Corriere Romagna San Marino, Patrizia Cupo. Voci su Smib e Bsm

Corriere Romagna San Marino, Patrizia Cupo. Voci  su Smib e Bsm

Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino:   Nel progetto, l’istituto commissariato dovrebbe diventare una bad bank. Valentini: «Da fuori interessi di acquisto anche su Banca commerciale sammarinese» / Smib, ci pensa Banca di San Marino / Pronto un dossier d’interesse anche se il consiglio d’amministrazione non ha ancora votato

SAN MARINO. Smib, alla Banca di San Marino  un dossier d’interesse: nel progetto, dovrebbe diventare una bad bank, ossia una società in cui far confluire i crediti anomali. Sarà quindi forse il colosso diretto da Vincenzo Tagliaferro ad acquisire la  San Marino  International Bankcommissariata  a febbraio scorso. Il segretario alle Finanze Valentini non conferma il nome dell’istituto interessato ma azzarda: «Trattative avanzate». E fonti non ufficiali danno per chiusa la partita entro Natale. Interessi d’acquisto (sia interni che italiani) sono al vaglio anche per la Banca commerciale sammarinese, commissariata a fine ottobre. Il sistema va quindi verso le grandi fusioni annunciate ancora due anni fa da Banca centrale. «Necessario per dare solidità al sistema», dice Valentini.

 E’ il segretario di Stato alle Finanze, Pasquale
Valentini
, a confermare le voci circa il destino delle due banche commissariate. «Su Banca Commerciale Sammarinese  – dice – sono in corso diverse trattative sia con soggetti interni sia italiani. Interessi sono stati manifestati anche da fuori: ora, si cerca di fare il prima possibile per ridurre al minimo il periodo di amministrazione straordinaria». Va verso la cessione delle quote anche la Sm International bank. «In questo caso, siamo a uno stato avanzato della trattativa che dovrebbe concludersi entro breve», annuncia Valentini. Di certo, a riguardo, si sa solo del dossier in seno alla Banca di San Marino, ma il Consiglio di amministrazione non ha ancora deliberato per l’acquisto. Insomma, aveva visto bene Banca Centrale  quando, all’indomani dello scudo fiscale, previde che il sistema sarebbe andato verso fusioni e accorpamenti. E sembrano sei i centri più “forti” verso il quale stanno confluendo le attenzioni del sistema. «Non c’è un piano costruito a riguardo – mette le mani avanti, Valentini -. Stiamo lavorando su due direzioni: gli investimenti esterni e le fusioni interne. Un sistema con riduzione di raccolta è inevitabile che si contragga: gli accorpamenti possono essere necessari per dare solidità al sistema. Ci auguriamo comunque che sia una fase transitoria e che, recuperata la solidità, il sistema possa trovare altri spazi e collaborazioni internazionali». Insomma, agli accorpamenti, è sempre meglio lo sguardo all’estero, così da non implodere.   

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