Consiglio Grande e Generale, seduta mattutina di mercoledì 14 luglio

Consiglio Grande e Generale, seduta mattutina di mercoledì 14 luglio

 

COMUNICATO STAMPA

 

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE  12- 16 LUGLIO

 

–       MERCOLEDI’ 14 LUGLIO- seduta della mattina

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            In mattinata, dopo un lungo dibattito e l’esame degli emendamenti, il Consiglio Grande e Generale ratifica – con 26 voti favorevoli, un contrario e 3 astenuti- il Decreto – Legge 25 giugno 2021 n.118 “Misure urgenti sul sistema finanziario sammarinese”. Il decreto in sintesi finalizza il passaggio della totalità delle azioni di BNS (ex Banca Cis) in capo allo Stato.

 

“Il provvedimento è emanato- come spiega la relazione al Decreto del Segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti- al fine di dare compiuta attuazione a quanto previsto dall’articolo 4 del decreto delegato 27 luglio 2020 n.126 che nel disciplinare le attività funzionali all’avvio dell’esercizio della nuova mission di Banca Nazionale Sammarinese Spa (BNS) aveva previsto, tra l’altro, che la totalità delle azioni della stessa Bns fossero cedute allo Stato”.

Con l’acquisizione da parte dello Stato cambia anche la mission di Bns: “E’ stato  previsto che quest’ultima venga trasformata in una società di servizi per la gestione di attivi denominata “Società di Gestione Attivi ex BNS spa” per la cui operatività risulta sufficiente una struttura molto più snella, con conseguente abbattimento dei relativi costi operativi”.

Nel dibattito l’opposizione solleva dubbi sulla scelta dell’emissione di un titolo irredimibile, sul ritardo della cessione, sul cambiamento di ‘mission’ di Bns o ancora sul destino dei dipendenti. Da parte della maggioranza invece pressing per la ricerca delle responsabilità sulla malagestione di Banca cis da parte del tribunale e sulla presentazione del progetto di legge sugli Npl. A riguardo, Eva Guidi, Libera, chiede invece di evitare accelerazioni: “Non si può procedere senza l’approfondimento necessario su un progetto di cui non abbiamo neanche la versione definitiva- manda a dire- Non è che due mesi in più portano recuperi miracolosi”.

            Concluso il dibattito e l’esame dell’articolato, l’Aula ratifica il decreto: i lavori riprenderanno nel pomeriggio con l’esame dei restanti decreti scorporati. 

 

Di seguito un estratto degli interventi della mattinata

 

Comma n.15 Decreti delegati decreti legge

 

Decreto – Legge 25 giugno 2021 n.118 – Misure urgenti sul sistema finanziario sammarinese/ratificato

 

Marco Gatti, Sds Finanze    

La riscossione sarà importante portarla avanti nei tempi più celeri possibili, per contenere i costi digestione di Bns. La cessione fatta a valore patrimoniale, con le perdite realizzate fino ad oggi, avrebbe comportato un impatto negativo su tutto il sistema finanziario: il fatto che Banca centrale detenesse le quote di BNS faceva sì che, realizzando una svalutazione negativa, avesse ricaduta spalmandosi su tutte le banche socie, e non era più l’operazione neutra iniziale.

Banca Centrale è intervenuta in Bns trasformando un credito che avrebbe dovuto essere pagato al più tardi entro il 2025- e in quel caso sarebbe dovuta essere l’Ecc.ma Camera socia di BNS a patrimonializzare con 19 mln di euro immediatamente Bns, cosa che a quei tempi, con i problemi di liquidità presenti per tutto il 2020 nel bilancio dello Stato, non era possibile.  Wuindi la conversione di un credito che Banca centrale aveva in capitale BNS ha fatto sì che questa ‘soluzione ponte’ potesse avviarsi e i depositati non perdessero i loro soldi, a partire da depositanti principali che sono i fondi pensioni. Gli interventi proposti sono di questo tipo: è stato scelto di pagare questi 19 mln di euro a Banca centrale attraverso l’emissione di un titolo irredimibile, per il fatto che rispetto al fare un piano di intervento che avrebbe comportato un peso in liquidità, seppure spalmato in 20 anni, sul bilancio dello stato di circa 900 mila euro l’anno. Si è preferito farlo con l’emissione di un titolo irredimibile,così sarà lo Stato a decidere come, quando e se convertirlo in liquidità o trasformarlo in un titolo a scadenza. E’ una scelta che, stante oggi  la difficoltà a programmare nel tempo uscite del bilancio dello Stato, ancorché di quale milione, lo abbiamo ritenuto non opportuno. Con un titolo irredimibile sarà invece  possibile eventualmente fare una conversione o il ritiro del titolo quando il bilancio dello Stato lo potrà permettere.

Nicola Renzi, Rf

Siamo a discutere di alcuni argomenti rilevanti per il Paese, ciliegina sulla torta della risoluzione bancaria, e lo facciamo non nelle condizioni migliori. Questa mattina in Aula la seduta è partita con 33 presenti, adesso ci siamo anche dimezzati, e solo grazie alla presenza dell’opposizione la seduta si è potuta avviare. Questo è il modo con cui state risolvendo i problemi del paese, senza opposizione non avreste ratificato il decreto.

Seconda considerazione, qua si parla dei rapporti Bns, Bcsm, Stato, cessione di quote etc. A me piace ricordare che di Bcsm non parla più nessuno. Nessuno chiede più niente. Io invece vorrei chiedere: il Consiglio direttivo ha perso un membro per dimissioni e ci è  stato chiesto di soprassedere sulla nomina, ma così il consiglio direttivo è menomato. La direzione: c’è un direttore di Bcsm? Di chi sarà la responsabilità di queste fantasiose operazioni? Nel decreto Banca centrale mi sembra un attore fondamentale e mi chiedo se è legittimata a fare queste operazioni. Ha un vide direttore? Io no lo so.

Il decreto: le questioni relative a questa grandissima novità che è “l’irredimibile”. Abbiamo inventato una cosa interessante. Credo che tutti i Paesi europei vorranno andare a scuola dal Segretario Gatti per imparare a utilizzare l’irredimibile, panacea di tutti i mali. Sono tutte operazioni di maquillage, tra l’altro escluse dal bilancio dello Stato che non fanno che  minare la credibilità come Paese. La trasformazione delle ceneri di Banca Cis in Bns e la risoluzione della problematica doveva avvenire molto tempo fa. Il perfezionamento della cessione da Banca centrale allo Stato si è dilungato di almeno un anno- un anno e mezzo. E non capisco perchè. Io ricordo altre crisi bancarie, in cui siamo stati messi sul banco imputati perché abbiamo difeso l’occupazione sammarinese. Nel caso della Nuova BNS- ex Banca Cis le famiglie del settore bancario che hanno perso il lavoro sono state veramente molte. E molto poco sia stato fatto per loro. Spero saremo tutti d’accordo non sia né giusto, né utile accanirsi contro gli ex lavoratori di Banca Cis, molti dei quali senza responsabilità sul crac procurato alla banca.

Giovanni Maria Zonzini, Rete

Ho ancora ascoltato la demagogia sui ‘redimibili’ di Renzi, non so se non capisce di cosa parla o se lo fa in malafede per gettare discredito su chi sta risolvendo i problemi. Se non ci fossero i redimibili oggi lo Stato, oltre i 19 mln di euro di Bns, dovrebbe mettere fuori 23 mln di euro del “5Ter”, 42 mln di euro in totale. Sta iniziando ad essere imbarazzante da ascoltare: spalmare una perdita in 25 anni per voi, che parlate di artificio, è una regolare attività delle società? Continuare qui a rinfacciare il titolo irredimibile come fosse una barzelletta, invece che con il 5 Ter…vi rendete conto che parliamo del nulla? Poi è vigliacco dire che il governo vuole sacrificare i lavoratori ex Cis. La contrazione del settore bancario rende inevitabile la riduzione del numero di lavoratori. Se gli ex dipendenti Cis sono disoccupati non è colpa del governo, ma di chi ha gestito quella banca. Ogni volta che una banca fallisce non si può assorbire tutta la forza lavoro, è un dato di fatto che si crea disoccupazione. Certo lo Stato deve supportare le famiglie nel momento che cercano un nuovo impiego, ma è squallido addossare al governo responsabilità di questa crisi e di questi disoccupati.

Francesco Mussoni, Pdcs

Perchè ci troviamo in quest’Aula a ratificare questo decreto? Perché nella scorsa legislatura, e anche in questa, è successo un fenomeno anomalo. Il tema della Banca Cis il buco, la gestione fallimentare, impropria e illegale della banca Cis. Tant’è che come politica abbiamo svolto insieme riflessioni importanti nella Commissione di inchiesta sulla banca, il risvolto di Bns è storia della risoluzione di una crisi bancaria attuata con la legge nel 2019 e oggi viviamo la vicenda di BNS. Non che sia tutto bene. Il buco di Banca Cis ha determinato perdite ingentissime che misureremo anche in BNS.

Bns è stata frutto di un’azione di sistema a cavallo tra vecchia e nuova legislatura. Poi c’è stata la gestione del commissario Bonfatti di Bns e di Banca centrale per quanto di competenza e oggi siamo qui a prendere atto della chiusura di una azienda non più sostenibile.

E ‘un  provvedimento tardivo. Se l’azienda non ha più motivo di esistere perché genera perdite non può essere mantenuta. Il tema della durata così lunga del periodo di risoluzione è sicuramente da approfondire, la gravità della situazione economica doveva comportare un’azione più forte da parte degli organismi preposti per la massima economicità e rigore.

Vanno cercate le responsabilità vere di chi gestiva quell’istituto nelle modalità evidenziate dalla comissione di inchiesta, da qui si apre la questione del recupero crediti e Npl. Segretario, vogliamo iniziare la gestione economica dei recuperi crediti o vogliamo continuare a pagare commissari e gestori di queste banche? Serve un programma di semplificazione di soggetti e costi riferiti a queste procedure. Non è possibile che abbiamo dieci veicoli, con dieci cda,  con10 commissari, serve un termine per le procedure liquidatorie. Ancora, dopo 10 anni, paghiamo i commissari liquidatori di Cs, di Euro Commercial Bank… ci sono istituti da chiudere che restano aperti. Bisogna che tiriamo una linea di demarcazione con il passato, chiudendo sovrastrutture inutili, lo facciamo con un progetto di sistema di Npl. Questo decreto non ha scritto questi temi, ma sono impliciti nella sua ratifica.

Teodoro Lonfernini. Segretario di Stato per il Lavoro

Vorrei dare qualche  ulteriore inciso o precisazione.  Stupisce sentire interventi dell’opposizione e dell’ex maggioranza, perché ciò che il collega Gatti sta portando all’attenzione di Congresso e Consiglio è quello che anche voi dovevate fare ai tempi di apertura della crisi di Banca Cis. E’ venuto alla luce, tra l’altro, un progetto presentato 3 anni e mezzo fa dal precedente governo che poteva interessare la crisi finanziaria di Banca Cis e buona parte di quello che sta adottando il collega era presente in quel progetto. Poi guarda a caso, quel progetto non è stato portato avanti, come mai?

Siamo arrivati molto avanti questa gestione ma è anche vero che bisogna avere poi il coraggio delle proprie azioni e portarle fino in fondo. In questo paese le liquidazioni non si concludono mai, ci sono procedure in corso da decenni, e anche su quello bisogna intervenire in termini di sistema. Quel sistema ha fatto comodo e fa comodo a tanti che vengono da fuori, ma anche a locali.

I titoli redimibili non sono una invenzione finanziaria del collega Gatti. Cito un articolo del Sole 24 Ore: In inghilterra le procedure di emissioni di titoli redimibili risalgono al 16° secolo, per il finanziamento delle guerre napoleoniche. Nel 18° Secoli negli Usa si finanziarono le guerre di  secessione. E’ una cosa studiata, consolidata, che dà possibilità nel lungo tempo di intervenire in situazioni di profonda crisi che possono avere impatto generale sul sistema paese.

In tempi più recenti le emissioni di titoli redimibili sono numerose e utilizzate da diversi Stati: recentemente in Austria, a fine agosto 2020 Banca Intesa-San Paolo ha offerto 750 mln di euro di obbligazioni perpetue con un successo straordinario. Anziché inventarsi operazioni sbilanciate come il 5 ter, è stato meglio mettersi al tavolo e studiare sistemi adottati da altri paesi.

Emanuele Santi, Rete

Il Decreto che arriva oggi in Aula è importante e di fatto mette una pietra su una situazione che ha catalizzato negli ultimi anni l’opinione pubblica e molte vicende del paese. Nel 2019, quando ci siamo ritrovati a gestire la questione Banca Cis molte criticità erano ben evidenti e quando si è scelto all’unanimità la risoluzione, con una legge sì rivoluzionaria e una buona legge, ma nel corso della sua applicazione è risultata un po’ macchinosa per la gestione dell’ex Banca Cis.

La risoluzione con garanzie dello Stato imponeva delle contropartite: le azioni di responsabilità per chi ha gestito malissimo la banca e la questione dei recuperi. Come emerso dalla Commissione di inchiesta Banca Cis è stata gestita per anni da un gruppo criminale, dando prestiti in  maniera allegra a persone che non li hanno onorati. Ad oggi sulle responsabilità non abbiamo visto alcunchè di risultato e su questo la politica si deve interrogare.  Su questo tema è ora che anche il tribunale faccia la sua parte, non possiamo permetterci che certi procedimenti vadano in archiviazione e certi reati non siano perseguiti.

Matteo Ciacci, Libera

Il prestito irredimibile è diventato un must di questo governo per ciò che riguarda gli aspetti finanziari. Nel 2019 era stata adottata e definita Bns come istituto in cui allocare obbligazioni con cui trasformare depositi superiori a 100 mila euro e dove prevedere la mission del recupero degli Npl. Questo era il percorso. Qui replico a chi dice che nel 2019 non avevamo una mission: la mission era chiara, ma è stata cambiata successivamente. Ci avete ragionato e avete deciso di cambiarla, perché ci dite che volete accompagnare Bns alla morte. E avete usato lo strumento del prestito irredimibile per coprire buco. Questo il punto.

Iro Belluzzi, Npr

Mi rifaccio all’azione e al richiamo svolto dal collega Mussoni, qui si è perso un po’ di tempo nella risoluzione di BNS, occorre ottimizzare ora attraverso un sistema di recupero crediti, altrimenti si rischia che è superiore il costo della pratica rispetto a quanto recuperato. Quindi si seguano le attività per la creazione di un soggetto che dovrà gestire gli Npl. Dovrà essere un progetto ampiamente condiviso dalle forze politiche e dai corpi intermedi della società sammarinese, per tutte le problematiche insite a quell’azione che dovrà sopra avanzare anche il percorso di una legislatura. E’ un impegno che ci dobbiamo assumere.

Michele Muratori, Libera

Ho avvertito un pizzico di ipocrisia rispetto ai discorsi sulle azioni di responsabilità. Ad oggi non si è fatto assolutamente niente per far recuperare il maltolto a chi ha contribuito a creare il dissesto e il buco finanziario che è sulle spalle di tutti i cittadini. Vorrei chiedere se dalla maggioranza si ricordano il decreto 126 del 27 luglio 2020 che introduce lu possibilità di ‘transare’: ovvero chi è mosso da azioni di responsabilità, con una sorta di stralcio anche parziale, viene levato da queste azioni. Noi crediamo invece come Libera che chi ha sbagliato debba pagare. Chi doveva vigilare non ha fatto il lavoro in modo degno. Invece la maggioranza allora è andata a coprire chi ha creato questo dissesto. L’avete fatta voi la legge, il decreto. E oggi, a poco meno di un anno, siete qui a dire ‘i responsabili devono pagare’, io avverto una sorta di ipocrisia.

Andrea Zafferani, Rf

Lonfenini ha sottolineato come titoli redimibili siano utilizzati da tanti Stati, è vero, sono un meccanismo esistente sul mercato, ma sono appunto titoli di mercato. Noi abbiamo invece una emissione in cui non arriva nessuna finanza nuova. Ci serve ad evitare di mettere soldi nelle banche e il rendimento viene deciso per legge. In questo caso è davvero fuori mercato. Ecco perché parliamo di artificio contabile, non ha niente di quello che avrebbe un titolo perpetuo classico. Una precisazione al collega Zonzini: non critichiamo gli irredimibili per esaltare il 5 Ter. Che doveva essere una cosa temporanea. Non capisco se il governo ritiene di ricorrere a titoli irredimibili in attesa di risorse per ricapitalizzazione seria degli istituti per poi re-immetterli sul mercato. Ho impressione infatti sia diventata una soluzione strutturale. Invece il sistema finanziario ha bisogno di soldi e di ricapitalizzazioni vere per gli istituti. Il ‘5 ter’ era una soluzione contabile non per sempre.

Pensavamo l’indebitamento dovesse servire a riequilibrare il sistema finanziario e a fare investimenti. Qui invece abbiamo indebitamento per coprire i buchi di bilancio e questo ci preoccupa.  Bns non sarà più una banca ma ha obbligazioni in pancia da pagare, come rimborsarli? Ci piacerebbe avere risposte.

Michela Pelliccioni, Dml

Nel 2019 è chiaro si è fatta uan scelta di fronte a due strade non facili. Una era fare l’ennesima liquidazione coatta sul Cis, o in alternativa la risoluzione, ua scelta sicuramente non perfetta che porta con sé problemi che stiamo ancora cercando di gestire. La scelta degli irredimibili il mio partito l’ha valutata come soluzione di equilibrio di gestione del debito. Adesso si apre una partita fondamentale nella gestione degli attivi. Occorre una politica che utilizzi tutti i presidi possibili per gestirli. E’ una partita importante che può fare gola a molti, è sulla gestione degli attivi su cui dobbiamo concentrare l’attenzione, per non lasciare porte aperte che non siano quelle degli interessi del Paese.

Giuseppe Maria Morganti, Libera

L’operazione proposta oggi avviene con decreto senza che ci sia un bilancio sulla situazione reale che lo Stato va ad acquisire. Noi non conosciamo la situazione di Bns. A fronte di un debito che ha nei confronti del fondo pensioni oltre 100 mln, ha dei crediti che dovremo incassare e che non si sa per quale cifra sono stati incassati e se lo sono stati. Stiamo facendo un’operazione di acquisizione senza sapere cosa stiamo acquisendo.

Alessandro Bevitori, Libera

Cosa si sta facendo per recupero i soldi persi in Cis? Cosa ha fatto il commissario?A che punto sono le azioni di responsabilità? Con il decreto del 2020 si era voluto dare una continuità a quella banca, con l’ex Sds alle Finanze Guidi si era cercato di dare continuità all’istituto per la gestione degli Npl, doveva essere una società veicolo per la loro cartolarizzazione. Con questo si faceva anche un recupero del personale per salvare quanti più posti di lavoro possibile. Da allora sono state tante le promesse fin dalla campagna elettorale da  parte di tutta  la maggioranza a questi dipendent e oggi si dice loro ‘ci dispiace, speriamo trovino un’altra occupazione”.

Denise Bronzetti, Npr

Il fallimento Cis, oggi Bns, si è inserito in un quadro già difficile per il nostro sistema bancario e finanziario. La crisi parte molto più indietro e le responsabilità politiche nella gestione di queste crisi si possono guardare con obiettività. Una delle leggerezze compiute nel salvare gli istituti in crisi da parte della politica, un grande neo, è stato quello di aver concesso crediti di imposta su cui mancano ancora oggi seri controlli. E su Bcsm a volte il silenzio è d’oro. Non necessariamente quando non si parla tutti i giorni di Banca centrale significa che non si sta facendo nulla. Forse quando saltavano i vertici continuamente se ne è parlato troppo poco.

L’attuale decreto chiude l’operatività di Bns e la trasforma in tutt’altro: è stato sottolineato come la tempistica poteva essere diversa. Vero anche che abbiamo condiviso una serie di passaggi e informazioni in Commissione Finanze, in seduta segreta, e lo si deve fare quando si parla di dati e responsabilità. E’ abbastanza demagogico oggi gridare allo scandalo perché non si è trovata una soluzione ai dipendenti Bns.

Sulla messa in sicurezza del fondo pensione: con Cis ci iniziamo a porre i problemi di come sono stati gestiti i nostri fondi pensioni, suddivisi nei vari istituti bancari. Qui le responsabilità sono tante e diverse, bisognerebbe accendere un focus su chi ha il potere decisionale rispetto ai fondi pensione e sulle responsabilità del Consiglio di previdenza.

Eva Guidi, Libera

Ripercorro il percorso effettuato in comune con l’opposizione nella precedente legislatura, sono state portate avanti decisioni in condivisione non solo della politica sul processo di risoluzione, anche con le parti sindacali, con altre banche,  la liquidazione coatta avrebbe comportato la perdita di tutti i depositi della banca. Per cui abbiamo introdotto un nuovo strumento e iniziato a condividere anche i dati e si è arrivati alla legge 102, alla  legge 115 e si è continuato il percorso anche in questa legislatura in parte. Ciò che dispiace è che questo metodo sia stato completamente abbandonato, al di là di una sessione segreta in Commissione finanze.  Abbiamo più volte chiesto un riferimento al Segretario sulla gestione Bns per cercare di capire alcune cose importanti, tra cui quale sia l’effettiva situazione patrimoniale rilevata in Bns, a che punto sono le azioni di responsabilità, e di quelle che poi sono soprattutto le azioni di recupero. Di questo non abbiamo avuto nessuna notizia e ci dispiace veramente molto. Anche perché Bns doveva essere una parte fondamentale nel progetto di gestione degli Npl. Che dovrebbe andare a riguardare centinaia di migliaia di milioni, con un veicolo di Stato su cui avevamo iniziato a fare delle considerazioni. Spiace che si sente vociferare che potrebbe esserci un’accelerazione e potrebbe essere trattato questo argomento così importante su un progetto da approvare in fretta e furia. Chiedo a tutti i colleghi di poter effettuare con relativa calma questa analisi. Lo Stato interverrà con garanzie e da questo punto di vista occorre essere molto attenti. C’è necessità di andare a vedere per quanto saranno emesse le garanzie.

Se deve essere portato a fine agosto un progetto che è un ‘pilastro’ e devono essere fatte Commissioni finanze per questo, non vogliamo tirarci indietro. C’è necessità di attivare risposte e strumenti concreti, quelli che prevede il pdl sulle cartolarizzazioni, su cui mi auguro ci si possa confrontare. Ma non capisco il perché di questa grande accelerazione. Non si può procedere senza l’approfondimento necessario su un progetto di cui non abbiamo neanche la versione definitiva. Non è che due mesi in più portano recuperi miracolosi. Sul prestito irredimibile: non sono strumenti miracolosi, sarebbe bene che lo Stato in un momento di sua trasparenza ne tenga nota. E sulla semplicità con cui sono stati emessi, risalgono in Italia a quando ci sono economie di guerra, e se ne è riparlato perché il covid di fatto ha riportato a economie di guerra. Restano però parte del debito dello Stato.

Marco Gatti, Segretario di Stato per le Finanze, replica

Su progetto Npl, quello presentato in prima lettura è stato concertato con le forze sociali, in Segretaria abbiamo ricevuto proposte e richieste di spiegazioni e dalla prossima settimana inizieremo i confronti rispetto quello che ci è arrivato, ci sono state parti sociali e soggetti politici che ci hanno scritto e spiegheremo cosa può essere accolto o no. E’ un progetto importante perché le banche hanno bisogno di liberare il patrimonio di vigilanza e un mese in più o meno è importante. L’accelerazione non è finalizzata tanto a un recupero del credito, ma a sistemare un’attività bancaria che ha necessità di liberare risorse oggi bloccate.

Sugli irredimibili: possiamo dire di tutto, ma il parere del Fondo monetario e delle agenzie mi sembra siano positivi. Non è solo l’Italia in periodo di guerra che li ha fatti, per il Monte dei Paschi di Siena c’è stato il ‘Tremonti bond’ che è un irredimibile, non è una stravaganza, ma qualcosa che può essere utile per affrontare situazioni che necessitano di tempo. A differenza del 5 Ter che è un provvedimento non tecnico, ma di legge., E’ fatto con urgaenza, perché la banca senza una legge sarebbe stata in stato di insolvenza, chi l’ha fatto non ha pensato alla continuità aziendale. Noi stiamo cercando di dare soluzioni. Chiedete poi per quale ragione non viene contabilizzato l’irredimibile nel bilancio finanziario dello Stato: perchè non c’è un movimento finanziario.

Viene però registrato nel bilancio patrimoniale dello Stato, c’è la contabilizzazione della movimentazione.

Il ruolo di Banca centrale: si è dimesso un membro del direttivo, c’è comunque il numero legale previsto dalla legge e spero nel  prossimo consiglio si possa procedere al completamento dell’organismo, ma questo non impedisce la sua attività. Mi assicurerei più che la vigilanza sia operativa, oggi non abbiamo il direttore generale, stiamo valutando il profilo su cui concentrarci anche rispetto gli obiettivi su un nuovo modello di vigilanza, abbiamo però un direttore facente funzioni. Sulle azioni di responsabilità: sono state avviate tutte verso gli amministratori, chiaramente sono in tribunale e non si va sui giornali a dirlo.

 

Repubblica di San Marino, 14 Luglio 2021/01

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