Consiglio Grande e Generale. 19 luglio 2016. Seduta notturna. SMNA

Consiglio Grande e Generale. 19 luglio 2016. Seduta notturna. SMNA

COMUNICATO
STAMPA

CONSIGLIO
GRANDE E GENERALE 18-21 LUGLIO

MARTEDI’ 19 LUGLIO-
Seduta Notturna

Il Polo della moda torna
protagonista del dibattito consiliare in seduta notturna al comma 21,
dedicato al
Progetto di legge volto alla tutela degli
investimenti. Nel pomeriggio era stata accolta dall’Aula la Procedura
d’urgenza, approvata con 39 voti a favore, 13 contrari, un non
votante, ma il Comma era stato sospeso, perché erano in corso
approfondimenti tra i gruppi di maggioranza su un emendamento. In
serata, all’avvio dei lavori, viene così presentato un emendamento
che modifica fortemente il contenuto del provvedimento. L’emendamento
è sottoscritto da Pdcs, Psd e Ap. In sintesi, l’intervento modifica
non più la Legge in materia di sostegno allo sviluppo economico, ma
il Decreto delegato n. 162 del 3 novembre 2015, relativo alla
Convenzione siglata tra Ecc. ma Camera e Gruppo Borletti. Si apre
quindi il dibattito cui sono previsti 44 interventi, anche se molti
iscritti rinunciano a prendere la parola. Tra gli interventi, quelli
dei consiglieri di Noi sammarinesi,
Maria Luisa Berti e
Massimo Cenci, che motivano la contrarietà alla
procedura d’urgenza e il non aver sottoscritto l’emendamento
modificativo del progetto di legge. “Non mi piace l’atteggiamento
servile nei confronti di chi chiede continuamente integrazioni e
modifiche- lamenta Berti- non possiamo procedere in questo modo,
abbiamo una dignità istituzionale da legislatori e come esecutivo e
va dimostrata nei fatti”. Per
Luigi Mazza,
Pdcs, questo provvedimento “non è altro che un’altra conseguenza
dalla scellerata scelta di mettere a referendum l’iniziativa
imprenditoriale” del polo della moda. Si spiegano così infatti le
richieste per la stabilità normativa dell’imprenditore. Durissimi i
consiglieri di Rete, C10 e Augusto Casali, Ps, per la modifica
repentina del provvedimento passato in procedura d’urgenza.
Elena
Tonnini
, Rete, sottolinea la gravità della situazione:
“Quella che ci ritroviamo in Aula- punta il dito- è la legge di un
investitore che ha piegato le istituzioni, così si crea un
precedente”.
Mimma Zavoli, C10, accusa governo
e maggioranza di superficialità: “Avete conferito una procedura
d’urgenza su qualcosa che non è la medesima cosa che ora andiamo a
discutere”. Per
Casali tutto sta a dimostrare
che “il governo c’è di nome ma non più di fatto”. Per
Federico
Pedini Amati
, Lbsm, i numeri dicono che la procedura
d’urgenza è “passata con una nuova maggioranza”. Il dibattito si
interrompe con l’intervento di Nicola Renzi, Ap, e proseguirà domani
mattina.

 

Di seguito un estratto degli interventi in seduta notturna.

Comma 21. Progetto di legge “Modifiche al
Decreto delegato n. 162 del 3 novembre 2015”

Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio:
“A seguito dell’accordo con i gruppi, cambia la ratio del
provvedimento originario che aveva un carattere generale di tutela
dei grandi investimenti. Ora è più specifico e limitato ad
intervenire sull’investimento del polo della moda. Chiederei a
qualcuno della maggioranza spiegasse il testo visto che nel
pomeriggio hanno lavorato in particolare i gruppi di maggioranza.
L’art 2 resta invariato, mentre l’art. 1 viene modificato con
l’aggiunta dell’articolo 10 bis ‘stabilità normativa’”.
Marino
Riccardi, Psd:
“San Marino in questa fase ha bisogno di grandi
investimenti, personalmente preferivo un intervento più organico che
avesse un riferimento di carattere più generale dove coloro che
stipulavano convenzione con Ecc.ma Camera, una volta approvata dal
Consiglio, investimenti sopra un certo importo fossero garantiti
sotto ogni possibile prova di cambiamento. Si è scelta un’altra
strada, è un passo positivo ma risolve un problema contingente. Ci
aspettiamo che questo grosso investimento sia da traino ad altri
investimenti con cui ci troveremo poi nella stessa problematica di
questo che, grazie al referendum, tarda un anno per l’avvio ai lavori
con ripercussioni negative su occupazione ed entrate per lo Stato”.

Paolo Crescentini, Ps: “Il Ps si è detto subito
favorevole al Polo della moda, siamo consapevoli dell’importanza di
portare investimenti in grado di garantire entrate allo Stato e
soprattutto lavoro. Quello che ci lascia perplessi è il modus
operandi del governo. Si era detto che l’obiettivo era attrarre
investimenti fuori territorio, ma ci chiediamo perché non si sia
fatto a suo tempo con una legge a protezione degli investimenti
stessi, Oggi arriviamo in modo tardivo e con un intervento ad hoc,
cucito su misura per gli investitori del polo della moda, altrimenti
l’investimento rischiava di non andare a buon fine”.
Mimma
Zavoli, C10:
“Devo dichiarare il mio imbarazzo nell’affrontare
questo testo. Ho approfondito un testo diverso da quello partorito
oggi. Avete conferito una procedura d’urgenza su qualcosa che non è
la medesima cosa che ora andiamo a discutere. C’è una condizione di
massima superficialità nell’affrontare questa situazione. E’ un
comportamento assolutamente stigmatizzabile, riconducibile ad una
mancanza di programmazione e organizzazione. Fare le cose in corsa
non è mai attività che si presta a fornire buone cose, vi è
l’appesantimento su tutto delle difficoltà di questo governo eroso
da veti incrociati e personalismi. In questo contesto fate una
proposta inguardabile e vi credete giocatori furbi ma siete molto
maldestri”.
Luigi Mazza, Pdcs: “Non credo che la
decisione di virare da un provvedimento generico su uno specifico
intervento relativo al polo della moda abbia creato la confusione
denunciata da chi mi ha preceduto. Chi ha votato l’urgenza sapeva
benissimo quale argomento si andava a trattare. Mi permetto di dire
che io personalmente non avrei voluto vedere un altro intervento su
questo tematica. Si è già andati ben oltre alle garanzie offerte:
convenzione e variante sono state portate in Aula, votate e
approvate. E c’è ancora la necessità di un intervento normativo per
garantire stabilità degli investimenti? E’ evidente che lo Stato
mantiene i suoi impegni, tendenzialmente, una volta che il
provvedimento-convenzione è venuto in Aula. Per me è un impegno che
lo Stato ha assunto e manterrà e non ha necessità di un
rafforzativo normativo. Diversamente chiunque si avvicina alla nostra
Repubblica potrà pensare che ogni impegno preso dallo Stato possa
essere disatteso. Affermiamo in primo luogo che siamo uno Stato serio
e che le condizioni vengono mantenute, se no da questa legge può
emergere una situazione diversa. In questo caso però questo tipo di
intervento è più che giustificato. Io rispetto le decisioni del
Collegio Garante ma mantengo i dubbi sul fatto che sia stato
possibile un referendum. E se veniva dopo che avevamo iniziato i
lavori? I dubbi quindi per l’investitore sono legittimi quando su una
iniziativa di investimento trattato con il governo, votata dal
Consiglio a grande maggioranza, si deve andare incontro a un
qualsiasi referendum. Questo provvedimento non è altro che un’altra
conseguenza dalla scellerata scelta di mettere a referendum quella
iniziativa imprenditoriale. Posso capire che l’imprenditore chieda
una norma che stabilisca così la stabilità normativa. Oggi abbiamo
fatto bene mettere questa legge in procedura d’urgenza”.
Augusto
Casali, Ps:
“Mi pare che gli investitori non si fidino di
questo governo e allora chiedono altre prove d’amore. Non è
sufficiente tutto quello che è scritto nella convenzione. E il
nostro governo che è molto passivo accetta e fa i provvedimenti su
richiesta. Questa è la verità. Fra un po’ vi chiederanno un’altra
cosa. A me preoccupa l’aspetto politico: abbiamo votato una procedura
d’urgenza e ora ci ritroviamo un provvedimento totalmente diverso. Il
governo c’è di nome ma non più di fatto e mi chiedo quanto il
Paese possa ancora resistere con un governo fantasma. Dietro questo
atto c’è una situazione politica pericolosissima per il
Paese”.
Marco Gatti, Pdcs: “Ho poco da aggiungere a
quanto ha detto il capogruppo del Pdcs che ha delineato il quadro
generale della necessità di questo intervento. Nel momento in cui si
mettono in discussione certi principi, forse sul piano istituzionale
dovremmo porre più attenzione sulle norme della proprietà privata.
Noi siamo certi che il nostro Paese è sicuro, ma in questo momento
chi fa grandi investimenti e viene da fuori è rimasto un po’
sconcertato dal referendum. Non stiamo parlando di un terreno di
proprietà pubblica, ma di un terreno privato che ha avuto una
Variante. In passato questi referendum non sono passati, questo sì.
E’ tutto l’assetto normativo relativo ai diritti dei cittadini che
andrebbe guardato. Rispetto alla modifica del testo: inizialmente
nell’ambito di un confronto serrato tra le forze politiche il
provvedimento sembrava condiviso, poi è sembrata una forzatura per
far entrare chissà quali altri investimenti esterni, anche se la
volontà era di far partire senza dubbi questo investimento del polo
della moda. Allora si è deciso di farlo rientrare nell’ambito della
convenzione approvata in Consiglio. Abbiamo emendato quel
provvedimento con un unico articolo che dice nella sostanza che le
norme oggetto della convenzione sono garantite nella stabilità
normativa”.
Elena Tonnini, Rete: “Questa procedura
d’urgenza è stata votata su un testo inesistente che è stato
modificato completamente. La legge originaria modificava la legge
sullo sviluppo qui il decreto delegato della Convenzione. Quella che
ci ritroviamo in Aula è la legge di un investitore che ha piegato le
istituzioni. Si crea un precedente. Questa legge è un’altra
contromisura dettata al telefono dai Borletti. La tutela normativa
non esiste nel momento in cui basta dettare alla politica condizioni
particolari solo per sé e voi oggi state dimostrando che non esiste
stabilità normativa. Ci parlate sempre di sviluppo ma qui si vuole
spacciare sviluppo un altare su cui dobbiamo sacrificarci, dando
libertà di azione a chi è abituato a trattare con i politici. Ma
governare non è avere i numeri per decidere quello che si vuole in
Aula. L’Aula dovrebbe interrogarsi sulla sovranità di questo Stato,
i grandi investitori danno grandi possibilità ma rischiano di
svilire la nostra sovranità. Tutti vogliamo gli investitori e lo
sviluppo ma qui sono abbattuti elementi determinati per uno sviluppo
sano”.
Maria Luisa Berti, Ns: “Ho molta confusione.
Non ho votato la procedura d’urgenza. Capisco l’urgenza e la
necessità degli investitori di avere delle risposte, ma ritengo che
quando si vanno a legiferare disposizioni così particolari ed
influenti sul nostro sistema economico, modificate nel giro di
pochissimo tempo, il legislatore debba fermarsi un attimo e
riflettere. Ho sostenuto e continuo a sostenere l’investimento del
polo della moda e penso che di fronte delle Convenzioni quando si è
fedeli a vincoli contrattuali nelle convenzioni ci sia già tutto a
tutela delle parti. Preoccupa che in questo dibattito si sia iscritto
solo Mularoni come segretario di Stato. Sono i rappresentanti di
governo che dovrebbero rapportarsi con gli investitori, non noi
legislatori. Sono convinta della serietà dell’investimento e ho
sostenuto contrarietà al referendum. Non mi piace l’atteggiamento
servile nei confronti di chi chiede continuamente integrazioni e
modifiche. Non possiamo procedere in questo modo abbiamo una dignità
istituzionale da legislatori e come esecutivo e va dimostrata nei
fatti con un atteggiamento significativo del ruolo che abbiamo. Qui
mi fermo. Ho alcune perplessità sul testo e dirò quali sono al
momento dell’esame dell’articolato. Noi come Ns non abbiamo
sottoscritto questo emendamento”.
Franco Santi, C10:
“Stiamo assistendo all’epilogo di un percorso che non poteva che
finire con l’ennesima desiderata dall’investitore e l’ennesima calata
di capo di governo e maggioranza che si prestano nuovamente a dare
quello che gli investitori chiedono. Mi auguro il Paese riesca ad
alzare di nuovo la testa a capire quali siano gli assist su cui
puntare, non avverrà sicuramente con queste proposte che sono
l’ennesima dimostrazione di un esecutivo giunto al capolinea e che
sta producendo danni ulteriori in una situazione complessa e
difficile”.
Matteo Zeppa, Rete: “Nel momento in cui il
segretario Mularoni ha fatto presente della modifica al suo testo,
alle 17.40 ho chiesto alle Eccellenze che tipo di dibattito ci
saremmo apprestati a fare. Un testo approvato in procedura d’urgenza
è stato stravolto. Si prevedeva la modifica della legge sullo
sviluppo. E’ cambiato il soggetto perché si parlava di tanti
imprenditori non di Borletti. La certezza per gli imprenditori è una
telefonata di Borletti che ci dice che non andava bene cambiare la
legge sviluppo, ma doveva essere cambiato il decreto della
Convenzione? Parliamo di sviluppo quando si piegano le istituzioni a
una telefonata di un imprenditore? Ma cosa state facendo? Vogliamo
tutti investitori ma che rispettino le leggi dello Stato. L’unico
messaggio è che il governo ha calato le braghe, un governo che è
inconsistente”.
Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs:
“Aiutare storiche imprese del settore edile a sopravvivere sarebbe
già un buon motivo per sostenere questo investimento. Tutti in
questo parlamento, maggioranza e opposizione, sentiamo il peso della
responsailità e delle difficoltà del Paese. Non so quanto questo
governo e questa maggioranza potranno ancora restare in carica e
quale sarà il giudizio dei cittadini sul loro operato. Ma sono
sicuro su una cosa, sul progetto del polo del lusso i cittadini si
sono già espressi, perciò questo Pdl va votato”.
Federico
Pedini Amati, Lbsm:
“Qui c’è un problema. Mi piacerebbe sapere
chi ha votato dell’opposizione la procedura d’urgenza, qui si sente
solo chi dice che ha votato contro. Questa procedura d’urgenza è
passata con una nuova maggioranza, dato che Ns non ha sottoscritto
l’emendamento, né votato la procedura. Vorrei che dall’opposizione
chi ha votato la procedura lo dicesse e ne prendesse la
responsabilità, nella prima versione si aveva una legge omnibus per
qualunque investimento sopra i 7 mln di euro. E per fortuna qualcuno
l’ha fermata. Ma la seconda versione è stata fatta su richiesta dei
Borletti e ci si è piegati ai loro voleri. Ma si può governare il
Paese così? Non si possono fare accordi ad hoc con chi si affaccia
per fare impresa a San Marino. Non potete continuare con il metodo
con cui avete accolto questo imprenditore”.
Andrea Belluzzi,
Psd
: “Non faccio parte dell’opposizione e ho votato la
procedura d’urgenza. A prescindere dal testo, era da votare perché
riguarda provvedimenti di sviluppo economico che rappresenta la
priorità assoluta. Credo poi che negoziare con un investimento così
grande provochi un problema sistemico. Voto comunque l’articolato di
maggioranza che di fatto è una ridondanza e conferma la normativa
vigente. Avrei preferito una norma che tuteli i grandi investimenti
che poasa essere qualcosa in più da presentare in una camera di
commercio straniera. E vorrei anche parlare di sostegno alle imprese
esistenti più piccole. Forse è il caso di andare a prevedere un
profondo intervento sulla legge per lo sviluppo. Voto questo Pdl, ma
il lavoro da fare credo sia ancora tanto a sostegno degli
investimenti”.
Massimo Cenci, Ns: “E’ stata votata una
procedura d’urgenza sapendo che l’intervento sarebbe stato stravolto
motivo per cui anche io non ho votato la procedura d’urgenza passata
con 39 voti. Le richieste degli imprenditori sono comprensibili dopo
aver subito un referendum. Concordo con parte dell’intervento di
Mazza, la convenzione ha avuto un iter super garantista, ma una buona
legge per gli investimenti dovrebbe impedire che un investimento
strategico per il Paese debba essere sottoposto ad un referendum.
Oggi cambiamo parte della convenzione perché non c’è fiducia nella
controparte, ovvero nel Paese e nei suoi rappresentanti ed è questo
che dispiace. Deve invece passare che siamo un Paese serio e che la
nostra parola è legge”.
Roberto Ciavatta, Rete:
“Accettiamo che l’investitore ricatti e che chieda questa legge
‘altrimenti me ne vado’, ma a lui ancora non chiediamo di investire
nemmeno 5 mila euro . Non è per bene una persona che non rispetta un
patto e le nostri leggi. La famiglia siriana che ospitiamo non è
tenuta a rispettare le leggi sammarinesi? Io credo di sì. Questo
progetto non è solo il polo del lusso e non era una legge a tutela
della proprietà privata o dell’investimento che richiederebbe che
non sia il congresso a trattate con l’investitore. Finché ci saranno
convenzioni che hanno peso, non ci saranno leggi a tutela degli
investimenti. Il punto è quale idea hanno la classe politica e il
congresso su quello che devono fare. Nel momento in cui si discute la
modifica di una legge lo trovo molto irrispettoso delle tradizioni
del nostro Paese telefonare all’investitore e chiedere se gli va
bene, Nicola Renzi. Che paese volete? Se volete un paese all’asta lo
dite alla cittadinanza, io invece vorrei paese con leggi uguali per
tutti”.
Nicola Renzi, Ap: “Risponderò a Ciavatta
nelle repliche. Ora dobbiamo guardare qual è la priorità di questo
paese. Tutti ci chiedono quando partono i lavori del polo della moda.
E’ chiaro che fin dal principio c’è stato chi ha avversato questo
progetto in ogni modo, tanto da raccogliere le firme per un
referendum. Sarà un caso che è l’unico che la maggioranza ha vinto?
Non possiamo prescindere che quel referendum c’è stato. Subito dopo
si è capita la necessità di una legge di protezione degli
investimenti. La maggioranza ha cercato una via inclusiva per
proteggere tutti gli investimenti. Ieri ci si è confrontati sulla
necessità di maggior approfondimento e si è proposto di restringere
il campo per proteggere solo questo investimento. Chi ci ascolta ha
più a cuore sapere che abbiamo votato una procedura d’urgenza o che
abbiamo tutelato un investimento importante per il Paese ?La politica
ha il dovere di metterci la faccia sulle convenzioni trattate. Se
abbiamo dovuto votare la procedura d’urgenza sono contento di averlo
fatto”. 

San
Marino, 19 LUGLIO 2016/01

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