Educazione gender nelle scuole di San Marino, l’Associazione “Uno di Noi” pretende spiegazioni dalla segreteria Istruzione

Educazione gender nelle scuole di San Marino, l’Associazione “Uno di Noi” pretende spiegazioni dalla segreteria Istruzione

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’Associazione “Uno di Noi” sull’educazione gender nelle scuole di San Marino.

“L’Associazione Uno di Noi ritiene di dover intervenire riguardo al servizio di Rtv andato in
onda martedì 7 marzo sollecitato da alcuni genitori preoccupati circa la possibilità che nelle
scuole sammarinesi si dia corso a iniziative e progetti che si configurino in qualche modo
come ‘educazione gender’. Pare infatti che anche la nostra istanza d’Arengo, che sarà
discussa dal Consiglio Grande e Generale nella settimana entrante (per l’introduzione del
consenso informato preventivo dei genitori per la partecipazione dei figli ad attività curriculari
ed extra-curriculari che, in ragione del fatto di essere argomenti eticamente sensibili,
rischino di mettere in discussione il primato educativo della famiglia), sia stata già
ampiamente superata dalla realtà determinata ahinoi da decisioni messe in campo da
alcune direzioni scolastiche.

Ci giunge infatti notizia che nelle nostre scuole sia possibile essere iscritti nei registri con un
nome e un genere differenti rispetto a quelli assegnati alla nascita e presenti negli atti ufficiali
dello Stato Civile. L’intento sarebbe quello di essere riconosciuti da compagni e professori
con un nome riconducibile al genere desiderato o percepito, indipendentemente dalla
biologia e dall’anagrafe. Sembra essere quindi possibile anche nel nostro territorio accedere
alla cosiddetta ‘carriera alias’, opzione già possibile in diverse scuole italiane. Senza
girovagare per il Bel Paese, basta andare a Rimini per conoscere che un dirigente scolastico
di liceo ha legittimato l’uso della carriera alias per gli studenti.

È ormai noto come il ricorso alle cd. carriere alias si stia mostrando fallimentare e pericoloso
in diverse parti del mondo, soprattutto per le ragazzine. Chi nega l’esistenza delle teorie
gender, lo sa che il contagio sociale che sta portando a un aumento esponenziale delle
disforie di genere tra gli adolescenti, sta colpendo maggiormente le ragazzine convinte che
sarebbero più felici se fossero maschi? Chi nega l’esistenza delle teorie gender, conosce i
movimenti di donne, ex ragazzine disforiche, che denunciano di aver subito medicalizzazioni
non solo inutili, ma anche dannose e irreversibili, come mastectomia e isterectomia, in nome
di una ideologia feroce che non ha voluto indagare la loro sofferenza?

L’Istanza d’Arengo sul consenso informato preventivo, che è stata sottoscritta da oltre 90
cittadini, vuole dotare il nostro ordinamento di uno strumento fondamentale quanto
essenziale, perché possa crearsi quel patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia. Nulla
di trascendentale atteso che sia le normative internazionali che nazionali già sanciscono,
riconoscono e tutelano sia la libertà di scelta educativa dei genitori che il primato educativo
della famiglia.

Si deve però pretendere che il rapporto tra scuola e famiglia si giochi lealmente, la scuola
ha il dovere di informare preventivamente le famiglie riguardo ai contenuti dei progetti
scolastici e deve necessariamente proporre un’alternativa, che pare ad oggi non venga
neppure prospettata.

Intendiamoci bene: un conto è educare i nostri ragazzi alla parità, al rispetto di tutte le
diversità, all’inclusione di cui certamente qualsiasi agenzia educativa non può non farsi
promotrice, altra cosa è permettere che dalla scuola dell’infanzia alle superiori vengano
tollerati e veicolati messaggi ideologici estremamente nocivi.
Ora, forse noi potremmo avere le idee poco chiare su cosa preveda davvero la ‘teoria del
gender’, e se esista o meno come è stato affermato nel servizio dalla direttrice del
dipartimento Istruzione.

Ciò che ci sta a cuore è che i giovani nelle nostre scuole vengano davvero educati e introdotti
alla realtà in senso pieno. La prima realtà che i ragazzi incontrano è quella del proprio corpo,
il quale è innegabilmente segnato (a meno di casi rarissimi) dalla sessualità maschile e
femminile. La biologia non è un’opinione. Illudere che le caratteristiche iscritte nel proprio
Dna possano essere oggetto di modifica costituisce una gravissima opera di inganno
messa in atto nei confronti di chi è culturalmente indifeso. I ragazzi hanno bisogno di guide
affidabili il cui agire sia animato dalla più cristallina onestà intellettuale.

Chiediamo dunque alla segreteria Istruzione delucidazioni in merito, se cioè corrisponda al
vero che nelle scuole sammarinesi sia già in atto la possibilità di essere iscritti nei registri
con nome e genere liberamente scelti. Se ciò corrispondesse al vero, oltre ad essere di una
gravità inaudita, manifesterebbe chiaramente il relativismo pedagogico e valoriale che
temiamo governi le decisioni perseguite da alcune dirigenze scolastiche, al di là di tante
ipocrite dichiarazioni o vuote disquisizioni riguardo alla teoria del gender”.

Associazione “Uno di Noi”

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