Elena Tonnini sulla sanita’: clientelismo, bilancio falsato e milioni di crediti inesigibili. RETE

Elena Tonnini sulla sanita’: clientelismo, bilancio falsato e milioni di crediti inesigibili. RETE

Una sanità gratuita e universale non può e non deve essere messa in discussione. E’ vero che abbiamo una sanità forte e all’avanguardia, e questo non solo va riconosciuto ma anche mantenuto e tutelato. Ci troviamo di fronte a diversi problemi: il primo è il fatto che negli anni San Marino non ha creato un sistema capace di camminare con le proprie gambe potendo vivere per anni della pioggia di soldi proveniente dal sistema finanziario che adesso non ci sono più. La sanità oggi deve sostenersi da sola  ed è qui che la politica doveva intervenire e purtroppo non lo ha fatto. E non lo ha fatto con questa Segreteria e con questa gestione. Il Segretario inoltre ha parlato di un altro grave problema che è la strumentalizzazione politica, e ho chiesto anche in commissione a chi si riferisse in questo caso, se alla maggioranza o all’opposizione. Oggi risponde che la maggioranza collabora con l’opposizione e questo è vero perché i confini oggi sono labili, e parte delle opposizioni possono farsi voce di parti della maggioranza che evidentemente non hanno il coraggio di portare avanti le  proprie scelte. Lo si vede anche dal fatto che in Congresso di Stato, come riferisce lo stesso Mussoni,  nessun Segretario di Stato ha fatto rimostranze riguardo all’attuale gestione dell’ISS. Questo fa capire molto della credibilità che ha questo governo. 

Mussoni ammette che la sanità è stata spesso usata come bacino clientelare e di consensi, ma tutto questo da dove parte? Dalla gestione partitica dei vertici ISS e del comitato esecutivo e raggiunge con lotte intestine anche i diversi reparti. La sanità diventa occasione di affari che poco hanno a che con la sanità, come ad esempio gli affari immobiliari che anche nella segreteria Mussoni sono stati portati avanti. Quando si parla di questo, si parla anche di drenaggio di risorse pubbliche. Perché al sistema clientelare si aggiungono anche l’appesantimento della burocrazia, che è un metodo strategico di controllo, e  l’accentramento del potere decisionale in capo a quattro persone (il segretario di stato e il comitato esecutivo formato da tre direttori) oltre  alla mancanza di trasparenza, che da più spazio di manovra e limita la capacità degli organi di controllo di intervenire. Ecco quindi che la sanità apre un ventaglio di possibilità che fa gola a molti: sul primo problema Mussoni non ha trovato soluzioni ma anzi lo ha ingigantito, quella di Mussoni non è di fatto una gestione ma una continua rincorsa dei problemi mentre lui pare occuparsi di altro. La sua è stata ed è tuttora una Segreteria estremamente debole che riconosce sì una gestione clientelare ma senza avere attuato il coraggio delle scelte necessarie per smantellare questi interessi esistenti. Quello sì che ci costa! E anzi lo ha alimentato perché, diciamolo, il clientelismo è utile a tutti i partiti in maniera trasversale. E quando le cose volgono al peggio Mussoni delega perché incapace di risolvere le situazioni e, oggi lo vediamo, in questo è maestro.

La sanità è in ostaggio di partiti che vedono occasione di consensi. Si parla di indagini in corso a questo proposito. Bene, occorre però anche capire chi le ha volute quelle persone lì e che ora sono sotto indagine. Uno è il capo del personale che oltre tutto gestisce da solo tutta la situazione gli appalti, altro settore estremamente delicato. Questi conflitti di interesse, che ci auguriamo inizino ad essere oggetto di indagine, partono dall’alto, dai vertici, dal comitato esecutivo. Quando a maggio 2014 io e il consigliere indipendente Luca Lazzari chiedemmo in un’interpellanza notizie su possibili interessi del direttore sanitario Manzaroli in strutture private, ci venne risposto dagli organismi di controllo che nulla emergeva, quando oggi sappiamo non essere così. Ecco quindi come si comprende il drenaggio delle risorse pubbliche. Si sviluppa così la sanità privata, nascono nuove aziende private come i poliambulatori, che sono l’unica realtà che non solo resiste alla crisi ma ha una forte crescita, ci si chiede: queste aziende non hanno dei benefici da una sanità pubblica che non funziona come dovrebbe? Basta ad esempio prevedere l’allungamento dei tempi di attesa per favorire tempi più celeri nella sanità privata, dove basta pagare. Non c’è appropriatezza che tenga se si vedono i pazienti come potenziali clienti.

Altra cosa i contratti, a partire dai vertici, perché non sono mai pubblici? Forse perché si ha paura di pubblicare che nel contratto dello stesso Manzaroli di 105.000€ vi sia tra i suoi compiti quello di limitare le prestazioni erogate dal servizio pubblico? E’ vero che esiste la strumentalizzazione e il clientelismo ma allora partiamo dai vertici. Il dott. Manzaroli o la dott.ssa Caruso sono stati messi nel comitato esecutivo per il bene della sanità o per il bene degli allora interessi dei partiti? Non solo i vertici della sanità sono ostaggio dei partiti ma anche i reparti ospedalieri, divisi ormai in fazioni, ognuna con il suo rappresentante politico in consiglio. E questi sono spinti ognuno a lottare sì per l’ISS, ma non per il bene dell’ISS quanto per riuscire a  conquistare degli spazi di privilegi. I problemi veri, quelli di chi vive il mondo della medicina e della sua organizzazione come ad esempio il precariato e le disuguaglianze lavorative, non potranno essere affrontati in modo serio finche verranno promossi in modo acritico su spinte di partiti più concentrati a trovare consensi che a promuovere regole certe ed eque. 

Abbiamo una gestione che volontariamente usa gli strumenti di contratti temporanei per tenere sotto scacco i professionisti, condizioni di precariato da fare vergogna perché se non fai il bravo il contratto non te lo rinnoviamo, e allora il precariato ha un preciso scopo, politico, sempre di fedeltà verso il partito, un patto di sangue da rispettare. 

Hai voglia a parlare di meritocrazia!

Vogliamo parlare delle circolari interne che creano un clima di terrore, un Istituto per la Sicurezza Sociale in cui la socializzazione diventa qualcosa da punire. Imponendo a tutto il personale di non parlare di quello che accade nell’ISS, come se fosse il fight club, in cui la prima regola è non parlare del fight club.

Una gestione che sceglie di piazzare nei settori più delicati, come quello degli appalti, le persone da poter indirizzare per garantirne il controllo. Quanto questa gestione sia collegata alla politica dei partiti lo vediamo quando si usa la sanità per venire incontro alle esigenze immobiliari di personaggi noti della politica. E’ il caso dei locali gestiti dalla società Sogesam con cui la Dott.ssa Caruso ha stipulato un contratto per l’ISS per lo spostamento degli ambulatori all’Azzurro. Azzurro che ha buchi milionari da ripianare nei pagamenti per le utenze allo Stato e in cui non sono nemmeno chiarite le partecipazioni come soci più o meno occulti di Claudio Podeschi,  Fiorenzo Stolfi e Germano De Biagi. 

Allora si fanno gli interessi sanitari dei pazienti o si fanno gli interessi immobiliari dei soliti noti? Sarà di nuovo l’ISS a dover pagare l’adattamento dei locali commerciali al nuovo utilizzo sanitario? In mezzo a tutto questo c’è la sanità e l’ISS, un bilancio che non regge e un Segretario che non ha un’idea di come risollevare l’ospedale. I problemi di bilancio sollevati dal Collegio sono gravissimi, ad esempio quello delle esigibilità dei crediti che vengono comunque messi a bilancio nonostante una ragionevole certezza che non siano assolutamente più esigibili. Il Collegio scrive che al 31 dicembre 2014, il fondo messo a bilancio dei crediti è di 3,8 milioni ma la contropartita dei crediti di dubbia esigibilità è di 10,8 milioni. Eppure non c’è un bilancio trasparente anche rispetto agli ammortamenti, in cui il valore degli immobili è stato messo a bilancio ma il valore di mercato non reale contribuisce a creare un bilancio falso che non corrisponde alla vera liquidità dell’ISS. 

La stessa cosa vale per il debito verso il ministero italiano di 29,5 milioni, messi a bilancio ma senza la liquidità per far fronte a queste scelte. Su tutto questo si instaura un ordine del giorno proposto da una parte di opposizione che è sì necessario ma nemmeno sufficiente perché se il dirigente ha lavorato male, e a nostro avviso il dirigente e il comitato esecutivo hanno lavorato male anche per mancanza di indirizzo politico da parte del Segretario di stato, è anche vero che esistono voci di una pianificazione precisa di una sua sostituzione e su questo vorremo avere maggiori dettagli e chiediamo al Segretario di chi parla quando parla di strumentalizzazione politica.

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