Consiglio Grande e Generale. 19 settembre 2014. Seduta del mattino. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale. 19 settembre 2014. Seduta del mattino. Agenzia Dire

COMUNICATO
STAMPA

CONSIGLIO
GRANDE E GENERALE 11-19 SETTEMBRE

VENERDI’
19 SETTEMBRE

Con
il saluto della Reggenza e l’approvazione a maggioranza di un ordine
del giorno sottoscritto dalle forze di maggioranza e dall’Upr si è
concluso l’ultimo giorno della sessione consiliare.

I
lavori sono ripresi in mattinata dal dibattito avviato ieri
sull’ultima istanza all’ordine del giorno, la

n.10

per il riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso
contratti all’estero. L’istanza viene infine respinta con 35 voti
contrari e 15 a favore.

Sono
in un primo tempo due gli ordini del giorno presentati nel corso del
dibattito sull’istanza: il primo, della maggioranza, impegna il
governo, tra l’altro, a elaborare modifiche di legge utili a
introdurre la convivenza e l’ottenimento del permesso di soggiorno
tra coppie dello stesso sesso; il secondo dell’Upr per affidare a un
tavolo di confronto l’approfondimento del riconoscimento dei diritti
civili. Dopo un confronto,i gruppi di maggioranza e l’Upr siglano un
unico ordine del giorno che ribadisce l’impegno del governo alle
modifiche normative per l’introduzione del “permesso di convivenza
per coabitazione a fini solidaristici e di mutuo aiuto”, per
regolamentare diritti e doveri dei conviventi e “avviare un
confronto con tutte le forze politiche sulle modalità attuative dei
diritti e doveri reciproci”. Il testo viene approvato a maggioranza
dall’Aula.

Di seguito un estratto degli interventi odierni.

Comma
4, Istanze d’Arengo.

Istanza
d’Arengo
n.
10
, affinché l’istituzione della
famiglia sia tutelata in un’accezione ampliata atta ad includere
quella costituita da persone dello stesso sesso e perché sia
riconosciuta la validità dei matrimoni tra persone dello stesso
sesso contratti all’estero. R
espinta
35 contrari e 15 favorevoli

William
Giardi, Upr:
Mi
sono documentato su Wikipedia e ho letto che nel mondo in 19 Paesi il
matrimonio fra componenti dello stesso sesso è consentito. I Paesi
che convalidano il matrimonio contratto in Paesi esteri sono quattro.
Se l’istanza verrà rigettata, sappiamo che il resto del mondo la
pensa come noi, eccezione fatta per questi quattro Paesi, di cui tre
sono molto piccoli. Se si fosse parlato di regolarizzazione dei
diritti civili per le coppie omosessuali non ci sarebbe stato
problema. Nessun problema sulla convivenza delle coppie omosessuali.
Ma se deve essere un pass per aprire sulle adozioni, visti i dati
contrastanti e ambigui in materia, mi muoverei con grande cautela”.

Augusto
Michelotti, Su:
“Rispondo subito a
Giardi dicendo che non si parla di adozione dei figli da parte di
coppie omosessuali con questa istanza. Siamo nel 2014, ma continuiamo
a tenere un piedino nell’800 su questo tema. Ogni essere umano ha
diritto di scegliere il partner che ritiene più giusto. Chi siamo
noi per impedirlo? Come partito siamo perfettamente d’accordo con
questa istanza e la voteremo favorevolmente. Invito tutti a votarla
per non fare altri dieci passi indietro”.

Mimma
Zavoli, C10
: “Non dobbiamo imporre un
modello di vita ispirato da una fede religiosa, ma riempire di valore
le scelte fatte in questo contesto con rispetto e riconoscimento
civile. L’odg di ieri sull’interruzione di gravidanza è
irresponsabile e ipocrita, compromette la possibilità di avvicinarsi
correttamente alla problematica. Questa non è una parrocchia,
consigliere Manuel Ciavatta, questo è un parlamento che deve
decidere per tutti i cittadini. Questa istanza non è una minaccia
dell’istituto del matrimonio religioso, che è un’altra cosa. Ci
dice solo che ci sono persone che decidono per il matrimonio o
l’unione con una persona dello stesso sesso e vogliono vivere alla
luce del sole”.

Elena
Tonnini, Rete:
“Siamo
totalmente a favore dell’istanza. Chi è contrario si rifà a un
concetto di famiglia che si dice riconosciuto dalla legge. Ma questo
è un concetto astratto: uomo e donna che sono uniti dal matrimonio e
finalizzano l’unione attraverso la procreazione. Questo concetto
rischia di escludere il riconoscimento di diritti e doveri a tutto
ciò che non ci rientra. La realtà di oggi è molto diversa e non
può essere catalogata in questi schemi. La famiglia non è più solo
questo. Ci sono le coppie di fatto, le famiglie monoparentali, i
single, uno Stato incapace di adattarsi a una ricchezza in
cambiamento non credo sia capace di rappresentare la propria
popolazione. Io non mi riconosco nel concetto di famiglia proposto,
non credo nel matrimonio, né che la finalizzazione sia la
procreazione, non credo che la realizzazione di una donna sia
procreare. Quello che si intende tutelare non è la famiglia ma un
concetto ristretto di famiglia. Non si possono rinchiudere le
relazioni in modelli precostituiti. La diversità non è una
minaccia, ma un arricchimento”.

Mariella
Mularoni, Pdcs:

“E’ un tema di sconvolgente importanza per il riconoscimento dei
diritti civili, si propone di modificare l’assetto normativo del
diritto di famiglia che ha riconosciuto questo istituto come unione
tra uomo e donna. Il legislatore ha fatto una scelta ben precisa e se
l’istanza venisse approvata potrebbe seguire una legge ordinaria che
andrebbe a cambiare radicalmente l’assetto di famiglia in Repubblica
e questo non può avvenire con una semplice istanza d’Arengo. Non
possiamo negare però che la società cambi e sono favorevole a
individuare strumenti legislativi idonei per riconoscere diritti ai
conviventi, per questo motivo accolgo l’Odg e non accolgo istanza”.

Marco
Podeschi, Upr
:
“Bisogna andare al cuore del problema, al di là dell’istanza su
cui ognuno di noi può avere un suo parere, io sono per non
accogliere, sarebbe sciocco non capire che è necessario intervenire
su alcuni aspetti, come la convivenza. C’è l’impegno a rivedere la
legge sulle residenze. Non è possibile non prevedere, al di là del
sesso, il fattore della convivenza con non residenti. Nel 2014 non è
più accettabile, ci sono problematiche a cascata, lavorative,
sanitarie etc. Come classe politica dobbiamo celermente dare una
risposta concreta, e non quando la maggioranza ha superato le beghe
interne. E’ un tema su cui dare risposte ai cittadini, sia dello
stesso sesso o diverso, non è accettabile vivere rapporti
sentimentali ai limiti della legge”.

Lorella
Stefanelli, Pdcs:

“In Italia gli omosessuali sarebbero il 5% della popolazione,
rapportato con la popolazione di San Marino, nel nostro Paese
sarebbero 1.650 persone. E’ un aspetto che impatta sulla società e
chiede risposte a cui noi dobbiamo dare risposta su come certe
aspettative individuali devono essere valutate e in caso disciplinate
come diritto. La mia posizione sull’istanza è di contrarietà
perché parte dall’assunto che la convivenza tra persone dello stesso
sesso sia una famiglia che si affianca a quella del matrimonio e
della convivenza more uxorio tra uomo e donna e come tale va
riconosciuta dall’ordinamento. Per me la famiglia è quella formata
da un uomo e una donna, la base della nostra società. Lo è nei
nostri principi alla base dell’ordinamento, la legge sul diritto di
famiglia lo dice. E’ questa una differenza con il diritto italiano.
Non dobbiamo tuttavia nasconderci che una necessità esiste, ma una
cosa è riconoscere l’unione a fini anagrafici tra persone dello
stesso sesso. E se su questo ci sono ostacoli normativi devono essere
rimossi per consentire l’esercizio del diritto di una persona
singola. L’istanza ha il merito di consentire di affermare la
condanna di ogni forma di omofobia”.

Alessandro
Cardelli, Pdcs
: “Per noi il concetto
di famiglia è molto diverso rispetto a quello che ho sentito da miei
colleghi. Che comunque rispetto. Voterò contro l’istanza. Ma
riconosco una serie di richieste che provengono dalla società
civile. E’normale che il mondo vada avanti e che nostri
concittadini modifichino i propri comportamenti. Ribadisco che non
permetteremo mai a persone dello stesso sesso di adottare un bambino.
Al contempo però riconosco che per quanto riguarda l’istituto
della convivenza, la Dc è pronta a fare passi in avanti. Non
consideriamo famiglia persone dello stesso sesso perché il fine di
una famiglia è quello di dare corso alla società civile”.

Luca
Santolini, C10:
“In tanti hanno
dedicato buona parte del loro intervento legando l’adozione e il
figlio al concetto di famiglia derivante dall’unione civile. Ma è
un equivoco di fondo che non ci permette di ragionare con l’opportuno
distacco. Io vorrei eliminare la questione dei figli dalla questione
del contratto stipulato davanti alla legge per unire due persone.
Paradossalmente mi verrebbe da dire che se il problema è la parola
‘matrimonio’ o la ‘famiglia tradizionale’ possiamo parlare di ‘unioni
per la vita’, ma non possiamo esimerci dal concedere parità di
trattamento davanti alla legge a tutti i nostri concittadini a
prescindere dal loro orientamento sessuale”.

Roberto
Ciavatta, Rete
: “Un conto è dire
‘solo 19 paesi riconoscono il matrimonio omosessuale’. Un altro è
dire che Paesi Bassi, Belgio, Svezia, Francia, Danimarca etc. lo
riconoscono: sono tutti i paesi a cui noi ci rivolgiamo quando
parliamo di Stati all’avanguardia. Che cosa significa famiglia
tradizionale? Il mantenimento di quello che c’era prima per
mantenere la propria identità? Se fosse così però non avremmo
dovuto neppure dare il diritto di voto alle donne dato che prima
c’era il suffragio maschile. La tradizione è dinamica non è
fissa. La tradizione della San Marino di oggi non è la tradizione
della San Marino del ‘600 o del ‘700. Le tradizioni tengono conto
delle evoluzioni di una società che cambia. E allora parlare ancora
di famiglia tradizionale suona come uno sbeffeggiamento rispetto a
quei 1.650 che secondo i dati della Stefanelli potrebbero avere
tendenze omosessuali a San Marino. Ci chiamiamo la Terra della
Libertà, ma per chi si discosta dalla tradizione non c’è spazio
in questa terra. E’ una terra che caccia queste persone. Noi con
l’ordine del giorno della maggioranza ribadiamo ancora una volta che
una persona che vuole esprimere il proprio amore verso una persona
dello stesso sesso si deve vergognare, deve stare in silenzio e deve
andare fuori da questo paese”.

Marco
Gatti, Pdcs
: “Sento richiami alla
laicità, ma poi registro commenti che sembrano una battaglia di
religione. Dobbiamo affrontare il tema con un vero approccio laico.
Il matrimonio non è un diritto, è un contratto. Per quel contratto
la legge prevede delle prerogative. Due fratelli non lo possono fare:
anche questo è illegittimo? Per due persone che decidono di
convivere insieme, se una non è residente, esistono dei problemi,
soprattutto se sono dello stesso sesso. E’ giusto affrontare il
tema, credo che l’odg che proponiamo lo faccia. Quello delle
residenze è un aspetto che, anche in questo senso, va discusso”.

Andrea
Zafferani, C10:
“Si parla di scelte
individuali che non toccano nessun altro soggetto. E’ un tema che
non tocca nessun altro diritto, qui non si scontrano diritti diversi.
Se queste persone vogliono fare un contratto che prevede diritti e
doveri, dov’è il problema? Quello dei figli è un problema che
pongo su un altro livello. Ma la soluzione non è fare dichiarazioni
di principio come quelle contenute nell’odg. Anzi, si creano
problemi giuridici notevoli. L’istanza non parla di figli, ma solo
di ciò che due persone dello stesso sesso decidono di fare nella
loro vita. Fare questioni su questo tema significa imporre la propria
opinione. Non lo tollero. E’ un’aberrazione da Stato non
democratico”.

Ivan
Foschi, Su
: “Abbiamo una legislazione
così retrograda che le convivenze sono appena tollerate. Lo Stato
pretende di mettere il naso nella vita sentimentale delle persone
stabilendo in termini etici cosa è giusto e cosa non lo è. Qui per
qualcuno c’è da tenersi buoni i voti procacciati dal clero nella
repubblica. La dottrina cattolica non ammette il divorzio, ma ciò
non permette a chi vuole di farlo. Anche la chiesa su questi temi ha
il coraggio di tornare indietro, noi non lo possiamo fare? Non si può
imporre il proprio credo agli altri. E’ come se un vegetariano
impedisse a tutto uno Stato di non mangiare la carne. Ci sono visioni
fondamentaliste da parte di chi crede di essere ispirato dalla
verità”.

Filippo
Tamagnini, Pdcs:
“Ho
trovato molto equilibrati gli interventi di Mariella Mularoni e
Lorella Stefanelli, due interventi in cui mi ritrovo. Ci aspetta su
questo tema e su altri in un periodo affascinante perché impone a
noi organo legislativo e la società di giudicare quali sono le basi
della nostra cultura, riscoprirne le ragioni e trovare i metodi per
modificarli”.

Gian
Franco Terenzi, Pdcs:

“Vorrei ricordare il contesto in cui è sorta la legge 26 aprile
1986 n. 49 a tutela, difesa, supporto e sviluppo degli istituti del
matrimonio e della famiglia. All’epoca dei fatti due dottrine
politiche opposte, Dc e Partito comunista, trovarono una reciproca
comunione di intenti nell’unire impegno e responsabilità per dare
massima tutela all’unione di uomo e donna, ovvero a matrimonio e
famiglia. I singoli articoli della riforma confermano che il
matrimonio uomo e donna è la sola unione civile capace di generare
una famiglia, ovvero nuovi esseri umani con il patrimonio genetico di
entrambi i coniugi. Non va paragonato ad altre unioni civili che
vanno normate diversamente, in modo separato dall’istituto del
matrimonio e famiglia. L’unione di due donne e due uomini non è una
famiglia, non è matrimonio. Il matrimonio gay è più fenomeno
mediatico che un’esigenza, è fenomeno ristretto. Olanda, Spagna e
Inghilterra, dati alla mano, dimostrano che le unioni omosessuali
sono una piccola fetta della popolazione”.

Matteo
Zeppa, Rete:
Si
è parlato di tradizione, ma la tradizione è qualcosa che si crea e
che può essere ammodernata. L’istanza d’Arengo verte a dare il
riconoscimento di un diritto, quello di fare famiglia. Ci troviamo
di fronte a un ordine del giorno insulso. Tradizione a parte, quanti
conosciamo che hanno famiglia con figli magari, che tradiscono e
fanno una seconda famiglia altrove? L’Odg è una presa in giro per
gli istanti e per tutta la società”.

Franco
Santi, C10: “
La
società è cambiata e abbiamo il dovere di dare risposte più
corrispondenti alla realtà. Detto questo, personalmente non sono
soddisfatto perché un legislatore lungimirante che ha a cuore la
difesa dei diritti di tutti i suoi cittadini credo debba fare uno
sforzo a riconoscere un percorso comune di due cittadini, chiamiamoli
pacs, unioni civili etc. Il punto è che l’istanza chiede di
riconoscere in modo egualitario il diritto ad essere felici, vivere
la propria individualità, sentendosi parte di un insieme. Dobbiamo
interrogarci su quali siano i meccanismi più corretti per garantire
questo diritto inalienabile di poter essere felici”.

Francesca
Michelotti, Su
: “E’ inutile parlare
di diritti a chi si trincera in difesa della famiglia tradizionale
con narrazioni prive di contatti con la realtà. Mi riferisco a Gian
Franco Terenzi e Marco Gatti. Dolore, sofferenza, amore e
comprensione: è su questo che vi sfido. Mi indigno verso la vostra
indifferenza verso vite di sofferenza e umiliazione. Questo dibattito
dà il senso dell’evoluzione del pensiero di questa classe
politica. Dai toni sembra che l’omosessualità sia una scelta.
Qualcuno pensa che sia addirittura data dalla moda o dal vizio.
Stiamo parlando dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, che
deliberatamente lasciamo al rischio di una vita di pericolo, con una
solitudine morale permanente”.

Matteo
Fiorini, Ap:
“Rifiuto che si dica che
siamo più indietro di altri su questi temi. Sono d’accordo nel
dire che riconoscere questi diritti non nuoce a nessuno. Ma penso
anche che l’odg in questo senso sia soddisfacente. Ancora non diamo
un nome a questo tipo di unioni, ma credo vada fatto. Andrà fatto un
registro, andrà denunciato chi fa questo tipo di scelta. L’odg è un
grande passo in avanti per tutelare i diritti di queste persone. Si
parla per esempio di diritto di subentro nei contratti di locazione e
di sostentamento economico. Non sostengo l’istanza d’Arengo
perché il cuore del problema sono le adozioni. Se facessimo un
referendum ci aggireremmo su una quota di 80% di contrari”.

Giovanni
Lonfernini, Upr
: “Il dibattito di
ieri sull’interruzione di gravidanza si ricollega a quello di oggi,
perché parliamo di diritti civili. Avanzo una proposta: l’odg lo
prendiamo in considerazione, però mi piacerebbe che ci fosse, da
parte di governo e maggioranza, la disponibilità per individuare una
sede istituzionale in cui le posizioni espresse in aula possano
emergere ulteriormente per trovare delle convergenze che possono poi
tradursi in soluzioni possibili sul tema dei diritti civili. Se non è
l’authority per le pari opportunità, creiamo una commissione
apposita per questi temi”.

Stefano
Macina,Psd
: “Come Psd riteniamo che
occorra affrontare questo aspetto in maniera da dare una risposta di
riconoscimento dei diritti rispetto a delle situazioni che vanno
regolamentate. Questa istanza non chiude il suo percorso oggi. La
nostra posizione è molto netta e magari ci porterebbe ad approvare
molti concetti dell’istanza, ma siamo una forza politica che vuole
cercare una condivisione ampia all’interno del Consiglio in maniera
che questi diritti, una volta riconosciuti, abbiano una base di
concretezza e stabilità. Su questo terreno riteniamo che l’ordine
del giorno presentato sia un elemento di base importante che apre a
un ragionamento rispetto a quello che può essere un percorso che in
futuro possiamo continuare a fare”.

Luigi
Mazza, Pdcs
: “Ho sentito in alcuni
interventi d’opposizione un richiamo alla tradizione e alla
vergogna. Mai come in questi giorni siamo stati estremamente seri e
chiari. Rifiuto l’idea di chi dice che ci chiudiamo all’interno
della tradizione. Noi diciamo ‘pane pane e vino al vino’. L’odg
dice dove possiamo arrivare e dove non siamo disposti ad arrivare.
Parliamo di Unioni e non di matrimoni, unioni con dei diritti per
coppie dello stesso sesso, mentre il matrimonio riguarda un uomo e
una donna. Il riconoscimento dei diritti è una cosa, ma per noi la
famiglia si basa sul matrimonio di un uomo e una donna. Questo è un
ragionamento serio. Sia sui diritti, sia sulle convivenze, sia sulle
unioni. Siamo in grado di affrontare un ragionamento dove siamo in
grado di riconoscere che le unioni regolamentano i rapporti tra
persone dello stesso sesso. Non chiedetemi però di dire che
uomo-uomo e donna-donna rappresentano una famiglia. Serve un po’ di
buon senso e un po’ di serietà”.

Giovanni
Lonfernini, Upr
, presenta l’Odg del suo
gruppo: “’
Il Consiglio ha preso atto
dell’ampio dibattito, ribadendo il ruolo fondamentale riconosciuto
alla famiglia tradizionale ed impegna il Governo a istituire un
tavolo di confronto sul tema dei diritti civili’
.
Il nostro odg non nasce in contrasto con quello della maggioranza, ma
vorrebbe dare dignità a due giorni di dibattito che hanno visto le
forze politiche esprimersi sul tema dei diritti civili. Noi chiediamo
che si esca da questo dibattito con una scelta che vada ad affidare
ad un’istituzione, penso all’Authority delle Pari Opportunità, o
anche a una commissione speciale in cui si possano confrontare tutte
le forze politiche, il compito di confrontarsi sul tema. Questo non è
un tema di parte ma un tema che ha un valore. Vogliamo rafforzare il
valore del dibattito consiliare”.

Luigi
Mazza, Pdcs
: “Sul senso dell’ordine
del giorno presentato da Upr ci esprimiamo favorevolmente. Più che a
una commissione speciale pensiamo a una commissione permanente: la 1
o la 4 potrebbero essere quelle più adatte ad affrontare la
problematica dei diritti civili”.

Gian
Matteo Zeppa, Rete
: “Il nostro gruppo
è poco propenso a mediare a qualcosa che rappresenta una richiesta
dei cittadini. Riconfermo il nostro voto di contrarietà ad entrambi
gli ordini del giorno perché la natura mediatoria creata da più
ordini del giorno snatura il senso dell’istanza d’Arengo. Siamo
contrari ad entrambi tutti e due gli ordini del giorno”.

Marino
Riccardi, Psd
: “Pieno sostegno
all’ordine del giorno di maggioranza. Grande passo in avanti di
civiltà rispetto alla situazione attuale. Io credo che su questo
argomento serva un confronto più ampio”.

Andrea
Zafferani, C10
: “Lascia onestamente
l’amaro in bocca dover discutere di odg che rappresentano non
volontà di prendere atto delle richieste delle istanze. Ci si gira
attorno. Io penso che su questi temi riuscire a ragionare sulla
sostanza e venirsi incontro per fare buone leggi, sia una cosa utile.
Non capisco il perché di questa posizione. Amareggia il dover
ragionare di ordini del giorno quando ci sono istanze d’Arengo che,
se accolte, aprirebbero la stessa strada aperta dagli ordini del
giorno. Si preferisce respingere quello che i cittadini propongono
preferendo votare ordini del giorno”.

La
coalizione Pdcs-Ns-Psd-Ap trova
convergenza con l’Upr per un testo comune che viene approvato a
maggioranza.

Luigi
Mazza, Pdcs: “
Il secondo odg chiedeva
l’apertura di un tavolo confronto con tutte le forze, abbiamo trovato
una mediazione e trovato una convergenza, su questo punto è stato
modificato l’Odg firmato a sua volta dall’ Upr. Ne do lettura:

Il
Consiglio grande e generale, considerando che la legislazione
sammarinese riconosce il matrimonio come unione di un uomo e di una
donna fondato su una scelta libera e responsabile basata sulla
uguaglianza morale e giuridica dei coniugi (…) stimando come nel
progressivo mutamento sociale, che evidenza la presenza di un numero
sempre crescente di coppie di fatto, la stabilità e la durata hanno
rilevanza per lo Stato (…), Impegna il governo a elaborare le
opportune modifiche di legge utili al fine di

-introdurre
nella legge 118/2010 il permesso di convivenza per coabitazione ai
fini solidaristici e di mutuo aiuto, oltre a quello già previsto per
convivenza more uxorio;

-regolamentare
l’ottenimento del permesso di soggiorno, per coloro cui è stato
concesso il permesso di convivenza, dopo un congruo periodo di durata
e stabilità della stessa, convertibile in residenza decorsi i
termini di legge; ad individuare gli strumenti legislativi più
opportuni per regolamentare diritti e doveri reciproci dei
conviventi, fatti salvi i diritti dei rispettivi familiari, riguardo
ai seguenti ambiti:

– il
sostentamento economico in caso di cessazione della convivenza;

-il
diritto di subentrare nel contratto di locazione, in caso di
cessazione della convivenza o di decesso di uno dei conviventi;


l’assistenza in caso di malattia o ricovero di uno dei conviventi;

– le
disposizioni esequiali in caso di morte di uno dei conviventi;

avviando
un ampio confronto con tutte le forze politiche sulle questioni
patrimoniali in caso di morte di uno dei conviventi e sulle modalità
attuative dei diritti e doveri reciprochi indicati;

a
confermare la genitorialità come prerogativa unica della famiglia e
delle coppie conviventi more uxorio, disponendo apposita normativa in
tal senso”.

San
Marino, 1
9 Settembre /01

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