Conto Mazzini: che si faccia crollare il castello di carte!

Conto Mazzini: che si faccia crollare il castello di carte!

Non avevamo dubbi che Marco Gatti non avrebbe chiesto le dimissioni di alcuno degli indagati che gravitano attorno al famigerato “Conto Mazzini”.
Si tratta di coerenza del suo modo di intendere la politica: difatti anche quando RETE ha chiesto le sue dimissioni dal Consiglio, in seguito alla citazione del suo nome in un’inchiesta per riciclaggio e frode fiscale avviata in Italia in quanto -citiamo- “Nella sua qualità di amministratore della E-vox ha agito col dolo specifico di consentire alla Project spa l’evasione dell’Iva e dell’Ires”, ha sostenuto di non essere tenuto a farlo.
Del resto crediamo che ancora a Marco Gatti pesi l’essersi dovuto dimettere dalla commissione antimafia in seguito al sequestro di documenti presso il suo studio in merito all’indagine “Seven eleven”.
Noi invece, a differenza di lui, crediamo -come abbiamo ribadito in aula- che chi è tenuto a chiarire di fronte alla magistratura la sua posizione in merito a fatti gravi come il reato di corruzione, debba dimettersi per tutelare il buon nome delle istituzioni stesse.
Anche perché non si chiede a questi Consiglieri di venir messi alla gogna, o scontare un periodo in carcere, ma solamente di rinunciare all’incarico in Consiglio, che come istituzione sovrana dev’essere preservata da ogni dubbio circa i suoi componenti.
La ratio è la stessa che regola i rapporti con il corpo diplomatico: quando un agente diplomatico lede in qualche modo l’immagine e il prestigio della Repubblica, il Congresso di Stato procede con la revoca della nomina (si pensi ad esempio al caso Colombelli).
Con i Consiglieri dovrebbe accadere lo stesso, a nostro avviso.
Poi, quando saranno a posto con la giustizia, il loro ritorno in Aula sarà il benvenuto!
Altrimenti si rischia che un cittadino comune pensi che a volte l’iper-garantismo non serva ad altro che a “far finta di esser morti per non essere ammazzati”, come a dire che io non mi accanisco su di te augurandomi che un domani, se dovesse capitare a me, anche tu avrai un occhio di riguardo.
Non è esattamente quello che ci aspetteremmo da chi ha doveri di governo del paese!
Perché magari -potrebbe sempre pensare il cittadino comune- se uno viene abbandonato a sé parla, e tira in ballo altri… cosa che in parte ha già fatto intendere Lucio Amati, quando fa intendere candidamente che tutta la vicenda non è altro che un -citiamo- “attacco politico all’UPR, se no non mi spiego il motivo per cui negli ultimi vent’anni siano stati trovati solo due colpevoli, me e l’UPR”.
Non potrebbe suonare come un: “se si procede iniziamo a fare anche i nomi degli altri”? E siccome a noi interessa eccome che si facciano i nomi anche degli altri, ci auguriamo che si vada fino in fondo con queste indagini, e che con un effetto domino chi sa finalmente inizi a parlare.
Cosa che in parte fa già oggi la stessa UPR, con una replica a Marco Gatti dai toni infuocati, riassumibile in “Gatti se ne stia zitto perché dovrebbe sapere”. Ma sapere cosa? E se Gatti sa perché dovrebbe starsene zitto? E se i consiglieri UPR sanno ciò che dovrebbe sapere Gatti, perché non parlano loro, invece di lasciar intendere?
Non sapevamo che l’ex tesoriere della DC Ernesto Benedettini fosse anch’esso emerso nel corso delle indagini. Considerata anche la coincidenza delle date dell’attività del “Conto Mazzini” con le elezioni del 2006, crediamo di avere informazioni utili che sarà nostra premura depositare in tribunale nei prossimi giorni, cosa che anche altri consiglieri e cittadini, se hanno informazioni, dovrebbero fare.
Alla luce di tutto questo, il 29/04/2013 in Consiglio si è discusso un OdG di Cittadinanza Attiva che chiedeva la sospensione dal Consiglio per i politici rinviati a giudizio. Noi l’abbiamo sostenuto a spada tratta, finché la maggioranza lo ha modificato stabilendo che solo in caso di condanna il Consigliere venga sospeso. A causa di questa modifica abbiamo votato contro la stesura finale dell’OdG. Se ragioniamo sugli avvenimenti odierni, con la prima stesura dell’OdG i consiglieri che hanno ricevuto l’avviso di garanzia sarebbero stati obbligati alla sospensione in attesa di giudizio; con la stesura finale, voluta dalla maggioranza, no. Che si sapesse che sarebbero arrivati gli avvisi di garanzia?
Le parole d’ordine, oramai codificate, di questa politica sono note! A noi dopo questo ulteriore comunicato diranno, come spesso accade quando non ci si adegua al loro linguaggio, che siamo dei giustizialisti o dei forcaioli! Ma vivaddio sì, che ci si indichi pure come giustizialisti, come forcaioli, purché il Consiglio Grande e Generale si possa liberare di chi deve chiarire la sua posizione di fronte alla giustizia!
E infine alla magistratura: immaginiamo le vostre pressioni, ma vi preghiamo di non mollare e andare fino in fondo. Sarà la stessa cittadinanza, se farete una vera opera di bonifica della politica, a sostenervi e a fare da contraltare alle pressioni di chi vorrebbe che com’è sempre accaduto a San Marino tutto venga insabbiato!
Un processo condotto fino in fondo sarebbe sufficiente, probabilmente, a far crollare l’intero castello di carte con un effetto domino di cui certo non gioverebbe la classe politica, ma la cittadinanza sì!
Movimento R.E.T.E.
Rinnovamento Equità Trasparenza Ecosostenibilità

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