San Marino, scandalo telecomunicazioni. Parlino i responsabili politici

San Marino, scandalo telecomunicazioni. Parlino i responsabili politici

Tiene banco nella Repubblica di San Marino lo scandalo Conto Mazzini che ha portato all’arresto di un personaggio politico di primo piano della Democrazia Cristiana (ex Capitano Reggente) Claudio Podeschi. Si parla di un giro iperbolico  -65 millioni di euro – per un Paese di poco più di 32 mila abitanti. Un Paese già  considerato pecora nera al mondo perché classificato ultimo nella lotta alla corruzione.

Ed emergono notizie  -sorprendenti?- su certi episodi del passato come quello delle telecomunicazioni  gestito da oligopoli assegnati con la mentalità dei governi feudali ed a costo zero, con risultati fra l’altro, disastrosi in termini di efficienza.  

Dallo scandalo Conto Mazzini emerge in che ‘atmosfera’ furono assegnate concessioni nel settore fra il 2005 e il 2007, quando nella responsabilità politica – se non andiamo errati – si susseguirono Claudio Felici e Paride Andreoli.

Successivamente, con l’arrivo di Antonella Mularoni, le cose non sono migliorate visto che non si è riusciti nemmeno a nominare l’authority considerato punto prioritario del successivo Governo. Governo che si era presentato agli elettori assicurando che avrebbe fatto ordine nominando da subito un’authority. Di fatto nulla di nulla. Le telecomunicazioni di San Marino sono rimaste  in mano ai soliti ignoti delle fiduciarie  (nostrane e di paesi offshore) che collegate o meno al  sottobosco politico affaristico dal quale provengono le decisioni più importanti che non sono certo quelle del bene comune. In più, il settore, è stato, successivamente, utilizzato dall’esterno per scandali a danno di altri Stati, in quanto San Marino è considerato un luogo che ti assicura l’immunità dalla giustizia per certi reati fiscali e societari dopo le depenalizzazioni  di metà anni Novanta.

LEGGI sulla vicenda della concessione di un nuovo operatore telecomunicazioni (2005-06)

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