Nella relazione dell’Osservatorio sul Commercio di qualche giorno fa, si decanta il settore commerciale, artefice di portare alle casse dello Stato 45 milioni di Euro. Fin qua nulla di strano, anzi ci sembra un ottima cosa, ma sul finire, la relazione, liquida in breve ed in modo frettoloso la questione IVA. L’IVA è un’imposta generale sui consumi, è il sistema che hanno oltre 90 paesi nel mondo, colpisce solo l’aumento di valore che un bene o un servizio acquista ad ogni passaggio economico, a partire dalla produzione fino ad arrivare al consumo finale del bene o del servizio stesso. Di recente il FMI si è detto disponibile a mettere a disposizione del nostro paese le proprie competenze per effettuare studi di fattibilità e di costo/beneficio sull’introduzione dell’IVA in sostituzione della monofase, così come di offrire la possibilità anche ai nostri giovani di partecipare a corsi di formazione e aggiornamento che il Fondo tiene in alcune località europee. Ci chiediamo perché nell’ordine del giorno all’FMI il Governo della Repubblica di San Marino si sia vincolato all’introduzione dell’IVA nel 2014, quando pare non ci sia condivisione nella maggioranza stessa e non risulta esserci nessuno studio di fattibilitá e proiezioni con diverse aliquote. La Monofase, è l’imposta indiretta sugli scambi e si applica colpendo una volta sola il valore dei beni importati nel territorio. Così, l’operatore economico viene colpito esclusivamente al momento dell’importazione con aliquota pari al 17%, quale imposta sulle importazioni. L’IVA invece è un imposta che grava completamente sul consumatore finale mentre il soggetto passivo d’imposta, ad esempio l’imprenditore o il professionista, rimane neutrale. Il soggetto passivo d’imposta, cioè l’imprenditore o il professionista, può detrarre l’imposta pagata sugli acquisti di beni e servizi effettuati nell’esercizio d’impresa, dall’imposta addebitata agli acquirenti dei beni o dei servizi prestati. Nell’applicazione dell’IVA, occorre distinguere il consumatore finale, che pur non essendo soggetto passivo dell’imposta ne sopporta l’onere economico e l’imprenditore o il professionista, su cui gravano tutti gli obblighi del soggetto passivo d’imposta. Per effetto dell’accordo Ghironzi-De Mandato non possiamo avere un differenziale fra le aliquote superiore i 5 punti percentuali, seppur con modelli d’imposta diversi(IVA vs MONOFASE). A differenza degli altri paesi però, abbiamo un grande vantaggio chiamato SMaC Card, con la quale si potrebbe sfruttare un ulteriore differenziale. Ma come funziona l’IVA per esempio al 16%?
Un commerciante acquista materiale per un valore di 1000 euro, per cui pagherà una somma di 1.160 euro (1000 + 160 di IVA). Supponiamo che, a seguito di una serie di lavorazioni effettuate sul materiale, il valore finale del prodotto lavorato sia di 1.160 euro. Al momento dell’acquisto, l’utente finale verserà al commerciante una somma di 1.345,6 euro (1.160 + 185,6 di IVA). La somma che il commerciante è tenuto a versare allo Stato non è 185,6 euro, ma 185,6 – 160 = 25,6 euro (IVA che il commerciante ha ricevuto dall’utente finale a netto di quella versata per acquistare la materia prima). Il commerciante è soggetto passivo d’imposta e può detrarre l’imposta pagata sugli acquisti (i 160 euro di IVA pagati all’acquisto della materia prima) dall’imposta addebitata sulle vendite (i 185,6 euro di IVA versate dall’utente finale al commerciante). Inoltre, il commerciante è anche neutrale rispetto all’IVA: ha ricevuto dall’utente finale 185,6 euro di IVA, ne ha versato 160 euro al momento dell’acquisto del materiale e altre 25,6 euro allo Stato (in totale non ha ricavato, né perso nulla in termini di IVA, salvo il 16% sul proprio lavoro). Il consumatore finale, invece, paga interamente l’IVA allo Stato, senza poter detrarre nulla.
Una struttura IVA è coerente con l’economia sammarinese di oggi, dove industria e produzione trasformano materie prime in prodotti finiti, creando valore; rispetto all’economia degli anni ’70 in cui era stata concepita la monofase, che vedeva rispetto ad oggi più importazioni per i consumi, che per la trasformazione. ECSO quindi rimane in attesa di uno studio di fattibilità sull’IVA e di un serio e dovuto dibattito su una scelta strategica, come promesso dal governo sammarinese.
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