Antonio Fabbri – L’informazione: Bigliettopoli romana, a giudizio per riciclaggio sul Titano

Antonio Fabbri – L’informazione: Bigliettopoli romana, a giudizio per riciclaggio sul Titano

L’informazione di San Marino

Bigliettopoli romana, a giudizio per riciclaggio sul Titano

L’ex direttore generale di Atac, Antonio Cassano, deve rispondere di avere trasferito e occultato attraverso la Smi circa 2 milioni ritenuti di provenienza illecita

Antonio Fabbri

Bigliettopoli romana e soldi finiti a San Marino. A Roma è di questi giorni la richiesta di rinvio a giudizio da parte dei Pubblici ministeri per gli ex vertici dell’Atac, l’azienda dei trasporti della capitale italiana. A San Marino, invece, il rinvio a giudizio c’è già stato. La pubblicazione degli atti ai fini del processo – il rinvio a giudizio appunto – è avvenuta la scorsa settimana. Un procedimento per riciclaggio a carico di Antonio Cassano, l’ex direttore generale di Atac.

Le accuse a Roma
Alla fine, dopo le indagini su
una pluralità di reati, l’ipotesi
accusatoria della Procura di
Roma è di peculato.
Per questo capo di accusa i
Pm Laura Condemi e Alberto
Pioletti hanno chiesto il rinvio a
giudizio.
La richiesta di processo riguarda
quattro ex dirigenti dell’Atac,
accusati di essersi appropriati di
fondi dell’azienda dei trasporti.
Fondi che, tra il 2007 e il 2010,
secondo le ricostruzioni fatte
sarebbero finiti a San Marino
su conti correnti e mandati
fiduciari accesi presso la
finanziaria Smi, attraverso la
quale i manager dell’azienda dei
trasporti possedevano partecipazioni
occulte in una pluralità di
società, tra cui Pragmata srl. In
particolare a questa avevano assegnato
consulenze milionarie.
In sostanza gli stessi dirigenti di
Atac avevano assegnato consulenze
a società che erano di fatto
di loro proprietà, possedendone
le quote attraverso l’interposizione fiduciaria.

In principio era bigliettopoli
Inizialmente l’inchiesta, partita
nel lontano 2008, era stata etichettata
come “bigliettopoli”.
Infatti dalle prime ricostruzioni
era risultata la produzione parallela
di ticket falsi per la rete dei
trasporti di Roma. Venivano
piazzati sul mercato con la
conseguente creazione di fondi
neri, pure quelli finiti in parte a
San Marino.
Successive conversazioni dei
vertici aziendali avrebbero
confermato, però, una sorta di
tolleranza di Atac sul fenomeno
della falsificazione dei biglietti.
I magistrati italiani, tuttavia,
malgrado sollecitazioni del
Nucleo di polizia Tributaria,
hanno deciso di non approfondire
questo filone di indagine,
probabilmente anche perché, a
quanto pare, l’attività di vendita
di biglietti falsi era una “malaprassi”
nata nei primi anni
2000, quando venne scoperto che il circuito di produzione
dei ticket Atac non era soggetto
a controllo. Secondo le prime
ipotesi investigative, poi non
finite nella richiesta di rinvio
a giudizio, il circuito parallelo
dei biglietti fasulli aveva anche
la finalità di creazione di fondi
neri per il finanziamento della
politica romana.

Il peculato e i fondi finiti su mandati fiduciari Smi La sottrazione dei fondi ad Atac si è attuata, e di questo invece i pm chiedono il rinvio a giudizio, attraverso la concessione di consulenze in favore di società riconducibili agli stessi Antonio Cassano e Gioacchino Gabbuti, rispettivamente ex direttore generale e ex amministratore delegato di Atac. Secondo l’accusa sammarinese, sulla base delle ricostruzioni effettuate, i fondi dell’attività illecita contestata dalla procura italiana sono confluiti su diversi rapporti fiduciari presso la San Marino Investimenti ed utilizzati per acquisire partecipazioni societarie occulte attraverso l’interposizione fiduciaria della stessa Smi, società che oggi è in liquidazione coatta amministrativa.

Il riciclaggio a San Marino
Con questi fondi ritenuti di provenienza
illecita si realizzava
un doppio schermo fiduciario:
il primo attraverso Smi; il secondo,
sulla base di uno schema
già visto nell’inchiesta sempre
della procura di Roma denominata
Amphora, attraverso altre
fiduciarie, ovvero Amphora Fiduciaria
Spa, Ilha Das Pontas, Intersmi. Nomi di società già visti
nell’ambito anche di un altro
processo già celebratosi a San
Marino per esercizio abusivo
dell’attività finanziaria da parte
di alcune di queste società. I
fondi ritenuti di origine illecita,
dunque, erano confluiti a San
Marino, e una parte sono tuttora
depositati, su un conto corrente
e in un mandato fiduciario della
Smi. Rapporti entrambi intestati
ad Antonio Cassano.

Il tentativo di Voluntary
e il sequestro

E’ proprio Antonio Cassano ad
essere stato rinviato a giudizio
a San Marino. L’accusa nei suoi
confronti è di avere trasferito,
occultato e sostituito, il
provento dei reati che vengono
contestati in Italia ai vertici di
Atac. A San Marino l’inchiesta è
scattata a dicembre 2015 quando
il Commissario della legge
Alberto Buriani ha disposto il
sequestro dei rapporti riconducibili
allo stesso Cassano.
Qualche mese prima lo stesso ex
direttore di Atac aveva richiesto
di poter accedere alla Voluntary
disclosure. Tuttavia, secondo
le ricostruzioni dell’accusa, la
provenienza del denaro da gravi
reati contro la pubblica amministrazione
ha determinato gli
inquirenti a disporre la misura
cautelare reale del sequestro, per
evitare la reiterazione del reato
e l’inquinamento delle prove.
Quei fondi restano adesso congelati
in attesa del processo per
riciclaggio, la cui data è ancora
da fissare, a carico di Antonio
Cassano.

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