Patrick Wild su L’informazione di San Marino: 4 anni e 6 mesi a Franco Vallefuoco Assolti Leo Raimondi e Roberto Zavoli

Patrick Wild su L’informazione di San Marino: 4 anni e 6 mesi a Franco Vallefuoco Assolti Leo Raimondi e Roberto Zavoli

 L’informazione di San Marino

Vulcano, condanne fino a 7 anni per estorsioni con metodo mafioso / 4 anni e 6 mesi a Franco Vallefuoco

Assolti Leo Raimondi e Roberto Zavoli

Patrick Wild

SAN MARINO. Sette anni per estorsione a Ernesto Luciano e a Giovanni Formicola. Quattro anni e sei mesi per Vallefuoco. Queste le pene maggiori, contenute nel dispositivo della sentenza letta ieri mattina dal Presidente del Collegio, il giudice Massimo Di Patria. Assolti invece da tutti i capi d’imputazione i sammarinesi Leonardo Raimondi e Roberto Zavoli, oltre a Amedeo Gallo e Antonio Di Fonzo). Si conclude dopo più d’un anno il primo processo nato dall’indagine del ROS di Bologna sulla presenza camorristica tra riviera romagnola e Repubblica di San Marino, che nel febbraio 2011 portò inizialmente al fermo di 10 persone per estorsione e usura aggravata dal metodo mafioso. Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, in quest’area operavano tre gruppi criminali, legati a clan di camorra e a casalesi,  i quali, sfruttando lo schermo legale di finanziarie sammarinesi (la Fincapital, ora in liquidazione) e società di recupero credito, prestavano denaro a strozzo ed estorcevano gli imprenditori in crisi

ed
estorcevano gli imprenditori in
crisi, presumibilmente allo scopo
di impossessarsi delle loro attività
economiche.
Per la maggior parte degli
imputati il Pubblico Ministero
della DDA di Bologna Enrico
Cieri aveva chiesto pene dai 4
agli 8 anni per aver commesso
estorsione nei confronti di
alcuni imprenditori della zona,
evocando l’appartenenza e la
vicinanza a clan di camorra e ai
casalesi. Tra le vicende, era stato
ricordato il pestaggio “dimostrativo”
avvenuto nel capannone
di San Marino, la convocazione
al bar di Miramare al cospetto
di Zio Peppe, le percosse da
parte di Formicola all’esterno dell’albergo riminese Quo Vadis,
le “visite” degli imputati al
negozio di un’imprenditrice, a
pochi passi da viale Ceccarini a
Riccione). Per quanto riguarda
il reato di usura aggravata da
metodo mafioso, invece, era stata
richiesta l’assoluzione per tutti,
in quanto durante il processo
non era stato possibile provare il
fatto (una delle vittime, Luigino
Grassi, non si è nemmeno mai
presentato per testimoniare).
Durante la requisitoria il PM
aveva ricordato inoltre la diffi-
coltà e gli errori di coordinamento
nel gestire le varie indagini
che si erano susseguite ed
incrociate fra loro, tra Bologna e
Napoli, arrivando così a processi
frazionati tra loro davanti ai vari
Tribunali (in questo, in giudizio
abbreviato erano già stati assolti
Iavarazzo, Platone, Bacciocchi
ed Esposito, condannato
il solo Luciano Luigi, fratello
dell’odierno imputato). Pertanto,
mentre a Bologna si attende
l’esito dell’udienza preliminare
dove ad essere contestato a
decine di imputati – molti dei
quali condannati ieri mattina – è
il più grave reato di associazione
di stampo mafioso per fatti commessi
dal 2008, la sentenza letta
ieri riguarda solo una minima parte di quelle stesse vicende,
a cavallo tra settembre 2010 e
febbraio 2011. Da qui parte delle
difficoltà (altre dovute al fatto
che molte vicende, erano avvenute
a San Marino, Stato estero)
nel provare e chiedere pene più
elevate.
A prescindere da una valutazione
sulle singole condanne
inflitte dai giudici del Tribunale
di Rimini, si tratta comunque di
un’importante pronuncia (dopo
quella di luglio su “Titano” per
riciclaggio di denaro sporco) che,
in attesa di leggere le motivazioni
(che saranno depositate fra 90
giorni) e aspettando Vulcano II
e i successivi gradi di giudizio,
per il momento riconosce anche
livello giudiziario la presenza,
tra la riviera romagnola e la
Repubblica di San Marino, di
soggetti inseriti nel settore economico-
finanziario della zona,
pronti a minacciare imprenditori
locali senza timore di ricorrere
a metodi violenti e tipicamente
mafiosi. Come spesso accade
fuori dalle regioni di originaria
presenza mafiosa, ad essere contestato
è l’art. 7 della L. 203/91,
la cosiddetta aggravante mafiosa.
Come dire: a Rimini e San Marino
c’è il metodo mafioso, ma non
la mafia. Continui ed espliciti,
infatti, erano i riferimenti di
alcuni degli imputati ad ambienti
camorristi o casalesi, all’evidente
scopo di intimorire maggiormente
le vittime.
Queste le condanne inflitte:
Francesco Agostinelli 4 anni;
Giovanni Formicola 7 anni; Ernesto
Luciano 7 anni; Pasquale
Maisto 3 anni e 9 mesi; Giuseppe
Mariniello 4 anni; Sergio Romano
5 anni e 6 mesi; Francesco
Sinatra 4 anni; Francesco Vallefuoco
4 anni e 6 mesi; Massimo
Venosa 3 anni e 9 mesi.

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