Decreto contro il caro bollette a San Marino, Andrea Zafferani critico: “Dov’è l’aiuto reale?”

Decreto contro il caro bollette a San Marino, Andrea Zafferani critico: “Dov’è l’aiuto reale?”

Riceviamo e pubblichiamo

Bonus da 200 euro. Va 31,5 milioni di persone, una platea più ampia di quella che era ipotizzata. Nel nuovo bacino allargato vi sono 13,78 milioni di lavoratori dipendenti e 13,7 milioni di pensionati con reddito sotto i 35 mila euro, e poi altri 4 milioni di italiani tra cui 900 mila percettori di Reddito di cittadinanza, 750 mila badanti e colf, 1,1 milioni di disoccupati che a giugno percepiscono i sussidi Naspi o Discoll, 350 mila tra stagionali, lavoratori dello spettacolo e del turismo. Il bonus una tantum sarà erogato a luglio in via automatica dall’Inps per lavoratori dipendenti e pensionati (nel cedolino) e beneficiari di Rdc (sulla card). Gli altri dovranno fare domanda. Per i lavoratori autonomi nasce un fondo ad hoc da 500 milioni (nelle prime bozze erano 400 milioni) da distribuire con criteri di reddito che verranno fissati entro un mese. In totale il bonus da 200 euro vale 6,5 miliardi, che saranno coperti con la tassa sui profitti dell’energia.”.

Così ieri scriveva La Repubblica, a proposito del bonus italiano per ridurre gli effetti del caro-bollette sulle famiglie. 31,5 milioni di persone coinvolte (più i lavoratori autonomi, ancora da quantificare), circa la metà della popolazione italiana; soglie di reddito abbastanza alte (fin troppo, a mio parere); bonus erogato automaticamente dall’Inps; misura finanziata non a deficit, ma con una tassa di scopo (e, data la straordinarietà dell’intervento, ha assolutamente senso trovare anche una misura straordinaria di finanziamento).

Confrontando le scelte italiane con quelle fatte dal Governo sammarinese nel recente Decreto Delegato n.77 “Misure Straordinarie per il contenimento dei costi delle utenze”, viene una grande tristezza per l’incapacità (ancora una volta) del nostro Governo di mettere in campo una politica economica degna di questo nome, capace di fare qualche scelta incisiva per riparare ai problemi che questa fase storica ci mette davanti.

Innanzitutto la platea scelta, molto ridotta:

  1. percettori dell’assegno dello Stato riservato ai nuclei familiari con difficoltà di sostentamento oppure persone che hanno richiesto aiuti alla Caritas;
  2. un operatore economico che abbia subito nel primo semestre 2022 un calo del fatturato pari o superiore al 15% o un aumento dei costi pari o superiore al 30% rispetto al primo semestre 2021.
  3. persone disoccupate o in Cig o che non percepiscono lo stipendio o che hanno subito un lutto o nelle cui famiglie sia emersa una condizione di non autosufficienza di un componente del nucleo familiare;

Stop, nient’altro.

Già ci sarebbe molto da discutere sui criteri di cui al punto 3: non considerando mai il reddito dei richiedenti (tantomeno l’ICEE, strumento fondamentale in questi casi, quasi pronto alla fine della passata legislatura e oggi è stato gettato nel dimenticatoio da questo Governo) si rischia di andare ad aiutare persone che non hanno reali difficoltà (chi ha subito un lutto, ad esempio, potrebbe essere una famiglia con reddito altissimo, che non ha un reale bisogno di aiuto).

Inoltre, quali sono gli strumenti di aiuto messi in campo? Una dilazione di pagamento, e basta!! In pratica l’AASS dovrà fare un Regolamento che stabilisca le modalità di dilazione delle bollette per tutto il 2022 per queste categorie di persone (che ovviamente, nel 2023, si troveranno a pagare doppie bollette, quelle vecchie e quelle nuove). Dov’è l’aiuto reale?

Poi, bontà sua, il Governo ha (giustamente) deciso che per i soggetti di cui al punto 1, quelli in difficoltà più estrema, c’è un altro strumento in più: una decurtazione del 25% della bolletta di gas e luce! Queste persone in estrema difficoltà, in sostanza, potranno avere la dilazione e nel 2023 pagheranno le bollette del 2022 “scontate” del 25% (oltre a quelle del 2023 ovviamente).

Si capisce bene il braccino cortissimo di questi interventi, sia riguardo ai beneficiari potenziali sia riguardo agli interventi messi in campo, rispetto a quanto hanno fatto i nostri vicini.

La scusa del nostro Governo è sempre la stessa: non ci sono soldi per fare di più! Osservazione fuori luogo, perché proprio l’Italia ci insegna che la misura non va finanziata a deficit, ma con strumenti straordinari (tasse di scopo o, a mio parere preferibile per evitare nuove tasse in questa fase difficile, tagli di spesa di scopo).

Aiutare, per fare solo un esempio, 3.000 famiglie sammarinesi che ne potrebbero avere bisogno con un bonus da 500€ (andando ad analizzare almeno i loro redditi, visto che per la dabbenaggine del Governo non abbiamo l’Icee) costerebbe 1,5 milioni di euro, una cifra certamente non impossibile da trovare: basterebbe evitare un po’ di consulenze inutili, evitare di buttare via soldi in trasferte con un sacco di persone al seguito tutte pagate dallo Stato, sponsorizzare qualche iniziativa in meno (magari fatta in Paesi stranieri e quindi con pochissimo ritorno in Repubblica), evitare di comprare robot chirurgici e super macchinari che nessuno userà, ecc…e si troverebbero risorse per fare una politica sociale importante di calmieramento del caro-bollette in un momento difficile come questo, che ci auguriamo tutti possa essere straordinario.

Trovare risorse, gestire correttamente le spese e destinarle alle cose giuste, scegliere le priorità, in sostanza fare delle scelte, è il compito principale del Governo: rifugiarsi sempre dietro un “non ci sono i soldi” significa non fare il proprio lavoro!

Poi, certo, servirebbe anche un po’ di lungimiranza, muoversi subito per trovare fonti di approvigionamento energetico alternative, come hanno chiesto anche 2 consiglieri di maggioranza (Giovagnoli e Zonzini) alcuni mesi fa pubblicamente: ma quando si tratta di pianificare, il Governo ha già mostrato la sua totale inadeguatezza (o meglio disinteresse, dato che vive alla giornata).

Ancora una volta, quindi, la montagna (un Decreto annunciato in pompa magna come risolutivo) ha partorito un topolino: meglio di niente, certo, ma assolutamente inadeguato rispetto alle esigenze delle tante famiglie sammarinesi in difficoltà nel far fronte al caro bollette”.

 

Andrea Zafferani

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