Crisi di governo: interventi di Gasperoni, Morri e Francini

Crisi di governo: interventi di Gasperoni, Morri e Francini

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE: GLI INTERVENTI DI GASPERONI, MORRI E FRANCINI

E’ in corso il dibattito in Consiglio Grande e Generale sulla crisi politica seguita alla decisione di Alleanza Popolare di abbandonare la coalizione di Governo. Sono 63 i consiglieri iscritti a parlare e prima della sospensione della seduta alle ore 13 sono intervenuti il consigliere di Ap Roberto Giorgetti, i capigruppo del Psd e di Sinistra Unita Claudio Felici e Alessandro Rossi, i consiglieri Cesare Antonio Gasperoni (Ddc) e Romeo Morri (Popolari per San Marino), il capogruppo del Partito dei democratici cristiani sammarinesi Loris Francini. Alla ripresa del dibattito alle ore 15 il primo intervento sarà dell’uscente Segretario di Stato per gli Affari Interni Valeria Ciavatta.

Questi i sunti degli ultimi tre interventi della mattinata.

Cesare Antonio Gasperoni (Ddc): “Intervengo con dispiacere perché eravamo convinti di questo progetto politico, anche se quando siamo entrati in maggioranza verso di noi c’era della diffidenza. Ma il nostro è stato un apporto costruttivo, abbiamo portato avanti un’opera di mediazione tra le diverse posizioni per una coalizione stabile e aperta al contributo di altri partiti. Devo però in parte criticare l’atteggiamento del Psd sulla legge obiettivo: all’inizio del confronto si è presentato con proposte abbastanza provocatorie. Però poi siamo andati avanti e siamo arrivati all’approvazione del progetto di legge da parte di tutti i gruppi di maggioranza. Ap invece, ribadisce di essere stata l’unica forza politica a dare un apporto costruttivo, quando su territorio, residenze e giochi anche noi abbiamo dato il nostro contributo. Sui giochi in particolare, ci accusa di aver fatto marcia indietro: in realtà noi abbiamo detto che se ci fosse stato bisogno di un partner tecnologico allora sarebbe stato meglio aderire a Casinos Austria. Nessuna marcia indietro dunque, solo una proposta di mediazione. Il ritiro della delegazione è una situazione abbastanza sospetta, anche dopo la divulgazione del sondaggio di Ap: non vorrei fosse solo propaganda elettorale. Ora o troviamo i numeri per governare. o meglio andare alle elezioni. Non siamo disponibili a ribaltoni o accordi per altri governi, vogliamo un centrosinistra riformista”.


Romeo Morri (Popolari per San Marino): “Dieci governi in otto anni e l’immagine della Repubblica è ai minimi storici, anche grazie a una campagna mediatica denigratoria a cui le Istituzioni non hanno saputo reagire. Tutte le banche e le finanziarie sono sotto osservazione. Occorre fare luce su questa vicenda, recuperare un rapporto con l’Italia, mentre di fronte a fatti e situazioni inaccettabili occorre ripristinare l’autonomia dei tre poteri dello Stato, specificando che tale autonomia non può essere prevaricazione, né creare schegge impazzite”.


Loris Francini (capogruppo di Pdcs): “Il Paese ha accolto il ritiro della delegazione di Ap con sollievo, come un atto di grande responsabilità. Siamo soddisfatti che sia stata staccata la spina a una maggioranza fallimentare per dissenso interno, distanza dai problemi veri del Paese e unita da una traballante disomogeneità programmatica. Prima o poi la storia presenta il conto. Si è trattato di una maggioranza virtuale costituita solo con lo scippo dei voti dei Democratici di Centro, eletti in Consiglio con i voti della Dc. Insomma, Ap ha fatto quello che il Paese si aspettava venisse fatto, non sono killer sanguinari, era semplicemente arrivato il momento di dire basta e cambiare marcia. Noi siamo disponibili a riflettere per una soluzione politica giusta ed equilibrata, sulla base di un modello non importato ma sammarinese. Dobbiamo riuscire a convincere il Paese che c’è una classe politica capace di promuovere il cambiamento. Non è più il tempo di soluzioni pasticciate, serve invece un quadro politico più semplice”.

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