Ciavatta, tra governo e sindacati in merito al rinnovo del contratto di lavoro
del pubblico impiego per il biennio 2011-2012 e alla stabilizzazione del
personale precario nel settore pubblico allargato. Il primo accordo è stato
ratificato all’unanimità, il secondo con due astenuti.
Allo stesso comma anche la mozione
di Sinistra unita, presentata dal consigliere Vanessa Muratori, perché il
Consiglio grande e generale sia impegnato in una prossima seduta a dedicare un
comma al riferimento del governo sulla risoluzione della questione del
precariato nella Pubblica amministrazione. La mozione è stata ritirata.
Di seguito un
riassunto del dibattito.
Valeria
Ciavatta, segretario di Stato per gli Affari interni: “Preciso una questione di natura
tecnica attinente l’odg. Prende in esame accordi siglati, senza indicare quale
atto il congresso di Stato deve compiere. In questo caso la necessità è che il
Consiglio grande e generale compia le ratifiche. Due: una per la stabilizzazione,
l’altra per il rinnovo contrattuale per il pubblico impiego.
Per contestualizzare quello che il Consiglio grande e
generale fa oggi: con un percorso molto lungo e complicato- d’altronde da
sempre tra governo e sindacati gli accordi sono lo specchio dei tempi, e noi viviamo
tempi difficili- siamo arrivati ad oggi. Il Governo mira a risparmi nella Pa, e
al contenimento dei costi per il personale. Questa trattativa è stata molto lunga,
ma non è durata due anni. I primi documenti che ho rinvenuto sono di circa un
anno fa. Un verbale importante è quello politico dell’aprile 2011, che aveva
portato l’attenzione su alcune materie importanti in cui avevamo individuato un
terreno fertile per la contrattazione. Avevamo pensato a condizioni nuove.
Successivamente, nella finanziaria di fine 2010, è stato stabilito che per
l’anno successivo si era deciso per il taglio del 10% dell’indennità di funzione
e che qualora si fossero individuate fonti di risparmio, questo si sarebbe
adoperato per la contrattualizzazione dei precari, quelli di lunga data.
Abbiamo sempre preso in considerazione le aspettative legittime, quelle di
precari che lo sono da molto tempo.
Nonostante momenti di grande conflittualità, il tavolo di confronto non si è
mai interrotto. Non abbiamo mai fatto mancare il nostro impegno. Il risultato
non parla solo di stabilizzazione, ma anche di rinnovo contrattuale. Si parla
anche di risparmi. Il 17% per la spesa corrente, per esempio. Non in tutti i
settori i risparmi sono conseguiti con la stessa dimensione ed efficienza,
sicuramente si dovrà lavorare da qui in avanti per farne di consistenti. Devo
ricordare che questi 2 accordi riguardano tutto il settore pubblico allargato. Queste
800 unità sono il risultato di anni e anni di blocco delle assunzioni.
L’amministrazione, queste 800 unità, reggono il cambiamento del nostro
paese, l’adeguamento agli standard internazionali e devono reggere anche la
necessità di creare nuovi servizi. Il contratto viene rinnovato a costo zero e
prevede risparmi. La stabilizzazione non prevede la corresponsione di
arretrati. Il costo è rappresentato dal fatto che nella Pa chi è precario non percepisce
gli scatti di anzianità. Ci sono settori come sanità e istruzione in cui
l’anzianità di precariato è molto più lunga, ma c’è anche il conseguimento di
indennità di funzione e in alcuni casi un passaggio di livello. Abbiamo
risparmi che costituiscono diritti per i dipendenti, come part time e
aspettative. Abbiamo ridotto di molte ore i permessi sindacali, 15.000 ore
quando non ci sono i congressi, 28.000 negli anni in cui ce ne sono. Su
questo aspetto c’è stato grosso conflitto.
L’accordo di stabilizzazione riguarderà circa 340 soggetti che potrebbero
essere interessati. Abbiamo introdotto la stabilizzazione anche per il
contratto privatistico. Prevista anche quella del precariato interno, che ha un
costo molto basso e non influente. Abbiamo bisogno di partire con strumenti già
predisposti avendo le idee abbastanza chiare”.
Vanessa Muratori, Su: “Può considerarsi superata, chiedeva
al governo quali fossero gli intendimenti sulla stabilizzazione dopo un
balletto durato due anni. Ora finalmente è arrivata, nel 2002 si dice che era
l’ultima e non ce ne sarebbero state altre. Speriamo tra dieci anni di non
doverci ritrovare a discutere dell’ennesima stabilizzazione”.
Angela Venturini, Mod: “La firma per la stabilizzazione
e il rinnovo del contratto del pubblico impiego sono tra gli ultimi successi, insieme
alla firma dell’accordo con l’Italia. Il sindacato porta a
casa un triplice risultato, stabilizzazione, rinnovo per la Pa e frontalieri,
quest’ultimo punto legato alla prossima riforma fiscale. Eppure preferisce far
finta di non vedere. Abbiamo perso la cultura del lavoro per fare posto all’assistenzialismo,
che differenza di messaggio arriva dai lavoratori dell’Emilia, pronti a
ricostruire le proprie aziende, rispetto a quello lanciato dalla Csu che invita
a
scendere in piazza. Lo sciopero è uno strumento assolutamente superato,
anacronistico e improprio quando il problema più grosso è la disoccupazione.
Non andare a lavorare per chi il lavoro ce l’ha, è un insulto per chi non ce
l’ha. Ma quanto è stato speso per le locandine e i volantini dello sciopero di
domani? Il sindacato avrebbe fatto meglio se quei soldi li avesse dati ai
terremotati”.
Pasquale Valentini,
segretario di Stato per le Finanze: “Si tratta di
un’azione che ha coinvolto tutto il governo. Questi due interventi si
inseriscono nel percorso della ridorma della Pubblica amministrazione. Senza
certezza nel rapporto contrattuale e nella posizione dei dipendenti il quadro
sarebbe instabile.
Sono interventi necesasri e caratterizzati da sostenibilità, quindi non
c’è aumento nella spesa corrente, si va verso una ruiduzone del personale senza
intaqcare la qualità dei servizi, si ristrutturano i livelli retributivi, c’è
equilibrio tra interventi nella Pa e nel settore del’economia.
Dopo momenti difficili, l’ultimo periodo di confronto
con i sindacati è stato caratterizato da disponbilità. Non altrettanto è
avvenuto per la riforma tributaria, un atteggiamento che stride. Gli interventi
sono molto equilibrati: il primo consente di mantenere il livello di
occupazione senz aumenti retributivi; il secondo considera un periodo congruo
di anzianità di servizio e prevede risparmi”.
Stefano Palmieri, Ap: “E’ un tassello importante quello che si è costruito
oggi, credo che la sensibilità dei pubblici dipendenti sia profondamente cambiata
rispetto al passato. In altri paesi ci sono stati tagli pesanti e licenziamenti.
A San Marino, eliminando queste soluzioni, il posto di lavoro è stato garantito
come principio, viene rivisto invece il livello retributivo e si richiede una
professionalizzazione maggiore in tutti i settori della Pa, per essere in linea
con il mercato internazionale e con quello che viene richiesto dagli organismi
internazionali. E’ un primo passo, bisogna arrivare al rinnovo dei contratti
nel privato, speriamo sia di buon auspicio anche per la loro firma che potrebbe
riportare un clima sereno tra sindacati, imprese e politica. Ci auguriamo ci
sia un forte senso di responsabilità, come per i pubblici dipendenti. Mi
piacerebbe se questo principio fosse esteso anche alla Pa allargata, tra cui
Banca centrale, SmTv e altre aziende partecipate dallo Stato”.
Giovanni Lonfernini, Upr: “Saluto con favore l’ampliamento degli orari di
servizio di sportello, resta però una fase di sperimentazione. Oggi, pur
comprendendo le difficoltà , l’avvio di una fase di questo tipo va a
riconfermare atteggiamenti che non portano alla risoluzione dei problemi che
stanno a cuore alla cittadinanza. Se vogliamo avvicinare l’utenza
all’amministrazione, questo era uno dei punti in cui ci voleva più coraggio.
Altro punto, la stabilizzazione del bilancio: oggi non ci sono elementi di
certezza rispetto quella tabella di marcia che il governo, prima di andare a
Washington, aveva annunciato. Desidero ricordarvi che il Fmi ha messo a nudo le
criticità del sistema, ponendo forte attenzione alla Pa e invitando la classe
politica a trovare una quadra più allargata per condurre la lotta agli sprechi
e limitare il peso eccessivo della Pa. L’Upr intende a rilevare comunque che
questa comma è una risposta al precariato e alla mancanza di contratto, auspichiamo che questi accordi chiudano una
fase. Resta aperto il problema di limitare la spesa corrente e mi chiedo come
questo passaggio si allineerà al piano di sviluppo”.
Claudio Podeschi, segretario
di Stato per la Sanità: “Nel Paese alcuni soggetti portano avanti la teoria
che si possa fare senza contratti. Invece sono un diritto e un dovere. Però non
si usano più gli scioperi per i contratti, ma per chiedere interventi sull’operato
legislativo del Parlamento. Dobbiamo stare attaccati al lavoro. Nel settore
della sanità servono interventi sul corpo infermieristico, perché in Italia
aumentano i numeri. L’Ausl di Rimini aumenta il personale e diventa un
concorrente forte. Così i nostri infermieri vincono i concorsi e vanno fuori
territorio e noi dobbiamo convenzionarci con rumeni e cittadini stranieri.
Il sindacato ora fa politica, c’è stato un cambiamento di mentalità, ma
nella trattativa per il pubblico impiego hanno in parte capito le difficoltà e
si sono adattati”.
Giovanni Francesco Ugolini,
Pdcs:
“Governo e maggioranza, nonostante la crisi, stanno raggiungendo traguardi
importanti. Sono stati chiesti sacrifici e sono stati fatti dei tagli. La firma
del contratto per il pubblico impiego a costo zero è molto importante. Sono
previsti nuovi orari, part time e informatizzazione per snellire la burocrazia
e per andare incontro all’utenza. Ci sono anche risparmi. E si danno risposte
alla stabilizzazione dei precari di lungo periodo, anche 15 anni”.
Francesco Mussoni, segretario di Stato per il Lavoro: “Ero tra quelli
che vedevano in questa trattativa la necessità di garantire servizi essenziali
e di evitare una precarizzazione dei rapporti di lavoro e, in definitiva, di
far sì che non ci fosse un precariato diffuso, ma si contemperassero piuttosto
esigenze di risparmio e di una Pa che ha bisogno di logiche e orari molto
diversi da quelle che oggi la caratterizza. Ritengo che in questo accordo vi
siano questi elementi importanti di riconoscimento del lavoro per chi lo presta
da molti anni, al tempo stesso un risparmio importante e significativo. Il tema
di come il mondo del lavoro privato possa essere sempre meno distante dal
pubblico, il tema della flessibilità di orari e servizi, restano in piedi. E’ un percorso che va continuato con molta
convinzione come ci ribadisce l’Fmi. Siamo consapevoli di aver dato risposte
importanti e che il percorso è quanto mai necessario da continuare con
un’ulteriore convinzione, alla luce di un mondo del lavoro che sempre meno deve
essere distinto tra pubblico e privato. E’ un primo passo, ma ancora
insufficiente cui i governi dovranno dare molta enfasi e forza”.
Federico Pedini Amati, Psrs: “Il settore pubblico è molto particolare
perché riguarda moltissime famiglie sammarinesi. Anche dentro il Consiglio
grande e generale c’è particolare delicatezza ad affrontare questi temi, perchè
molte persone sono alle dipendenze dello Stato, non è una critica, ma la
verità. Quando si parla di stabilizzazione di precariato, non ci si può
comunque permettere di arrivare con la mannaia perché la spesa è fuori
controllo. La macchina della Pa continua però ad essere una macchina che costa
troppo e non in grado di dare quei servizi richiesti dal contesto
internazionale”.
Francesca Michelotti, Su: “Dopo la stabilizzazione ci si aspetta la
normalizzazione del fenomeno affinché sia contenuto nei livelli fisiologici di
una organizzazione che presta servizi essenziali e può avere un bisogno
ulteriore di personale. In realtà, la messa a norma di situazioni che incidono
non solo sulle persone, ma sulle efficienze dei servizi, andava fatta prima. Ma
ciò non toglie nulla al provvedimento, al suo valore e significato. Il
precariato induce ricadute negative e disuguaglianze tra i dipendenti, ma anche
sulla qualità dei servizi pubblici. Si deve trovare un punto di equilibrio in
cui ci sia riconoscimento dei diritti maturati del precario e quello della Pa
di garantire il meglio nell’esercizio funzioni pubbliche. Vorrei rispondere ad
Angela Venturini che è un consigliere cui riconosco grande franchezza. Però
penso che il sindacato sia stato importantissimo per la tutela del lavoro, si è
battuto per questo. Mi spaventa che lei dica in quest’Aula che non si può
scioperare, il diritto di sciopero non si tocca. Ha detto poi che il sindacato
ha avuto tre successi, tra cui la soluzione del problema dei frontalieri.
Invece, l’accordo sottoscritto a Roma rimanda il problema alla decisione
dell’Italia su cui dovremo misurarci. Non mi pare quindi che lei possa vantare
questo successo da celebrare. I frontalieri sono nella stessa posizione in cui
si trovavano prima della firma dell’accordo”.
Paolo Crescentini, Psrs: “L’accordo di
stabilizzazione dà certezze, speriamo che arrivino anche per il settore
privato. E’ a costo zero e prevede accantonamenti frutto della legge di
bilancio del 2010 sul 2011. Non verranno però riconosciuti gli arretrati.
Sarebbe opportuno dire basta alle convenzioni, alle collaborazioni, alle borse
di studio e agli stage.
Per il rinnovo del contratto si va verso un avvicinamento del settore
pubblico a quello provato sul fronte degli orari di lavoro. Importante è non
creare più precari”.
Claudio Felici, Psd: “Nutriamo molte
perplessità, non tanto però su questi provvedimenti. La pa è stata una delle
leve per ridistribuire la ricchezza creata, ma ora le regole sono cambiate. Il
segretario di Stato Ciavatta, all’interno del governo, ha lavorato molto, però
prima occorreva definire il nuovo sistema a regime e poi occuparsi del
transitorio. Senza stabilire prima il fabbisogno, se poi risulterà personale in
eccesso, magari proprio per quanto riguarda i lavoratori che oggi
stabilizziamo, si va a creare un corto circuito.
Il contratto del settore pubblico arriva con un ritardo inferiore
rispetto a quello del settore privato. Ma quando si risolveranno le cose per l’altro
pezzo del Paese? Aspetta dal 2005. Così non c’è l’equità che tanto
sbandieriamo, dobbiamo rendere i lavoratori più uguali. Serve quindi uno sforzo
per dare risposte più complessive”.
Clelio Galassi: “Devo prendere atto
che questi accordi vengono sottoscritti in un momento particolare della vita
economica del Paese e partono da direttive date da una legge di bilancio che il
governo è obbligato a seguire. E’ arrivato il contratto a costo zero che ha
chiuso oltre un anno e mezzo di contrattazione. L’augurio per il futuro è non
che non ci sia più precariato, ma che i posti siano accessibili attraverso
concorsi definiti da leggi approvate di recente. E’ la soluzione che i governi
futuri dovrebbero tenere in considerazione. E’ vero che abbiamo creato molto
precariato nel Paese, ma è anche vero che molti sono precari per grazie
ricevute. La fine della precarizzazione di oltre 300 dipendenti che si
trovavano in situazione di disagio è una cosa importante da non sottovalutare e
anche le organizzazioni sindacali dovrebbero tenere conto dei sacrifici che
stiamo facendo a livello economico e di stabilizzazione del Paese. Vorrei poi
intervenire sulle politiche che sta facendo una parte del sindacato del nostro
Paese. Da tempo ha sempre cercato di usare la tattica dello sfogliare la
margherita, di mettere sul piatto sempre qualcosa da pretendere, così oggi
approviamo il contratto della Pa, ma resta il problema del contratto dei
settori privati, che deve essere chiuso nei migliore dei modi. Però dal
bilancio dello Stato non ci sono risorse che possono essere riversate per la
sua chiusura. Hanno sollevato poi il problema della riforma tributaria. E
mentre si chiude la vertenza sulla Pa, ci ritroviamo uno sciopero generale che
a mio avviso, ma è una valutazione personale, ha tutto il carattere di uno
sciopero politico non di un’iniziativa nell’interesse dei lavoratori. Qui sta
la mia amarezza. Da un lato dobbiamo sottoscrivere una serie di accordi
importantissimi. Dall’altra ci troviamo un sindacato che fa svanire gli
interessi generali. Magari domani sul Pianello ci ritroveremo anche gli ex
precari e i dipendenti pubblici che hanno avuto dei benefici con il rinnovo del
contratto. Nel sindacato prevale la logica integralista. Sul Pianello oggi
pomeriggio ho ascoltato un sindacalista autorevole ha detto al collega Andreoli
di ricordarsi che questa è l’ultima seduta del Consiglio grande e generale.
Questo non è l’atteggiamento degno di un rappresentante sindacale”.
Valeria Ciavatta, segretario
di Stato per gli Affari interni: “Voglio ribadire un concetto di fondo, se è vero che
gli accordi governo- organizzazioni sindacali sono lo specchio dei tempi,
questo vale particolarmente in questo momento, non solo per il rinnovo a costo
zero, ma anche per gli altri risparmi aggiuntivi su istituti oggetto di
contrattazione. Forse lo si vuole minimizzare, ma é estremamente importante,
perché non solo copriamo il costo della stabilizzazione, ma già dal 2013
conseguiremo un contenimento più consistente con l’accordo. Dal sindacato poi
viene accettato quanto dalla maggioranza e dal governo è stato posto e la
necessità di corrispondere alle aspettative del Paese sul contenimento dei
costi nella Pa e di dare una risposta coerente agli impegni presi con il Fmi.
Abbiamo dei punti di riferimento fermi, le osservazioni del Fmi e le
deliberazioni del Consiglio grande e generale tramite ordini del giorno e
leggi, in particolare quelle finanziarie e l’allegato Z, che danno una cornice.
Sono molto preoccupata per lo sciopero di domani, con un piccolo o un
grande sforzo, se serve, si può sempre trovare una soluzione. Poi non vorrei
che certi discorsi dovessero
La possibilità di licenziare nella Pa c’è, ma non si fanno tagli di
accetta, a meno che in futuro saremo costretti a certe decisioni. Un governo
che viene considerato incapace e confusionario, non ha dovuto licenziare ed è
riuscito fino ad ora a raggiungere risultati anche imposti dall’esterno
cercando di mettere in fila una cosa dietro l’altra, facendo anche un discorso
di equità. C’è la piena soddisfazione del governo, spero il Consiglio grande e
generale voglia ratificare gli accordi che saranno tradotti in progetto di
legge. E’ un percorso in cui il Consiglio grande e generale è molto coinvolto
per poter esprimere il suo giudizio”.