Delta Sopaf fratelli Magnoni

Delta Sopaf fratelli Magnoni

Affare Delta-Sopaf fratelli Magnoni: se ci sarà un processo San Marino deve costituirsi parte civile .

Torna ad affacciarsi alle cronache sammarinesi l’”affare Delta” costato nel complesso alla Repubblica di San Marino, oltre allo smantellamento e alla perdita della società con sede a Bologna, un notevole danno economico e un ancor più clamoroso danno d’immagine.

Mano a mano che le cronache offrono squarci della nuova indagine compiuta dai magistrati milanesi, i Sammarinesi possono apprendere particolari inediti di una vicenda che possiamo affermare fin d’ora  tutt’altro che conclusa.

In primo luogo va rilevato come l’indagine del magistrato forlivese Di Vizio, che nel corso degli anni ha vivisezionato tutto ciò che emergeva a carico di Delta e Cassa di Risparmio di San Marino fino al commissariamento e poi allo smembramento del gruppo, non ha però ritenuto utile approfondire il particolare aspetto legato alla vendita delle quote Delta appartenute alla Sopaf dei fratelli Magnoni, tanto che l’indagine riguardante questo particolare aspetto della vicenda è stata portata avanti dall’inchiesta della magistratura milanese.

Sebbene recentemente in Repubblica sulle vicende legate alla Cassa di Risparmio, e su richiesta dei partiti di opposizione, è stata creata un’apposita commissione d’inchiesta, va comunque evidenziato come all’epoca dei fatti a San Marino nessuno tra i soggetti pubblici e privati sia intervenuto per avere chiarimenti circa i 15 milioni di euro pagati in “consulenze”. Solamente Sinistra Unita ebbe la volontà di presentare un esposto alla magistratura sammarinese, anche a seguito dell’ascolto di alcune registrazioni nelle quali i riconoscibilissimi protagonisti dei dialoghi conversavano su come creare un surplus di valore per l’acquisto delle azioni Sopaf.

A tutt’oggi non è dato sapere se l’indagine aperta presso il Tribunale sammarinese grazie al nostro esposto si sia conclusa, ma l’arresto dei fratelli Magnoni indica come l’inchiesta milanese stia procedendo spedita e, considerati i capi d’accusa, è molto probabile che possa presto portare a clamorosi sviluppi.

In questo caso il minimo che le istituzioni sammarinesi dovrebbero fare, prima fra tutte la stessa Cassa di Risparmio, sarebbe quella di costituirsi parte civile nell’eventuale processo, perché tra i capitali presumibilmente fatti sparire dai fratelli Magnoni non sia mai che si possano trovare anche 15 milioni di euro dei Sammarinesi!

 

Sinistra Unita                                                                                      

San Marino 4 giugno 2014

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy