Parte finale della riflessione sulla droga, pubblicata sull’Annuario della SSS a metà degli anni Novanta, con una iniziativa possibile nella Repubblica di San Marino
Noi – noi di San
Marino – viviamo in un aggregato politico che è una comunità. Ed è una comunità
dai toni forti, nel senso che ha una identità forte.
Quindi, per noi,
può essere meno difficile che per altri, riaccendere la speranza della
solidarietà. La vera libertà, dice Gaber, “non è stare sopra un albero …
Libertà è partecipazione”. Cioè solidarietà
Anche da noi non
mancano le occasioni per la solidarietà. Anche da noi, come in tutte le società
moderne, c’è una sproporzione fra la domanda di assistenza da parte dei
cittadini e la risposta da parte dello Stato che rimane comunque insufficiente.
Ha senso, a mio
parere, in queste condizioni valutare l’opportunità di attivare una struttura
organizzativa che risponda al duplice fine di educare i giovani alla solidarietà
e, nello stesso tempo, di far fronte alle necessità sociali altrimenti
insoddisfatte. Una struttura che impegni tutti i giovani.
Tutti i giovani a
partire da una certa età (18-20 anni), potrebbero mettere a disposizione un
certo numero di giornate all’anno (5-10) per un congruo numero di anni (da 3 a
5). Questa struttura – diciamo così, di ‘volontariato istituzionalizzato’ –
oltre a contribuire a soddisfare autentici bisogni sociali, educherebbe i
giovani alla solidarietà facendoli lavorare nel campo della solidarietà, come
si insegna ai giovani ad imparare facendoli studiare, ad essere democratici
crescendoli in un ambiente regolato secondo democrazia.
Fra l’altro, la
struttura fornirebbe una occasione concreta a tutti i giovani per riflettere
sulle problematiche più attuali (droga, Aids, dinamiche familiari ecc.) nel
momento, per essi, di maggior pericolo o interesse, e per rinsaldare i legami
interni alla comunità, migliorandone la conoscenza (storia, istituzioni,
leggi, norme).