È ormai chiaro che a San Marino siano iniziate le grandi manovre in vista delle prossime elezioni.
Il Segretario del Pdcs Gian Carlo Venturini a Libertas prima e dal palco della Festa dell’Amicizia poi ha indicato la via, benedicendo la nascita di quella che è stato soprannominata Npr 2.0. Una lista con all’interno praticamente tutta la galassia socialista riunita e una forza centrista “moderata e liberale” come l’ha preconizzata Gian Nicola Berti.
Questa forza centrista sarebbe in grado, in particolare, di erodere elettorato dalle altre forze della stessa area, a partire da Domani Motus Liberi che in maggioranza è sempre più isolata.
Non a caso dalla base e da qualche scranno consiliare di Motus il malessere è sempre più forte, dopo il terzo blocco di un’iniziativa promossa dal partito in pochi mesi: prima lo stop al San Marino 2030, quindi la non approvazione di alcuni articoli centrali della nuova legge sulle società, infine la questione Amazon Aws.
Se da una lato il Segretario Righi e gli esponenti di Motus non hanno mancato di alzare la voce anche pubblicamente contro gli alleati, nessuno ha neppure ventilato di uscire dalla maggioranza. Una mossa auspicata dai simpatizzanti più intransigenti che vedono la propria forza politica sempre più all’angolo e potenzialmente ancora più ai margini nella prossima legislatura.
Se è vero che Motus non è vitale per la tenuta dell’esecutivo, visto che sulla carta la maggioranza avrebbe ancora poco meno di 40 consiglieri, l’uscita di Fabio Righi sarebbe un bello scossone con conseguenze difficilmente prevedibili.
Quindi restare e portare a casa qualche iniziativa pur incassando colpi su colpi, o dire addio a potere ed alleati per mostrarsi agli elettori con più forza e per rovinare i piani di chi già sta lavorando per estrometterli dai giochi?
Un dilemma che dentro Motus è sempre più forte.
Davide Giardi