Consiglio Grande e Generale 22-28 ottobre. Mercoledi’ 23 ottobre, notturna. Agenzia Dire

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COMUNICATO STAMPA

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 22-28 OTTOBRE

MERCOLEDI’ 23 OTTOBRE-NOTTE

 

In seduta notturna i lavori del Consiglio grande e generale riprendono con la ratifica del decreto
legge
20/08/13 n.118 – Modifiche ed integrazioni alla Legge 6 dicembre 2011
n. 191 “Riforma previdenziale: Istituzione del sistema complementare” e dall’approvazione
del Regolamento di Fondiss (articolo 22 della Legge 6 dicembre 2011 n.191).

Il dibattito occupa tutta la seduta.

Di seguito un riassunto degli interventi

 

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Nel tentativo di dare
attuazione al regolamento di Fondiss e avviare l’entrata in vigore della
previdenza complementare, in estate  una
forza di opposizione sollevò dei dubbi. E in ufficio di Presidenza chiese di rinviare
la discussione per incongruenze normative. Furono confermate e preparammo
questo decreto legge che compatibilizza la legge del 2011 al regolamento. Non
cambia sostanzialmente l’organizzazione della legge.

Le difficoltà nell’avviare
il regolamento spinsero il governo e l’allora Reggenza a adottare una procedura
se si vuole anomale, ma in linea con la legge del 2011”.

Andrea Zafferani, C10: “Il sostanzialmente invariato non è male. Oggi
qualunque cosa si dica in Aula non conta granché. Viene tutto deciso altrove.
Nel 2011 con la legge sulla previdenza complementare avevano compiuto scelte
precise per un sistema nuovo, con una serie di cautele per rendere il sistema
di capitalizzazione accettabile alla popolazione. E non dimentichiamo il
tentativo del 2005 che creava nuovo business per gestori e amministratori.

Con la legge 2011 Bcsm
acquisiva un ruolo fondamentale nella consulenza della gestione diretta. Ed era
gratuita. Fondiss gestirà 150 milioni tra 10 anni, cifre piccole, quindi era
conveniente. Inoltre Bcsm era la banca depositaria. Infine si accentrava la
gestione amministrativa sull’Iss. La legge non è mai partita per diversi
ritardi. Perché? In due anni le risorse sono state parcheggiate. Perché? Sono
ritardi inspiegabili. Questo decreto fuga ogni dubbio. La legge non andava giù
perché toglieva spazi di lucro a soggetti che si leccavano i baffi fin dal
2005. Il comitato amministratore ha fatto un regolamento contro legge e si è
trovato un rimedio. Ci saranno minori rendimenti e minori pensioni per fare
piacere a qualche amico gestore. Si apre a soggetti esterni e i costi li
pagheranno gli assicurati. Arriva il decreto legge e distrugge. Non è
emendabile, andrebbe cassato. Spero che un nuovo referendum fermi l’ennesima
porcata. Chiedo a chi ci ascolta di mobilitarsi”.

Francesca Michelotti, Su: “Il decreto legge cambia la normativa, elimina
l’obbligatorietà della consulenza di Bcsm. Salta una norma di prudenza in
maniera inspiegabile, per impedire che si scatenino appetiti devastanti. Si
ampliano poi i soggetti abilitati ad aiutare il comitato amministratore e tra
le attività riservate vengono incluse le compagnie assicurative. Non è stato
emanato il decreto per dare una modalità precisa all’affidamento dei fondi. Si
aggiungono soggetti terzi esteri. Bcsm può esternalizzare il servizio di banca
depositaria per motivi di economicità. Lo spirito della legge del 2011 è
stravolto. Mancano molti decreti, non c’è un quadro di efficacia normativa.
Restano dubbi seri sul perché si compiano adesso queste scelte che aggravano i
costi”.

Marco Podeschi, Upr: “Oggi è la sagra dell’Iss. Prima la libera professione, ora si vara
questo decreto e annesso regolamento. Ognuno di noi versa a Fondiss. Non
capisco perché si può esternalizzare o dare in gestione a terzi. Serviranno
denari. Anche per la banca depositaria. Inoltre c’è la facoltà per
l’amministrazione dell’Iss di esternalizzare le attività
amministrative-contabili di gestione di Fondiss. L’Iss si avventura nel mercato
sanitario e poi esternalizza? Mi sfugge il senso. Dov’è il vantaggio per il
cittadino? Possiamo impiegare risorse e fare crescere il know-how, ma per
scelte oscure si opta per la gestione esterna. Servirebbero audizioni con i
tecnici, non abbiamo i documenti per capire gli interventi. Serve più
trasparenza, anche per i cittadini”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Ero nel comitato referendario nel 2006 contro la
legge del 2005. Quella del 2011 rappresentava un punto di equilibrio. Il
problema è grave: un comitato amministratore creato per fare un regolamento non
ha fatto il suo dovere. Il predecessore di Mussoni chiese all’Avvocatura di
Stato come comportarsi per la gestione dei capitali di Fondiss. Oggi si mettono
a repentaglio le pensioni, le modifiche distruggono la filosofia di base della
legge.

La legge del 2011 e il
regolamento non sono compatibili. Abbiamo chiesto spiegazioni alla precedente
Reggenza. Il decreto slega le scelte dalla gestione di Bcsm, apre ad
assicurazioni e soggetti esterni la gestione, apre all’esternalizzazione dei
depositi, cancella la necessità di stipula della  consulenza con Bcsm, apre all’amministrazione
esterna. Andava mantenuto la formulazione originaria. Abbiamo emendamenti
curiosi, ma il decreto è inaccettabile. Questo fermiamolo. Si parla della
tutela dei pensionati”.

Luca Santolini, C10: “Si obbliga Fondiss a ricorrere a soggetti esterni per la gestione e
si rinuncia alla gratuità di Bcsm. È un costo superiore. Si apre alle
assicurazioni. Il governo tenta di scavalcare il Consiglio grande e generale.
Non ci sono vantaggi per la comunità. Appoggiamo gli emendamenti ripetitivi di
Rete per l’abrogazione di tutti i commi”.

Tony Margiotta, Su: “Sono un conservatore, voglio che il fondo sia gestito in una maniera
pubblica. Fa gola ad alcuni personaggi e sistemi. I fondi dei lavoratori vanno
tutelati. Il fondo sostiene il sistema bancario, ed è in pericolo. Ora non ha
numeri importanti, ma la prospettiva c’è. Bcsm è continuamente messa in
discussione e noi diamo il mandato come banca depositaria di gestire assieme al
comitato amministratore, con la possibilità di investirli. E’ fondamentale la
questione delle banche. Il discorso è ampio. Occorre dare importanza a quello
che abbiamo in casa”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Un’attuazione del genere significa che dietro ci
sono molto milioni. Si esternalizza fuori dalle regole. L’Avvocatura di Stato
proibiva certe cose, ma il fondo fa molta gola. Il segretario di Stato non può
permettersi eticamente di toccare quel fondo con un decreto. Ci sono carteggi
dove si diceva di non farlo. Si devasta lo stato sociale e nessuno della
maggioranza è iscritto a parlare. L’interesse è ben evidente. Come Brunetta
ripeto incessantemente: a quanto ammontano i fondi? Esigo la risposta.

L’esternalizzazione della
gestione fa venire meno varie opportunità di risparmi gestiti dagli operatori
economici. C’è la bieca volontà di esternalizzare a tutti. I dubbi vengono
naturalmente. Il comportamento non è legale, lo dice l’Avvocatura di Stato.
Dovrete giustificare le vostre scelte.

Il precedente decreto Mussoni
nel modo del lavoro non è un bel viatico. Tra poco mancherà anche il fondo”.

Antonella Mularoni, Ap: “Sulla presunta illegittimità ricordo bene il
percorso. Nessuno aveva sollevato obiezioni al decreto. Non è corretto cambiare
le carte in tavola. Si possono avere posizioni diverse sull’approccio a
Fondiss. Bcsm dice che non è in grado di gestire il settore se non con aumento
di personale. Tra l’altro questa sera è elogiata da chi la attacca sempre.
Serve coerenza. I rischi ci sono sempre, in ogni caso. Affidarsi a enti
specializzati può essere un’opportunità. Si possono fare scelte diverse. Ma si
pensa sempre male. Questi soldi siano gestiti nel modo migliore possibile.
Questo è il compito della politica, di Fondiss. Non credo ci siano interessi
personali. Serve sorveglianza continua per la gestione migliore possibile. La
scelta più saggaia è affidarsi solo a Bcsm? Non so. Nel decreto non vedo nulla
di diabolico. E la scelta del governo può dare ai lavoratori maggiori garanzie.
Avere un ampio raggio ci permette di valutare meglio. E le associazioni dei
lavoratori sono sempre molto vigili”.

Ivan Foschi, Su: “Il problema di quest’estate non è stato risolto. Si abusa del
decreto legge, qui non c’è l’urgenza. E c’è pure un contrasto tra la legge e il
regolamento. Un colpo d’ariete istituzionale. Siamo in un sorta di teatrino. Il
governo dice di fare il meglio per i lavoratori, infognandosi però in procedure
al limite del regolamento. E’ poco credibile la tesi per cui dopo due anni ci
si è resi conto che Bcsm non è in grado di svolgere queste funzioni. La
sovranità si rilancia anche con la gestione pubblica dei fondi. E Bcsm serviva
a garantire controllo. Si altera in maniera vigorosa l’equilibrio della legge
del 2011. Il sistema bancario è in crisi, ci sono appetiti vari. La politica
non deve piegarsi alle pressioni, ma tutelare il futuro di tutti i lavoratori
sammarinesi”.

Guerrino Zanotti, Psd: “Condivido le preoccupazioni sul tema. Il Fondiss
è un aspetto importante del sistema previdenziale, le risorse vanno gestite al
meglio. Essendo una materia di interessi dei lavoratori, lo strumento non mi
piace. Era meglio una legge ordinaria, coinvolgendo sindacati e associazioni.
Non capisco però l’aria da tragedia, si è un po’ sopra le righe. La politica
deve garantire che la gestione sia nella massima trasparenza e con la massima
efficienza. Il comitato amministratore è ben rappresentato. L’apertura a
gestori esteri può dare preoccupazioni, ma in un sistema concorrenziale si
possono strappare condizioni migliori. Ci sono dei paletti per cui gli
investimenti non possono essere di qualsiasi tipo. Le garanzie ci sono. A Bcsm
restano gli obblighi da banca depositaria. L’Iss non può fare la società di
service che gestisce le quote degli aderenti a Fondiss e dà loro valore. Un
decreto non è stato emesso, gli altri sì.

Critico come è stato
gestito fino a oggi il Fondiss. Dopo un anno e 4 mesi non c’è stato un
investimento degli attivi che ammontano a 5,1 milioni di euro, sono in un conto
in Bcsm e fruttano lo 0,5%. Sono stati fatti gli investimenti per il fondo di
perequazione. Non è colpa della politica, serve una gestione più oculata”.

Luca Beccari, Pdcs: “C’è confusione tra i diversi ruoli. Il soggetto gestore si occupa di
produrre reddito per il fondo, fa le scelte di investimento; la banca
depositaria è garante del fondo, detiene le risorse e fa il regolamento
finanziario. Se ci si è resi conto che ci può essere un rischio di confusione,
ben venga che sia sanata. Per questo non ci può essere la consulenza di Bcsm
nelle scelte del gestore. Con gli emendamenti non sono stati stravolti i ruoli,
ma preservati concetti chiave. Fondiss può gestire le risorse in autonomia. A
seconda delle dimensioni del fondo e delle opportunità sui mercati potrebbe
essere più conveniente che il gestore sia o il comitato amministratore o una
banca sammarinese o un soggetto estero. Non ci sono automatismi. I 5 milioni
non sono massa critica, ma cresceranno. Si pensa ad oscuri meccanismi, ma non
ci vedo nulla di strano. Non si mette in discussione il ruolo di Bcsm come
banca depositaria, si prevede l’esternalizzazione per una questione di costi
che nasceranno con più capitale. Non vedo buchi o lacune lasciate aperte da
questo intervento normativo”.

 

San Marino, 23 ottobre 2013/03

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

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