Dal Consiglio d’Europa è partita la mazzata su San Marino

Dal Consiglio d’Europa  è partita  la mazzata su San Marino

Nella conferenza stampa di venerdì scorso convocata da Riforme e Libertà e condotta da Claudio Felici, Partito dei Socialisti e dei Democratici, Ivan Foschi, Sinistra Unita, Pier Marino Mularoni, Democratici di Centro, e Monica Bollini, Sammarinesi per la Libertà, si è parlato della difficilissima attuale situazione della Repubblica di San Marino per la questione delle banche.

La Bollini è arrivata a dire, papale papale: rischiamo il default come sistema economico.

La colpa della situazione è stata data alla nuova interpretazione del segreto bancario (Bcsm) e alla
normativa sullo scambio di informazioni (Aif) emanate dopo la Circolare Banca d’Italia.
Si è tralasciato di dire che la circolare di Bankitalia è tutta basata sulla
risoluzione Moneyval del 10 dicembre che inserisce San Marino fra i paesi da ‘procedura rafforzata’.

Per tutto il 2008 gli esponenti massimi del precedente governo avevano assicurato che
il giudizio Moneyval del 10 dicembre sarebbe stato positivo e che anche i rapporti con l’Italia di fatto erano stati risolti. Tanto che proprio a Monica Bollini era stato dato l’incarico di annunciare, a nome di tutta la coalizione Riforme e Libertà, che il famoso e tormentato accordo di cooperazione, si sarebbe addirittura potuto firmare a Roma prima del 9 novembre 2008.

E addirittura Paride Andreoli, Segretario del Psd, confermò la notizia data dalla Bollini.
Insomma, Fiorenzo Stolfi e Stefano Macina, Segretari di Stato nel precedente governo agli Esteri e alle Finanze, hanno tenuto nascosta la reale situazione dei loro settori
non solo ad Alleanza Popolare, ma anche ai vertici del loro stesso Partito.

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