Corriere della Sera, Ilaria Sacchettoni: Bancarotta, sul caso Tercas indagato anche Samorì

Corriere della Sera, Ilaria Sacchettoni: Bancarotta, sul caso Tercas indagato anche Samorì

Corriere della Sera

 Bancarotta, sul caso Tercas indagato anche Samorì

 

Ilaria Sacchettoni

ROMA — Banca di provincia con ambizioni transnazionali (acquisire Smib di San Marino), Tercas finanziava avventure politiche e velleità imprenditoriali. Dalla svolta investigativa per il crac — un arresto e 19 indagati per associazione finalizzata all’ostacolo alla vigilanza e bancarotta — affiora il patto fra l’ex direttore generale Antonio Di Matteo, già manager Unipol (arrestato nella sua Avezzano dai finanzieri del Valutario) e un gruppo di imprenditori e professionisti vari. Come Giampiero Samorì (nella foto), l’avvocato modenese di «Moderati in rivoluzione», il movimento con ambizioni di leadership e sede a Roma in viale Parioli che alle ultime elezioni ha ottenuto lo 0,2%. Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Nello Rossi, hanno ricostruito un gioco di sponda fra i vertici di Tercas e il gruppo di Samorì, che avrebbe beneficiato di un finanziamento per 11 milioni e 349 mila euro. In cambio della sua partecipazione a operazioni bancarie per ridurre «il patrimonio di vigilanza al di sotto dei limiti di legge». «Siamo creditori della banca, avendo versato 22 milioni» ha dichiarato ieri l’avvocato del «Mir», che alle ultime elezioni era alleato con il centrodestra di Silvio Berlusconi. Per il loro impegno nelle operazioni di ostacolo alla vigilanza, avrebbero ottenuto investimenti consistenti anche Gabrio Caraffini (quello del consorzio Alphabet, una joint venture televisiva) e Francescantonio Di Stefano, già titolare di Europa Sette (l’emittente dalla surreale vicenda: rimasta per anni senza frequenze televisive a vantaggio di Mediaset) e a suo tempo in gara con un’offerta per La7. Da un’intercettazione affiora che Di Matteo si sarebbe dato da fare per Samorì e Di Stefano. Samorì «saputo dell’offerta del Di Stefano per l’acquisizione de La7 ed essendo candidato alle elezioni parlamentari 2013, si rivolge a Di Matteo perché interceda presso l’imprenditore per ottenere maggiore visibilità in trasmissioni televisive». L’affare, va detto, sarebbe sfumato.

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