San Marino Rtv: trasparenza, beneficiari effettivi. Non ho questa morbosita’, Capicchioni, Finanze

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Tutto il Consiglio dice no alla ricostituzione del partito fascista

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Tutto il Consiglio dice no alla ricostituzione del partito fascista

venerdì 18 settembre 2015

In Consiglio Grande e Generale tengono banco i decreti e le istanze d’arengo. Sui primi maggioranza e parte dell’opposizione si dividono. Sulla richiesta di abrogare la legge che vieta la ricostituzione del partito fascista l’Aula invece si compatta e dice no. Ad accendere la discussione è stato, come annunciato, il decreto sugli interventi urgenti in materia di lavoro, ammortizzatori sociali e sul trattamento prevIdenziale anticipato. Decreto emendato dopo l’incontro con le organizzazioni sindacali, premette il Segretario al lavoro Iro Belluzzi. Si è scelto di eliminare, dal 1 luglio 2015, la proroga della disoccupazione straordinaria, lasciata solo a chi può accedere – per requisiti – al pensionamento. Inserite le attività socialmente utili per i lavoratori in mobilità. Le aziende che hanno scelto di far partecipare i propri dipendenti al capitale sociale, con un valore simbolico, possono comunque usufruire degli ammortizzatori. L’ultimo emendamento è suL lavoro occasionale: può essere svolto anche da chi opera per le onoranze funebri. Impossibile ragionare su un testo profondamente modificato e poi di nuovo emendato dal governo, accusa l’opposizione ricordando che anche la Csu lamenta la mancanza di confronto. Troviamo un modo di lavorare insieme chiede Francesca Michelotti di Sinistra Unita, raccogliendo la comprensione di Guerrino Zanotti del psd che richiama il governo ad adottare un modus operandi diverso. Siamo in una situazione di crisi e il governo rincorre le richieste che arrivano da parte imprenditoriale, accusa Rete. I numeri mostrano l’aumento dell’occupazione nelle fasce sopra i 45 anni e un crollo fino a 39 anni, puntualizza Civico 10. Un dato impressionante che continua a non essere affrontato, rimarca il Movimento, invitando nuovamente a ragionare sul minimo di reddito garantito per chi non ha tutele sociali. Sinistra Unita ricorda di avere presentato, da molti mesi, un progetto di legge per dare una risorsa lavorativa e salvaguardare la dignità di alcune persone. Una proposta aperta a contributi e che oggi viene liquidata in fretta da un decreto. Il Segretario al lavoro ritira l’emendamento aggiuntivo del governo all’articolo 7 e il Decreto viene ratificato con 27 voti a favore, 13 contrari e un astenuto. Poi il confronto si sposta sul decreto che prevede l’accesso, per i consiglieri, alle informazioni sui titolari effettivi di banche e finanziarie. Rete, con due emendamenti, torna a chiedere che queste informazioni siano allargate a tutti i cittadini. Si associano Civico 10 e Sinistra Unita. Federico Pedini Amati fa sapere all’Aula di essere andato con Luca Lazzari in Banca Centrale per accedere a questi dati e afferma che ad oggi non si conoscono i beneficiari effetti della banche. La politica, accusa, ha modificato le norme fino al punto di rendere impossibile la trasparenza. Io non mi sono recato in Banca Centrale, non ho questa morbosità, replica il Segretario alle finanze. Forse, commenta Capicchioni, non avete trovato quello che vi aspettavate ci fosse. A me interessa sapere che le nostre banche operano nella massima trasparenza. Il decreto è stato approvato a maggioranza. Un coro di no, ad iniziare dal parere contrario del governo, all’istanza d’arengo che chiedeva di abrogare la legge del 1950 e che vieta la ricostituzione del partito fascista. Quell’intervento non può dirsi superato, è il commento generale. La privazione della libertà è stata e viene declinata ancora nel mondo in molti modi ma comporta sempre l’assenza di democrazia. Superare quella legge sarebbe un segnale pericoloso e andrebbe ad intaccare quel senso di comunità che ha fatto nascere le diverse forze politiche. Vediamo proprio in questi giorni l’esplosione di fenomeni xenofobi, tornano i muri, i fili spinati, le deportazioni di migranti. L’istanza è stata bocciata all’unanimità.

Sonia Tura

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