Csdl: intervento di Giuliano Tamagnini alla presentazione del Libro Bianco sul sistema bancario

Csdl: intervento di Giuliano Tamagnini alla presentazione del Libro Bianco sul sistema bancario

“È con vero piacere che intervengo a nome della Confederazione Sammarinese del Lavoro alla presentazione pubblica di questo lavoro di ricerca e di elaborazione sulle prospettive del sistema bancario e finanziario sammarinese, che abbiamo letto con grande interesse. A sottolineare l’attenzione che anche la nostra organizzazione ha posto a questo tema, e più in generale alla necessità di costruire un modello complessivo di economia profondamente rinnovato che sostituisca quello da noi conosciuto finora, tra il 2007 e il 2010 la CSdL ha realizzato uno specifico lavoro di ricerca, con la collaborazione di San Marino Lab, che ha dato origine al progetto di sviluppo CSdL, suddiviso in cinque parti, a cui ha fatto seguito un successivo aggiornamento, presentato alla stampa poche settimane fa. Uno degli studi specifici ha riguardato proprio il sistema bancario e finanziario sammarinese.

La nostra impostazione di fondo, fin da prima che la crisi mettesse completamente alla scoperto tutti i limiti del sistema economico sammarinese, è stata la promozione di un nuovo modello di sviluppo per San Marino fondato sulla centralità dell’economia reale e produttiva, orientata alla produzione di beni e servizi di alta qualità, innovativi e ad elevato contenuto tecnologico, sulla trasparenza in campo bancario-finanziario, sulla valorizzazione della risorse umane attraverso la formazione e la promozione delle professionalità.

In generale, nel confermare il valore del settore bancario e finanziario, anche alla luce di ciò che è accaduto sul piano internazionale, riteniamo che esso debba tornare alle ragioni del proprio essere, e cioè svolgere una funzione di promozione e sostegno economico dei diversi settori dell’economia reale e produttiva, che sono quelli che producono la ricchezza vera, per contribuire allo sviluppo economico-occupazionale e alla crescita equilibrata dell’intero sistema paese. Riteniamo che sia il lavoro per la produzione di beni e servizi reali e non virtuali, ad essere la fonte primaria e insostituibile di ricchezza per un paese. In sostanza, non crediamo che San Marino debba diventare esclusivamente un piazza finanziaria in senso stretto, ma che vada promossa un’economia diversificata, che parta dalle prerogative e dalle risorse umane e territoriali del nostro paese, che abbia al proprio interno in una proporzione equilibrata i doversi settori dell’economia produttiva – industria e artigianato, commercio, servizi, turismo – supportati da un sistema bancario-finanziario moderno, dinamico e trasparente al servizio dello sviluppo del nostro territorio, con ricadute economiche importanti anche su quello circostante.

La prima necessità per il sistema bancario-finanziario sammarinese, è quella di completare il processo di adesione agli standard internazionali, fattore chiave di competitività e trasparenza. Anche questo vostro studio, denota la volontà di cambiare pagina rispetto al passato, riconoscendo che il sistema sammarinese ha fondato la sua forza in aree di opacità determinate dal segreto bancario, che ha portato a nascondere in diversi casi capitali proveniente anche dalla criminalità organizzata, rendendo di fatto San Marino un paese percepito come paradiso fiscale.

È diventato finalmente evidente a tutti che la competitività per segreto, con tutti i conseguenti rischi di contaminazione e radicamento della criminalità organizzata, fattori che hanno gettato discredito su tutto il paese, non è, per fortuna, più perseguibile. Anche a seguito delle sollecitazioni e raccomandazioni del Moneyval, dell’Ocse e del FMI, San Marino negli ultimi anni ha compiuto alcuni importanti passi avanti nell’adeguamento delle proprie norme ai parametri internazionali in materia di trasparenza, antiriciclaggio e contrasto alla criminalità organizzata. Ma questo non basta: di fatto, il segreto bancario, all’interno di San Marino, in parte esiste ancora, in quanto è ancora impossibile risalire a chi c’è dietro la finanziarie e fiduciarie sammarinesi. Lo Stato deve adottare un sistema di norme ancor più completo ed efficace, che consenta l’adeguamento definitivo agli standard internazionali, allontanando investitori indesiderabili e innescando meccanismi virtuosi.

Se le autorità sammarinesi adottassero in modo unilaterale tutte le norme internazionali più avanzate sulla trasparenza nella circolazione dei capitali, ad iniziare da quelle sullo scambio automatico di informazioni, questo darebbe al paese una grande credibilità e una notevole forza anche nel negoziare le migliori condizioni per entrare nella UE, e contribuirebbe a completare definitivamente il processo di normalizzazione dei rapporti con l’Italia. Le norme di trasparenza cui dovrà dotarsi San Marino, devono anche favorire la specializzazione degli istituti di credito verso tecniche più avanzate e moderne di gestione del risparmio, al fine di rendere l’intero sistema creditizio più competitivo e al passo con i tempi, liberandolo definitivamente da ogni sospetto e ricostruendo una immagine di piena credibilità e trasparenza sul piano internazionale.

Da questo punto di vista, essenziale è il ruolo che deve svolgere Banca Centrale quale autorità di vigilanza, con poteri anche di carattere normativo, per la completa attuazione delle riforme in corso e per il corretto ed efficiente funzionamento di tutto il comparto. Il sistema deve sviluppare prodotti e servizi innovativi, concorrenziali sul mercato, non in concorrenza con i grossi gruppi bancari internazionali, e in grado di attirare nuova clientela, come avviene in altre giurisdizioni paragonabili a San Marino, favorendo la crescita della professionalità degli operatori.

Naturalmente la platea degli utenti deve essere ampiamente allargata: non basta rinchiudersi nel ristretto perimetro dei rapporti con l’Italia, ma abbracciare un ventaglio di paesi più ampio, ad iniziare dagli stati economicamente emergenti, che hanno tassi di crescita formidabili, ponendosi con successo sul mercato mondiale. Occorre costituire un “programma di supporto” alle banche sammarinesi per la realizzazione di partnership ad alto valore aggiunto, con banche estere (extra-Italia) localizzate in Paesi ad elevata cultura professionale, competenze e tecnologia specifiche di settore, al fine di “integrare” da subito competenze, risorse finanziarie, relazioni di mercato funzionali alla valorizzazione delle singole banche e del sistema bancario-finanziario sammarinese.

La competitività dovrà necessariamente spostarsi verso la qualità dei prodotti finanziari, sulla crescita della professionalità degli operatori e sui vantaggi delle condizioni assicurate alla clientela, partendo da un sistema normativo che instauri prassi operative efficaci in grado di attirare nuova clientela, e facendo proprio della certezza del diritto e della chiarezza delle regole un fattore di attrattiva per gli investitori. Vogliamo porre l’accento su un ruolo fondamentale che deve giocare il sistema bancario, che spesso non viene sottolineato; il ruolo sociale, a favore del risparmio delle famiglie e degli investimenti per la crescita dell’economia produttiva e dell’occupazione. In tal senso va sviluppato, non solo sul territorio sammarinese, il credito alle piccole e medie imprese, che sono lasciate sempre più sole di fronte agli impegni economici che comporta la gestione di un’azienda, e alle quali spesso viene negato il credito. Così come vanno favorite forme di prestito per le famiglie e i cittadini in maggiori difficoltà economiche, tanto più in questa prolungata fase di crisi.

Per evitare casi di fallimento di istituti di credito, le cui conseguenze potrebbero ricadere sull’intera collettività, oltre al necessario ruolo di controllo dello Stato attraverso Banca Centrale, lo stesso sistema bancario è chiamato a dotarsi delle misure di sicurezza necessarie per fornire le più elevate garanzie economiche, al fine di evitare che debba essere lo Stato, e quindi i cittadini, ad accollarsi il peso di possibili crack fallimentari. Perciò ribadiamo la nostra richiesta di rendere operativo l’impegno sancito per Legge di creare il “Fondo interbancario di tutela dei depositanti”. Una necessità importante, anche considerando il fatto che significative quote azionarie di alcune banche sammarinesi sono ancora detenute da società anonime con sede fuori territorio.

In conclusione, ringrazio gli organizzatori per averci ospitato a questo convegno, augurando pieno successo a questa iniziativa.

Giuliano Tamagnini

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