Antonio Fabbri – L’informazione: Dall’indagine sammarinese emerge un preoccupante quadro di “corruzione ambientale

Antonio Fabbri – L’informazione: Dall’indagine sammarinese emerge un preoccupante quadro di “corruzione ambientale

L’informazione di San Marino

Dall’indagine sammarinese emerge un preoccupante quadro di “corruzione ambientale”

I magistrati nell’ordinanza relativa al ri-arresto di Podeschi e Baruca sottolineano come il gruppo criminale abbia “occupato progressivamente ogni settore dell’economia” e abbia “colonizzato ogni istituzione”

Antonio Fabbri

Nell’ordinanza dello scorso 10 marzo che ha portato al ri-arresto di Podeschi, emerge un quadro di corruzione diffusa la cui mentalità, ancora oggi, è difficile da superare proprio perché radicata in oltre vent’anni di sistema corruttivo.

Che il quadro fosse desolante e corrotto lo sottolineano i magistrati affermando che dagli episodi isolati di dazioni illecite per acquisire autorizzazioni o licenze si è passati ad un sistema concepito in modo unitario ed accuratamente regolato dagli esponenti politici che aderivano alla contestata associazione a delinquere.  Faceva da catalizzatore delle mazzette e ne gestiva la spartizione il meccanismo del conto Mazzini. I magistrati sottolineano come il gruppo criminale abbia “occupato progressivamente ogni settore dell’economia” e abbia “colonizzato ogni istituzione. 

La coesistenza
di politica e affari
attraverso la capacità di
controllo dell’apparato
pubblico ha consentito ai
membri dell’associazione
a delinquere di trarre
vantaggi ulteriori rispetto
alle ‘tradizionali’ attività tipicamente amministrative,
quali la concessione
di licenze e autorizzazioni.

Il salto di qualità nell’azione del gruppo criminale è consistito nel riservare a sé e ai propri accoliti le attività più lucrative. È questa la logica sottesa alla promozione del settore finanziario, dei giochi e delle telecomunicazioni, settori che, in quegli anni, hanno assunto un rilievo centrale nell’azione tanto di governo, quanto del gruppo criminale”.

E’ questo, quindi, il passaggio
che sottolinea il
fatto che le tangenti eranodiventate sistema e, come
riportato anche in altre
ordinanze, la caratteristica
principale dell’imprenditore
doveva essere
la disponibilità a pagare.
E mentre c’è chi con ottusità
interessata invita a
non chiamare questo quadro
tangentopoli, è innegabile
che quanto viene
descritto dai magistrati
sul Titano è praticamente
ciò che nella tangentopoli
italiana del 1992 venne
definito “corruzione
ambientale”. Vale a dire
“un sistema criminoso
talmente radicato da assumere
i tratti di un fenomeno
politico e sociale
in contesti nazionali o regionali
determinati. Essa
comporta alti livelli di
integrazione dell’attività
politica, amministrativa
ed economica con pratiche
criminose, tanto da
indurre le persone alla
convinzione che comportamenti
illeciti, quali la
prestazione dell’indebito,
facciano parte di una
prassi consolidata esercitata
da tutti, o neutralizzandone
i risvolti criminosi,
facendola apparire
“normale”. Esattamente
quello che, con altre parole,
viene descritto nelle
carte sammarinesi.

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