Elena Tonnini in Consiglio: privatizzazione sanità, indennità malattia e pazienti-clienti. R.E.T.E.

Elena Tonnini in Consiglio: privatizzazione sanità, indennità malattia e pazienti-clienti. R.E.T.E.

A San Marino la salute è diventata un business. Entriamo in ospedale e vediamo i cartelli in cui quelli che erano pazienti ora sono clienti.
Due parole sulla situazione della sanità nel nostro paese vanno dette, perché la sanità sta ricevendo un attacco su molti fronti a causa delle scelte di Mussoni e della direzione ISS, e con le scelte della privatizzazione e della messa sul mercato della sanità, già stiamo iniziando a raccogliere le macerie di un sistema che sta crollando a pezzi.
Sanità colpita nei suoi gangli vitali, con una privatizzazione che viene man mano accompagnata da questa idea per cui la sanità non può essere considerata parte della PA e che necessita di misure specifiche e straordinarie pur di avere le mani libere di agire e autonomia. Prima ci viene detto che era la libera professione a fare la differenza e senza quella i luminari se ne sarebbero andati. A noi che abbiamo promosso il referendum avete detto che se l’avessimo tolta avremmo avuto i morti sulla coscienza. Ora che la libera professione viene fatta in barba al referendum, con gli stessi medesimi articoli che anziché essere scritti in una legge sono scritti in un regolamento amministrativo (perchè le leggi non contano più nulla in questo paese), ora anche questo non basta più, ci vuole maggiore autonomia per avere le mani libere di scegliere e organizzarsi a piacimento.
Viene lamentato spesso, da tutti, che mancano medici sammarinesi, ma in che condizioni si trovano a lavorare i medici in gamba e ne abbiamo tanti.. almeno, quelli che non se ne sono già andati da San Marino, dal momento che professionisti sammarinesi considerano morte professionale lavorare qui, nelle condizioni che si sono create nella vostra giungla normativa in cui tutto è lecito finchè foraggi il sistema e finchè non dai fastidio alla persona sbagliata.
Devono competere con i contratti concessi ai medici che avrebbero dovuto andare in pensione. Ad uno di questi sono stati riconosciuti piu di 8500 euro al mese. Ricordiamocela questa cifra data ad un medico che doveva andare in pensione, quando ci dicono che non ci sono i soldi.
Oppure abbiamo il coordinatore del personale che viene messo a gestire anche gli appalti dell’ospedale, perchè un solo ruolo non basta.
Abbiamo la riorganizzazione della medicina di base, stipulata attraverso un accordo col sindacato (ne abbiamo discusso lo scorso Consiglio) in cui vi è la promessa del lavoro di equipe e della formazione e lo slogan del “medico sempre presente”. Ebbene, uno dei principi che fino ad ora si tentava di seguire era quello di offrire una copertura completa nella giornata del sabato, essendo giorno piu congeniale per i lavoratori che sono a casa dal lavoro. Invece con la riorganizzazione che inizia tra pochissimo e cioè il 4 maggio, ci sarà il sabato a turnazione per i medici. Che sappiano dunque tutti i lavoratori che saranno obbligati a richiedere dei permessi infrasettimanali dal lavoro per farsi curare.
Senza contare che, mentre nell’accordo della medicina di base era previsto un aumento di amministrativi per il cosiddetto front office, ora a pochi giorni dall’attivazione della riorganizzazione (e cioè il 4 maggio) veniamo a sapere che il servizio di centralino è stato privatizzato ad un call center italiano che sta per aprire nella zona di Dogana che gestirà cosi le chiamate della medicina di base. Un call center che è gia attivo presso istituti sanitari italiani. Viene privatizzato un servizio che doveva essere gestito internamente, obbligando tra l’altro il personale dei centri sanitari a riorganizzare tutto solo per i capricci di privatizzazione della direzione ISS e di Mussoni, dopo una riunione serale di pochi giorni fa in cui il dott. Dario Manzaroli e la dott.ssa Bianca Caruso (rispettivamente direttore sanitario e direttore generale ISS) hanno presentato a sorpresa ai centri sanitari 3 sconosciuti come responsabili del nuovo call center. Il 4 maggio quindi si parte e il 22 aprile avviene un cambiamento drastico che smentisce gli impegni presi nell’accordo con i sindacati.
Queste sono le condizioni in cui lavorano i nostri medici ed infermieri, e la politica si lamenta che non ci sono nuovi professionisti sammarinesi.
Nel frattempo il personale ancora attende i corsi di formazione promessi agli infermieri per il triage, corso che doveva essere organizzato dalla direzione sanitaria e non è stato eseguito, e anche il corso per il servizio di front office non è stato eseguito. Eppure si parte il 4 di maggio.
Per non parlare del clima di terrorismo imposto dalla direzione per evitare che vengano divulgate notizie scomode e che si preferisce rimangano riservate. Questo comportamento punitivo è applicato anche per gli appalti.
Ha dato fastidio infatti il fatto che l’appalto riguardante l’intero Servizio Prevenzione e Protezione sia emerso in tutta la sua pericolosità.
Una fetta importante del nostro ospedale sta per essere privatizzata, con il termine del 27 di aprile.
Sono più di due anni che manca il Responsabile del servizio prevenzione dell’ospedale, un ruolo cosi importante da imporre provvedimenti penali al datore di lavoro (in questo caso  il datore di lavoro è il Congresso di Stato). Sono più di 2 anni che esiste questa mancanza ed è vero che è fondamentale riconoscere questo ruolo. Ma non è vero che l’urgenza esiste da oggi. E poi identificare una persona come Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione è molto diverso dall’esternalizzare un intero servizio. Il 17 luglio il comitato esecutivo ISS fece una proposta al Congresso identificando una persona che già lavorava dentro l’ospedale per il ruolo di Responsabile: in questo caso vi era quindi il riconoscimento di un ruolo all’interno del comparto pubblico dell’ospedale. Questa delibera del comitato esecutivo affida il ruolo al sig. Luciano Marinelli del servizio tecnico Ingegneria Clinica: 1000 euro mensili per un’attività da svolgere per 2 ore settimanali, gestita all’interno dello stesso servizio per cui già era in convenzione.
Il Congresso di Stato boccia quell’affidamento. Ma ben diverso, quando il Congresso nega l’affidamento del ruolo alla persona, è il fatto di passare all’appalto dell’intero servizio (al cui interno vi sono almeno due ruoli identificati), che dovrebbe essere pubblico e non privato, che riguarda gli aspetti più disparati legati alla prevenzione della salute e alla sicurezza delle strutture e del lavoro. Proprio qui sta il punto: cosa ha creato questo passaggio, per cui anziché identificare una figura che lavorasse per il servizio pubblico, si è deciso di privatizzare l’interno servizio?
Ecco solo alcuni esempi di cosa tocca il servizio:
elaborazione procedure sicurezza, assistenza telefonica in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro, assistenza alla direzione generale e ai direttori, interventi urgenti sui luoghi di lavoro, esigenze per sopralluoghi e verifiche richieste dall’Iss, collaborazione in materia di appalti pubblici, collaborazione per definire i dispositivi di cui necessita il per identificare i dispositivi di cui necessita il personale ospedaliero e delle strutture legate all’ospedale, gestione aspetti ambientali come rifiuti, scarichi ecc…, valutazione dei rischi e dello stress del personale, verifica conformità macchine e attrezzature, la conformità dei luoghi di lavoro e degli impianti tecnici e tecnologici, i presiddi per l’emergenza, e tante altre cose. Sono tantissimi ambiti. Ripeto, così non si privatizza solo il ruolo del responsabile Prevenzione e Protezione ma l’intero servizio.
Proprio qui sta il punto: cosa ha creato questo passaggio, per cui anziché identificare una figura che lavorasse per il servizio pubblico, si è deciso di privatizzare l’interno servizio?
L’appalto a nostro avviso è stato scritto su misura per una ditta italiana. Ce lo fanno capire i numerosi richiami a normative e requisiti obbligatori solo in Italia e di cui quindi molte ditte sammarinesi sono sprovviste proprio perché non obbligatori. Ci fa sapere il Direttore generale Caruso che le 8 ditte contattate col solito metodo della licitazione privata della durata di pochi giorni (legittimo dal momento che la legge lo permette, ma davvero inopportuno per un servizio di tale portata) sono ditte operanti in territorio iscritte all’albo fornitori. Una ditta operante in territorio sammarinese però non è detto che sia sammarinese, ed è particolare che anche anche l’albo sammarinese dei fornitori sia gestito da una ditta di Cremona.
Questo non per dire che preferiremmo una ditta sammarinese, perché a nostro avviso il servizio non va proprio privatizzato, ma fa solo capire che quella privatizzazione ha già un nome, sul quale l’appalto è precisamente disegnato.
Anche il fatto che la decisione venga presa in una Commissione che esaminerà in seduta segreta le domande, dà l’idea della trasparenza nell’ISS e della necessità per chi quell’appalto l’ha voluto di assicurare che tutti i precorsi siano funzionali alle decisioni che devono essere prese senza intoppi.
L’intoppo diventa invece chi denuncia, diventa chi fa domande, chi pretende trasparenza, e allora serve il clima del terrore per evitare fuoriuscita di notizie. Questo il clima in cui devono lavorare i nostri professionisti e forse queste sono le cose che vanno cambiate per far si che vi siano sempre maggiori competenze sammarinesi che si dedichino alla sanità.
Ci avevate detto che avremmo avuto sulla coscienza i malati per le lotte che RETE porta avanti per tutelare la salute pubblica.
Quando la sanità diventa un accordo tra ditte private e servizi pubblici, tramite appalti e privatizzazioni, quando i contratti sono scritti ad personam, quando la salute diventa il pretesto per avviare alla visione caritatevole del malato utile a favorire la manovalanza a basso costo del finto volontariato, oppure il pretesto per promuovere speculazioni immobiliari o la costruzione di sale operatorie che cadono pezzi ancora prima di essere finite, o l’acquisto di attrezzature inutilizzabili perchè non adatte alle strutture e ai solai esistenti come la vasca per il parto o il tavolo per gli obesi; quando la sanità è il Casale la Fiorina acquisito per 1 euro dall’ISS, quando gli appalti servono a garantire mazzette a chi è capace di indirizzarli bene, quando la libera professione diventa un buco nero capace di assorbire e distrarre le risorse pubbliche verso le cliniche private, allora si capisce bene perché i costi sanitari non sono più sostenibili. Questi soldi altro non sono che soldi tolti a chi ne ha davvero bisogno, alle vere emergenze di chi non ha un lavoro e ha perso gli ammortizzatori sociali, di chi da malato perde tutele a seguito di norme ingiuste, e non le finte urgenze create ad hoc per giustificare privatizzazioni e contratti ad personam insostenibili in un ospedale martoriato anch’esso dalle faide politiche.
Come nell’appalto del servizio Prevenzione, l’urgenza era anche la caratteristica dell’emendamento approvato da voi in finanziaria che determinò la nostra uscita dall’aula dopo richieste a gran voce di ritirarlo. Noi eravamo consci delle storture e delle conseguenze che il vostro emendamento sull’indennità di malattia avrebbe portato in particolare sulle lunghe malattie – perché chi ha fino a 365 giorni di malattia non è un finto malato, eppure gli avete tolto l’indennità dal 100 all’86% –  e anche sulle malattie oncologiche che rappresentano il 30% dei nostri ricoveri ospedalieri, eppure non avete tentennato e anzi in aula avete protetto quell’emendamento dicendo che avrebbe migliorato la situazione dei malati di cancro.
Sono giunte le testimonianze di malati di cancro e di sclerosi multipla. A noi sono giunte testimonianze di chi non ha il coraggio di esporsi ai giornali ma che hanno bisogno che venga ripristinata una situazione di tutela nei loro confronti. Perché vengono considerati malattie comuni in base ad una lista di cui Manzaroli ha tentato di dare spiegazione differenziando i periodi acuti da quelli in cui la malattia è considerata malattia “comune”. Ora, noi ricordiamo che in finanziaria avete rinunciato a tassare i beni di lusso, avete rinunciato a togliere il doppio finanziamento ai partiti, avete rinunciato a fare pagare le tasse alle ditte inquinanti , avete detto a noi che avremmo avuto sulla coscienza quei malati.
Noi invece crediamo che vada ripristinata la situazione che esisteva prima e occorre fornire di nuovo le tutele necessarie a queste persone, per cui presentiamo un ordine del giorno sull’indennità di malattia, che vado a leggere (disponibile a questo link).

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