Dimissioni Claudio Felici

Dimissioni Claudio Felici

Le dimissioni del
Segretario Claudio Felici sono sintomatiche della grande tensione tra
le forze di maggioranza e della perdita di credibilità dell’intero
esecutivo, in quanto formato ed egemonizzato dalle due forze
politiche protagoniste delle inchieste della Magistratura che hanno
messo al centro il malaffare diventato, sin dai primi anni ’90,
solida prassi politica.

Nessuno può
ragionevolmente pensare che la questione morale si esaurisca con
l’allontanamento di un membro di Governo, atto dovuto per ragioni
di evidente opportunità ancorché questi non risulti ad oggi
indagato, poiché quello che DC e PSD non sono in grado di affrontare
è una seria analisi sulle proprie responsabilità politiche nel
corso degli anni, sia nei confronti di chi per tanto ha compiuto le
azioni riprovevoli, prima ancora che illecite, che stanno emergendo
in maniera conclamata, sia verso chi queste azioni le ha coperte con
i propri pensieri, parole, opere ed omissioni.

Qualcuno certamente sarà
stato in buona fede e all’oscuro di tutto, ma è altrettanto certo
che esiste una cerchia di persone che conosceva bene certi meccanismi
e ha deciso di accettarli, o per la “ragion di Stato” nei
confronti del partito, o per la convenienza di stare dalla parte di
chi comandava e di tanto in tanto elargiva qualche favore o qualche
spicchio di potere nel sottobosco politico – affaristico.

Ricordiamo bene la
sostanziale indifferenza già dopo la lettura della relazione della
commissione d’inchiesta su Fincapital, quando DC & PSD si sono
limitati a non ricandidare i personaggi indicati, ma guardandosi bene
dall’esprimere una censura, un giudizio di biasimo o una qualunque
presa di posizione contro chi aveva già dimostrato di preferire il
proprio tornaconto all’interesse dello Stato.

La realtà di oggi, che
chiama pesantemente in causa in primis gli azionisti di maggioranza
di Bene Comune, è quella di avere utilizzato il potere discrezionale
del Congresso di Stato per alimentare la corruzione; leader di
partito con tenori di vita inspiegabili che si sono distinti per una
politica spregiudicata nel passare da un’alleanza all’altra nel
giro di una notte; finanziamenti illeciti utilizzati per comprare
voti e falsare i risultati delle elezioni; clientelismi e favori che
hanno messo in ginocchio il bilancio dello Stato togliendo la fiducia
nel futuro ai più giovani.

Ancora meno credibile è
la presa di posizione dei due Segretari, Mussoni e Lonfernini, che si
rivolgono alla Reggenza chiedendo di fare chiarezza, facendo finta di
non vedere il coinvolgimento del proprio Partito anche in questa
vicenda oltre che in tutti gli altri scandali succedutisi nel corso
degli anni di cui la DC è stata protagonista assoluta.

Tanto è vero che la DC
mena un gran vanto del suo Congresso del 2007 indicato come l’inizio
del “rinnovamento”, il che diventa quasi una barzelletta se si
pensa che solo l’anno dopo, appena tornati al potere, i
democristiani hanno nominato nel Congresso di Stato nientemeno che
Gabriele Gatti e Claudio Podeschi… evidentemente per la DC quello è
il modo di intendere il rinnovamento. Per non parlare di vicende come
quella di Scaramella, il caso patente, la mostra dell’arte russa
con i suoi costi improbabili, il falso certificato medico emesso su
richiesta dell’allora Segretario Podeschi, i movimenti di denaro
compiuti da questi utilizzando una Fondazione e tutto quanto ha
coinvolto esponenti di primo piano di quel partito senza che mai i
suoi vertici prendessero provvedimenti.

Questa vecchia politica
dunque, non ha più alcuna autorevolezza essendo evidente la sua
inadeguatezza a guidare ancora il Paese. Occorre che le forze
politiche sane si interroghino seriamente e a fondo su come dare un
futuro alla Repubblica, mandando a casa tutti i personaggi coinvolti
direttamente o indirettamente nella gestione passata, e dando vita ad
una alternativa basata su etica, legalità e trasparenza come parole
chiave per una nuova politica e una nuova società.

[Sinistra
Unita]

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