Consiglio Grande e Generale, seduta pomeridiana. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale, seduta pomeridiana. Agenzia Dire

COMUNICATO STAMPA

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 10-23 DICEMBRE

MARTEDI’ 10 DICEMBRE – pomeriggio

 

La vicenda del Conto Mazzini tiene
banco anche nella seduta pomeridiana
del
Consiglio
grande e
generale che riprende dal comma Comunicazioni con numerosi interventi.

I
lavori nella seduta notturna riprenderanno sempre dal comma Comunicazioni.

 

Di seguito un riassunto del dibattito
del pomeriggio.

 

Ivan Foschi, Su: “Quanto avvenuto deve essere occasione di riflessione sul nostro ruolo,
sui nostri compiti nella legislatura. Esprimo la mia vicinanza personale ai
colleghi dell’Upr, dal punto di vista umano non è piacevole ritrovarsi sui
giornali con accuse importanti, come autori di condotte discutibili.
Normalmente si aspetta il normale iter processuale, siamo assolutamente
contrari a trasformare l’Aula consiliare in inquisizione e siamo contrari a
processi sommari. Detto questo, non ci sentiamo nemmeno di sminuire tutto,
riducendo la vicenda a una guerra tra bande. E’ doveroso dare spiegazioni fin
d’ora, perché i politici devono essere più trasparenti rispetto quanto chiesto
ai normali cittadini. Non ci si può nemmeno nascondere dietro il pretesto del
segreto istruttorio che c’è, ma ciò non impedisce di difendersi, a chi è stato
chiamato in causa. Chi ascolta ha diritto di conoscere tutte le versioni, anche
quella difensiva. Posso convenire con il fatto che alcuni interventi politici
non siano stati equilibrati. Abbiamo letto le vicende del segretario del Pdcs,
considerate meno gravi di quelle relative al conto Mazzini. Si minimizza, si fa
confusione tra responsabilità politiche e penali. Su può andare a testa alta
rispetto a tutte le vicende emerse in questi anni. Non cadiamo nell’errore di
arrivare a nessun colpevole, siamo di fronte alla necessità di atti di rottura
dal passato per tornare a guardare con fiducia alla politica e alle
istituzioni”.

Mimma Zavoli, C10: “Mi chiedo se qualcuno nella maggioranza si è preso la briga per capire
cosa vuol dire assentarsi dal lavoro per 15 giorni, a stretta vicinanza con le festività.
Immagino che forse si mira a generare altri disoccupati, un datore di lavoro
potrebbe infatti ripensare il ruolo di un dipendente attivo in politica. Non si
considerano pesanti ricadute su noi consigliere-donna che lavoriamo come voi
maschi, ma in più gestiamo casa, famiglie. Qui ci troviamo di fronte orari
assurdi e inconciliabili con la famiglia, la politica a San Marino non è per le
donne, in spregio alle indicazioni degli organismi internazionali cui ci
vantiamo di aderire. Chiedo sostegno in particolare alle colleghe di
maggioranza affinché sia cambiato quanto prima il regolamento consiliare.

            Non
esiste una moralità pubblica e una privata, è una sola. Chi approfitta della
politica per guadagnare poltrone o prebende non è politico, ma un disonesto.
Sono parole di Sandro Pertini. Quest’anno la giornata contro la corruzione cade
in circostanze precise per la nostra Repubblica. Assistiamo all’ennesimo caso
che getta luci fosche su una parte della classe politica sammarinese. E genera
molto sconforto nella cittadinanza. Non intendo fare giudizi sommari su persone
che hanno il mio sostegno e che dovranno dimostrare assoluta estraneità dai
fatti,e hanno subito anche attacchi eccessivi. Tuttavia, questo ulteriore
situazione ritrae un ennesimo affresco negativo di un determinato sistema che
ha visti coinvolti rappresentanti a vario livello delle istituzioni. Stupisce
apprendere che da oltre due mesi si era a conoscenza del caso, come mai non ci
si è chiesti se era opportuno andare dalla magistratura? E perché qualcuno già
sapeva? Non c’è poi solo questa vicenda, Criminal Minds. Chalet, Sopaf, Varano
non sono certo da meno e nello stesso modo dovranno essere affrontati. Sono
situazioni che hanno consentito l’ingresso di cosche mafiose nel nostro Paese. Ai
colleghi coinvolti, vi chiedo a titolo personale di fare un passo indietro e di
assumervi le vostre responsabilità fino in fondo, lo dovete per rispetto del
vostro ruolo e a voi stessi, è un atto non richiesto ma fortemente simbolico”.

Nicola Renzi, Ap: “C’è un imbarazzo strisciante in tre settori cardine, informazione,
giustizia e politica. C’è da parte di alcuni commentatori il tentativo di far
credere sia tutta una melassa informe, che sia tutto uguale, che chi da
contributo alla politica del Paese può essere sempre accomunato. Cercherò di
fare dei distinguo. Alleanza popolare da alcuni è stata etichettata troppo
debole in questa vicenda, da altri troppo forte e tesa a strumentalizzare delle
vicende e addirittura altri poteri dello Stato, come quello giudiziario e chi
sa che altro. Sono andato a ripercorrere tutte le vicende e i momenti in cui
noi di Ap siamo scesi su questo argomento. Le prime rivelazioni sulla stampa
risalgono al marzo 2013, Ap  è
intervenuta subito chiedendo che nulla cadesse nel dimenticatoio, chiedendo
estrema chiarezza sulle vicende che andavano delineandosi. Al 26 di marzo
l’Aula ha licenziato un odg a larga maggioranza che vorrei rileggere e cui Ap
si sente vincolata. E spiega al meglio i nostri intendimenti sulla vicenda. ‘Il
Consiglio grande e generale dà mandato al magistrato dirigente di riferire alla
commissione Giustizia le informazioni sullo stato dell’indagine della
magistratura, nel cui lavoro confida, e di fornire ogni elemento utile che
consenta al Consiglio grande e generale di intraprendere iniziative di propria
competenza qualora emergessero condotte censurabili politicamente. Ap si è
limitata ad esprimere fiducia nella magistratura e ad esprimere l’esigenza di
intendere l’amministrazione della giustizia come un vero e proprio servizio che
deve essere erogato ai cittadini. Ap non intendeva tirare per la giacchetta
nessuna istituzione. Ricordo uno scambio di vedute con un giornalista in cui
dovevo difendermi dall’accusa di essere giustizialista. In quell’articolo si parlava
di un “così fan tutti”, e oggi si parla di una sorta di guerra per bande.
Addirittura, ho potuto leggere del bisogno e della necessità di una
pacificazione, ma credo debba avvenire tra cittadini e la loro classe dirigente
in senso lato. C’è necessità di dimostrare alla cittadinanza che non siamo
tutti uguali e che la questione morale è stato un punto fondamentale cui
ispirare azione politica. Se noi riusciremo a portare a termine questo percorso
di pacificazione e di rinnovata fiducia tra noi e la cittadinanza, nella
massima trasparenza e chiarezza, diversamente credo che ci sarà un grosso
problema di democrazia. E’ necessario che i tre gangli fondamentali, i settori
che devono essere guardati con rispetto, ma come cose da regolamentare su cui
esprimere opinioni alla luce del sole”. 

Stefano Macina, Psd: “Non è la prima volta che ci troviamo in situazioni di
questo tipo. In passato altri consiglieri si sono trovati condannati al
pubblico ludibrio e poi, dopo 4 o 5 anni, si è scoperto che le situazioni erano
costruite ad arte. In questi anni, non abbiamo messo in piedi strumenti per
arrivare ad accertarle in tempo utile. Quando vengono coinvolte le istituzioni,
occorre che gli interventi siano celeri per evitare situazioni spiacevoli a
livello personale e i risvolti sull’immagine delle istituzioni. Come gruppo
consigliare, fino al sorgere della vicenda, abbiamo chiesto di andare fino in
fondo, dividendo il ruolo della magistratura e quello politico. L’odg approvato
a suo tempo resta tuttora valido, come la richiesta sollevata in Aula, di
arrivare in tempi brevi alla verifica della situazione. Credo che una
riflessione occorra farla, perché ne va della credibilità di tutto il lavoro
dell’Aula.

Rimane fermo il contenuto dell’odg di svolgere
un’azione politica e le verifiche politiche attraverso strumenti che il
Consiglio grande e generale deciderà di attivare per verificare eventuali
responsabilità. Ma questo non va sganciato dal resto, ovvero dalla necessità di
trovare in Aula un comune denominatore da cui ripartire e mettere in piedi vera
politica”.

Luca Lazzari, Su:  “Esprimo la mia vicinanza al consigliere
Lonfernini, ma rimangono degli interrogativi. Le somme indicate sono state
effettivamente prelevate? A quale titolo? Stiamo attenti a non seppellire la questione
morale dietro le singole vicende. Il male si annida in profondità: nella
coscienza del Paese. Alcuni consiglieri hanno ricordato la figura di Nelson
Mandela che istituì la commissione per la Verità e la Riconciliazione: fino a
quando nella politica del nostro Paese non verrà stabilita la verità, non potrà
essere messo in moto un vero cambiamento”.

Antonella Mularoni, Ap: “Occorre un cambio di mentalità e non si può essere
giustizialisti o meno a seconda delle convenienze. A me i giustizialisti a corrente
alternata danno fastidio, tanto è vero che non ho mai fatto una dichiarazione
contro qualcuno nei cui confronti è aperto un procedimento penale. Detto
questo, però vorrei dire che non credo che il mio partito pretenda chissà quali
trattamenti di favore quando ricorda che il Consiglio in passato aveva chiesto
alla magistratura di rendere pubblico quello che la legge prevede sia reso
pubblico. La magistratura deve fare il suo dovere fino in fondo come viceversa
la politica deve fare il massimo per permettere al Tribunale di lavorare nelle
migliori condizioni possibili. Non vogliamo interferire, ma non ci deve essere
nessuna ombra e sospetto su nessuno. C’è qualcosa che mi lascia perplessa su
come la vicenda è stata trattata. L’Upr non può dire che certe voci sugli
indagati non siano giunte prima al loro partito. Se il mio nome fosse circolato
in tal senso, avrei subito chiesto la possibilità di chiarire. Io però non darò
giudizi sommari sulla vicenda che al momento non vede nessun indagato.
Indaghiamo su tutto e se c’è qualcuno che ha intascato venga appurato. Tuttavia
consentitemi di dire che l’odg presentato da 3 gruppi consiliari mi lascia
perplessa. Troviamo insieme delle formule che, senza dare vita ad un gioco al
massacro, ci permettano di fare qualcosa di utile per la comunità sammarinese”.

Denise Bronzetti,
Indipendente:
“Ho sentito interventi
di consiglieri che hanno usato due pesi e due misure. Anche io in passato sono
stata denigrata. Qui dentro si dovrebbe fare politica e va da sé che gli avversari
politici dovrebbero essere eliminati usando la politica, ma non sempre succede
questo. Gli attacchi personali se ne sono susseguiti diversi negli anni. Non
sarà che camminando decisi verso la strada della trasparenza c’è qualcosa che
si è rotto? E che dovrebbe suggerirci delle domande? Mi pongo un’altra domanda:
si parla di pacificazione tra politica, classe dirigente di questo paese e i
suoi cittadini: come si fa quando siamo quotidianamente sulle pagine dei
giornali con scandali ad essere pronti e credibili nei confronti della
cittadinanza? Se la classe politica non è credibile, non può chiedere sacrifici
ai cittadini”.  

Simone Celli, Ps: “La questione morale purtroppo è tornata di attualità. E’ molto
difficile affrontare l’argomento con serenità. Qui non si tratta di pacificare
nulla, ma di utilizzare il buon senso per tutelare le istituzioni. Dunque la
questione morale va affrontata con l’obiettivo di fare chiarezze e accertare
eventuali responsabilità politiche, senza interferire con l’attività della
magistratura. Servono rigore, serietà e coerenza, evitando ogni forma di
giustizialismo. Specie quello a corrente alternata, con finalità politiche. Gli
esempi sono tanti. Emergono aspetti inquietanti sulla credibilità dell’operato
di alcune istituzioni, le autorità di controllo e vigilanza. Ombre
inaccettabili in cui si intravvedono le ragioni della black list. Il Ps dice un
fermo no a questioni morali di serie A e di serie B. Si deve fare chiarezza su
tutto”.

Franco Santi, C10: “La politica è sul banco degli accusati, provo
grande amarezza. Una classe politica è compromessa e le conseguenze sono
gravissime per il Paese. L’impunità tiene lontano gli investitori e attrae i
farabutti. Serve totale trasparenza per riguadagnare fiducia. La commistione tra
affari e politica, il sistema che chiedeva l’obolo e ha foraggiato tutti, è
variegato. Si è determinato un distacco forte tra rappresentati e
rappresentati, la politica ha indebolito la coesione sociale cercando solo il
saldo.

Oggi forse qualcosa è cambiato. Sicuramente le condizioni esterne, ma
anche quelle interne. Chi oggi ha responsabilità politiche deve proseguire la
strada del cambiamento, per dimostrare che esiste un’alternativa. Dobbiamo
cercare di riconciliare la politica con se stessa. E governare una transizione
verso una nuova fase. Alla politica manca un ingrediente importante, la verità,
il vero antidoto per passare questo momento. Per questo occorre fare chiarezza
su ciò che è stato.

Presento un odg condiviso da molti consiglieri sulla parità di
trattamento tra chi viene dal settore pubblico e chi da quello privato per il
modello di retribuzione: ‘Considerato che
attualmente esistono due modelli di retribuzione per i lavori consiliari, uno
per il pubblico impiego e uno per il settore privato […]; considerato che tali
differenze danno adito a una differenza di trattamento tra diverse categorie di
lavoratori; considerato che diversi consiglieri sia di maggioranza sia di
opposizione si sono espressi più volte, nel corso dei dibattiti, a favore di una
parificazione di trattamento per tutti i consiglieri; si impegna il governo a
inserire nella prossima legge di bilancio norme per la parificazione del
trattamento normativo e le modalità di erogazione del gettone di tutti i
consiglieri, a prescindere dal settore di occupazione
’”.

Matteo Zeppa, Rete: “Quella di oggi è una sorta di autoanalisi della politica.
Ciclicamente tornano queste tematiche. Questo non vuole dire che è tutto da
buttare via, ma vuole dire che il non avere un ricambio di chi siede in questi
banchi non ha concesso alla politica di potersi riammodernare. Al contrario ha
permesso ad alcuni la possibilità di conclamare la propria bramosia di potere.

La politica ha sempre avuto un ruolo fondamentale
nelle decisioni che la esulano. Non accetto l’idea di pacificazione, perché
quando una persona deliberatamente attua, attraverso il suo ruolo, politico o
dirigenziale, decisioni calcando la mano sul potere discrezionale che ha, una
pacificazione verso queste persone che hanno creato un sistema corrotto, non ci
può essere. Queste persone devono rendere conto delle proprie responsabilità.
Non è più tempo di pacificazioni sociali.

Le voci sono tipiche di un paesello, ci conosciamo
tutti e sappiamo tutti chi ha fatto che cosa, le gole profonde ci sono in quei
settori in cui non dovrebbero esserci. Credo ci debba essere una forte presa di
coscienza del fatto che ognuno dovrebbe fare il proprio lavoro, non ci si deve
stupire se gli organi di stampa dalle gole profonde cercano lo scoop. A me
dispiace per Lonfernini, ma credo che una presa di coscienza sulle sue
dimissioni possa consentirgli di sgombrare l’ombra di accuse. Questa mattina il
capogruppo Mazza ha definito Rete ‘il più vecchio del vecchio’. Quello che dà
fastidio è il fatto che una persona faccia un attacco del genere e un minuto
dopo faccia il simpatico davanti agli scanni di Rete. Se si deve utilizzare il
microfono per attacchi di questo tipo, resti sul suo scranno, perché la
pacificazione su questi atteggiamenti io non la dò”.

Mario Venturini, Ap: “Questo dibattito ha segnato una novità rispetto al
passato. Ha consentito di affrontare un argomento spinoso. Ciò in passato non
avveniva in modo corale. In passato queste cose le dicevano solo piccole forze
isolate, per il resto silenzio, anche nel Paese. Oggi non è più così, oggi si
discute di certi argomenti in modo corale in Consiglio ed è una novità. Per il
resto non vedo altre novità. Oggi ho ascoltato interventi prudenti e pacati,
c’è stato anche qualche show fuori luogo, ma è normale, e c’è chi fa lezione
sul distacco della politica dai cittadini, cosa cui non credo, perché noi siamo
scelti dai cittadini. E i cittadini sono stati zitti per lungo tempo. E allora
questa classe politica, sempre messa sul banco degli imputati, ha dei correi che
sono proprio i cittadini. Penso che abbiano sofferto di encefalite letargica. I
sammarinesi hanno dormito profondamente per anni e la classe politica ne è
stata l’espressione. Hanno dormito non per opportunismo, ma per una malattia,
poi a causa della crisi economica si sono svegliati e si comportano come se si
trovassero su marte e si indignano. Non esiste distacco tra classe politica e
cittadini, ciascuno nel bene e nel male è espressione dell’altro.

Mi richiamo all’odg votato alcuni mesi fa dal
Consiglio, aspetto di conoscere dalla magistratura una risposta chiara a quanto
accaduto, augurandomi che i colleghi citati sui giornali possano uscirne
indenni. Detto questo, non credo sia uno scandalo richiamare la magistratura a
lavori più celeri, lo dovrebbero chiedere i cittadini. La politica non può
essere responsabile in toto di quanto possono aver compiuto alcuni esponenti.

Prima si diceva che Ap vuole mettere mano sulle
banche, oggi sulla magistratura, Ap è il partito che, tramite il suo
rappresentante ha manipolato la commissione inchiesta. C’è chi ha fatto
riferimento alla macchinazione politica, non so cosa sia accaduto, non posso
esserne certo, ma mi auguro non ci sia stata. Ricordo però che questo Paese
vive sulla macchinazione, il chiacchiericcio, le calunnie, gli attacchi sui
social network. La politica ha vissuto sulla diffamazione e poi i politici
ricordano le proprie vicende, ognuno le ha citate, Mazza, Bronzetti…ma
ricordo che, dopo il 2008, come Ap siamo diventati il male del Paese, il
problema del problema. Se le macchinazioni ci sono, vanno avanti da un pezzo.
Una forza in particolare ha iniziato a descrivere Alleanza popolare in un certo
modo, siamo diventati il partito clientelare per antonomasia. I fatti hanno
dimostrato il contrario, ma il vento della calunnia è andato avanti per 4 anni.
A proposito di calunnia, ricordo un esposto di tre autorevoli esponenti
dell’opposizione che nella scorsa legislatura è stato mosso nei confronti
dell’ex coordinatore di Ap, Stefano Palmieri, per un episodio accaduto prima
della sua entrata in politica e su cui non c’era nemmeno un rapporto della
dirigenza dell’azienda per cui lavorava, un caso che non aveva ragion d’essere.
Rende chiaro come questo Paese vive sulla macchinazione. Tornano all’odg
presentato da tre forze politiche di opposizione che chiedono l’istituzione di
una commissione consigliare di inchiesta: fa nascere molti dubbi, lo avete
presentato apposta perché non venga votato? O c’è malafede o siete ingenui fino
all’autolesionismo. Il collega Foschi vi 
ha raccontato quanti mesi di lavoro occorrono per un caso? Non si può
nominare una commissione su sette vicende su cui sta indagando magistratura di
procure diverse. Bisogna essere seri, perché i vostri odg siano condivisi,
scegliete uno dei sette casi, ve lo voto. Altrimenti qui facciamo solo
chiacchiere, come fuori dal Palazzo”.

Elena Tonnini,Rete: “I regimi corrotti hanno tutto l’interesse di
limitare gli spazi di dibattito politico. Si crea una forte lealtà tra persone
che appartengono al medesimo gruppo ristretto: una lealtà che spinge loro a
sfruttare la cosa pubblica invece di lavorare nell’interesse della comunità. La
politica è diventata in alcuni casi un affare privato per tessere alleanze e
ottenere privilegi. Bisognerebbe invece dimostrare che l’attaccamento
prioritario è quello col cittadino. Non spetta a noi definire illegalità e
colpe, però non ci stiamo al gioco degli equilibri. Oggi in quest’Aula si sono
susseguiti discorsi secondo cui, visto che tutti potrebbero finire in certe vicende,
meglio evitare pretese di trasparenza”.

Andrea Zafferani, Civico
10
: “Non siamo qui per emettere
sentenze preventive. Ma sono tra quelli che credono che, tra approfondimenti
politici e indagini penali, ci sia un’enorme differenza. Sono tra quelli che credono
che i profili della responsabilità politica e di quella penale vadano studiati
con gli strumenti più opportuni. Faccio due esempi? Frequentare personaggi poco
raccomandabili ha un enorme rilievo politico per un rappresentante delle
istituzioni, anche se non ha un rilievo penale. Allo stesso modo, essere soci
di imprese che fanno un certo genere di attività ha un enorme rilievo politico
per un rappresentante delle istituzioni, anche se non ha rilievo penale. La
Magistratura deve fare il suo mestiere secondo quello che prevedono le leggi e
lo deve fare allo stesso modo per tutti i cittadini. Mi aspetto che si passi ai
fatti e si mettano a disposizione dei giudici gli strumenti per arrivare con
efficacia e rapidità alla conclusione dei procedimenti”.

Gloria Zafferani, Rete: “E’ vero ci sono delle indagini in corso e ancora non
ci sono indagati. Ma invito a una riflessione citando un discorso del giudice
Paolo Borsellino. L’equivoco su cui spesso si gioca è proprio questo: si dice
quel politico era vicino a un mafioso, però la Magistratura non l’ha condannato
e perciò quel politico è un uomo onesto. No, non è così. La Magistratura può
solo fare accertamenti giudiziali, ma le altre istituzioni politiche devono
trarre le conseguenze da queste vicinanze tra politico e mafioso che rendono lo
stesso politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica”.  

Gian Nicola Berti, Ns: “Non mi sento ricattabile. Se uno mi ricatta vado in
tribunale e faccio una denuncia. Come deve essere. Mi sono comportato correttamente
in tutta la mia vita, credo nella mia libertà di pensiero, nella vostra, e che
finché una persona non viene condannata si deve considerare innocente. C’è
qualcuno che sta giocando alle nostre spalle e ha interessi lontani dai nostri.
Io il regista lo vedo, è molto chiaro, non sono ancora in grado di fare il
nome, ma non esiterò un momento a dire chi è il soggetto che reputo
responsabile di questa campagna diffamatoria a stillicidio e che si diverte a
far sì che venga sempre più delegittimata questa classe politica. E’ un disegno
che usa tanti piccoli pedoni e la nostra inclinazione a fare una guerra tra
bande. Mi pongo il problema di chi fa veicolare certe cose. Le notizie escono
da un alveo ben definito, mi riferisco alla vicenda del Conto Mazzini. Chi può
averle fatte uscire? La polizia giudiziaria, il tribunale? Sarebbe la prima
volta.  Ci sono state due comunicazioni
giudiziarie e gli interessati hanno questi elementi. Sono loro gli autori? Non
lo posso affermare.

Da alcuni giorni assisto Marco Gatti, abbiamo
presentato denuncia circostanziata relativamente a una campagna calunniosa. Si
dice che lo stesso Gatti sia indagato quando non è vero. Ho la sensazione che
ci sia volontà di alimentare confusione e clima di sospetto con l’intendimento
di spingere alcune forze politiche ad una guerra su una questione di moralità.
Ho la sensazione che non potremo mai individuare chi è immorale e morale, non
ho ancora sentito accuse circostanziate e non ho ancora visto rinvii a
giudizio. Qua però siamo già arrivati a sentenze e condanne, si delegittima un
consigliere solo perché c’è un chiacchiericcio su di lui. A chi cita
Borsellino, ricordo che Falcone, prima di essere ammazzato, ha subito una
campagna diffamatoria terribile da parte della mafia. Usare giornali, che si
comprano con due lire, per riportare notizie infondate, è facile. Ma ciò non
succede se le persone sono coerenti e leggono informazioni con spirito
critico”.

San Marino, 10 dicembre 2013/02

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