Consiglio Grande e Generale, 20 febbraio, seduta pomeridiana. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale, 20 febbraio, seduta pomeridiana. Agenzia Dire

Nella seduta pomeridiana prosegue il comma 8 dedicato alla ratifica dei Decreti Delegati, due quelli licenziati. Il primo provvedimento ratificato è il decreto n. 214 “Etichettatura, presentazione e pubblicità dei prodotti”: nel corso dell’esame del suo articolato viene approvato un emendamento di Cittadinanza attiva all’articolo 3 “Obiettivi generali”, ritenuto accoglibile dal segretario di Stato per la Sanità Francesco Mussoni. In dettaglio, Ca aggiunge che i cittadini potranno essere consultati “in maniera aperta e trasparente” nel caso di revisione della legislazione alimentare.

Si procede alla ratifica del secondo decreto n.221 “Modalità di impiego delle risorse di cui all’articolo 59, comma 1 della Legge 20 dicembre 2013 n.174 ‘Certificato di Credito Sociale'”.

I lavori si concentrano poi sul decreto n. 226 – Norme di attuazione della Legge 27 marzo 2002 n. 49 “Legge sul contratto di fornitura o somministrazione della Pubblica Amministrazione e degli Enti Pubblici” su cui si apre un dibattito. Nel corso dell’esame del testo, sono numerosi gli emendamenti presentati da Rete e da Cittadinanza attiva e alcuni sono ritenuti accoglibili e concordati dal governo.

All’articolo 1 “Finalità”, viene approvato un emendamento di Rete che specifica come il decreto riguardi anche per le Aziende Autonome di Stato, ritenuto ridondante ma accoglibile dal segretario di Stato per gli Affari interni, Gian Carlo Venturini.  All’articolo 5 “Centrale unica degli acquisti” viene accolto un emendamento concordato con Cittadinanza Attiva in merito alle competenze della centrale.  Anche all’articolo 7 “Norme sulla pubblicità e sulle comunicazioni”, viene accolto un emendamento ugualmente concordato con Ca che aggiunge, tra i documenti cui dare pubblicazione, i certificati di conformità e l’attestazione di regolare esecuzione delle imprese partecipanti ai bandi.  

La seduta si conclude all’Articolo 8 “Registro dei fornitori”e l’esame dei 35 articoli del decreto sarà ripreso lunedì. Questa sera, in seduta notturna, l’Aula affronta invece il comma 10 “Riferimento del governo sulle problematiche della San Marino Rtv e successivo dibattito”.

Di seguito estratti degli interventi del pomeriggio.

Comma 8, ratifica Decreti delegati

Decreto delegato 9 dicembre 2014 n.214 – Etichettatura, presentazione e pubblicità dei prodotti alimentari.  Ratificato.

Tony Margiotta, Su: “Come Ca abbiamo presentato degli emendamenti. Anticipo quello che riguarda lo spostamento della data per entrata in vigore della regolamentazione sui distributori, quella indicata, il 13 marzo, è molto vicina a nostro avviso”.

Elena Tonnini, Rete: “Il decreto è il recepimento del regolamento europeo del 2011, attivo in Italia e negli stati membri Ue a metà dicembre 2014, riguarda le etichette ma è un punto di riferimento obbligatorio per la comunicazione tra produttori e consumatori. Ci chiediamo se San Marino ha valutato l’impatto nella sua realtà e la possibilità di maggiore autonomia o se è un recepimento integrale. Per esempio. viene detto che San Marino non può recepire sue normative in materia senza l’ok dell’Ue”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Mi fa piacere che in entrambi gli interventi di Margiotta e Tonnini si evidenzi l’importanza del provvedimento che è tecnico, va a tutelare i consumatori e dà una comunicazione chiara dei prodotti alimentari a tutela dei consumatori. E’ un provvedimento che vuole uniformare le nostre aziende al regole del mercato comunitario, quindi ha doppia valenza. Non sarà questo provvedimento a risolvere il problema degli Ogm e delle nanotecnologia applicate all’agricoltura, non sarà però nemmeno la chiusura dell’argomentazione, anzi proprio perché si parla di etichette e di informazione è l’occasione di apertura del dibattito. E’ prevalsa la valutazione di non chiudersi ma di integrare il Paese al contesto di riferimento dell’Ue”.

Decreto delegato n.226 – Norme di attuazione della Legge 27 marzo 2002 n. 49 “Legge sul contratto di fornitura o somministrazione della Pubblica Amministrazione e degli Enti Pubblici”

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “E’ un decreto di importanza significativa che disciplina le norme sulla fornitura per la Pa e per gli Enti pubblici, quindi su appalti di fornitura di beni e servizi, escludendo dal suo ambito di applicazione il settore delle concessioni di servizi pubblici, il quale dovrà trovare anch’esso una compiuta e peculiare disciplina nell’ambito avviato percorso di revisione dell’intera materia di appalti e contratti pubblici, in linea con le indicazioni fornite dagli organismi europei. Il decreto attuale fa riferimento alla legge del 2002 e introduce una materia più confacente. I principi base sono ispirati alle raccomandazioni del Greco, sono volti a garantire economicità, efficacia, efficienza, tempestività e correttezza del procedimento, con attenzione a salvaguardare la partecipazione alle gare delle piccole e medie imprese, secondo due linee direttrici principali: – l’introduzione della massima trasparenza e pubblicità dei procedimenti di appalto con la pubblicazione on line sul portale dei servizi della Pa di tutti gli atti e provvedimenti programmatici e di gara; – la centralizzazione in un’unica struttura della gestione degli appalti di fornitura o somministrazione di beni e servizi dell’intero settore pubblico allagato. E’ interesse di tutti giungere all’approvazione di questo decreto perché dà l’avvio alla centrale unica degli acquisti e ad una normativa omogenea che impegnerà la Pa. C’è disponibilità ad esaminare e in caso ad accogliere alcune proposte di emendamento della minoranza”.

Valeria Ciavatta, Ap: “Formalmente la delega esiste. Tuttavia dovremmo, nelle materie più importanti così come questa, tenere conto dell’opportunità di fare una legge anziché sfruttare le deleghe esistenti. In poche parole, noi dovremmo avere il senso istituzionale di valutare se la materia da regolamentare è più opportuno regolamentarla con legge oppure con decreto. E noi avevamo chiesto un progetto di legge per questa materia perché la commissione deve avere il tempo di approfondire il testo e esprimere considerazioni concettuali e politiche. Con la legge c’è possibilità di formulare un testo completo. Credo che se si ritiene opportuno inserire la parte relativa a collaudo e verifica in questo decreto da parte nostra non c’è alcuna contrarietà. L’intenzione della Segreteria era quella di alleggerire il testo, ma qualora possa essere considerata pericolosa sotto altri profili, crediamo che possa essere reinserita”.

Rossano Fabbri, Ps: “E’ un provvedimento importante che colma una lacuna in un settore molto delicato come quello degli appalti pubblici. Un settore che è sotto i riflettori e l’attenzione dell’opinione pubblica perché, al di là delle problematiche relative all’efficacia dell’azione della P.A., negli appalti si annida la formula più subdola di corruzione. Regolamentare una materia come questa tramite decreto però mi lascia molto perplesso. E’ poi imbarazzante il fatto che questo decreto nasca da una delega del 2002. Mi chiedo come il Governo possa trovare legittimità di portare in Aula un decreto la cui delega risale a 12 anni fa?”.

Mimma Zavoli, C10: “Questo decreto ha avuto uno sviluppo molto particolare. Ha subito varie vicissitudini. E provo un senso di inquietudine per questo. In altri Paesi non hanno decretini o leggine sugli appalti pubblici: hanno un codice degli appalti. Avremmo potuto cogliere l’occasione di poter presentare all’attenzione della popolazione un progetto degno di questo nome. Non si è fatto così. Si è preferito passare per un provvedimento apripista che se funziona dovrà essere raccordato con un testo che verrà presentato, non si sa bene quando, dalla Segreteria al Territorio. La nostra proposta va nella direzione di raccogliere la proposta fatta all’epoca dal Governo. Dall’articolo 34 proponiamo 18 emendamenti che riprendono la vecchia bozza”.

Vladimiro Selva, Psd: “Da inizio dibattito per questo decreto mi pare stiano emergendo alcune questioni più legate al metodo che al merito. Allora farò anche io qualche piccolo accenno al metodo anche se mi interessa più il merito. Questo decreto regola acquisti di beni e servizi della P.A. e non regolamenta le forniture per la realizzazione di opere o per le concessioni. Stabiliamo che ci sono logiche che possono derogare al principio del minor costo (uso materiale riciclato, risparmio energetico etc.). Come Psd abbiamo avuto un confronto serrato con la Segreteria per introdurre degli elementi che lo rendessero più “green”. Esprimo notevole soddisfazione anche per la disponibilità della Segreteria di accogliere osservazioni. Sicuramente, quando affronteremo le norme sugli appalti per l’esecuzione di opere, si potrà valutare una sorta di norma coordinata che permetta di avere un Testo Unico per l’acquisto di beni, servizi e opere e che regolamenti anche le modalità di concessione”.

Francesca Michelotti, Su: “Sul tema degli appalti e dei contratti attraverso i quali la P.A. acquista beni di consumo passa una notevole parte del potere discrezionale. Non disciplinare in maniera attenta un settore come questo può aprire la strada a fenomeni di corruzione o paternalistici che, anche se dettati da buona fede, costituiscono degli abusi. Avere meno vincoli permette di avere una maggiore efficacia. In molte situazioni questo però può costituire un elemento di deregulation. Siamo contenti che si arrivi questo decreto a distanza di tanti anni, ma alcune osservazioni dobbiamo farle. Perché non si è fatto un Testo unico anche per gli appalti per le opere pubbliche e per la materia concessoria? E’ difficile disciplinare una materia che ha passaggi delicatissimi. Io trovo che il momento della formulazione del bando è centrale per improntare le basi di una procedura corretta”.

Stefano Canti, Pdcs: “Questo provvedimento va a regolamentare meglio la procedura degli appalti per la somministrazione di beni e servizi nella P.A.. Il provvedimento è molto importante e ad esso la politica ha prestato grossa attenzione. Nel merito, questo provvedimento raccoglie le raccomandazioni che il Greco ci ha sollevato. In primis, massima trasparenza e pubblicità degli appalti pubblici. Oggi agli appalti non viene data pubblicità. Con questo provvedimento c’è l’obbligo di pubblicizzare qualsiasi tipo di appalto sul sito della P.A.. C’è un altro aspetto: la centralizzazione in un’unica struttura per la gestione degli appalti. All’interno P.A. si verrà a creare una struttura unica che si occuperà della gestione di questi appalti. Un altro aspetto innovativo è l’introduzione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Entrando nel metodo non voglio soffermarmi sulla polemica ‘legge o decreto’. La maggioranza è aperta a recepire nel decreto le proposte della minoranza. L’importante è non soffermarsi troppo sulla forma. Se tutti concordiamo sull’obiettivo del decreto non dovremmo soffermarci sulla forma”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Stiamo cambiando le regole per le forniture dei servizi nella Pa attraverso decreto e quindi lo sta facendo il governo, invece noi pensiamo vada fatto attraverso il Consiglio. Viene spontanea la domanda su quale sia l’iter che conduce la pubblicazione di un decreto e quale la logica in cui viene portato in Consiglio per la ratifica. Se questo decreto è stato radicalmente modificato, credo lo si possa fare con altri decreti. Il contenuto del decreto è di primo piano, ce lo chiede il Greco e comunque si sarebbe dovuti intervenire, ma il modo in cui si interviene è parte della valutazione. Con i nostri emendamenti chiediamo di eliminare tutte le discrezionalità mantenute e chiediamo, come da due anni a questa parte, corsie preferenziali a fornitori sammarinese piuttosto che forensi, non è possibile in un momento come questo concedere appalti a ditte forensi”.

Nicola Selva, Upr: “Abbiamo sostenuto da sempre la necessità di norme più precise ed efficienti per gli appalti nella Pa. La revisione delle norme è importante e deve tenere in considerazione alcuni aspetti, il primo la trasparenza, e non deve dare vantaggi ad alcuno. Sicuramente è un passo in avanti, ma entrando nel particolare, per un Paese piccolo come il nostro trovo, questo decreto un po’ complicato. La troppa burocrazia può mettere in difficoltà le nostre imprese, già alle prese con situazioni di difficoltà, vedi la crisi, le novità della Smac”. 

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato, replica: “Ho già esplicitato le finalità del provvedimento che colma una lacuna esistente da troppo tempo, la legge è del 2002. Si introducono norme di massima trasparenza e pubblicità dei documenti, altro aspetto è quello di centralizzare in un’unica struttura la gestione di tutti gli appalti di fornitura di beni e servizi. Voglio tranquillizzare il consigliere Fabbri, l’articolo 1 dice che riguarda il settore Pa e tutti gli Enti autonomi del settore pubblico allargato. Altro aspetto è che il registro delle imprese è unico, si trova presso la Camera di commercio che ha la responsabilità della tenuta e del rispetto dei requisiti. Sulla preoccupazioni di Zavoli: se oggi permangono dubbi su parti mancanti rispetto alla formulazione precedente non ci sono problemi a recepirle. Nel corso del dibattito e della valutazione degli articoli vedremo se alcuni emendamenti saranno da accogliere”.

 

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