Consiglio Grande e Generale. Venerdì 13 dicembre. Seduta del mattino. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale. Venerdì 13 dicembre. Seduta del mattino. Agenzia Dire

COMUNICATO STAMPA 

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 10-23 DICEMBRE 

VENERDI’ 13 DICEMBRE – mattina 

I lavori del Consiglio grande e generale riprendono dall’esame
dell’articolato e degli emendamenti del progetto di legge per la riforma
tributaria. Nello specifico dall’articolo 13 “Redditi soggetti a imposizione
separata”.

All’articolo 16 “Detrazioni
soggettive” il consigliere del Psd,
Marino Riccardi, chiede di
ampliare alle convivenze di oltre 15 anni l’esenzione di 250 euro prevista per
il coniuge a carico. “C’è anche una sentenza del tribunale- precisa-  che le equipara alle coppie sposate”. Civico
10, Sinistra unita, Partito socialista e Rete sostengono la richiesta e
chiedono di renderla concreta attraverso un decreto delegato, stigmatizzando lo
scarso sostegno alle famiglie. “Non c’è un pregiudizio ad affrontare la
questione- spiega i
l segretario di Stato per le Finenze, Claudio Felici-
E’ già previsto un decreto delegato all’articolo e si esaminerà in quella sede.
La legge- aggiunge- non pone certo condizioni insostenibili per le
famiglie”. 

            Discusso
e licenziato il Titolo III, su “Redditi di terreni e Fabbricati”, nel corso del
quale il consigliere di Rete,
Roberto Ciavatta, lamenta che i
consiglieri di maggioranza non intervengono nel dibattito. Gli risponde
Mario
Lazzaro Venturini
di Ap: “Noi di Alleanza popolare  non
interveniamo non perché qualcuno ce l’ha ordinato, ma perché lo abbiamo fatto
in Commissione Finanze e in altre occasioni di confronto e discussione della
legge”.

            Al capo IV,
“Reddito di lavoro e da pensione”, all’
articolo 26, “Redditi da Pensione”, Rete
propone un emendamento per differenziare l’abbattimento forfettario previsto
per tutti i pensionati al 20%, l’emendamento viene respinto
.

Roberto
Ciavatta, Rete:

“Il nostro emendamento stabilisce che il 20% valga solo per le pensioni
inferiori a 2.500 euro al mese, del 15% per quelle comprese tra 2.500 e 3 mila euro
mensili e il 10% per quelle superiori ai tre mila euro al mese. Introduciamo
quindi tre scaglioni, non fanno male, reintroducono equità e possono essere utili
allo Stato”.  A sostegno
dell’emendamento intervengono anche Andrea Zafferani, C10, e Tony Margiotta.

Claudio
Felici, segretario di Stato per le Finanze
esprime la contrarietà all’emendamento: “Questo articolo mi permette di fare un po’
di chiarezza e spiegare le logiche che stanno dietro ai numeri. Si è già nella
progressione delle imposte. Per le pensioni si passa finalmente dalla rendita
al reddito e come tali sono tassate omogeneamente ai redditi. A pensione più
alta si ha u’imposta più alta da pagare. I pensionati con reddito di 15 mila
euro annui, oggi pagano un’imposta netta di 229 euro annui, per quelli con 25
mila, l’imposta netta annua è di 932 euro. Nella pratica, la pensione di Stato
più alta, che è intorno 104 mila euro, pagherà 13 mila euro all’anno di imposta
sui redditi. La pensione Iss più alta, di 70 mila euro, pagherà 7.400 euro
all’anno. Di queste cifre stiamo parlando. L’aliquota  è già progressiva. Non si faccia confusione”.
L’emendamento di Rete è respinto.

            Al Capo VI, “Redditi diversi”, il
Partito socialista presenta un emendamento all’articolo 41,”Altri redditi”.
Paride Andreoli,Ps: “Il nostro emendamento ha come
finalità quella di evitare operazioni speculative legate al breve tempo
indicato nel punto a), in particolare avvertiamo necessità di allungare a 10
anni questo periodo”. L’emendamento è stato respinto.

La
seduta della mattina si chiude al Capo II del Titolo III, “Dell’imposizione in
capo alle persone giuridiche”. L’ultimo articolo approvato è il 46
“Determinazione del reddito”. I lavori riprenderanno nel pomeriggio
all’articolo 47, “Inerenza economica”.
 

San
Marino, 13 dicembre 2013/01

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