Csu: verso un nuovo sciopero generale anti riforma fiscale

Csu: verso un nuovo sciopero generale anti riforma fiscale

Riforma tributaria, è ancora  sciopero generale
Anche il nuovo progetto, di cui la CSU chiede il ritiro, è inaccettabile: la tassazione aumenta di oltre tre volte per i redditi medi dei lavoratori dipendenti (25.000 euro), mentre i lavoratori autonomi pagano molto meno di oggi! Già inviata una lettera ai Segretari e ai capigruppo dei partiti di maggioranza con richiesta di incontro per martedì 5 novembre
31 ottobre 2013 – Il Governo ha deciso di farsi beffe della volontà popolare dimostrata dalla oceanica manifestazione del 24 settembre scorso e di sposare in pieno il diktat dei poteri forti. È quanto emerge chiaramente dal nuovo testo di progetto di riforma tributaria inviata ieri dalla Segreteria Finanze, dopo un’attesa di un mese. È un progetto completamente irricevibile e da rigettare; fa ancora pagare molto di più ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, mentre va addirittura ad abbassare notevolmente la già esigua imposizione fiscale prevista per i lavoratori autonomi! La sfrontatezza del Governo è arrivata fino a questo punto!
Alcuni esempi. Il reddito medio da lavoro dipendente, pari a 25.000 euro, pagherebbe oltre tre volte in più rispetto alla situazione attuale. Per un reddito da lavoro autonomo dichiarato di 20.000 euro (il reddito medio del lavoro autonomo) – imponibile ottenuto attraverso una lunghissima serie di sgravi (articolo 27) non consentiti ai lavoratori dipendenti – la tassazione viene più che dimezzata!!!
È una misura addirittura provocatoria e offensiva, oltre che inaccettabile, e che andrebbe ulteriormente ad alimentare la già pesantissima elusione fiscale che sottrae ogni anno enormi risorse alla collettività! In questo modo il Governo concretizza il teorema secondo cui vanno applicate pari aliquote tra lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi, che il Sindacato respinge con estrema forza e determinazione, in quanto si tratta di due tipologie di reddito assolutamente diverse e in alcun modo uniformabili tra loro.
Sul punto fondamentale e discriminante degli accertamenti, i sistemi di controllo ed emersione dei redditi chiesti dalla CSU con proposte dettagliate e precise, sono ancora totalmente insufficienti e inadeguati. Non c’è la richiesta della CSU di istituire il Corpo di Polizia tributaria, limitandosi solo a prevedere genericamente l’utilizzo, da parte dell’Ufficio Tributario, del Nucleo antifrode, senza precisare gli ambiti di intervento. Una misura che non va per nulla nella direzione della lotta all’evasione. Non c’è il redditometro, e nemmeno l’incrocio dei dati finanziari dei contribuenti, così come non vi è nessuna traccia della possibilità di accedere ai conti bancari.
Sul meccanismo di sgravio per i lavoratori dipendenti e i pensionati attraverso la no tax area, emerge che l’intervento tanto sbandierato dal Governo nella conferenza stampa delle scorse settimane, si riferisce unicamente al reddito bassissimo di 15.000 euro. Già sugli scaglioni successivi l’intervento di no tax area è del tutto inadeguato, fino ad produrre l’aumento della tassazione di oltre tre volte per il reddito medio da 25.000 euro, come prima ricordato.
In sostanza, le richieste della CSU, sostenute da tutta la popolazione onesta di San Marino, sono state completamente ignorate; a questo punto il Sindacato chiede fermamente e senza mezzi termini il ritiro del progetto di legge. Ciò, per aprire un vero confronto che porti ad una nuova stesura del progetto, impostata ai massimi criteri di equità, trasparenza ed accertamento di tutti i redditi attraverso l’introduzione dei più efficaci strumenti e sistemi di controllo.
La CSU ha già deciso di rispondere a questo progetto di legge irresponsabile, antidemocratico e totalmente ispirato dai poteri forti, con lo sciopero generale, che si svolgerà in novembre, in concomitanza con la riunione della Commissione Finanze. La CSU farà di tutto perché questo progetto non passi!
La CSU con una lettera inviata oggi ha richiesto un incontro ai Segretari e a capi gruppo dei partiti della maggioranza, in programma nel pomeriggio di martedì 5 novembre, affinché non avviino il progetto in commissione; in caso contrario, si assumeranno la piena responsabilità di uno scontro sociale dalla portata inimmaginabile. Richiesta di incontro per il giorno successivo è stata inoltrata anche ai partiti e movimenti di opposizione. Oltre a ciò la CSU ha richiesto un incontro agli stessi membri della Commissione Finanze, affinché ascoltino il paese e non portino avanti questo vergognoso progetto.

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