Consiglio Grande e Generale. Giovedì 30 aprile 2015. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale. Giovedì 30 aprile 2015. Agenzia Dire

COMUNICATO
STAMPA

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 23-30 APRILE

GIOVEDI’
30 APRILE

Con l’approvazione a maggioranza
di un ordine del giorno conclusivo del dibattito su sicurezza e
ordine pubblico, sul riordino dei Corpi di polizia e sulla nomina del
comandante della Gendarmeria, sottoscritto dalle forze di
maggioranza, Ps e Upr, si conclude la sessione consiliare di Aprile.

L’Odg è stato approvato con voto palese e nelle dichiarazioni di
voto le forze di minoranza hanno assunto posizioni differenti: Rete
ha dichiarato voto contrario, Su-C10 l’astensione, Ps e Upr,
sottoscrivendo il testo, hanno invece votato favorevolmente insieme a
Pdcs-Ns, Ap, Psd e l’indipendente Denise Bronzetti. Infine contrario
si è dichiarato anche l’indipendente di minoranza Pedini Amati.
L’Odg in sintesi dà le indicazioni utili alla nomina del futuro
comandante della Gendarmeria prevedendo che si proceda “entro il
mese di maggio” alla nomina del nuovo comandante della Gendarmeria”
e che la sua figura sia ricercata “all’interno del nostro
territorio, sulla base dei requisiti di legge, ma anche in relazione
alla capacità di garantire contemporaneamente un’adeguata conoscenza
della situazione dei nostri corpi e un indispensabile collegamento
con i copri di polizia degli altri paesi, Italia innanzitutto”. Non
solo l’Ordine del giorno chiede poi che sia concluso “entro il 30
settembre 2015 l’iter legislativo per la piena funzionalità del
dipartimento di polizia” e che si proceda, “sempre entro tale
data, alla designazione del direttore stesso”.

Di seguito un estratto degli
interventi odierni:

Comma 17.
Riferimento del governo sulle problematiche relative alla sicurezza e
all’ordine pubblico, al riordino dei Corpi di polizia e alla nomina
del comandante della Gendarmeria, in adempimento all’Ordine del
giorno approvato dal Consiglio Grande e Generale il 24 marzo 2015

Dibattito
Valeria
Ciavatta, Ap:
“Volevo
rimarcare la necessità di due questioni. La prima è che non si fa
il riordino dei corpi solo revisionando il Dipartimento di polizia. I
regolamenti dei corpi sono vere e proprie leggi ordinarie e hanno
necessità di essere rivisti, se non riformati, proprio per tutte
quelle questioni legate alla funzionalità e all’impatto per l’ordine
pubblico e la sicurezza. La struttura, l’organizzazione, il
trattamento delle risorse professionali sono aspetti fondamentali,
così come a monte si deve discutere quale funzione privilegiata
spetti a ciascuno dei corpi cui gli altri devono sempre fornire
collaborazione. Noi oggi ci troviamo in una situazione in cui anche
l’assunzione di personale con certe professionalità è bloccata
perché ci sono possibilità di carriera garantite da normative
vigenti datate che non tengono conto di titoli d studio e
competenze. I tre corpi dovranno essere indirizzati quindi verso le
funzioni di corpo il più possibile non sovrapponibili e dall’altro
alla funzione di coaudiuvare gli altri due corpi. Per esempio, spesso
si confonde l’ordine pubblico e la sicurezza. Di ordine pubblico è
responsabile il segretario agli Interni e di sicurezza quello
agliEsteri. Questo deve essere indicato nelle riforme che ci
apprestiamo a fare. E’ molto difficile cambiare il regolamento dei
corpi, ogni cambiamento scatena reazioni e bisogna avere le idee
chiare. Torneremo su questi argomenti con proposte più nel merito.

Nell’accordo tra le forze di polizia con l’Italia ci sono
opportunità che derivano da rapporti istituzionali. Ciò consente di
accedere a percorsi di formazione in parte da farsi sul campo a San
Marino o in eventuali scuole di formazione e ne abbiamo assolutamente
bisogno. Non si può lasciare decantare questo terreno perché certi
rapporti istituzionali e gli accordi derivanti non possono essere
lasciati non utilizzati, daremo un messaggio di non interesse, non
esigenza e anche non considerazione. Invito il governo a considerare
questi punti: i regolamenti dei corpi sono importanti. E l’altra
questione è l’accordo tra i due governi che riguarda tutte le forze
di polizia di sammarinesi e italiane”.
Gian
Franco Terenzi, Pdcs:

“Dobbiamo trovare la condizione ideale per dare ai corpi modalità
tali di poter svolgere i propri ruoli appieno. C’è molta aspettativa
da parte della cittadinanza. Non possiamo ignorare quello che sta
accadendo nel Paese in termini di microcriminalità, reati perpetuati
da soggetti che provengono dall’esterno del nostro territorio. E nel
nostro Paese non sempre le condizioni per controllo efficace sono
presenti. Ciò deve spingerci a trovare il modo per garantire una
maggiore efficienza, ci sono criticità, manca un’adeguato
coordinamento dai diversi corpi che dovrebbero operare con maggior
sinergia pur nel rispetto dei diversi ambiti di competenza. Secondo
luogo, sembra esserci problema di insufficienza di personale. Manca
infine la formazione che non deve essere solo enunciata, ma attuata
con corsi di formazione e aggiornamento che devono riguardare anche
l’etica professionale come valore per tutti gli appartenenti ai
corpi. I nostri corpi non sono obsoleti, ma necessitano di un
adeguamento a una situazione di problematiche che oggi si trovano ad
affrontare. Si deve dare un giusto impulso al processo di
rinnovamento, riqualificando l’organico e i quadri dirigenziali. Non
ci deve essere un solo uomo al comando ma una distribuzione delle
responsabilità lungo tutti i livelli gerarchici. Il nuovo
comandante: sarebbe preferibile individuarlo all’interno delle nostre
forze, ma non si esclude che la ricerca sia fatta anche fuori. Deve
trattarsi di un soggetto con esperienza e competenze necessarie a
gestire problemi di sicurezza che interessano nostra
Repubblica”.
Mimma Zavoli, C10: “Evidentemente
chi deve prendere le decisioni non lo fa. E’ successo così nella
vicenda del comandante Gentili. L’approccio è di chi non sa che
pesci pigliare e da un segretario di Stato agli Esteri non posso
accettarlo. Quando Gentili ha rassegnato le sue dimissioni avreste
già dovuto iniziare a lavorare a un progetto da presentare a
quest’Aula. Sin dal giorno successivo. Invece ci viene presentata una
lista delle cose da fare e pochissimi elementi su cui far agire le
nostre decisioni. Auspico che non vogliate uscire da questo Cgg con
il solito odg che decide di non decidere. Noi non saremmo disponibili
a votarlo. Chiediamo al governo di dare linee di indirizzo chiare per
capire come gestire la creazione di un Dipartimento di
Polizia”.
Elena Tonnini, Rete: “Occorrerebbe fare in
modo che siano dei civili a ricoprire i ruoli burocratici e di tipo
amministrativo, cercando di liberare le risorse per operare
direttamente sul territorio. Per quanto riguarda il comandante si
parla di Maurizio Faraone, attuale comandante dell’Interpol. A
febbraio del 2012 fu sottoscritto un accordo di collaborazione con il
Governo italiano per consentire alle Forze dell’Ordine sammarinesi di
accedere alle fasi formative delle Forze dell’Ordine italiane. Si
parla addirittura esplicitamente di ‘assistenza in materia di
formazione’. Mi chiedo come mai, dal 2012 ad oggi, non si sia
riusciti a concretizzare quell’accordo. A tutt’oggi quella parte
dell’accordo è disatteso. Una persona come Faraone a capo della
Gendarmeria potrebbe avere accesso a dati preziosi ma è forse il
caso di domandarsi se sarebbe meglio evitare l’accentramento di
potere sulle singole persone. Vorrei poi chiedere a Valentini un
chiarimento che dice che dobbiamo guardare tra le risorse interne
perché con risorse esterne abbiamo avuto un trauma recentemente.
Questa riflessione viene in seguito ad un confronto con la parte
italiana? Dobbiamo comunque ribadire all’Italia la nostra volontà di
collaborare”.
Alessandro Cardelli, Pdcs: “Il dibattito
di oggi va avanti da tempo. E interessa molto la nostra cittadinanza
che aspetta risposte dalla politica per quanto riguarda il settore
delle Forze di Polizia. Per quanto riguarda il riordino dei Corpi
credo si tratti di dibattito centrale, dopodiché si parla della
nomina del comandante della Gendarmeria. Ai vertici di quest’ultimo
Corpo vedo bene una persona che abbia già maturato esperienza in
territorio. Se da un lato nominiamo una persona dall’altro lato
dobbiamo dargli fiducia, ascoltarla e mettere in campo le proposte
che arrivano dalle Forze di Polizia. Nominiamo il comandante il prima
possibile. E’necessario. Le Forze di Polizia non hanno né bandiera
né tessera di partito ma rappresentano tutto il Paese. Per questo la
politica deve essere unita. Sul riordino dei Corpi oggi è necessario
predisporre una banca dati unitaria e anche una centrale operativa
comune. Un altro aspetto che vorrei sottolineare e che dovremmo
approfondire riguarda l’organico delle Forze di Polizia: serve na
ricognizione puntuale. Il problema dei furti si risolve mettendo in
campo più forze. Cercare nuovi giovani che possono entrare
all’interno dei Corpi per dare slancio alle Forze di
Polizia”.
Alessandro
Mancini, Ps:
“Anche
io non posso non rilevare l’importanza di questo dibattito, nato
dalla precedente discussione consiliare sulle dimissioni di Gentili
che ha portato Ps e Upr a condividere insieme alla maggioranza un Odg
in favore di un dibattito su tutte le forze di polizia. Tutti
conosciamo le emergenze del Paese legate alla sicurezza dei
cittadini, le tensioni all’interno dei corpi, è quindi assolutamente
opportuno e necessario affrontare la questione con grande senso di
responsabilità ed efficacia. Su questi temi è necessaria la più
ampia condivisione, non voglio entrare nella polemica, ma non posso
anche io non evidenziare che la scelta del governo del ‘facente
funzioni’ senza confronto non è piaciuta al Ps. Ma guardiamo avanti.
Credo ci siano due priorità: la necessità di dare una missione
precisa sugli impegni del futuro che il comandante della gendarmeria
e il coordinatore del dipartimento dovranno assumersi. L’auspicio è
che quando si individuerà una persona sia il più possibile
condivisa, non è una scelta di maggioranza, gli errori passati
devono insegnare. Anche la scelta del direttore di dipartimento non
può essere rimandata. Ci sono cose importanti da fare, il riordino
dei corpi e i regolamenti interni, c’è una normativa attuale che
deve essere rivista, ciò non esclude che si potrebbe già nominare,
e spetta il governo, il direttore del dipartimento di Polizia. Se la
priorità è la nomina del comandante della gendarmeria, e mi auguro
avvenga nel consiglio di maggio, anche la nomina del direttore non
può essere messa in secondo piano”.
Luca
Beccari, Pdcs:

“L’esigenza più alta è quella di ridefinire il quadro normativo
di azione dei tre corpi di polizia, anche alla luce dei cambiamenti
avvenuti, anche molto recenti, come l’istituzione di altre autorità
deputate in via indiretta a contribuire alla prevenzione del crimine
e dei reati, ovvero le autorità di vigilanza. Quindi c’è l’esigenza
di rideterminare le funzioni. Poi c’è un problema interno dei corpi,
l’esigenza di regolamento sul funzionamento della singola unità. E
ancora, c’è anche un problema di sinergia dei corpi, ovvero come
riusciamo a farli collaborare.
Sulla principali forme di
collaborazione e divisione di competenze dobbiamo esprimerci a
prescindere dalle persone che nomineremo, i contributi ci sono già e
ora possiamo trovare una sintesi. Poi ci sono scelte più operative
che non possono competere a quest’Aula ma devono essere frutto di
analisi sul campo dei responsabili, su cui in caso potremo poi
esprimerci.
Credo che a volte estremizziamo e sintetizziamo
troppo le questioni. Sono convinto che la Centrale unica sia un
intervento da fare nei tempi più brevi possibili, ma anche che non
sia solo un problema di centrale unica e di condividere le
informazioni, ma di sviluppo di sinergie. Abbiamo un problema di
presidio del territorio con pattuglie per le strade, abbiamo momenti
della giornata che possono essere coperti bene, altri con più
difficoltà. Si quindi a centrale unica, tecnologia, ma cerchiamo di
incentivare la collaborazioni tra i corpi”.
Gian
Matteo Zeppa, Rete
:
“Ci sono difficoltà che nascono dalla malagestione della politica.
La politica deve dare un indirizzo per come gestire i tre corpi di
polizia. Molte volte si è andato oltre in passato alle linee di
principio, agli stessi regolamenti dei corpi andandoli a condizionare
e oggi ne paghiamo le conseguenze. Oggi i tre corpi versano in una
situa drammatica. Percepisco la mancanza totale di gerarchie nei
corpi che è invece fondamentale. Sembriamo un po’ avere tre corpi di
polizia giusto per dire che li abbiamo, ma non si è investito sulla
loro professionalità. Non sono d’accordo che il coordinatore abbia
uguale potere rispetto ai tre comandanti. E’ un brutto precedente. La
questione del Dipartimento credo possa ora essere secondaria rispetto
alla nomina del comandante della Gendarmeria. Troppi amministrativi:
di qui il problema di mancanza di copertura. Ci sono molti militari
operativi, capaci anche di andare per strada per fare copertura
territoriale, spesso sono negli uffici tra le scartoffie. Serve
un’analisi delle risorse e dare analisi più concreta tra operativi
ed amministrativi”.
Giovanni
Francesco Ugolini, Pdcs:

“Oggi il dibattito è stato pacato e costruttivo, la questione
sicurezza è di primaria importante. Molto è stato fatto e si sta
facendo, per esempio l’installazione delle telecamere ci aiuta a
tenere in sicurezza il territorio. Vanno adeguati i tre corpi con
nuove assunzioni perché c’è carenza di personale. In uno Stato di
60 chilometri quadrati la presenza delle forze dell’ordine deve
essere più forte e coordinata. Riorganizzare quindi il dipartimento
di polizia con il coordinatore, la sua azione deve essere supportata
da un mandato politico condiviso. Sulla nomina del comandante: per il
momento lo cerchiamo al nostro interno, dovrà avere buoni rapporti
con le autorità italiane e non far calare le scelte dall’alto. Non
abbiamo bisogno di un ‘superman’ ma di una persona operativa, normale
e di buon senso che sappia calarsi nella realtà del nostro Stato”.
Gian
Nicola Berti, Ns
:
“Il tono e la serietà con cui ci si è approcciati è indice della
volontà dell’Aula di dare soluzioni. Ma non si può prescindere
dall’analisi del passato. Oggi la Gendarmeria è nell’occhio del
ciclone, ma vorrei estendere le riflessioni a tutti i corpi. I
problemi ci sono in tutte le forze dell’ordine. Si è avuta negli
anni una involuzione nella loro qualità e efficienza. La sensazione
mia è che molti, troppi, abbiano voluto aderire ai corpi non per
missione, ma per la risoluzione di un problema occupazionale, per
cercare un lavoro sotto lo Stato. La Gendarmeria è l’unica che ha
cambiato comandante per ragioni diverse, Biagioli, Zechini, i litigi
con Riccio, quindi il vicariato di Selva, che si è prolungato e ha
acuito alcune problematicità. Il comando di Gentili, che ha avuto un
approccio superficiale con San Marino. Forse per dare una risposta al
comando, in questo momento, si ha una scelta abbastanza limitata.Ma
la risposta può essere con un mandato ponte per traghettare le forze
a una diversa organizzazione. Lotta criminalità e microcriminalità:
quando arriva un comandante dall’Italia può pensare che le
percentuali furti e rapine siano talmente basse a San Marino da non
essere da allarme sociale. Ma noi non possiamo tollerare questi
problemi e ci deve essere massimo sforzo per contrastarli.
L’approccio dato fin qui non è mai stato di sistema. Dobbiamo
intervenire adesso e non dobbiamo rimpallarci colpe, ma avere un
ruolo attivo con tutte le componenti dello Stato. Come Parlamento
possiamo fare poco a livello operativo ma molto a livello politico,
gli accordi di polizia sono già in vigore, certamente vanno
implementati. Il problema di formazione è importante ma non c’è
solo quello”.
Andrea Zafferani, C10:
“E’ un peccato ragionare pensando che il comandante della
Gendarmeria ci debba dare le linee da seguire per il riordino dei
Corpi. E noi pedissequamente stare dietro a quelle
indicazioni”.
Giancarlo Venturini, segretario di Stato Affari
Interni:
“Dobbiamo giungere al riordino dei tre Corpi che
necessitano anche di un aggiornamento dei rispettivi regolamenti. In
primo luogo dobbiamo definire come procedere in merito al
dipartimento di Polizia con la nomina del relativo direttore. Poi
capire come giungere a una centrale unica operativa interforze. Allo
stesso tempo avviare dei bandi di regolamento per tutti i Corpi e
predisporre dei piani di formazione continua. Contestualmente a
questi aspetti è necessario fare un approfondimento su quali sono le
funzioni amministrative che forse potrebbero essere svolte d’ora in
poi da personale civile, liberando così risorse umane per svolgere
quel necessario potenziamento del presidio del territorio. C’è già
una bozza di proposta sull’organizzazione del Dipartimento di
Polizia. Potremmo seguire due strade: procediamo alla nomina del
direttore, sulla base della normativa attuale, con la consapevolezza
che le funzioni attribuitegli non sono pienamente rispondenti alle
esigenze emerse in questi anni oppure avviamo rapidamente l’iter
consiliare della proposta di normativa già elaborata per giungere in
tempi brevi alla sua approvazione e poi procedere successivamente
alla nomina del direttore del Dipartimento e in seguito al comandante
della Gendarmeria per la cui nomina saranno necessarie opportune
valutazioni e analisi delle risorse presenti all’interno del
territorio. Mi sembra che prenda piede più la seconda ipotesi. A
seguito dell’accordo di collaborazione tra Forze di Polizia italiane
e sammarinesi grazie all’intesa tecnica stipulata nel dicembre 2013
verrà attivato, si spera a breve, un canale di comunicazione diretto
tra la sala operativa della Questura di Rimini e la Gendarmeria.
Accordo finalizzato a potenziare le attività di prevenzione e di
controllo del territorio. L’installazione di telecamere ad alta
definizione con dispositivo della lettura automatica della targa sono
presenti su più di 20 siti situati al confine. A queste si
aggiungono le telecamere tradizionali installate sia sui confini che
su altre parti del territorio. Questo strumento non risolve tutte le
problematiche ma consente alle Forze dell’Ordine di svolgere al
meglio il proprio lavoro. Temi come quello della sicurezza e
dell’ordine pubblico sono molto sentiti dalla popolazione e credo che
l’approccio dell’Aula sia quello giusto: anteporre agli interessi
politici di parte quelli della comunità sammarinese”.
Federico
Pedini Amati, Indipendente
: “Qui siamo all’improvvisazione e
siamo in ritardo probabilmente su tutto. Nella Polizia Civile c’è
una mancanza di 30 unità. La carenza organica è un dato oggettivo
su cui si poteva intervenire. Tanti agenti di Polizia sono alle prese
con pratiche burocratiche. Manca poi la formazione. Servono bandi per
instradare nuovi giovani. Manca la collaborazione tra i Corpi di
Polizia sammarinesi. Mancano le pattuglie, in particolare negli orari
notturni. Mancano gli agenti in borghese. Questi sono temi che
ribadiamo da anni ormai ma su cui non si è fatto niente. Se non c’è
collaborazione tra i comandanti dei Corpi di Polizia dovremo
intervenire su tutti i Corpi. E’indispensabile più che mai ragionare
a
tutto campo anche degli altri comandanti
dei Corpi di Polizia. Avevamo chiesto di coinvolgere la Gendarmeria e
il Tribunale per comprendere direttamente da chi opera sul territorio
quali sono le priorità. Un confronto da cui magari poteva nascere
anche la nomina del nuovo comandante della Gendarmeria. Se vogliamo
trovare la sinergia per una condivisione consiliare è necessario che
le parti possano discutere serenamente insieme. Io però ho un dubbio
quando andiamo a
identificare certe figure. Dubbio
primario: siccome dobbiamo andare a risolvere certe problematiche
all’interno dei Corpi, in particolare in quello della Gendarmeria,
non vorrei che indicando una persona, sebbene transitoria, si
continuerebbe poi in quella sorta di divisioni tra bande
all’interno della Gendarmeria. Meglio
dare incarichi specifici a figure sammarinesi. Dai rumors è emerso
il nome di Faraone? Faraone si dice che fosse un uomo dei servizi
segreti italiani. E’ il caso
di metterlo a capo di un Corpo di Polizia
sammarinese?”.
Denise Bronzetti,
Indipendente
: “Il comandante della Gendarmeria dovrebbe essere
una persona che conosca le forze di Polizia sammarinesi e che dunque
sappia dove mettere le mani. E che abbia rapporti distesi e positivi
con le altre forze di polizia e con le altre amministrazioni che ci
circondano. Non solo l’Italia ma anche altri Paesi. I regolamenti
delle forze di polizia sono obsoleti e devono essere assolutamente
rivisti e modernizzati. E’ inoltre estremamente necessaria la
formazione di tutti gli appartenenti ai corpi di polizia. Chi andrà
a ricoprire il ruolo di comandante della Gendameria, ma anche chi
diventerà direttore del Dipartimento di Polizia, tenga in
considerazione l’aspetto fondamentale della riservatezza delle
informazioni. Entro maggio si nomini il nuovo comandante poi si metta
mano a tutto quello che manca. E’ un ragionamento sano quello del
miglior coordinamento tra le Forze di Polizia e della Centrale unica,
ma senza una guida capace di tenere dritto il timone diventa
difficile applicare quello che noi prevediamo nelle normative che
emaniamo”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Le forze di Polizia
sono state usate dalla politica. Non dovevano funzionare. E ci sono
state le solite note ingerenze della politica. I politici di peso
mettevano all’interno delle Forze di Polizia i propri uomini di
fiducia. Non accantoniamo le responsabilità di chi in modo doloso ha
voluto che i Corpi di Polizia non funzionassero. Ora ci troviamo alle
prese con la nomina del comandante della Gendarmeria. Cosa bisogna
fare per risolvere la situazione? Dobbiamo prima di tutto capire
quali sono i problemi principali su cui intervenire. Il nuovo
comandante deve essere un ufficiale inferiore. Non può essere un
generale a dirigere un corpo di cento unità. In Italia ci
riderebbero dietro. Non deve essere un civile perché a mio avviso i
civili dovrebbero essere utilizzati per ruoli amministrativi,
liberando così i militari da quei compiti. Non può
Ma io mi chiedo: ci siamo mai occupati
essere una persona proveniente dai Servizi Segreti, e mi riferisco
all’intervento di Pedini Amati che parlava dell’ipotesi Faraoni e
inoltre non deve avere conflitti di interesse in corso”.
Andrea
Zafferani, C1
o: “Mi piacerebbe
coinvolgere il Congresso militare nella scelta del comandante della
Gendarmeria. Non è sbagliato cercare la risorsa giusta all’interno
dei nostri confini. Non dobbiamo dare comunque una delega in bianco
al nuovo comandante. E’ stato così con Gentili a cui è stato
affidato il compito di elaborare il Piano di riordino dei Corpi senza
dare alcuna indicazione da parte della politica: il Piano proposto si
è rivelato però inadatto per la realtà sammarinese. L’errore è
stato non dare indirizzi politici chiari. La prima fondamentale
tematica è quella del budget da assegnare ai singoli corpi, poi
occorre occuparsi del parco mezzi messo a disposizione dei corpi ed
infine coprire le carenze organiche. Ma io mi chiedo: ci siamo mai
occupati in quest’Aula del budget necessario a coprire queste tre
carenze? Io credo proprio di no. Questo è
il primo indirizzo che manca. Il secondo tema che dovrebbe essere
affrontato riguarda anche quello della creazione di una centrale
unica. Oltre agli aspetti normativi
i tre aspetti tecnici da chiarire
possiamo sintetizzarli in: budget, Centrale unica e meccanismi di
coordinamento tra i Corpi di Polizia. Purtroppo però continuo a
ribadire la mancanza assoluta delle linee di indirizzo
politico”.
Francesca
Michelotti, Su
:
“Due sono le questioni urgenti, la prima è la nomina del nuovo
comandate che, da quanto emerge dal dibattito, potrebbe non essere
definitiva ma potrebbe essere una nomina ponte per traghettare la
Gendarmeria verso il nuovo corso. Poi c’è il riordino dei corpi di
polizia, censurando gli errori del passato. Le due cose sono
collegate. Il nuovo comandante dovrà darsi da fare per superare le
difficoltà che impediscono di sintonizzare i corpi, poi ci dovrà
essere collaborazione al processo di riordino dei corpi con
un’analisi punti di forza e debolezza del sistema. Dovrà perseguire
il processo di formazione di carattere straordinario per mettere a
norma le competenze professionali dell’intero corpo dove sono
lacunose e tracciare indirizzi per un processo permanente
all’attività. Sul reclutamento: quello esterno non ce lo possiamo
più permettere, sarebbe imbarazzante alla luce delle ultime
esperienze. Poi non potremmo decidere, ma saremmo costretti a
prendere a scatola chiusa quello che ci viene proposto. Spero che
all’interno dei corpi si possano trovare competenze e titoli
richiesti.
Su si pone in modo anomalo rispetto agli altri gruppi
perché ci siamo espressi in modo apertamente contrari alla
riproposizione dei Dipartimento di polizia e alla nomina di un suo
direttore. E’ stata attribuita una fiducia cieca nella capacità
risolutiva dei conflitti tra i corpi di questo direttore. La sinergia
tra i corpi: ognuno deve conservare le sue funzioni principali, senza
dare corpo a doppioni, ma nel dovere di coordinarsi in emergenza. Il
discorso della Centrale unica dimostra l’impotenza dei governi nel
gestire una questione che non poteva essere risolta tecnicamente, il
pattugliamento unico del territorio. D’accordo con Ciavatta, bisogna
dare corpo agli accordi del 2012. Ciò serve anche a non dare
l’impressione che non ci importa nulla, è un’osservazione molto
centrata. Quella firma era stata un traguardo che abbiamo invece
trascurato”.
Mario
Lazzaro Venturini, Ap:

“Ritengo che all’interno delle priorità ce ne sia una più urgente
delle altre ed è l nomina comandante Gendarmeria, gli altri passaggi
possono essere definiti in una fase successiva. Non era necessario
oggi parlare in Consiglio delle linee di indirizzo del riordino dei
corpi e del dipartimento di polizia. La nomina comandante Gendarmeria
è urgente perché ci sono situazioni cui mettere rimedio. Una su
tutti: i rapporti con il tribunale che si sono deteriorati negli
ultimi tempi ed è un problema da affrontare subito. Problemi
determinati dall’ex comandante ma che possono essere estesi agli
altri componenti del corpo. Non possiamo tollerare che elementi dei
corpi critichino l’azione della magistratura. Ci deve essere assoluta
fiducia tra tribunale e gendarmeria. Poi perché nei momenti di
provvisorietà delle figure apicali i dissidi interni al corpo
emergono e degenerano. Personalmente ne ho avuto testimonianza quando
tempo fa in commissione Antimafia sono arrivati due coppie di
gendarmi in momenti diversi. Una ha raccontato cose sul proprio corpo
opposte all’altra. C’è stato chi all’interno delle due coppie non ha
esitato a parlare male del proprio Corpo.
Ritengo che il nuovo
comandante possa essere ricercato all’interno del Paese, è utile se
è un uomo che conosce il corpo e soprattuto i difetti, soprattutto
se è dotato di buon senso e riesca a motivare il gruppo, che ne ha
molto bisogno, e sappia esprimere nei suoi gesti moderazione e che
possa parlare con i fatti, come devono fare tutti coloro che lavorano
per lo Stato. E proprio il senso dello Stato lo devono avere tutti, a
cominciare dai pubblici dipendenti, e credo sia quello che più
manchi ai cittadini e forse anche a noi stessi. Ma ci sono settori
in cui questa qualità manchi in modo particolare e sarà compito del
nuovo comandante che il corpo di polizia recuperi senso di
responsabilità e appartenenza. Riguardo alle altre priorità non
partiamo da zero. Invece di lamentarsi delle mancanze del governo,
dovrebbe esserci il riconoscimento che oggi è iniziata una strada
diversa, anche per effetto della critica della stessa maggioranza.
Arrivare alla definizione delle priorità e alla loro realizzazione è
un deciso passo avanti per un settore tra i più delicati del Paese”.

William
Giardi, Upr: “
I
fatti legati alla microcriminalità e criminalità e le vicende
legate alle dimissioni di Gentili hanno determinato un’accelerazione
della politica nell’affrontare il tema della sicurezza e del riordino
dei corpi di polizia. Ora la nomina del comandante della Gendarmeria
rappresenta una priorità per il Consiglio, governo e comunità e ha
tolto spazio al tema della sicurezza che rimane attuale. Il
segretario Valentini parlava di regolamenti obsoleti, di mancanza di
professionalità, deve esserci stata una disgiunzione. Di queste cose
ce ne accorgiamo solo oggi, non sono state segnalate dai corpi,
oppure sono state segnalate negli anni e la politica se ne è forse
disinteressata? Sarebbe altrettanto grave. Come mai ci accorgiamo
oggi di questi problemi? Si rischia un’operazione distorta. Piuttosto
si proceda a un’operazione contraria, con la politica che dà
indirizzi politici, cercando di individuare una persona che meglio
può attuarli, senza che poi la politica si preoccupi di come siano
interpretati questi indirizzi, perché diversamente si ha ingerenza.
La politica deve dare un sostegno al nuovo comandante e a tutto il
corpo, è importante. Anche Upr è favorevole a una persone interna a
San Marino,magari sammarinese. Persone esterne alla nostra realtà
hanno fatto proposte che hanno avuto vita breve. Siamo altrettanto
favorevoli all’individuazione di un dipartimento di Polizia e di un
direttore anche in questo caso sammarinese e in tempi celeri”.
Paride
Andreoli, Ps
:
“Il gruppo del Ps non meno di un mese fa ha avuto l’opportunità di
condividere con tutti i gruppi di maggioranza e Upr un Odg del giorno
proprio indirizzato su questo comma. Sul comandante, il segretario ci
ha dato alcuni riferimenti e ha chiesto quali possono essere le
indicazioni della minoranza per dare risposte immediate, se andare
quindi verso la soluzione di una figura interna al territorio o
meno. Il Ps ritiene prioritaria una cosa. Gli errori del passato li
lasciamo indietro, ma bisogna farne tesoro. E’ utile individuare per
l’arco di 12- 24 mesi una figura nel territorio e procedere a
ricercarla con cognizione di causa. Il Ps ritiene che possano essere
affrontate, in modo indiretto dalla politica e indiretto dal
comandante, le problematiche dei corpi e che lo stesso comandante dia
input alla politica per affrontare in modo determinato il problema
della sicurezza nel territorio. Quindi si ricerchi una figura
autorevole che sia in grado di guidare il corpo della Gendarmeria. La
politica deve fare la sua parte, è importante verificare la
necessità di adeguare l’organico con un percorso formativo per le
reclute e di aggiornamento per chi è già in servizio. Il comandante
è determinate, non è la politica che deve guidare i corpi, la
politica deve fare leggi e regolamenti per rendere uomini in grado di
svolgere il proprio ruolo e lavoro secondo le necessità del Paese.
Apprezziamo la disponibilità della maggioranza. Nell’Odg sono
fondamentali due punti, che la nomina del comandante avvenga prima
possibile, nella prossima seduta consiliare. L’altro aspetto, toccato
da tutti, rispetto alla costituzione del dipartimento, anche in
questo caso è utile che ci sia anche figura in grado di dirigere i
tre corpi e far sì che possano in maniera sinergica e con intenti
comuni svolgere appieno il loro ruolo a disposizione dei
cittadini”.
Guerrino
Zanotti, Psd:
“Se
siamo riusciti a mantenere un buon livello di controllo del
territorio e un ridotto fenomeno della criminalità lo dobbiamo al
lavoro dei corpi di polizia, nonostante negli anni si siano visti
ridurre le proprie forze e risorse umane. In quest’ambito importante
intervenire, anche se il fenomeno non è dilagante, va tenuto sotto
controllo e vanno ricercate soluzioni. L’altro aspetto che ci sta a
cuore è l’azione pro-attiva che i corpi di polizia sono tenuti a
fare. Il comandante deve essere interno della Repubblica. Ritengo in
questa fase di passaggio sia necessario che ci sia una persona che
conosca la nostra realtà, abbia buoni rapporti con le istituzioni
internazionali. E’ necessario si ripristini una situazione di
riordino dei corpi di polizia per individuare con precisione quali
sono i compiti di cui i corpi si devono occupare e nel riordino è
indispensabile si arrivi anche alla definizione del dipartimento di
polizia. Anche se in passato non si sono raggiunti i risultati
sperati, con il coordinatore dei corpi, dobbiamo puntare a una
sinergia più stretta tra di loro e il dipartimento e il suo
coordinatore saranno figure incaricate di farli dialogare e dettare
loro i compiti e coordinare il lavoro della Centrale operativa unica,
strumento indispensabile per giungere a una maggiore efficienza della
loro azione”.
Manuel
Ciavatta, Pdcs:

“Nel momento in cui emergono nei corpi e tra i corpi lotte tra
bande si denota una profonda crisi e malattia che sta nell’incapacità
di riconoscere l’autorità. Se la politica non deve risolvere
direttamente i problemi spiccioli e puntuali tra i corpi è però
chiamata a dare un contributo forte per riaffermare l’autorevolezza
in questi e in chi ci lavora. Se non siamo in grado di lasciare che
i corpi siano comandati, la politica non fa il suo dovere. Deve
lasciare autonomia come l’ha lasciata al tribunale. Per questo va
risolto il problema del direttore del Dipartimento e del dipartimento
stesso, così come la questione del comandante. Anche se non sono
d’accordo che vada risolta dal basso, nessuna compagnia si sceglie il
suo comandante. Serve un indirizzo politico fortemente condiviso
perché è necessario che se pretendiamo il migliore dei comandanti
possibili, dobbiamo pretendere anche i migliori dei sottoposti
possibili e non ci deve essere la possibilità che nessuno dentro i
corpi trovi sponde nella politica. Era una modalità del passato e
non deve essere una modalità del presente. Quindi è necessario dare
ai corpi compiti differenti, il riordino degli organici con persone
che devono essere preparate, prima di tutto a obbedire perché solo
così saranno in grado di comandare. La politica e il governo devono
fare la propria parte per andare a definire e sistemare la
problematica. Questo governo e questa maggioranza piano piano hanno
sistemato le altre istituzioni e così rispondo a chi
dall’opposizione dice che non saranno in grado di portare avanti
anche il riordino dei corpi. Presento un Odg in cui spero siano
raccolte il più possibile le linee espresse dal dibattito e che
siano condivise e sottoscritte da tutta l’Aula o da gran parte di
essa”. Legge la
prima versione dell’Ordine del giorno.

Repliche

Segretario di Stato agli Affari
Esteri, Pasquale Valentini: “
Esprimere una volontà politica
precisa il più possibile condivisa è quanto di meglio possa fare il
Consiglio Grande e Generale oggi. Il tema della riforma dei Corpi è
un tema evidentemente complesso e che esige una volontà politica
molto precisa e determinata. Questa tematica pone oltre che il
problema dei regolamenti dei Corpi il tema della modalità con cui la
politica si rapporta ai Corpi di Polizia. Io credo che dovremmo
guardare in faccia la realtà. E’ importantissimo che si proceda con
le indicazioni emerse. La disponibilità a collaborare da parte delle
Forze dell’Ordine italiane e degli altri paesi è più che ampia.
Tutto sta alla nostra volontà politica di dare seguito alle esigenze
che tutti abbiamo riconosciuto. Rispetto all’Odg proposto, discutere
della nomina del nuovo comandante entro il Consiglio di maggio
significa che entro una settimana dobbiamo essere in grado di dire
chi è il comandante. Io mi auguro che sia così, ma non sarebbe
scandaloso darci tempo fino a giugno almeno”.
Matteo Zeppa,
Rete:
“Mi trovo sostanzialmente d’accordo con l’ordine del
giorno a parte il punto 4 in cui si dice che il nuovo comandante deve
avere la laurea, un’adeguata conoscenza della situazione dei nostri
Corpi e un’indispensabile collegamento con i Corpi di altri paesi e
l’Italia prima di tutto: questo punto indica un nome e cognome in
sostanza ovvero Faraone”.

I lavori sono sospesi per avviare
un confronto tra i capigruppo sul testo dell’Odg.
Roberto
Ciavatta, Rete:
“Quello che è mancata è la disponibilità a
un ragionamento su quello che dovrebbe essere condiviso prima della
stesura di un Odg. Il dibattito è stato molto stimolante con diverse
visioni del problema ma è stata riconosciuta da tutti l’importanza
di dare un contributo. Temo però che le distanze rimangano. Un mese
fa siamo partiti da due Odg, uno approvato e l’altro che prevedeva
un’impostazione diversa. Credo che le distanze che c’erano un mese fa
rimangano. L’impressione poi è che i giochi siano già fatti e si
chieda all’Aula la ratifica di decisioni già prese e sarebbe un
errore”.
Federico Pedini Amati, Ind.: “Si cerca da
parte di questa maggioranza, dopo l’apertura del tavolo di ieri con
tutti i rappresentanti del Consiglio grande e generale, di avviare un
percorso difficilmente condivisibile perché nell’Odg c’è una
identificazione precisa di una persona quale futuro comandante della
Gendarmeria. Titoli di studio e riconoscimenti internazionali
escludono infatti altre figure molto professionali interne alla
Gendarmeria, riducendole a Marescialli di serie B esclusi in favore
di Maurizio Faraone. Mi auguravo che qui si potesse fare una
valutazione più ponderata, dando dei compiti precisi ai marescialli
che ritengo tutti egualmente competenti per riportare ai lustri il
loro corpo, così non è stato. Quindi stiamo di fatto prendendo atto
che la maggioranza, con l’aggiunta di qualche altro partito di
opposizione, voglia portare avanti un intendimento blindato con la
nomina di una sola persona. Non quindi posso sostenere un Odg che
nomina di fatto un’unica persona a capo della Gendarmeria, ovvero il
dottor Maurizio Faraone”. Pasquale Valentini, segretario di
Stato per gli Affari esteri
: “C’è da chiedersi se veramente
vogliamo, tramite un impegno del Consiglio, dare attuazione a quello
che è stato sostenuto da tutti in Aula”.
Luca Beccari,
Pdcs:
“Ci sono una serie di convergenze ma c’è anche una
percezione diversa delle priorità sui contenuti dell’Odg. Sulla base
delle proposte avanzate siamo disponibili ad apportare alcune
modifiche al testo. Mi soffermo su due punti, ci è stato chiesto di
indicare al punto 4) anziché maggio-giugno, in modo preciso maggio.
Per noi è accettabile, ma siamo consapevoli di quanto detto dal
segretario, e chiediamo che sia chiarito a verbale che l’impegno è
maggio ma che si tenga conto, qualora l’iter di nomina non permetta
il rispetto tempistiche, che si possa andare a giugno, Ad ogni modo
lavoriamo per portare la nomina in Consiglio a maggio. Riguardo
invece il punto 2) ci è stata chiesta una data, e su questo punto si
scontrano due sensibilità diverse. Siamo d’accordo a inserirla.
Alcune forze preferiscono non assumersi l’impegno su questo punto.
Non ho capito esattamente chi sostiene questa impostazione. Come
maggioranza siamo d’accordo a prenderci l’impegno. Leggo l’Odg: “Il
Consiglio grande e generale, sentito il riferimento del segretario di
Stato agli Affari Esteri, condivide l’esigenza di esprimere una
strategia generale di rafforzamento dei presidi di contrasto della
criminalità ed esprime i seguenti orientamenti:
– attuare il
riordino dei corpi, nell’ambito di un approccio organico alle
problematiche relative alla sicurezza e all’ordine pubblico,
considerando prioritarie le seguenti esigenze: maggiore coordinamento
fra i corpi, adeguamento dell’organico e della linea gerarchica,
attivazione di percorsi formativi per le nuove reclute e di
aggiornamento per il personali in servizio
– concludere entro il
30 settembre 2015 l’iter legislativo per la piena funzionalità del
dipartimento di polizia, sulla base dell’orientamento già espresso
con l’ordine del giorno approvato dalla commissione esteri il 18
aprile 20145, al fine di fornire una base operativa certa all’azione
di coordinamento fra i copri e alle funzioni del direttore di
dipartimento e procedere, sempre entro tale data, alla designazione
del direttore stesso
– predisporre celermente la revisione dei
regolamenti dei corpi in collaborazione con il dipartimento di
polizia e con il comando superiore delle milizie 
– procedere
entro il mese di maggio alla nomina del nuovo comandante della
Gendarmeria, ricercando prioritariamente tale figura all’interno del
nostro territorio, sulla base dei requisiti di legge, ma anche in
relazione alla capacità di garantire contemporaneamente un’adeguata
conoscenza della situazione dei nostri corpi e un indispensabile
collegamento con i copri di polizia degli altri paesi, Italia
innanzitutto;
– completare l’implementazione dell’accordo di
collaborazione tra il governo di San Marino e il governo italiano
sulla cooperazione per la prevenzione e la repressione della
criminalità, per quanto riguarda i settori di collaborazione
previsti e in particolare per l’attivazione di percorsi formativi”.
L’Odg
dà impegni precisi per rafforzare le funzionalità dei corpi di
polizia all’interno di una strategia che non si ferma qui, ma in una
strategia-Paese sistemica. Esprimo il parere favorevole di tutti i
partiti di maggioranza, Pdcs, Ns, l’indipendente Bronzetti, Psd e
Ap”.
Marco
Podeschi, Upr
:
“Sosterremo l’Odg, abbiamo ottenuto di apportare modifiche
sull’arco temporale per l’individuazione del comandante della
Gendarmeria. Adottando questo Odg, il Consiglio inizia a fissare
alcuni punti sulle situazioni critiche. E viene ulteriormente
dettagliato l’Odg approvato dalla Commissione affari esteri nel 2014
e vengono tracciate linee di sviluppo. Da oggi inizia un lavoro
serrato su sicurezza e ordine pubblico, Upr collaborerà ma chiederà
rispetto dei contenuti e tempi”.
Paride
Andreoli, Ps
:
“Abbiamo sottoscritto l’Odg e pertanto lo voteremo favorevolmente.
Riteniamo siano state inserite le necessità espresse in Aula. Come
gruppo e con Upr abbiamo condiviso alcuni punti che sono stati
accolti dalla maggioranza, abbiamo voluto dare maggiore rapidità
alla nomina del comandante e in particolare abbiamo inteso porre un
termine sia per andare a conclusione di quell’iter legislativo che
dia funzionalità al dipartimento di polizia entro il 30 di
settembre, per poi concludere questo iter e anche andare a nomina
del direttore Dipartimento. Su questa base e su quella degli
orientamenti dell’Odg, riteniamo come gruppo socialista di
sottoscriverlo e di dare un parere favorevole”.
Roberto
Ciavatta, Rete:
“A
me spiace che il segretario abbia inteso il tentativo di trattativa
per arrivare a una posizione che trovasse sostegno di tutti i gruppi
come una derubricazione del dibattito. Il problema è ritrovarsi già
pronto un Odg con la possibilità di fare solo piccole modifiche. Nel
testo non sono stati introdotti tutti i punti emersi dal dibattito,
solo alcuni che non sono condivisibili per noi. Rete non voterà
l’Odg perché pensiamo che sia stato redatto appositamente per
trovare il sostegno dell’opposizione ma in esso si individuano già
le figure senza averne prima parlato. Alcuni nomi sono anche apparsi
sulla stampa e probabilmente saranno queste persone ad ottenere gli
incarichi. E’ nelle vostre facoltà, ma è inutile allora richiedere
la condivisione. C’è poi il Dipartimento di polizia che per noi non
rientra nelle priorità. E dove si va individuare le caratteristiche
del comandante si individua un nome e un cognome. E’ legittimo e non
mi esprimo sulla persona ma è un nome e cognome non emerso nel
dibattito e mi sembra un elemento di ipocrisia. Ribadisco il voto
contrario di Rete”.
Ivan
Foschi, Su
:
“ Da un lato abbiamo apprezzato che questa volta si proceda con
maggiore prudenza e condivisione, almeno nelle intenzioni, definendo
date certe e anche il fatto che si sia ragionato su certe
caratteristiche delle figure. Avremmo tuttavia preferito che altre
volontà espresse nel dibattito fossero emerse in modo stringente.
Noi abbiamo sottolineato, per esempio, che nel confronto dovessero
essere coinvolti anche gli addetti ai lavoro.
E ancora, nel
momento in cui ci si propone una riorganizzazione dei corpi, ci
sentiamo di non dover precludere nessuna ipotesi. Non siamo contrari
a prescindere, ma pensiamo che in una riorganizzazione complessiva si
possano rivedere scelte già fatte e arrivare a formule differenti e
non dare per scontata una soluzione piuttosto che un’altra. La nomina
del direttore di Dipartimento infatti per noi non è una priorità.
Quindi pur apprezzando elementi emersi dal dibattito, come
Cittadinanza attiva non ci sentiamo di sostenere l’Odg ma ci
asterremo”.

San Marino, 30 aprile 2015/01

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