Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Caso Fedele, condanna a sette mesi e confisca per oltre 450mila euro

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Caso Fedele, condanna a sette mesi e confisca per oltre 450mila euro

L’informazione di San Marino

Caso Fedele, condanna a sette mesi e confisca per oltre 450mila euro

Colpevole di possesso ingiustificato di valori ritenuti provento di usura. L’imputato “sono risparmi di una vita”

Si è chiuso il processo a Michelangelo Fedele, il settantenne di Castagneto Carducci di origini calabresi, accusato di possesso ingiustificato di valori e anche in Italia, dove possiede decine di immobili, sottoposto a procedimenti giudiziari e sequestri. L’uomo era accusato di aver movimentato sul Titano 1,2 milioni di euro, ritenuti di provenienza illecita. Presente ieri all’udienza assieme alla moglie, Giuseppina Zambardino – la cui posizione, accusa di riciclaggio, è stata archiviata per prescrizione processuale – Fedele è stato condannato a 7 mesi di prigionia, 5000 euro di multa e un anno e 4 mesi di interdizione dai pubblici uffici e diritti politici. Il giudice Gilberto Felici ha disposto anche la confisca dei denari sequestrati, 303.723,11 euro, oltre alla confisca per equivalente di denaro, beni o altre utilità, fino alla concorrenza di ulteriori 154.177,71.

L’accusa. Secondo l’accusa i denari versati a San Marino negli anni, tutti in contanti, erano il provento dell’attività illecita che oltre confine viene contestata a Fedele, l’usura. “L’Aif, Agenzia di informazione finanziaria ci dice che le somme versate non risultano congrue all’attività ufficialmente svolta dal Fedele. Tutti i versamenti sono stati fatti in contanti. Risultano precedenti penali importanti. Nonostante sia stata prodotta documentazione per cercare di giustificare il possesso di valori, allo stato non sono state fornite le giustificazioni richieste dalla norma”.

Così il pro-fiscale Giovanni
Belluzzi che aveva chiesto
8 mesi di prigionia oltre a multa
interdizione e confisca.

La difesa
Dal canto suo l’avvocato Lara
Conti ha rigettato ogni accusa.
Ha sostenuto che, innanzitutto, si
sarebbe applicata una legge successiva
al deposito dei denari e,
quindi, si sarebbe violato il principio
di irretroattività della legge
penale. Poi ha aggiunto “Ci troviamo
nell’assurda situazione in
cui si è lavorato tutta la vita, sabato
e domenica compresi, e se
non si è in grado di giustificare
la provenienza del denaro, peraltro
risalente a molti anni fa, si
perde tutto”. Ha quindi chiesto
l’assoluzione per il suo cliente.

Sono tutti risparmi
Michelangelo Fedele ha voluto
fare la sua dichiarazione in
chiusura di processo. “Sono tutti
risparmi. Non ho mai fatto spese
ho una macchina comprata
usata tanti anni fa ad un’asta.
Ho avuto sempre problemi solo
per avere risparmiato. Ritengo
di avere giustificato ampiamente
i miei capitali. Chiedo di essere
assolto”. Così non è stato e il
giudice Gilberto Felici, evidentemente
non convinto dalle argomentazioni
a difesa, ha emesso
sentenza di condanna. “Sono
amareggiato e deluso”, ha commentato
Fedele che probabilmente
farà appello.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy