Des a San Marino in prima lettura, le dichiarazioni dei parlamentari di opposizione

Des a San Marino in prima lettura, le dichiarazioni dei parlamentari di opposizione

È stato illustrato questa mattina a San Marino, durante i lavori della sessione di gennaio del Consiglio Grande e Generale di San Marino, il progetto di legge sul Distretto economico speciale.

Ecco come si sono espressi, stando a quanto riporta il resoconto di San Marino News Agency, i parlamentari di opposizione sul progetto di legge “Disciplina del Distretto economico a fiscalità speciale”.

Giuseppe Maria Morganti (Libera): “Il segretario dice che il Des è una pratica presente in molte parti del mondo. Effettivamente si vede come queste zone economiche speciali ne esistano parecchie, ma le caratteristiche sono ben lungi da quelle proposte in questo progetto di legge. Non da ultimo il problema sollevato dal consigliere Valentini sulle residenze fiscali non domiciliate che hanno una valenza strategica. Dovremmo poi parlare dell’investitore intorno al quale si è costruito il progetto di legge: un progetto viene confezionato intorno alle esigenze di un imprenditore. Questo spaventa, torna in auge il pensiero del ‘cavaliere bianco’ che solleva le sorti della Repubblica di San Marino. Le residenze fiscali ai non  domiciliati è un problema. In questo caso non si passa per la Commissione Esteri, ma è sufficiente passare dalla Gendarmeria e dal gestore del Des. Ci ritroveremo a dover interagire con figure che usano e risiedono nel nostro Stato per 150 giorni massimo, ma su cui non abbiamo preso noi una decisione, né abbiamo modo di valutarne gli interessi. Poi c’è il grande problema dell’uso del territorio. Quando si tratta di interventi su aree pubbliche infatti la questione cambia. Ringraziamo i segretari alle Finanze e agli Esteri che ci hanno invitato a dei colloqui per chiarire i nostri dubbi. Ma bisogna chiarire gli interessi di questo investitore sui beni dello Stato nel centro storico. Ci sono tante cose da dire, in particolare sulla gestione privata del Des. Noi deleghiamo la gestione di componenti fondamentali del nostro territorio a un soggetto privato e spogliamo lo Stato di queste prerogative, togliamo sovranità. Facciamo invece in modo che sia lo Stato a gestire e scegliere le nuove imprese. Qui avviene l’esatto contrario. E ci ritroveremo presto in un paese demolito”.

Alessandro Bevitori (Libera): “Noi come Libera abbiamo registrato anche in Finanziaria la necessità di affrontare questo tipo di tematiche. Se un albergo o un ristorante chiudono, e ce ne sono diversi- e non è che chiudono perché i titolari si sono stancati o vanno in pensione, significa che il sistema non è attrattivo. Bene dobbiamo intervenire e lo diciamo da tempo. Ma crediamo questo Des, così come formulato, non sia corretto. Qui si fanno sempre regali e ponti d’oro a chi deve partire con una nuova attività. Si regalano residenze temporanee. Sono le istituzioni sammarinesi che devono gestire questa cosa qua, non vogliamo attaccarci al curriculum della persona, gli elementi di criticità sono tutti nell’accentrare un simile potere su una persona.  Anche ammesso anche sia la migliore persona al mondo, ma accentrare un simile potere su una persona lo riteniamo pericoloso. Abbiamo dato disponibilità ad affrontare questo Pdl sul profilo tecnico, ma vediamo che dalla maggioranza e dal governo non c’è questa disponibilità a condividere questo percorso insieme. Giudicheremo ciò che viene portato avanti. Il governissimo che doveva salvare la Repubblica riesce a mettere in campo questo unico progetto di legge che è questa svendita”.

Nicola Renzi (Rf): “Due temi: che cosa è il Des e quali possono essere le ripercussioni nella nostra realtà. E poi una questione eminentemente politica che non sfugge a nessuno, facendo intendere che dietro al Des ci siano chissà quali trattative per formare un nuovo governo. Noi abbiamo avuto modo di confrontarci due volte con la segreteria Finanze e abbiamo ribadito le stesse cose. Abbiamo rappresentato con estrema limpidezza che Rf non è certo un partito contrario a progetti di investimento nel Paese, anche se possono essere considerati da taluno azzardati. Ma all’interno del Des vediamo dei pericoli lampanti. Riteniamo necessarie attenzioni particolari riassumibili nelle stesse preoccupazioni elencate dal consigliere Pasquale Valentini, il primo a intervenire e membro del Pdcs. Il problema è che appaltiamo lo sviluppo del Paese in maniera privata a un soggetto unico. Se qualcuno poi argomentando vuole dire che il Des è l’ultima carta che ci resta prima del disastro, questo dovrebbe portarci ad essere ancora più attenti. Non c’è una caccia alle streghe. Ma è evidente a tutti che non c’è una linea unica sugli investimenti portata avanti dal governo: ci sono progetti diversi che dovrebbero essere mediati e dovrebbero diventare un progetto di sviluppo Paese in maniera integrata. Chiedo solo una cosa: non perdiamo tempo, ciascun consigliere dica ‘facciamolo o non facciamolo in un mese’. Ci dica se è disposto a votare così il progetto come è, in prima lettura o meno”.

Guerrino Zanotti (Libera): “L’opposizione aveva chiesto il raddoppio dei tempi in questo dibattito perché è necessario un maggiore approfondimento. purtroppo in Udp la richiesta non è stata accolta e siamo limitati a un intervento di 6 minuti. Chi mi ha preceduto, trasversalmente, ha evidenziato che ci sono timori e dubbi rispetto al testo normativo. Lasciamo stare i discorsi sul governo che ha messo in ordine i conti pubblici e ora guarda a un intervento per lo sviluppo economico: se si è messo a recuperare conti con 300 mln di debiti, siamo a posto. Ma guardiamo al futuro, con questo progetto di sviluppo che in pratica appalta a un soggetto terzo le decisioni più importanti e le gestioni del Distretto. E oltre a questo progetto non ne vengono avanti altri e gli affidiamo le sorti del nostro futuro. Ci è stato detto che il Des nasce su proposta di un imprenditore e non è l’opposizione che personalizza il dibattito. Si ritiene poi che il passaggio in Commissione Finanze sia forma di garanzia, penso in realtà non lo sia affatto. Anzi è un altro elemento di preoccupazione”.

Marica Montemaggi (Libera): “Stanno venendo avanti posizioni un po’ eterogenee. Per questo Libera anche dalla Finanziaria ha cercato in tutti i modi di fermare l’iter consiliare di questo Pdl, proprio per sviscerare temi e contenuti e conseguenze di un progetto come questo. È vero che i distretti nel mondo ci sono, ma in un Paese come il nostro assumono rilevanza enorme. Non siamo d’accordo che chi deterrà potere concessorio sia una persona  o una società e non sarà lo Stato. Per noi significa svendere la sovranità . Per noi sì allo sviluppo, ma che sia sostenibile e non ci accontentiamo di qualcuno che può liberarci di qualche mostro di cemento, per lasciarci poi una cattedrale di mostri recuperati, ma vuoti. Non ci convince il principio della non concorrenza e invitiamo le categorie a questo discorso. Non riteniamo equo questo progetto per il nostro tessuto economico e non ci accontentiamo di avere una visione limitata, quando sappiamo che non nasce come progetto di coalizione, ma nasce intorno a qualcuno venuto qui e a cui gli si è cucito addosso questo distretto. Crediamo ci sia molto di più da fare partendo dalla tutela delle nostre imprese”.

Eva Guidi (Libera): “Fondamentalmente il Des è uno strumento utilizzato in particolare anche per il rilancio di zone particolarmente depresse, per fare distretti specializzati di prodotti. Qui viene portato come progetto di legge per lo sviluppo. Finalmente si parla di sviluppo, ma se dopo 3 anni è l’unico vero progetto portato avanti dal governo, mentre altri non lo sono stati, riterrei che comunque sulla parte relativa allo sviluppo si manifesta un relativo fallimento di governo e maggioranza. E lo dico sottolineando che è stato fatto un ricorso abbondante dei fondi che sarebbero stati necessari per promuovere questo sviluppo. Mi riferisco ai 300 mln di debito, di cui larga parte ha dato sostegno del sistema bancario. Chiaro che un uso in questo modo delle risorse ha tolto quello che doveva essere un significato forte dell’azione di indebitamento. Occorre per  un progetto del genere un confronto con il Paese, con associazioni di categoria e sindacali, perché è un progetto sistemico. Rimangono forti perplessità, in particolare per il fatto che il Des, per come è presentato nell’articolato, dà l’impressione ci sia una cessione di sovranità e di potere nelle mani di un imprenditore, lo Stato viene esautorato dall’azione di controllo che dovrebbe essere la prima preoccupazione”.

Andrea Zafferani (Rf): “Si sono fatti paragoni con quanto avviene fuori dal Paese, in cui esistono diverse Zone economiche speciali legate quasi sempre ad aree territoriali, in questi casi riguarda tutto il paese e creerebbe una situazione molto peculiare. Poi c’è aspetto dell’armonizzazione con regole esistenti con l’Ue, ma soprattutto nei rapporti con il paese vicino, rispetto cui evidenziate preoccupazioni. Ammetto che anche io ne ho qualcuna. Il segretario ha più volte rassicurato negli incontri su questo punto, ma di scritto non si è visto niente. Nel merito: l’argomento è legato a un progetto di sviluppo che manca. Ma non vedo niente di male nel decidere che uno Stato fa una legge dove dice che crea condizioni fiscali particolari per investimenti di un certo rilievo si può definire quale sia il rilievo e l’area degli investimenti rilevanti possono essere quelli superiori alla soglia come è stato indicato nella legge e si dice: chi ha queste caratteristiche per fare investimenti ha un trattamento fiscale speciale. Non mi scandalizza, è una legge di settore, si pubblicizza all’estero e le regole diventano uguali per tutti. Qualcuno ha citato la San Marino Innovation, per le aziende tecnologiche c’è un trattamento fiscale specifico che si pubblicizza all’esterno. Niente di male. La grande problematica è il modo in cui viene realizzato: qui è un soggetto privato che decide chi può insediarsi nel Des e se  può o meno avere residenza fiscale. La commissione finanze non è garanzia perché può essere sottoposta a pressione da parte dell’investitore. Se si dicesse che si crea, come in altre aree, un comitato di gestione, non può essere un privato che decida chi può insediarsi nel Des, ma deve essere di controllo pubblico. Mi aspetto una riflessione non tanto sull’idea, ma sul modo”.

Luca Boschi (Libera): “Fa piacere oggi smentire posizioni trasversali tra i partiti. Chi lo sostiene lo presenta come ‘il’ progetto di sviluppo. Questo è il primo vero progetto di sviluppo che il governo porta. Qualche tempo fa il segretario Gatti parlavamo del ruolo del Direttore generale di una banca e mi convinse che, a fronte di un problema il Dg porta al consiglio di amministrazioni più soluzioni, in modo che si abbia il tempo di scegliere.  Qui questo manca, il progetto è uno solo e i tempi sono strettissimi. Questo è un progetto di leggl che non è venuto in mente al governo che poi è andato a cercare un imprenditore. Qui un imprenditore è andato a cercare un governo che gli consentisse di realizzare un suo progetto . Noi oggi ci dobbiamo esprimere su questo pdl che per noi porta tanti dubbi. Il primo è la difesa dell’architrave del Paese, la sovranità. Andiamo a creare un macro-referente che ha il 51% delle opere realizzate. Non si tratta di un cavaliere bianco, ma di un principe. E ci spaventa. Poi il discorso dell’Europa: ci si dice che all’Europa va benissimo il discorso sulle residenze, ma siamo sicuri che abbia capito benissimo?”.

Vladimiro Selva (Libera): “Questo governo abbraccia questo elemento come unico elemento di novità da portare avanti. Non significa che è un progetto sbagliato perché arriva da fuori, non è detto, ci possono essere aspetti positivi. Di sicuro, vediamo che il nostro Stato scrive norme su misura di investitori esterni che hanno forti interessi su San Marino, mettendo a disposizione aree importanti del centro storico, gioielli che ciclicamente sono messi a disposizione degli investitori- mi riferisco alla cava Antica e alla cava degli umbri. Aree di interesse enorme e devono essere trattate nell’interesse della collettività, non di singoli che vengono a San Marino a fare il loro interesse. Altre aree meno di pregio – si è parlato di ex Symbol, ex Conceria di Acquaviva, edifici diventati eco mostri – se si parla di quelli allora scriviamolo e non restiamo vaghi. Oggi questo testo appare il viatico a uso impropri e a favore di pochi dei nostri gioielli”.

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