Economy, sulla realtà sammarinese vista dal WTC

Economy, sulla realtà sammarinese vista dal WTC

Riquadro sull’Economy nell’articolo che contiene la lunga intervista a Gabriele Gatti di Zornitza Kratchmarova.
Il World Trade Center di San Marino appare sospeso in una bolla d’aria. Intorno al più grande business center della Repubblica, dove ruotano imprese, intermediari e professionisti, le parole del ministro dell’Economia Giulio Tremonti a Rimini, che ha parlato di molti dati «da chiarire», sono rimbombate come un «avviso di garanzia». Dopo gli scandali finanziari e le residenze «facili», società anonime, lotta al riciclaggio e scambio di informazioni sono i punti di maggior frizione con l’Italia. «Siamo consapevoli dei problemi, ma non c’è contezza delle soluzioni» osserva Simone Arcangeli, avvocato e notaio sammarinese tra i più attivi nella lotta al riciclaggio. «Nessuno può negare che ci siano stati abusi, ma San Marino non è una provincia italiana e non si possono applicare i criteri di Tremonti a uno Stato autonomo e indipendente. Fino a due anni fa il nostro era un Paese privilegiato, ora la frittata si è rovesciata». È successo nel 2007, quando l’italia ha recepito le norme antiriciclaggio, che hanno causato un blackout informativo tra banche sammarinesi e italiane, facendo scattare le ispezioni di Bankitalia e le inchieste della magistratura forlivese. La risposta di San Marino è scritta nella legge sull’antiriciclaggio dei 2008 che impone a intermediari e professionisti «verifiche sulla clientela, deroghe al segreto bancario e obbligo di segnalazioni delle situazioni sospette o a rischio riciciaggio» aggiunge Arcangeli. «Ma stiamo aspettando le valutazioni dei Moneyval, il comitato di esperti del Consiglio d’Europa per il contrasto ai riciclaggio del denaro, che si esprimerà a metà settembre sulla nuova normativa». Per i 130 commercialisti e gli altrettanti avvocati dei monte Titano la partita è cruciale:«Stiamo facendo di tutto per adeguarci agli standard internazionali» afferma Gian Enrico Casali, presidente del Collegio dei ragionieri: «Vogliamo metterci in regola ed essere trasparenti. Ma ci non significa che San Marino perderà il suo appeal finanziario ed economico».

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