Consiglio Grande e Generale: seduta della mattina di martedì 10 novembre

Consiglio Grande e Generale: seduta della mattina di martedì 10 novembre

COMUNICATO STAMPA

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 10-13 NOVEMBRE

MARTEDI’ 10 NOVEMBRE- Sessione della mattina 

Il Consiglio Grande e Generale si apre questa mattina in una seduta dedicata interamente alle comunicazioni, nel cui dibattito emergono le preoccupazioni per i casi positivi al covid-19 registrati  tra consiglieri, oggi assenti, e i rischi di un possibile contagio durante i lavori. L’Aula si trova divisa trasversalmente tra chi, come già richiesto nei giorni scorsi, chiede modalità di tracciamento attraverso tamponi e condizioni di lavoro più sicure (trasferendosi al Kursaal per esempio), e chi invece ritiene che siano sufficienti le misure già predisposte, la nuova disposizione dell’Aula, il distanziamento e l’uso corretto delle mascherine .             L’invito a conciliare la sicurezza con il rispetto delle rappresentanze consiliari viene rivolto da Pasquale Valentini, Pdcs, che chiede di non sospendere i lavori parlamentari, ma di “avere allo stesso tempo la garanzia che tutte le forze possano partecipare”. All’appello di ascoltare anche le voci della minoranza si unisce Iro Belluzzi, Npr. A monte le assenze di diversi consiglieri- numeri precisi non vengono forniti, ma nel corso del dibattito si parla di un decimo dell’Aula- e in particolare nel gruppo di Repubblica Futura dove oggi tra i seggi è presente solo Maria Katia Savoretti: “Ben tre dei nostri consiglieri sono risultati positivi al covid, mentre un altro si trova in quarantena preventiva- spiega- Per tanto il mio gruppo risulta in questa sessione poco rappresentativo”. Inoltre, “Siamo poi venuti a sapere che altri consiglieri sono positivi- spiega incalzando- di fronte a tutto, c’è la posizione di governo, maggioranza, dei Segretari, in particolare Tonnini e Ciavatta, nell’ostinarsi a non prendere misure oggettive, al di fuori di ogni buon senso, di fronte all’evidenza”. Per Vladimiro Selva, Libera, è “innegabile la casistica che riguarda i consiglieri, se fosse estesa su tutto il territorio, sarebbe  pesantissima, e così esponiamo le nostre istituzioni a un pericolo enorme”. Michele Muratori, Libera, ritiene “palese che si sia sviluppato un focolaio all’interno dell’Aula”, rivela che nel suo gruppo consiliare risulti un positivo al covid. E si interroga:Se noi fossimo stati un’azienda dove su 80 persone un decimo di queste risultassero positive, cosa avrebbe fatto quell’azienda? Avrebbe sottoposto obbligatoriamente i dipendenti a tamponiprosegue- Noi dovremmo essere niente di più e di meno quanto sarebbe fatto in altre circostanze”. Eva Guidi, Libera, torna a chiedere tracciamento e tamponi obbligatori a tutti i consiglieri, per abbassare eventuali rischi di contagi. Giuseppe Maria Morganti, Libera, mette in guardia dai rischi presenti in particolare per i consiglieri più anziani: “Se anche una sola persona deve finire in ospedale e soffrire perché non riesce a respirare- manda a dire-  dovremo mettercela tutta per evitarlo, ma mi risulta che 10- c’è ci dice 8- consiglieri su 60 siano stati toccati da questa problematica. Vuole dire che qua dentro c’è un problema e non lo si vuole affrontare”.

In Aula solo i consiglieri di Rete intervengono per rigettare l’ipotesi di un focolaio in Consiglio e per minimizzare i possibili rischi.“Oggi parliamo di alcuni contagi e c’è chi dice con certezza che qui dentro è partito un focolaio- sostiene Gian Matteo Zeppa- tutte affermazioni senza fondamento scientifico”. Per Gloria Arcangeloni, Rete, i numeri dei contagi in Aula sono decisamente irrilevanti: “Non può essere che i lavori consiliari debbano bloccarsi per tre consiglieri”. Infine, Alberto Giordani Spagni Reffi punta il dito su chi in Consiglio non fa uso corretto delle mascherine e del distanziamento: “Noi chiediamo ai cittadini il rispetto delle regole- puntualizza- e noi per primi non le rispettiamo e vogliamo anche tamponi. In certe circostanze abbiamo diritto ai tamponi, ma non in maniera preventiva, e qui lo si esige gratuitamente. Lo accetterei se in Aula si tenesse un comportamento virtuoso”. 

Il dibattito viene infine interrotto per poi riprendere nella seduta del pomeriggio.

Di seguito un estratto degli interventi della mattina.

 

Comma 1. Comunicazioni

Pasquale Valentini, Pdcs

Ringrazio La Reggenza per il confronto con i capigruppo sulle modalità di lavoro in Aula. Non darei scontata la vicenda in questi termini, ‘per la maggioranza ci siamo, andiamo avanti’. Siamo in condizioni in cui è tutto difficile e complesso e non rispondetemi che siamo tutti in sicurezza, lo siamo fino ad un certo punto, perché il contagio sta continuando. La situazione sembra sotto controllo, ma anche in qualità di consigliere mi sento molto in difficoltà. Si tratta di assicurare non solo se stessi, ma anche persone con cui vengo in contatto e che devono essere sicure che non porti io il contagio, perché hanno altri problemi di salute. Ritengo non si debba sospendere il lavoro parlamentare, come così avviene per le scuole e altre istituzioni. Ma limitandomi ad aspetti istituzionali e al nostro sistema democratico, credo non sarebbe fuori luogo confrontarci con tutte le forze politiche nella logica non di sospendere le attività, perché dobbiamo prendere decisioni improcrastinabili. Però non può si passar sopra al fatto che dobbiamo essere consapevoli che tutte le forze presenti in Consiglio possano avere le loro rappresentanze e possano essere interpellate e si trovi una modalità che possa conciliare il discorso della sicurezza con il discorso della rappresentanza consigliare. Le loro Eccellenze hanno la funzione di presiedere l’Assemblea e sono garanti del suo funzionamento, trasferisco loro questa preoccupazione, poter consultare tutte le forze politiche e poter valutare se ci sono modalità per mandare avanti i lavori istituzionali, ma avere allo stesso tempo la garanzia che tutte le forze possano partecipare. Non è più solo problema di regolamento consiliare che è stato pensato non per una fase di pandemia. Sento responsabilmente di doverci porre una modalità perché tutto questo possa avvenire rispettando il più possibile tutti. Anche gruppi fatti di una sola persona devono essere interpellati. 

Paolo Rondelli, Pdcs

Informo l’Aula sulla missipne presso Osce condotta insieme al collega Muratori di Libera.

E’ stata un’esperienza interessante, parliamo di uno Stato estremamente articolato e le cronache di questi giorni sottolineano le problematiche legate allo spoglio e alle contestazioni condotte dal presidente in carica, derivanti da una legge complessa che dal livello federale demanda agli Stati singoli che a loro volta demandano alle Contee. Ci sono 11 mila giurisdizioni diverse negli Usa, ognuna svolge un processo elettorale in modo autonomo. Le organizzazioni ci hanno sottolineato che anche nel paese  ‘faro’ della democrazia mondiale ci sono poche donne elette, l’elezioni di una vice presidente, per la prima volta donna, è quindi un segnale che va contro quella tendenza. Ci sono state alcune scelte in linea con le nostre, avere meno seggi, aumentare il numero di votanti legati anche all’emergenza covid. 99 milioni di americani avevano già espresso voto o per posta o in presenza. L’organizzazione dei diritti umani Osce ha segnalato che in corso del voto erano state cambiate le regole sulla registrazione di votanti in alcuni Paesi. Poi si è registrata un grosso aumento delle entrate dei partiti come contribuzione dei privati, per Biden il 45% fatte per lo più di piccole donazioni sotto i 200 dollari, per Trump erano il 30%. Preccupazioni poi per la vulnerabilità dei social, ma quest’anno il livello della sicurezza informatica è stato notevolmente aumentato in ragione delle grandi interazioni dei due candidati avute prima delle elezioni, 172 mln di interazioni per Trump su Fb, 90 mln le interazioni per Biden. Fb ha incaricato 40 team di 35 mila persone in tutto il mondo per controllo fake news e fake profile per seguire le elezioni americane.

Io e il collega siamo stati destinati in California, lo Stato con più grandi elettori.  Poche altre considerazioni: vi mostro la scheda elettorale della California, almeno 30 elezioni da condividere, non solo il presidente, si va dai consigli scolastici, ai giudici, al municipio, al sindaco…ecco spiegate le difficoltà dello spoglio.

Marica Montemaggi, Libera

Riprendo il discorso del consigliere Valentini. Viviamo un momento storico difficile, siamo alle porte di una legge di bilancio importante, nello scorso Consiglio abbiamo visto un disavanzo di 90 mln. di euro che il governo non ci dice come crede di poter coprire e oggi c’è il problema della sicurezza in Aula che rispecchia quello che c’è nel Paese. In questo contesto i toni sprezzanti e di sfida della maggioranza non sono utili, dire ‘noi siamo la maggioranza, i numeri li abbiamo’ non è rispettoso dei ruoli che stiamo ricoprendo.

Io sono molto preoccupata di come andrà la sessione consiliare, non è possibile che il governo continui a rimandare la palla e sminuisca il senso e il lavoro che facciamo qui dentro.

Vorrei anche chiedere chiarimenti al governo sull’incontro in Prefettura ieri a Rimini, su quello che si è discusso e su quanto fatto da San Marino e quanto sta succedendo nel circondario. Abbiamo appena raggiunto il numero legale all’appello, abbiamo un certo numero di consiglieri positivi…e dobbiamo garantire anche i cittadini nei luoghi di lavoro, dobbiamo garantire di proseguire le attività, ma in sicurezza.

Questo Consiglio ha punti importanti all’Odg, spero non sia il solito Consiglio in cui i punti sollevati dalle opposizioni siano liquidati velocemente, vorremmo risposte.

Maria Katia Savoretti, Rf

Nella decisione sui lavori ha prevalso la volontà della maggioranza. Ben tre dei nostri consiglieri sono risultati positivi al covid, mentre un altro si trova in quarantena preventiva. Per tanto il mio gruppo risulta in questa sessione poco rappresentativo. Mi auguro se ne tenga conto per  qualsiasi altra convocazione, se no, c’è da chiadersi dove sia la democrazia. Siamo poi venuti a  sapere che altri consiglieri sono positivi. Di fronte a tutto, c’è la posizione di governo, maggioranza, dei Segretari, in particolare Tonnini e Ciavatta, nell’ostinarsi a non prendere misure oggettive, al di fuori di ogni buon senso, di fronte all’evidenza. Un Segretario di Stato non può attaccare un consigliere accusansolo di non aver indossato bene la mascherina durante i lavori consiliari. Non abbiamo la certezza che il focolaio sia nato in Consiglio, se non lo dice un medico, ma di fronte quanto accaduto e la realtà che ci siamo trovati di fronte non è possibile non sia stato previsto nulla, abbiamo discusso ore in Ufficio di presidenza. La situazione non va assolutamente sottovalutata, né presa alla leggera, io sono preoccupata, no per contrarre il virus, ma per le persone che potrei contagiare. Ho eseguito il test in vista della seduta di oggi, mi preme tutelare gli altri consiglieri e chi mi sta vicino. La posizione ferrea di chi lascia la scelta su base volontaria non la condivido affatto. Il Consiglio deve essere paragonato ad un’azienda, se in un’azienda venissero trovati dei positivi scatterebbero subito quarantene preventive e test a tutti i dipendenti, lo stesso  viene fatto nelle scuole, non comprendo perchè in questa sede le procedure adottate non siano le stesse. Un Segretario ha poi dichiarato che l’aumento di qualche decina di tamponi avrebbe provocato problemi all’Iss. Si sarabbe allora potuto procedere anche privatamente per strutture private o fuori territorio, come ha fatto la sottoscritta. Ma se questa è la situazione in cui versa oral’Iss, che senso hanno le continue parole che rassicurano che tutto sia sotto controllo? I consiglieri di Rf hanno provato sulla propria pelle la situazione dell’Iss, pare in grave affanno il sistema di tracciamento. Nessuna critica ai nostri sanitari in prima linea, anzi a loro va il nostro sincero grazie, ma la critica va a chi ha responsabilità politiche e organizzative. Dai mesi passati avremmo dovuto prendere spunto per prevedere miglioramenti, per non trovarci impreparati di fronte alla nuova ondata. Siamo sicuri tutto funzioni bene? In più occasioni nelle scorse settimane il mio gruppo ha fatto osservazioni sulla questione ‘sicurezza in Aula’ e ha chiesto se è possibile spostarsi, di risposta c’è stata la chiusura degli altri consiglieri, si è voluto mantenere le sedute del Cgg a Palazzo Pubblico. Nonostante la nostra contrarietà, la maggioranza è andata a vanti, così ci si è dovuti ‘arrabattare’ nella scorsa sessione, con una soluzione che abbiamo dovuto accettare.

Qui ogni suggerimento dell’opposizione viene scartato da subito, voi come maggioranza avete i numeri e potete fare e disfare tutto. Invito invece, cara maggioranza, a fermarvi e a riflettere, quello che state facendo lo stiamo vivendo sulla nostra pelle. Io non mi sento in sicurezza in questa struttura, non vogliamo noi di Rf fermare il lavoro parlamentare, ma vogliamo proseguire in tutta sicurezza e la prossima sessione consiliare sarà molto lunga. La nostra preoccupazione è rivolta a consiglieri, alle loro famiglie, agli operatori degli uffici in stretto contatto di consiglieri e segretari di Stato, andare a tracciare il contagio è necessario,  non può essere limitato da negazionismi o da  chi vuole minimizzare. Da parte del Segretario alla Sanità infine non abbiamo avuto nessuna relazione sullo stato dell’epidemia covid nel nostro Paese, non ha riportato in sede parlamentare quello che sta succedendo, nulla è pervenuto, quello che viene fuori dall’Aula non è certamente rassicurante.

Gerardo Giovagnoli, Npr

Colgo occasione come Psd di salutare con favore l’esito delle elezioni americane. Non tanto per la portata interna allo Stato dell’esito, ma per il suo significato per la comunità internazionale. La legislatura scorsa americana è iniziata parlando di muri e separazioni, di un mondo più piccolo dal loro punto di vista, di accantonare uno di quei concetti molto importanti per l’Europa,  il multilateralismo. La scelta demeocratica è un fatto positivo e credo che finisca così questa ondata sovranista-nazionalista, di sfiducia verso le istituzioni democratiche sia a livello interno che internazonale. Certo un presidente uscente che non si fida delle proprie istituzioni e dei meccanismi per lo spoglio è paradossale, così come paradossali erano tante sue opinioni.

E ci deve fare riflettere. La retorica avviata e alimentata da principi positivi, se non trova efficacia nella vita quotidiana diventa vana e gli elettori si distaccano dai processi democratici e danno segnali di rivolta. Quello che ha incarnato Trump non si può ignorare, sia solo sentimento antidemocratico e conservatore, molti suoi elettori sono persone cui la sinistra deve dare risposte. Sono felice per l’esito di queste elezioni, anche se è più una sconfitta di trump, causata dal covid, che una vittoria di altri, ma è un segnale importante.  Faccio gli auguri alla nuova presidenza e agli Stati uniti di recuperare quel ruolo di “faro” – per alcuni versi, certamenti- dei valori del multilateralismo, per garantire che in questa parte del mondo non ci siano conflitti.

Iro Belluzzi, Npr

Un caro saluto con affetto a tutti i cittadini che ancora oggi purtroppo vengono colpiti dal covid, un affettuosissimo saluto a tutti i colleghi del Consiglio che a causa del coronavirus non possono essere presenti. E’ un elemento che avrebbe potuto portare a considerazioni in questo luogo dove ci si esprime in maniera democratica. Richiamo l’Aula, le forze di maggioranza, nel valutare di dare questa possibilità a chi non è presente, visto che ci sono forze politiche falcidiate da questo evento, perché il dibattito possa essere più ricco e possano essere ascoltate le posizioni delle forze di minoranza. E’ un richiamo nel rispetto dei propri ruoli, nel trovare modalità di confronto più ampia rispetto quello che avviene all’interno della maggioranza stessa. (Non vorrei ritrovarmi nel futuro nelle condizioni cui ho dovuto assistere come consigliere di maggioranza, nella scorsa sessione con la legge di assestamendo, purtroppo si è assistito, per la prima volta, alla presentazione da parte di forze di maggioranza di emendamenti alla legge così come era stata proposta).

Vladimiro Selva, Libera

La sconfitta di Trump non  mi lascia però sereno per il futuro. Essenzialmente c’è un problema culturale e l’unico argine alla deriva populista che tende a unirsi con chi è più forte e a cercare un nemico, inveceè pensare che bisogna unirsi insieme per superare i problemi. Arrivo all’attuale situazione dei lavori di questo consesso: penso sia innegabile la casistica che riguarda i consiglieri. Abbiamo una casistica importante, che se fosse estesa su tutto il territorio, sarebbe  pesantissima, e così esponiamo le nostre istituzioni a un pericolo enorme. Apprezzo lo spirito democratico del consigliere Valentini, se dei gruppi consiliari vengono praticamente esclusi dal dibattito è un problema e lo riconosco. Addirittura c’è un problema che a molti suonerà anche più evidente: abbiamo un ordinamento che mette in capo ai certi ruoli la presidenza di organi fondamentali per il funzionamento dello Stato e chi ha quel ruolo dovrebbe essere tutelato al massimo. Eppure  costringere la Reggenza a presenziare l’assise in cui con molta probabilità abbiamo- anche se non sappiamo con precisione perchè non è stata accolta la richiesta dei test- membri positivi, la espone a un rischio altissimo. Come cittadino preferirei non farlo test, perché poi sarei limitato nella mia libertà, egoisticamente. Ma come consigliere lo faremo privatamente, ma così non si tutela l’istituzione.

Michele Muratori, Libera

Questa settimana ha tenuto banco il dibattito sulla situazione covid, abbiamo appena ricevuto la visita dell’Onorevole Vittorio Sgarbi che ha avuto il piacere di visitare alcune località di San Marino e andare anche in alcuni ristoranti. Non entro nella questione ristoranti aperti o chiusi, è stata rivendicata la nostra sovranità con scelte indipendenti dalla vicina Italia, tuttavia la mia raccomandazione è che, mentre nella prima fase eravamo pressochè completamente dipendenti dalla vicina Italia- dagli esami dei tamponi che erano fatti a Cesena, alla tenda del triage al nostro ospedale era stata donata-prestata dalla Protezione civile italiana- adesso non vorrei passasse un messaggio diverso. Invoco cautela nelle scelte, per non innescare meccanismi che ci vedono protagonisti sui media italiani in cui viene veicolato un messaggio distorto su San Marino, quando viene paragonata a Ibiza…se non si fa un’azione corale e non si lotta nella stessa direzione contro la pandemia si rischia. D’altra parte, aiuti alle imprese e alle attività di ristorazione non ci sono stati, capisco che non avendo liquidità per affrontar l’emergenza, il governo intende dare un aiuto rimanendo lassivi nella produzione di leggi e decreti.

Sulla polemica innescata sulla situazione covid all’interno del Consiglio, non lo vedrei come un privilegio essere sottoposto a tamponi all’interno dlel’Aula. Non mi è piaciuta la sfacettatura ‘populistica’ del congresso di Stato che afferma che siamo tutti uguali, mi sembra palese che all’interno dell’Aula si sia sviluppato un focolaio, non so se è nato qui, ma sicuramente si è propagato all’interno dell’Aula. Tutti noi abbiamo figli, genitori, colleghi di lavoro con cui siamo in contatto quotidianamente anche al di fuori dell’Aula. Se noi fossimo stati un’azienda dove su 60 persone più altre 10, tra Segretari di Stato, e con gli operatori arriviamo a un’ottantina, se su 80 persone un decimo di queste risultassero positive, cosa avrebbe fatto quell’azienda? Avrebbe sottoposto obbligatoriamente i dipendenti a tamponi. Noi dovremmo essere di più e di meno quanto sarebbe fatto in altre circostanze. Quest’aula non è funzionale in questo momento, la sala Kursaal dove abbiamo svolto sessioni consiliari da marzo ha costo elevato ma garantiva distanziamento.  Non siete particolarmente interessati a quello che pensa l’opposizione, ma abbiamo un gruppo consiliare decimato tra positivi e quarantene, noi abbiamo un positivo ci sono tanti altri positivi in altri gruppi,  il rischio è di vedere completamete dimezzato il Consiglio, tant’è che anche questa mattina il numero legale è stato dato dall’opposizione, ma non voglio prendermi merito.

Sulla vicenda Cis, esprimo rammarico per la distorsione del lavoro effettuato dalla Commissione d’inchiesta cui ho partecipato nella stesura della relazione.

Marco Nicolini, Rete

 Sulla disputa con i limitrofi comuni italiani sulle differenze di disposizioni per lotta da contagio codiv 19, partita con l’assessore di Rimini che ha coniato la definizione dei “migranti della tagliatella” dalle 18 in poi. L’assessore ha trovato man forte da parte di altri amministratori locali uniti in una protesta consortile che ha perà avviato un passa parola che, alla prova dei fatti, ha solo favorito l’arrivo sul Titano di italiani. Credo anche che le voci sovrapposte del congresso di Stato creino un po’ di confusione istituzionale. Invito accuratamente di fare attenzione affinchè la nostra scelta, legittima, di tenere aperti ristoranti, non sia cavalcata dal fronte negazionista e dei no mask. Potrebbero non essere conosciuti infatti in Italia  i controlli serrati che facciamo sui locali e il fatto che a chi, da noi, presenti sintomi venga subito effettuato il tampone, mentre in Italia i tempi sono più lunghi. Poi ci troviamo in visita un controverso politico italiano, amato per l’eloquio dell’arte, avversato per certe posizioni poco rispettose. Il Sds Pedini si è poi scusato per le foto senza maschera dell’ospite e ha fatto molto bene. Spiace che il circondario veda San Marino come una minaccia, vorrei mettere le polemiche alle spalle, abbiamo davanti un inverno difficile, ma sentiamo che le nostre decisioni sono state prese in forza della nostra indipendenza e con l’appoggio del Consiglio d’Europa, alle quali disposizioni abbiamo risposto con massima adeguatezza.

Gloria Arcangeloni, Rete

Ho sentito in diversi interventi in Aula: la lotta delle mascherine, del tampone si e no all’interno dell’Aula consiliare e i consiglieri positivi di Rf…. a me spiace tanto, ma no può essere che i lavori consiliari debbano bloccarsi per tre consiglieri, non è questo il motivo per cui siamo in quest’Aula. Possibile che non si riesca ad elevare il dibattito?

Eva Guidi, Libera

Fra gli argomenti riportati ai lavori dell’Aula la questione covid e soprattutto la tutela dei lavori in Consiglio la fa da padrone.

Dal dibattito che sta venendo fuori e dalle considerazioni nell’ultimo Udp pare si stia trattando la questione in modo molto spiacevole, come conflitto tra maggioranza e opposizione. In un argomento del genere non può essere questo l’approccio. E’ una questione di sicurezza delle istituzioni che va affrontata con coesione e responsabilità. E questi punti mancano. La lettera inviata dal Sds per la Sanità non considera il contesto in cui si svolgono i lavori del Consiglio. La prima lettera di ottobre dava indicazioni -anche offensive in verità- che nella seconda lettera lasciano il posto a considerazioni oggettive. La situazione dell’aula è cambiata, adesso ci sono dei contagi. Non posso dire che il focolaio si sia generato qui dentro o fuori, ci mancherebbe, ma è un dato di fatto che c’è un elevato numero di consiglieri, più del personale, che è risultato positivo al coronavirus. E’ chiaro che i consiglieri che si sentono poco bene si possono rivolgere al medico, il problema è che siamo stati in aula fino allo scorso lunedì, è passato poco tempo. La questione non sono i consiglieri che purtroppo si sono ammalati, ci possono essere consiglieri asintomatici che possono contagiare. Si chiede di avere un minimo di sicurezza qui dentro, non si chiede di essere superiori agli altri cittadini ma uguali a loro, con casistiche accertate si procede a controlli. Ringrazio le Reggenze che hanno dimostrato di aver a cuore tutti i consiglieri, spiace che il governo in primis e la maggioranza non abbiamo seguito questa posizione di responsabilità. Non capiamo perché non si possa lavorare qui dentro con maggiore tutela- non per l’azzeramento dei rischi. Sappiamo che il tampone non è prevenzione, ma diagnostica. Ma è vero o no che se si eliminano dall’aula gli asintomatici abbassiamo il rischio? Lo sappiamo benissimo che la mascherina va su naso e bocca, non vorrei risposte che si danno ai bambini a scuola. Ma troviamo forme di tutela per abbassare il rischio. Non voglio pensare sia una impuntatura il fatto di fare o no i test ai consiglieri. Noi dovremo guardarlo in faccia il virus, solo con coesione e serietà possiamo dare risposte, non con le lettere, ma con il tracciamento, riteniamo che il tampone sicuramente contribuisca ad abbassare i rischi. E’ vero, in aula siamo distanziati ora, ma  le attività relazionali interne all’aula non sono prive assolutamente di rischio.

Le norme a San Marino hanno lasciato maggior libertà a ristoranti, bar ect. per quanto per noi i numeri lo giustificano, ma lo ritengo irragionevole possano venire sù persone dal circondario per i rischi per noi e per loro legati all’assembramento. Se abbiamo indici bassi li vogliamo aumentare? Il fatto che San Marino non possa accedere a contributi internazionali e non possa dare contributi di ristoro mi sembra di secondaria importanza, con coesione e serietà potremo lavorare con maggiore serenità dentro l’Aula.

Sui fatti gravi della commissione di inchiesta Cis: leggiamo posizioni diverse dei partiti che scrivono sui giornali sull’ opportunità o meno di rassegnare le dimissioni al capogruppo di un partito. E’ una decisione che lasciamo al partito, per conto nostro abbiamo stigmatizzato già i ‘ribelli grandoniani’ nel dibatitto sulla relazione della commissione d’inchiesta, hanno portato avanti comportamenti gravi nei confronti dei quali tornerei all’odg che abbiamo presentato nell’ultima sessione consiliare, per invitare al lavoro sul codice etico sul conflitto di interessi, è tematica su cui non possiamo più fare a meno. Le risultanze della commissione Cis, i lavori del processo Mazzini e della commissione Fincapital ci dicono che non è più rinviabile un momento di serietà qui dentro e non perché solo che lo chiede il Greco. 

Manuel Ciavatta, Pdcs

Dovremo fare in modo che ‘Aula consiliare sia più sicura possibile, non può essere una querelle tra maggioranza e opposizione, non possiamo tutti chiuderci qui in quaratena. Ieri abbiamo effettuato tamponi nel nostro gruppo, al momento non ci sono situazioni di positività, ma nessuno può sapere cosa succederà oggi o domani, andando al lavoro, a scuola (io insegno) o a pranzo, la realtà può cambiare. Una circostanza ideale non può esistere, dobbiamo metterci nelle condizioni più sicure possibili, visto che le sedute durano dei giorni. Non vuol essere una querelle, se da una parte è vero che i consiglieri non sono privilegiati rispetto alla cittadinanza, un conto è il mio impegno sul posto di lavoro, un conto è un incarico istituzionale. Per quanto sia, il parlamento non si può fermare.

 Poi la querelle sull’apertura dei locali a San Marino e la ‘movida’ sammarinese degli italiani: andando nei ristoranti e parlando con i proprietari, risulta sì che ci siano alcuni tavoli in più, ma la maggior parte sono sammarinesi. Come è stata presentata San Marino dai media italiani c’è differenza e va ribadito nel rispetto reciproco, senza alimentare querelle pubbliche. La situazione covid si affronta e si vince insieme, anche all’interno delle amministraizoni pubbliche italiane è evidente la differenza tra l’impatto dei contagi nei piccoli comuni e delle grandi città. Il tutto va fatto nell’assoluto rispetto con i nostri vicini riminesi e marchigiani. 

Poter tenere aperte le attività dà ai nostri cittadini quella speranza che la chiusura potrebbe toglierli. Non sposto quindi la questione prima di tutto sul finanziamento, ma c’è più di questo. Per quanto possibile e fintanto lo sarà, dovremo consentire di tenere aperto nel massimo rispetto dei controlli.

Alberto Giordani Spagni Reffi, Rete

 Sui possibili contagi in Consiglio, si dovrebbe capire  l’idea di chiedere tamponi preventivi, cambiare sede per averne una più ampia, di chiedere sistemi di voto o di poter intervenire a distanza, non sono idee balzane. Non è assurdo richiederle. Ma il problema sta alla base: i test preventivi possono avere un senso che si perde considerando che usciti da qui andiamo nei ristoranti, andiamo a lavorare, in palestra, da amici e famiglia…domani avrei la stessa ansia di oggi. Comunque qui dentro un consigliere poco fa si è alzato e ha iniziato a parlare senza mascherina…finchè non usiamo qui dentro dispositivi di sicurezza e distanziamento, sono inutili altre misure. Il rischio di contagio diminuisce più con il distanziamento e l’uso dei Dpi, e oggi non vengono ben usati. Può essere che nella precedente sessione ci siano stati contagi, quante volte ci sono stati richiami per l’uso della mascherina qui dentro? Noi chiediamo ai cittadini il rispetto delle regole e noi per primi non le rispettiamo e vogliamo anche tamponi. In certe circostanze abbiamo diritto ai tamponi, ma non in maniera preventiva. E lo si esige gratuitamente. Lo accetterei se in Aula si tenesse un comportamento virtuoso.

Il nostro decreto e l’Italia: noi non riceviamo sussidi e abbiamo la necessità economica di tenere aperte le attività ed è una verità. Poi in questo momento la nostra struttura sanitaria sta reggendo. Probabilmente non in maniera perfetta, ma i contagiati sono gestiti al momento, e ciò ci giustifica di tenere aperto e ha concesso a qualche italiano di venire nei nostri ristoranti. Abbiamo 7 mila persone al giorno che varcano i confini per lavorare, non saranno 100 persone a sera a cambiare le cose. Non siamo noi a dover impedire agli italiani di venire qua, se da noi le regole consentono di andare a cena fuori. Non è una questone nostra. I sindaci dei comuni limitrofi si adiranno lo capisco, ma non è un atto voluto. Condivido che  toni non consoni di sindaci e attacchi verso un Stato sovrano non siano da porre in essere, altrettano da parte di politici sammarinesi penso potesse essere evitabile, può ledere rapporti con l’Italia, nostro primo amico e alleato, sono errori che non possono essere fatti e da cui prendo le distanze.

In questo momento è essenziale aspettare l’arrivo del finanziamento, mi auguro in tempi brevi, è l’unico modo per portare avanti la nostra economia che è fortamente stressata e nel momento in cui anche i nostri contagi dovessero aumentare, non avremmo risorse economiche per far fronte a chiusure di mesi.

Giuseppe Maria Morganti, Libera

Se anche una sola persona deve finire in ospedale e soffrire perché non riesce a respirare dovremo mettercela tutta per evitarlo. Come dovremo fare il possibile per evitare ai consiglieri più anziani – io sono tra quelli- di venire qua dentro a correre rischi. La mia solidarietà ai consiglieri anziani e mi riferisco in particolare a Fernando Bindi che sta soffrendo per aver contratto il virus. Noi non abbiamo avanzato proposte per questo consiglio e per quello precedente, abbiamo inoltrato precise richieste che hanno ricevuto risposte inattendibili dal punto di vista scientifico perchè arrivavano dalla politica.

Mi risulta 10, c’è ci dice 8, consiglieri su 60 siano stati toccati da questa problematica. Vuole dire che qua dentro c’è un problema e se non lo si vuole affrontare…mamma mia. La Reggenza si è prodigata ci mancherebbe, ma le risposte arrivate alle insistenze del nostro capogruppo non vanno incontro alla tutela della salute, non dico dei cosiglieri, ma dei cittadini, noi siamo un focolaio, portiamo verso l’esterno, verso i nostri familiari e chi conosciamo, questo virus. Vogliamo tornare alla razionalità ed evitare un dibatitto stucchevole di difese ad oltranza di posizioni non difendibili.

Gian Matteo Zeppa, Rete

Il consigliere Morganti fa il paio a quanto successo venerdì sera in Udp, con affermazioni senza fondamento scientifico. Oggi parliamo di alcuni contagi e c’è chi dice con certezza che qui dentro è partito un focolaio. Io ho perso un famigliare per covid, non mi ritengo negazionista, so cosa vuole dire. Ma si deve essere realisti, non si può dire qua dentro che in Aula è partito un focolaio, chi ha certezza di questo? Non si sa chi può essere il caso ‘zero’ qui dentro. Che non c’è perché tutti abbiamo interazioni fuori dalll’aula , e mi inizia a dare fastidio questa strumentalizzazione. In Udp è venuto fuori: facciamo una bolla preventiva, veniamo in Consiglio e andiamo a dormire tutti in albergo. Ma vi pare normale? Se oggi faccio il tampone, non esclude che io domani vado a prenderemi il covid, la prevenzione sta negli atti, il distanziamento, le mascherine…credo sia nella logica di tutti, se la comunità scientifica dà dei parametri sono quelli. Anche se andiamo come a marzo al Kursaal non verranno esclusi i contagi. Venite qua dentro a dire che non ci sono tracciamnti, portate i dati.

Nei giorni in cui c’è stato il boom a San Marino ho trovato civiltà nei comportamenti degli ospiti e dei sammarinesi, non ci sto a dire che perché non accediamo ai fondi europei dobbiamo tenere per forza aperto. Dobbiamo darci una mano tutti quanti, il sistema economico non può permettersu un altro lockdown e gli esercenti lo sanno e sono i primi a chiedere il rispetto delle regole.

 

Repubblica di San Marino, 10 Novembre 2020/01

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