Dibattito in consiglio sul bilancio 2009 seconda giornata

Dibattito in consiglio sul bilancio 2009 seconda giornata

E’ ripreso in mattinata il dibattito consiliare sul Bilancio di Previsione dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2009 e i Bilanci Pluriennali 2009/2011, giunto in seconda lettura. Sono 56 i consiglieri iscritti a intervenire: il dibattito, iniziato ieri, proseguirà anche nel pomeriggio. Di seguito, alcune riprese degli interventi di questa mattina:

Francesca Michelotti (Su): “Il Bilancio dello Stato è in buona salute, malgrado i toni apocalittici usati da alcuni consiglieri di maggioranza. C’è il successo di politiche di bilancio, contraddistinte da un avanzo di amministrazione aumentato del 30% rispetto al bilancio precedente, che consentirà investimenti per 20 milioni di euro per il nuovo polo scolastico di Fonte dell’Ovo, per esempio. Dati incoraggianti che ci inducono al cauto ottimismo, malgrado la sfavorevole congiuntura economica”.

Gian Nicola Berti (Noi Sammarinesi): “E’ un momento particolare per approvare un bilancio, la situazione del Paese è grave. Gli interventi dei Segretari di Stato sono stati adeguati e rispettosi tanto del programma di Governo quanto degli interventi necessari per limitare la crisi. Se si tratta di un bilancio di compromesso, la colpa è del Psd: siamo andati in crisi a giugno ma abbiamo dovuto aspettare novembre per le elezioni.
Stiamo vivendo una crisi gravissima del sistema bancario sammarinese, per effetto di politiche economiche non troppo attente. Ora è necessario un intervento di sistema e imporre che le piccole banche si aggreghino e si patrimonializzino. Non potremmo affrontare una criticità delle nostre banche e Banca Centrale deve essere puntuale in chiave di prevenzione e controllo”.

Pasquale Valentini (segretario Pdcs): “Il bilancio che esaminiamo oggi si muove tra due binari: da un lato la necessità di evitare l’esercizio provvisorio, dall’altro un panorama mondiale poco rassicurante che sta mostrando anche nel nostro Paese, gradatamente, i suoi effetti. C’è dunque una situazione di crisi internazionale di fronte alla quale possiamo fare ben poco per cambiare il suo percorso. Ma c’è un aspetto che dipende da noi: determinare la situazione politica.
In passato siamo arrivati a presentare il bilancio senza una vera e propria programmazione economica, perché la situazione politica era quella di un Governo appena nato o in crisi. Nella relazione del Segretario uscente, si dice che la possibilità di un piccolo Paese come il nostro di fronteggiare le diverse sfide sta, innanzitutto, nella sua coesione sociale e nella capacità di fare sistema. Questa è una questione da cui non siano riusciti a uscire: trovare la sufficiente coesione sociale e stabilità politica.
Il bilancio, che nasce con questi limiti, si è posto due obiettivi immediati: un maggior realismo nell’esaminare i dati e in particolare, la tenuta delle entrate; in secondo luogo vedere come intervenire con provvedimenti che costituissero già un primo abbozzo di misure anticrisi. E di coinvolgere poi in queste scelte tutte le categorie economiche e sociali e tutto il Consiglio Grande e Generale che al più presto analizzerà un pacchetto il più possibile aderente alle necessità.
Non solo quindi aiuti per situazioni di bisogno, ma interventi per tutto il sistema. Occorre mettere l’accento sul programma di governo: si tratta di lavorare perché il sistema addormentato, ricevuto in eredità, si possa rimettere in moto. Nelle misure anticrisi c’è una prioritaria, la politica estera, per consentire alle nostre banche e aziende di recuperare una maggiore operatività in un clima di maggior chiarezza delle regole reciproche. Il fatto che subito il Governo si sia adoperato per questo e che siano già partiti contatti e incontri è un segno che il Governo ha consapevolezza delle difficoltà ma è determinato a muoversi.
Accanto alla politica estera resta il percorso di razionalizzazione della nostra amministrazione: il nostro è un Paese che non può permettersi più lo spreco che portiamo avanti in molto settori. Dobbiamo fare sistema per far sì che la politica crei le condizioni in cui le potenzialità possano esprimersi e trovare energie per uscire da una situazione di difficoltà”.

Marco Gatti (Pdcs): “Siamo stati accusati di non avere un programma economico, ma siamo al Governo da 10 giorni. Questo bilancio di previsione è stato presentato per evitare l’esercizio provvisorio, non so se sia un bene o un male: certo, aiuta la Pubblica Amministrazione a non andare in difficoltà, ma non è questo lo scopo di un bilancio di previsione.
Per i bilanci del futuro vanno fatte tante cose: serve una struttura diversa, più chiara; occorre che gli enti pubblici rispettino gli adempimenti e mettere in pratica un corretto utilizzo del bilancio di previsione. L’altra sfida è razionalizzare le risorse nel tempo.
Con l’Italia serve un rapporto basato sulla fiducia, e le Segreterie competenti si stanno operando. Occorre mettere in atto le normative approvate, perché il Moneyval vuole vedere se le attuiamo, e produrre misure mirate contro la crisi, attraverso scelte non assistenzialiste ma che rilancino l’economia.
Dal bilancio abbiamo tolto lo stanziamento per la Consulta per l’Europa perché ulteriori tavoli sono inutili e causano ritardi: ci sono già le Segreterie competenti, quello che invece è necessario è un confronto continuo. Forse potevamo fare qualcosa in più per la cultura, per esempio si può ritirare l’emendamento che taglia di un milione di euro le risorse per la ricerca”.
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Giuseppe Maria Morganti (Psd): “Rispetto all’emendamento del governo relativo alla riduzione delle entrate, ci rendiamo conto di un errore tecnico. Abbiamo una riduzione del gettito monofase previsto di 10 milioni di euro, il 2,5% dell’incasso previsto dall’ex Segretario Macina, mentre la relativa uscita per il rimborso della monofase è diminuita di una percentuale inferiore. Ma se si diminuisce l’introito si deve diminuire, nella stessa misura, anche l’uscita.
Un altro errore tecnico è relativo ai rimborsi delle imposte dirette. Una cifra che non è una valutazione di previsione, ma una previsione oggettiva. Ridurre quell’importo equivale perciò a uno sbaglio. Nella manovra ci sono degli errori tecnici, gravissimi. E ci sono anche due interventi cruciali da mettere in atto: alzare i contributi alla ricerca e quelli legati alla vendita delle case, che diminuiscano è un segnale politico bruttissimo. I 30 milioni di euro previsti per gli stanziamenti alle giovani coppie per l’acquisto della prima casa sono più che sufficienti rispetto alle richieste. Perché il nuovo governo invece ci porta un incremento del 25% per il finanziamento della costruzione di nuove case? Allo stesso tempo, si registra una riduzione al finanziamento della ricerca: perché se la sua incidenza sul bilancio è minimale? Perché si usa la legge del taglione proprio su fondi decisi da una specifica Segreteria di Stato precedente, vuole essere uno schiaffo a quella Segreteria? E poi ci sono due emendamenti molto gravi: il primo è l’uccisione dell’idea della Consulta per l’Europa. E ancora peggio è il successivo con cui si dice esplicitamente che le regole internazionali da seguire per la costituzione di un fondo di garanzia a tutela dei risparmiatori debbano essere non quelle europee, ma quelle internazionali”.

Federico Bartoletti (Eps): “Alcuni interventi dei miei colleghi sono troppo influenzati dalle ultime vicende e alcune critiche non sono realistiche. Questo bilancio non ha l’obiettivo di dare un’indicazione politica, ma è un’assunzione di responsabilità per evitare l’esercizio provvisorio. Il primo vero atto di politica-finanziaria sarà il prossimo assestamento. Comunque ci sono tante cose da affrontare e i nostri emendamenti vanno letti in virtù della crisi: la polemica sulla ricerca è pretestuosa, dato che si può intervenire con leggi specifiche.
Per i prossimi bilanci due elementi vanno tenuti presenti: la tenuta del quadro politico da una parte e, dall’altra parte, la necessità di ricercare una nuova etica della responsabilità da parte dei cittadini, degli operatori e delle imprese. Serve un nuovo approccio alle tematiche sociali, etiche e bioetiche”.

Fiorenzo Stolfi (Psd): “Dal nostro punto di vista, il bilancio che si presenta con gli emendamenti del Governo è sicuramente peggiorativo rispetto al nostro. Contiene scelte che non condividiamo assolutamente, come tagliare i fondi per la ricerca e per il finanziamento della Consulta dell’Europa. Sono scelte che non trovano la nostra condivisione perché vanno in direzione contraria alle esigenze del nostro Paese.
Abbiamo intenzione di presentare degli emendamenti perché riteniamo che il bilancio che abbiamo presentato possa essere ulteriormente migliorato. Sono infatti passati dei mesi e ci sono situazioni che devono essere tenute in considerazione per la nostra economia.
Altro elemento di delusione sono stati gli interventi dei Segretari di Stato. Ci aspettavamo che potessero dare, settore per settore, un’indicazione precisa degli interventi dell’esercizio finanziario 2009. Nella quasi totalità dei 10 interventi abbiamo ascoltato relazioni molti povere che dimostrano come quello attuale sia un governo di carta, senza struttura e senza sostanza.
Oggi tocca a voi dire cosa si deve fare e soprattutto cosa farete. Avete un programma di governo da settembre, che resta un programma assolutamente generico e aleatorio. Il problema è che bisogna cominciare a dire come le fate e quando le fate le ‘cosine’ che avete sul programma perchè è con le finanziarie e il bilancio che si fa vedere dove si deve andare. Questo è un elemento di delusione e di preoccupazione che ci pervade perché vediamo un’inconsistenza di fondo. L’impressione finale che si ricava è che in questa maggioranza non ci sia coesione e condivisione degli obiettivi e degli strumenti con cui realizzarli”.

Nadia Ottaviani (AeL): “Il precedente Governo ha dimostrato senso di responsabilità, ma non condivido interamente le linee politiche ed economiche di questo bilancio. E per questo abbiamo presentato degli emendamenti su alcune voci sostanziali. Per esempio sulla spesa corrente, che è stata notevolmente sottostimata.
A chi ci dice che mancano proposte per le infrastrutture, rispondo che c’è maggiore sostegno alle giovani coppie per l’acquisto della prima casa, c’è il trasferimento dell’Università nel centro storico e il plesso scolastico di Fonte dell’Ovo. L’esecutivo si è dimostrato capace e i partiti del patto sensibili, per il futuro potremo fare bilanci migliori. I segretari stanno facendo un ottimo lavoro per risolvere i problemi ereditati, ma più che un Messia ci vorrebbe un mago, ma di certi nell’operare in giro non ce ne sono. Per fortuna di illusionisti nel nuovo esecutivo non c’è traccia.
Abbiamo messo in atto una revisione del bilancio equilibrata, tenendo conto delle raccomandazioni della Commissione di Controllo della Finanza Pubblica. Agli stati serve lungimiranza, ma nel regno della fattibilità: ho piena fiducia in questa maggioranza”.

Giovanni Lonfernini (Ddc): “Oggi e ieri in Aula si è materializzato ciò che si era anticipato, cioè che nessuno ha la bacchetta magica ed è in grado di fare i miracoli. Il Governo si presenta in questo modo e la conferma è stato il dibattito che ci ha accompagnato. Abbiamo avuto interventi opachi e sbrigativi e si riconferma che non c’è un intervento politico di svolta. Il Patto per San Marino ha di fatto i numeri per governare ma non ha un progetto politico. Alcuni interventi dei Segretari di Stato vanno messi sotto la lente di ingrandimento. Il neo Segretario al Turismo, Berardi, non ha detto niente. Un altro intervento da rilevare era quello del Segretario di Stato per gli Affari Esteri: il suo è stato un intervento non da politico ma da funzionario della pubblica amministrazione. Non ha parlato di politica estera, non ha detto niente sugli elementi di novità sull’incontro avuto con il Ministro italiano Franco Frattini. Ancora una volta, c’è una maggioranza che non riesce ad avere in un progetto di fondo”.

Andrea Zafferani (Ap): “Il clima è molto diverso dagli ultimi anni, allora la nostra economia va rilanciata verso altre tipologie, più orientate al valore aggiunto, come le energie rinnovabili, il risparmio energetico, lo smaltimento di rifiuti, la ricerca medica e sanitaria. Occorre dunque andare verso una nuova economia, reale e virtuosa, in un momento in cui il sistema finanziario soffre. Questo può comunque essere il secondo motore della nostra economia se si adegua al sistema internazionale: si deve ragionare sul segreto bancario e sull’attuazione del Fondo di Garanzia dei depositanti,
Turismo e commercio sono il terzo motore, un commercio di qualità e competitivo sui prezzi. Da questo punto di vista la San Marino Card è il primo passo nella direzione del fare sistema. Occorre investire anche sulle infrastrutture e sul miglioramento dei servizi informatici e da subito servono delle misure per sostenere l’economia e i consumi interni: per questo abbiamo previsto per il piano anticrisi un fondo da 4,5 milioni di euro, un’occasione per scelte politiche importanti. Occorre anche investire sugli ammortizzatori sociali e garantire un forte impegno per l’accertamento dei redditi”.

Stefano Macina (Psd): “Credo che quello che è stato presentato non è solo un bilancio tecnico per evitare l’esercizio provvisorio, ma nell’ambito della proposta presentata ci sono una serie di elementi importanti. E’ stato detto che si lascia un’eredità pesante.
Francamente credo sia difficile dirlo. Vorremmo tutti avere l’eredità attuale. Aver lasciato oltre 70 milioni di euro di disponibilità dello Stato non mi sembra un’eredità pesante. Aver creato i presupposti per la riduzione della spesa corrente, non mi sembra un’eredità pesante. Aver avviato la riforma della Pubblica Amministrazione e dell’Ufficio Tributario per la semplificazione dei rapporti con il contribuente, non mi sembra un’eredità pesante.
Riguardo alla critica di non aver presentato un programma economico, al 90% era elaborato, ma ritengo che un governo in ordinaria amministrazione non abbia i requisiti per presentarlo. Sulla stima sulle entrate, si dice eccessiva rispetto alla situazione economica. Non metto in discussione la capacità di stima del governo attuale, ma rispetto alle proiezioni avevamo già diminuito le stime. Chiaramente, a settembre e ottobre le risultanze sono state ulteriormente negative, in parte dunque l’intervento del nuovo esecutivo è possibile giustificarlo. Ma per il resto, è fatto in maniera molto approssimativa”.

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POMERIGGIO

È ripreso poco dopo le 15 il dibattito in Consiglio Grande e Generale sul Bilancio di Previsione dello Stato e degli Enti Pubblici per il 2009 e sui Bilanci Pluriennali 2009-2011. Questi i riassunti degli ultimi interventi del pomeriggio, prima delle repliche.

Alessandro Rossi (Su): “Emergono due dati di fatto: una certa delusione per gli emendamenti presentati dalla maggioranza, 10 in tutto, di cui tre tecnici, tre nominali e i restanti politici. Rispetto alle esigenze del Paese sono pochi e deludenti. In secondo luogo, nonostante i buoni propositi, non c’è stato nessuno confronto sull’argomento con l’opposizione e le parti sociali.
Sarebbe stato meglio, per affrontare la crisi, creare due fondi cospicui, uno per le famiglie e le imprese, l’altro per l’innovazione, e, successivamente studiare una serie di interventi con il contributo di tutti. Questo sarebbe stato un atteggiamento più disponibile da parte della maggioranza. Vero che non ha avuto tempo a sufficienza, ma è mancata anche la capacità a capire le difficoltà del Paese. Inoltre manca la costruzione chiara degli obiettivi da raggiungere. Per questi motivi presenteremo degli emendamenti”.

Maurizio Rattini (Nps): “E’ stato un dibattito particolare, ma è da diversi anni che non si discute una proposta di bilancio vera e definitiva. Alcuni consiglieri di opposizione, invece di tenere i toni pacati, addossano le colpe di questa finanziaria, non all’altezza della situazione, al nuovo Esecutivo. Invece si poteva creare un confronto tra riforme e Libertà e Patto per San Marino: il tempo c’era, la crisi non è arrivata all’improvviso.
Ora tocca alla nuova maggioranza dimostrare di essere capace, servono i fatti per recuperare autorevolezza, perché o si cambia veramente o l’Italia non cambierà la sua posizione. Attribuire colpe agli altri non serve. Abbiamo un’eredità pesante, ma dobbiamo dimostrare che le cose possono cambiare”.

Gian Franco Terenzi (Pdcs): “Il nuovo Esecutivo deve affrontare una seria crisi internazionale e un problema con l’Italia e l’Europa causate dal caso Asset Banca e dalla successiva mancanza di trasparenza su quella questione. Le vicende di Asset Banca hanno portato una caduta verticale dei rapporti con Bankitalia. Anche ieri, in questa sala, ho sentito interventi carichi di responsabilità, interventi onesti, tra cui quello del consigliere ed ex Segretario di Stato Stefano Macina che ha portato un contributo alla relazione. Con il nuovo bilancio di previsione, il governo ora ha preso un impegno e se il governo fa uno sforzo per garantire l’economia, allora bisogna anche aiutare le nostre imprese.
Nonostante le difficoltà dell’immediato, l’esecutivo si è impegnato e non si ferma sul presente ma guarda avanti, pensando ad ammortizzatori sociali, al sistema pensionistico da riformare. Anche ieri ho sentito un mio collega consigliere dire la sua, in un modo che ho trovato quasi ridicolo, mentre credo che chi non sa cosa dire, farebbe meglio a tacere. Faccio infine un appello: l’intero Consiglio dovrebbe scegliere di condividere questa votazione, pur nelle differenze e con la massima lealtà”.

Paride Andreoli (segretario Psd): “Da parte della ex maggioranza c’è stato un grande lavoro, nonostante la crisi e le elezioni ha presentato un bilancio vero, con scelte politiche per portare un contributo a un Paese in un momento di grande difficoltà. Nell’interesse di San Marino la nuova maggioranza ha deciso di inserire nel bilancio degli emendamenti che ci lasciano perplessi, e una serie di interventi per sostenere l’economia.
Gli emendamenti proposti non affermano però una scelta di politica economica chiara e utile, necessaria e doverosa per gli obiettivi che il nuovo Governo si è dato nel programma; piuttosto evidenziano una serie di interventi mirati. Questo Governo ha predisposto degli emendamenti per sostenere l’economia che trovano la maggior parte delle entrate nei giochi tanto discussi in questi mesi.
Ho assistito a un dibattito sottotono e le nostre due signore Segretarie di Stato non hanno ottemperato al proprio ruolo e si sono presentate in Aula denotando difficoltà di interpretazione del nuovo Governo.
Noi abbiamo proposto degli emendamenti che vanno in più direzioni, non solo per le attività economiche, ma anche per lo sviluppo, l’occupazione, fini fiscali e per le fasce più deboli ed esposte”.

Luigi Mazza (capogruppo Pdcs): “Ci troviamo a discutere di bilancio, anche se accade raramente che questo tipo di discussione si faccia subito dopo quella sul programma di governo. Il bilancio, di fatto, è un indirizzo politico. Quello che oggi abbiamo davanti è un bilancio che arriva da un governo in ordinaria amministrazione e che ha degli elementi di continuità, gli spazi di indirizzo ci sono e le scelte di bilancio sono importanti perché il bilancio è l’economia di un Paese. Non è un caso che le entrate ci siano perché i cittadini pagano le tasse. E vi ricordo che dal 1° gennaio al 30 giugno la situazione della cassa integrazione era uguale agli anni passati, ma in novembre e dicembre c’è stata un’impennata nel ricorso alla cassa integrazione. Se nel 2008, 64 aziende hanno chiuso e 208 persone sono state messe in mobilità questo significa che servivano degli emendamenti che iniettassero fiducia.
L’esame che facciamo oggi riguarda anche il bilancio 2007 e lo posso dire, quell’anno, che non era un anno di ordinaria amministrazione, è stato fallimentare. Ora è necessario mettere in atto tutte le iniziative del programma di governo per rendere competitività all’economia”.

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